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Academic year: 2022

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S.T.A.G.I.

srl

Relazione generale

A.1

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 1 di 63

INDICE

1 Premessa ... 3

2 Glossario ... 6

3 Cronistoria delle fasi realizzative della discarica ... 8

4 Il progetto di fattibilità tecnica ed economica ... 13

5 Rilievi eseguiti ... 14

6 Proprietà catastale ... 14

7 Inquadramento territoriale ... 15

7.1 Strumento Urbanistico ... 16

7.2 Inquadramento geologico ed idrogeologico ... 16

7.3 Vincoli Archeologici ... 18

7.4 Vincoli culturali e paesaggistici ... 19

8 Piano di indagini preliminari ... 19

8.1 Redazione del Piano ... 19

8.2 Esecuzione del Piano ... 20

8.3 Conclusioni ... 20

8.4 Atti emessi dall’Amministrazione ... 21

9 Indagini geologico-geotecniche ... 22

10 Soluzione progettuale ... 23

10.1 Sintesi degli interventi ... 23

10.2 Individuazione superficie su cui eseguire il “capping” ... 24

10.3 a) Completamento capping del “Bacino definitivo” ... 25

10.3.1 Riconfigurazione sponde ... 26

10.3.2 Strato di drenaggio biogas ... 26

10.3.3 Strato impermeabilizzante ... 28

10.3.4 Strato di drenaggio acque meteoriche ... 29

10.3.5 Strato di terreno di copertura ... 30

10.3.6 Strato antierosivo ... 31

10.4 b) Opera di sostegno delle sponde della discarica ... 32

10.5 c) Pozzi estrazione biogas ... 33

10.6 d) Rete drenaggio acque meteoriche ... 34

10.6.1 Acque meteoriche viabilità ... 35

10.6.2 Acque meteoriche capping ... 36

10.7 e) Piezometri ... 38

10.8 f) Opere complementari ... 39

11 Aspetti per i quali occorre acquisire espresso parere in conferenza dei servizi 40

11.1 Limite intervento capping ... 40

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11.2 Posa in opera di uno strato di argilla di 15 cm sul top ... 41

11.3 Nuovo strato di argilla sulle sponde ... 42

11.4 Utilizzo terreno di scavo per aree di rinterro ... 42

11.5 Vita utile ai fini del dimensionamento delle opere ... 43

11.6 Posizionamento e profondità dei piezometri. ... 43

11.7 Vasca di prima pioggia ... 44

12 Sintesi degli aspetti che hanno determinato un aumento dei costi ... 45

13 Stima dei costi di intervento ... 46

14 Criteri ed elaborati del progetto esecutivo ... 46

15 Cronoprogramma delle diverse fasi attuative ... 47

16 ALLEGATO “A” ... 48

17 ALLEGATO “B” ... 49

18 ALLEGATO “C” ... 57

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1 Premessa

Il presente documento illustra la “relazione generale” redatta ai sensi dell’art. 24 del D.P.R. 207/10, a corredo del progetto definitivo dei “Lavori di completamento di chiusura e messa in sicurezza ex discarica Colla Montescuro” del comune di Maratea.

A seguito dell’emanazione del D.Lgs 36/03 il Comune di Maratea ha presentato il “Piano di adeguamento della discarica ex 1^ categoria sita in località Montescuro” realizzata sulla base di un progetto approvato con DGR n. 7549/94 e successiva variante approvata con DGR 1327/99.

Con deliberazione della Giunta Regionale n. 1722 del 19.07.2004 è stata approvata la parte del piano di adeguamento della discarica consortile per RSU di località Colla di Montescuro, afferente alla chiusura dell’impianto, il ripristino del sito e la gestione post-operativa.

A seguito dell’esame del suddetto documento, la Regione Basilicata non ha autorizzato la prosecuzione dell’esercizio dell’impianto, approvando del citato “Piano” unicamente la parte inerente la chiusura, il ripristino ambientale e la gestione post-operativa.

Per tal motivo, l’Amministrazione Comunale ha avviato i lavori di “Messa in sicurezza della discarica consortile RSU Colla-Montescuro I° Stralcio” (approvati con deliberazione del Commissario Straordinario n. 51 del 16/12/2008) integrati da “lavori complementari” (approvati con deliberazione della Giunta Comunale n. 23 del 02/03/2010).

Atteso che per il completamento del capping era necessario prevedere ulteriori interventi l’Amministrazione, con determinazione del Responsabile del Settore Ambiente, n.249 del 01/08/2017, n.680 R.G. ha provveduto a incaricare l’ing. Pietro Mazziotta per la redazione del progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica che ha previsto un importo lavori, incluso oneri per la sicurezza, di € 510.135,50, per complessivi € 700.000,00 di quadro economico.

Tale intervento è stato ricompreso nei fondi destinati al “Patto per lo sviluppo della Regione Basilicata” prevedendo un importo complessivo di € 700.000,00 in accordo a quanto preventivato nel progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica.

Per l’affidamento dei servizi tecnici di ingegneria e architettura per la progettazione definitiva e esecutiva, direzione lavori, misura e contabilità, coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori e studio-relazione geologica del progetto, l’Amministrazione

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ha fatto ricorso alla procedura aperta aggiudicata alla società di ingegneria S.T.A.G.I. s.r.l.

I tecnici della scrivente società, nell’effettuare dei sopralluoghi preliminari per l’attività progettuale, hanno riscontrato la presenza di rifiuti ubicati al di fuori della prevista area di intervento. Pertanto, in data 2 agosto 2018, la S.T.A.G.I. srl ha inoltrato specifica segnalazione all’Amministrazione Comunale la quale, con nota prot. n. 14168/ST/SAC/4570 del 3 agosto 2018, ha effettuato la comunicazione agli Enti ai sensi dell’art. 304 comma 2 del D.Lgs. 152/2006.

Con determinazione del Responsabile del Settore Ambiente n. 855 del 29 agosto 2018, l’Amministrazione ha affidato alla S.T.A.G.I. s.r.l. la redazione e la direzione del Piano di Indagini Preliminari ivi compresa la redazione finale di sintesi.

La società di ingegneria S.T.A.G.I. s.r.l., stante la natura dell’affidamento, ha incaricato il dott. Geol.

Alfonso Paone, iscritto all’Ordine dei Geologi della Campania al n. 2439, che ricopre il ruolo di direttore tecnico della società.

In ottemperanza al mandato affidato, la società di ingegneria S.T.A.G.I. s.r.l. ha redatto il “Piano di Indagini Preliminari”, elaborato ai sensi dell’art.242 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., che è stato oggetto di apposita procedura bandita dal Comune di Maratea. Suddetto piano prevedeva l’esecuzione di indagini geofisiche ed indagini dirette con prelievo di campioni terreno.

Nel mese di dicembre del 2018 la scrivente società, facendo seguito a quanto richiesto dal RUP in quel momento in carica (ing. A. Sapienza), ha elaborato il progetto definitivo nelle more dell’esecuzione delle Indagini Preliminari. Al riguardo nella relazione generale era espressamente riportato che gli “esiti (del piano di indagini preliminari ndr.) potrebbero imporre delle modifiche alle soluzioni individuate nella presente fase progettuale. Qualora ciò accadesse, se fattibile, si recepiranno suddette modifiche direttamente nella fase esecutiva.”

Con determinazione n°1274 RG del 21.12.2018 l’Amministrazione comunale di Maratea ha affidato all’A.T.I. Sinisgalli Costruzioni s.r.l. (Mandataria) ed Altri, l’esecuzione del “Piano di Indagini Preliminari”.

Nel periodo compreso tra l’8 ed il 30 aprile 2019 sono state eseguite le indagini geofisiche dalle quali è emersa la necessità di effettuare, in aggiunta a quanto già previsto dal “Piano di Indagini Preliminari”, anche n.4 sondaggi a carotaggio continuo.

Per tal motivo il direttore dei lavori ha redatto specifica variante, approvata dal Responsabile del

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Procedimento con determina n. 102 del 20 maggio 2019.

Nel periodo compreso tra il 22 ed il 23 maggio 2019 sono state eseguite le indagini dirette e prelevati i campioni di terreno così come previsto dal “Piano” integrato dalla variante.

In data 24 giugno 2019 l’A.T.I. ha trasmesso il “report Analisi Chimico-Fisiche” di cui ai prelievi effettuati.

In data 10 luglio 2019 l’A.T.I. ha trasmesso i risultati analitici relativi ai campioni “blind duplicate”

che non risultavano allegati alla precedente comunicazione.

Sulla scorta delle attività eseguite e degli esiti delle analisi, è stata redatta la “relazione di sintesi”

del “Piano di Indagini Preliminari” nelle cui conclusioni, tra l’altro, è riportato che:

se il sito ricade in colonna A è necessario avviare le attività proprie del Piano di Caratterizzazione di cui all’art. 242 del D.Lgs. 152/06 e ss. mm. ii.;

se il sito ricade in colonna B la procedura avviata ai sensi dell’art. 304 del D.Lgs. 152/06 e ss. mm. ii. si può ritenere conclusa con esito favorevole fatta salva la necessità di prevedere il capping anche per le aree, esterne all’invaso perimetrato dalla staccionata, nelle quali è stata accertata la presenza di rifiuti.

In data 19 luglio 2019, l’allora Responsabile del settore, ing. Alessandro Sapienza, comunicava agli Enti competenti che: “Dall'esame dei risultati esposti nella richiamata relazione (relazione di sintesi ndr.), alla luce della circostanza che il sito risulta impegnato dalla discarica dal 1986, epoca della sua realizzazione, e sull'assunto che, per naturale e incontrovertibile analogia, Trattasi di attività assimilabile all'uso industriale, (non potendo la reputare nei verde pubblico, nei destinata ad uso privato o residenziale), si deve ritenere che, non essendo superati, per come desumibile dalla suddetta relazione, i limiti di cui alla colonna “B” della tabella 1 dell'allegato 5 al titolo V, Parte IV.

del D.Lgs. 152/2006, la procedura avviata si sia conclusa con esito favorevole, fatta salva la necessità di procedere con le attività di messa in sicurezza già programmate.”

Con determinazione n.26 del 21 novembre 2019 è stato approvato un “disciplinare integrativo del contratto - Rep. n. 1381” con il quale è stato dato formalmente avvio alle attività di progettazione definitiva che tenesse in debito conto le risultanze del Piano di indagini preliminari. In particolare, il concreto avvio è stato subordinato all’ottenimento delle risultanze delle necessarie indagini geologico-geotecniche necessarie per la redazione del progetto definitivo.

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A seguito di procedura negoziata, è stata aggiudicata la gara per l’esecuzione delle suddette indagini alla società SMEDA srl, la quale, in data 13 febbraio 2020, ha trasmesso, a mezzo pec, le risultanze delle attività eseguite.

Al riguardo, infatti, si richiama la deliberazione di Consiglio Comunale n. 18 del 22/06/2020 (pubblicata il giorno 8 luglio 2020 – cfr. allegato “C”) con la quale l’Amministrazione ha preso atto dell’attuale destinazione d’uso del sito di discarica assumendo che la stessa ricade in un’area classificabile ai sensi del D.Lgs 152/2006 allegato 5 al Titolo V della parte quarta: “Colonna B - Siti ad uso commerciale ed industriale”.

Sulla scorta delle risultanze del Piano di indagini preliminare, delle indagini geologico-geotecniche e delle determinazioni assunte dall’Amministrazione comunale in ordine alla destinazione d’uso del sito, è stato redatto il presente progetto definitivo, che sostituisce quello redatto nel mese di dicembre 2018.

2 Glossario

Di seguito è riportata una tabella di riferimento per i termini maggiormente utilizzati nel presente documento.

Bacino Originario Discarica realizzata dal Dipartimento Assetto del Territorio della Regione Basilicata nel 1986

Ampliamento

Ampliamento di discarica realizzato dal 1994 al 2000 in accordo al progetto “Ampliamento, sistemazione finale e recupero paesaggistico della discarica comunale per rifiuti solidi urbani”

Bacino complessivo della discarica Bacino Originario e Ampliamento

Bacino FTE Bacino oggetto di Capping di cui al Progetto di fattibilità tecnica ed economica

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Superfici aggiuntive

Aree nelle quali, a seguito dell’esecuzione del Piano di indagini preliminari, è stata riscontrata la presenza di rifiuti e per le quali è stato previsto il capping

Bacino definitivo

Bacino oggetto di Capping di cui al Progetto di fattibilità tecnica ed economica incrementato delle aree nelle quali, a seguito dell’esecuzione del Piano di indagini preliminari, è stata riscontrata la presenza di rifiuti

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3 Cronistoria delle fasi realizzative della discarica

Nel presente paragrafo si riporta una breve cronistoria delle fasi realizzative della discarica desunta dalla lettura della

documentazione fornita dall’Amministrazione1. In particolare, nella Relazione Tecnica del progetto

“Progetto per la messa in sicurezza della ex discarica consortile per RSU di località Colla di Montescuro nel Comune di Maratea” è riportato quanto segue.

In epoca antecedente agli anni ’80 l’area, dove poi è

stata realizzata la discarica, era stata oggetto di smaltimento su suolo di rifiuti.

Successivamente, nella medesima area, l’Ufficio del Genio Civile di Potenza in data 11 marzo 1986 (progetto avente numero 3492) progettò un primo bacino, denominato “Bacino Originario”; suddetto progetto fu approvato con D.P.C.R. della Basilicata n.808 del 11 luglio 1986, e realizzato dal Dipartimento Assetto del Territorio della Regione Basilicata nel 1986. Tale invaso fu impermeabilizzato con una membrana prefabbricata bituminosa armata con doppio tessuto in nylon

1Documento “A”: Progetto per la messa in sicurezza della ex discarica consortile per RSU di località Colla di Montescuro nel Comune di Maratea (documenti consegnati dal Comune di Maratea alla società S.T.A.G.I. s.r.l.: Relazione tecnica – Computo metrico) – Novembre 2007 a firma dell’arch. E. Masella e Ing. A. Bochicchio

Documento “B”: “Piano di adeguamento della discarica ex 1^ categoria sita in Località Montescuro” (documenti consegnati dal Comune di Maratea alla società S.T.A.G.I. s.r.l.: Piano di Ripristino Ambientale e Piano di Gestione in fase post-operativa)

Documento “C”: Rapporto di consulenza – novembre 2007

Documento “D”: Messa in sicurezza della discarica consortile RSU Colla Montescuro I Stralcio (documenti consegnati dal Comune di Maratea alla società S.T.A.G.I. s.r.l.: computo metrico, delibera approvazione progetto, certificato regolare esecuzione)

Docuemnto “E”: Lavori complementari strettamente connessi ai lavori di Messa in sicurezza della discarica consortile RSU Colla Montescuro I Stralcio (documenti consegnati dal Comune di Maratea alla società S.T.A.G.I. s.r.l.: relazione tecnica, quadro economico, elaborati grafici, elenco prezzi, computo metrico, delibera approvazione progetto, certificato ultimazione dei lavori, certificato regolare esecuzione

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e film di poliestere antipenetrativo per la vegetazione dello spessore di 5 mm.

Nel 1994 fu approvato un progetto di “ampliamento” denominato “Ampliamento, sistemazione finale e recupero paesaggistico della discarica comunale per rifiuti solidi urbani”. Le opere furono ultimate nell’ottobre del 2000.

Sempre dalla lettura della documentazione consultata, si apprende che la discarica è stata impermeabilizzata con una geomembrana in HdPE di spessore pari a 2 mm.

Questo secondo bacino sarebbe stato costruito in parziale sovrapposizione al primo fungendo, per una porzione del vecchio bacino, da copertura impermeabile. Per quanto concerne la restante parte il documento precisa che è stata impermeabilizzata e inerbita.

Nel settembre 2003 il Comune di Maratea ha presentato “Il piano di adeguamento della discarica ex 1^

categoria sita in Località Montescuro” (documento “B”) (composto da: Relazione generale, piano di gestione in fase operativa, piano di gestione in fase post- operativa, piano di ripristino ambientale, piano di sorveglianza e

controllo, piano finanziario) alla Regione Basilicata la quale, dopo specifica istruttoria, avendo rilevato “insanabili difformità rispetto alle previsioni del D.Lgs. 36/2003, con D.G.R.B. n. 1722 del 19 luglio 2004, ha deliberato di:

• non approvare il Piano di adeguamento e, quindi, di non autorizzare la prosecuzione dell’esercizio dell’impianto;

Giugno 2003

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• approvare il piano limitatamente agli aspetti inerenti alla chiusura della discarica e il ripristino del sito e, quindi, quanto atteneva alla gestione post-operativa.

Con determinazione dirigenziale n. 131/T del 28 settembre 2007 l’Amministrazione Comunale ha conferito incarico al Prof. ing. Salvatore Masi di fornire un “supporto scientifico” ai tecnici incaricati della progettazione del recupero e reinserimento ambientale del sito di discarica. Il Prof. Masi ha, quindi, redatto una relazione denominata “Rapporto di consulenza – novembre 2007” (documento

“C”).

Nel documento è indicato che “L’attuale conformazione dei bacini comporta che circa 2000 mq della vecchia discarica non sono stati sormontati dal nuovo bacino. Per tali aree non sussisterebbero obblighi particolari di adeguamento al disposto del D.Lgs 36/03 in termini di chiusura; tuttavia diverse considerazioni suggeriscono l’opportunità di operare per l’intero bacino una chiusura adeguata ai migliori standard di sicurezza ovvero composta dai 5 strati previsti dal D.Lgs. 36/03”.

Il rapporto di consulenza conclude evidenziando che:

i rischi attuali derivano in particolare dalla evoluzione dei processi di stabilizzazione dei rifiuti che rischiano di in inficiare il fragile sistema di salvaguardia ambientale messo in opera

non si ritiene utile una campagna capillare di monitoraggio dell’area circostante per due motivi: la stessa area è stata in passato utilizzata per lo scarico incontrollato di rifiuti ed ancora attualmente se ne troverebbe traccia; la geologia dell’area comporta una rapidissima dispersione di inquinanti verso gli strati geologici profondi. A tal proposito i normali pozzi spia previsti dal piano di monitoraggio appaiono sufficienti a monitorare l’evoluzione a lungo termine dell’impianto.

Nel novembre 2007, l’arch. E. Masella e l’ing. A. Bocchicchio elaborano il “Progetto per la messa in sicurezza della ex discarica consortile per RSU di località Colla di Montescuro nel Comune di Maratea” (documento “A”) che, in sintesi (e da quanto emerge dal combinato dei due documenti acquisiti) prevede di realizzare:

• 3 pozzi spia ubicati all’esterno della superficie della vecchia discarica; in merito alla profondità degli stessi non è chiara l’effettiva lunghezza, in quanto la relazione riporta un valore di 40 metri mentre il computo di soli 30 metri;

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• per l’intera superficie, ovvero quella occupata dal “bacino originario” e dall’”Ampliamento, il capping composto (dal basso verso l’alto) da: uno strato per la raccolta del biogas avente spessore pari a 50 cm, uno strato impermeabile con argilla avente conducibilità k<10^-8 m/s, strato drenante avente spessore pari a 50 cm, strato superficiale di copertura avente spessore di 1 metro. Il capping viene suddiviso in un primo step (provvisorio) ed in un second step (definitivo);

• 5 camini di estrazione per il biogas che si prevedeva di realizzare di altezza tale da non interessare lo strato di base del vecchio bacino (dal computo si desume una lunghezza di 6 metri)

• dal computo si evince che è stato previsto un pozzo per estrazione del percolato di diametro pari a 2 metri, quattro trincee drenanti con tubazione fessurata aventi lunghezza pari a 3 metri, il tutto provvisto di una elettropompa.

Nel 2008 l’Amministrazione, stante le risorse finanziarie disponibili, non potendo dare avvio al progetto di cui sopra, ha affidato ad un gruppo di tecnici, composta da l’arch. E. Masella, l’ing. A.

Bocchicchio e l’ing. G. Fontana, la redazione degli interventi di “Messa in sicurezza della discarica consortile RSU Colla Montescuro I Stralcio” il cui progetto assommava a complessivi € 282.180,50 di cui € 174.880,92 per lavori (documento “D”)

Nel corso dei lavori il Responsabile del Procedimento (Arch. Brando) ha ritenuto anticipare una parte dei lavori del II stralcio al fine di salvaguardare le lavorazioni eseguite nel primo stralcio, incaricando (con nota del 18 agosto 2009) il direttore dei lavori (arch. E. Masella) di redigere la progettazione dei lavori complementari.

Nel mese di settembre 2009, è stato redatto il progetto dei lavori di completamento (documento “E”) che prevede (come si evince dalla relazione):

• il completamento dello strato di argilla;

• la regimentazione delle acque meteoriche mediante la realizzazione di un fosso di guardia e la posa in opera di canalette;

• la realizzazione di una palificata di sostegno della scarpata;

• la pulizia e rimozione di rifiuti generici ed arbusti presenti nell’area;

• la rimozione del vecchio sistema di raccolta del percolato non più utilizzabile attraverso un’opera di bonifica consistente nella demolizione della canaletta e dei pilastri di

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sostegno in c.a. espurgo di materiale presente nei pozzetti e riempimento di due vasche con materiale arido

Nella medesima relazione si precisa che alla data della redazione dei lavori complementari quelli del I stralcio, appaltati e già eseguiti dalla ditta Crisci Angelo da Moliterno, consistevano nella:

• realizzazione capping provvisorio: strato di drenaggio biogas 50 cm e strato di argilla 30 cm;

• creazione rete di estrazione percolato;

• esecuzione piezometri.

I lavori del I stralcio e dei lavori complementari sono stati ultimati ed eseguiti a regola d’arte come si evince dai certificati di regolare esecuzione emessi dal D.L. (arch. Masella) ed approvati con determinazioni nn. 40/T e 41/T del 21 aprile 2010.

Dalla lettura combinata dei suddetti documenti, pertanto, si evince che alla data del 2010, erano ultimate le seguenti lavorazioni:

• realizzazione capping provvisorio: strato di drenaggio biogas 50 cm e strato di argilla 50 cm, per una superficie di 12280 mq (che secondo quanto riportato nelle relazioni dovrebbe coincidere con la superficie sia del “bacino originario” che dell’“Ampliamento”)

• rimozione del vecchio sistema di raccolta del percolato non più utilizzabile attraverso un’opera di bonifica consistente nella demolizione della canaletta e dei pilastri di sostegno in c.a. espurgo di materiale presente nei pozzetti e riempimento di due vasche con materiale arido

• creazione rete di estrazione percolato;

• esecuzione piezometri al di fuori del perimetro del “Bacino Originario”;

• regimentazione delle acque meteoriche mediante la realizzazione di un fosso di guardia e la posa in opera di canalette;

• realizzazione di una palificata di sostegno della scarpata.

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Al lato si riporta un’immagine ortofotografica estratta dal web del sito di discarica alla data del Novembre 2011.

4 Il progetto di fattibilità tecnica ed economica

Il “progetto di fattibilità tecnica ed economica” (di seguito identificato, per comodità di lettura, con la sigla “FTE”) relativo all’ “Intervento di chiusura e messa in sicurezza EX discarica Colla-Montescuro – Completamento” redatto dall’ing. Mazziotta (posto a base di gara dei servizi di ingegneria di progettazione e direzione dei lavori) in sintesi, prevede di:

• completare il capping mediante:

o uno strato di 20 cm di argilla da aggiungere ai 30 cm esistenti2;

o uno strato drenante costituito da pietrisco 15/50 mm di spessore pari a 50 cm;

o uno strato di terra di coltivo di spessore di 100 cm;

• realizzare tre piezometri profondi 30 metri3;

• realizzare tre pozzi di estrazione del biogas profondi 6 metri collegati a torce statiche ad accensione automatica;

• realizzare una viminata lungo la sponda di lunghezza complessiva pari a 160 m;

• fornire ed istallare una vasca di prima pioggia.

2 Al riguardo si evidenzia che il progetto “FTE” sembra non tener conto dei lavori complementari eseguiti che, sulla scorta della documentazione acquisita, avrebbero, tra l’altro, completato lo strato di argilla, non risultando, quindi, necessario prevedere alcun ulteriore strato di materiale impermeabilizzante.

3Al riguardo nella planimetria di progetto ve ne sono 2 ma ne sono computati 3.

Novembre 2011

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5 Rilievi eseguiti

La scrivente per la redazione del progetto definitivo ha incaricato la società Gia Consulting srl la quale ha eseguito un rilievo di dettaglio mediante utilizzo di drone phantom 4 pro.

Tale attività ha consentito di avere un’immagine ortofotografica del sito con l’indicazione delle quote plano-altimetriche; per consentire una lettura del documento nella versione stampata, si è ritenuto effettuare una discretizzazione delle quote rilevate. Le risultanze di tale attività sono state riportate negli elaborati contrassegnati dai codici “D.4”, “D.7.1”, “D.7.2”, “D.7.3” e “D.7.4”.

6 Proprietà catastale

L’area di sedime della discarica, come è possibile evincere dallo stralcio della mappa catastale estratta telematicamente dal sito dell’agenzia delle Entrate e dalla sovrapposizione effettuata con l’ausilio del sito “geolive”, di seguito riportate, ricade all’interno delle particelle nn. 56, 57, 58, 59, 60, 61 e 62 del foglio 15.

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Al riguardo si evidenzia che dalle visure catastali (cfr. allegato “B”), risulta che gran parte del sito di discarica ricade in particelle che, dal punto di vista catastale, risultano private. Difatti, soltanto la n.

56 risulta intestata al Comune di Maratea.

Al riguardo, il RUP (arch. Anna Maria Magliano) ha evidenziato che l’impianto esiste da moltissimi anni e che in passato, sono stati già appaltati ed eseguiti lavori sul sito, senza che vi sia stata alcuna richiesta di pagamento da parte dei proprietari delle particelle interessate e, pertanto, con buona probabilità, si può ritenere che in passato siano state effettuare tutte le necessarie procedure di acquisizione dei suoli ancorchè, allo stato, non si rinvengano negli uffici comunali. Alla luce di quanto riportato, su indicazione del RUP, nel quadro economico, all’interno delle somme a disposizione, è stata appostata una partita finanziaria a copertura di un eventuale pagamento alle ditte catastalmente proprietarie.

7 Inquadramento territoriale

La discarica è ubicata nel Comune di Maratea, in località Colla-Montescuro, in prossimità del confine del Comune di Trecchina (PZ).

L’area in studio si colloca lungo una fascia montuosa caratterizzata dalla presenza di depressioni di

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origine tettono-carsiche, posta sul versante meridionale di Monte Coccovello, e che si colloca sulla sinistra idrografica del Torrente Prodino, affluente in destra idrografica del Fiume Noce.

7.1 Strumento Urbanistico

Lo strumento urbanistico vigente è il Programma di Fabbricazione approvato con Decreto del 30 settembre 1971 n.671.

Dalla lettura del certificato di destinazione Urbanistica (cfr. allegato “A”), emesso per le particelle 56, 57, 58, 59, 60, 61 e 62 del foglio 15 si evince che l’area in oggetto rientra in “zona agricola”, che gli immobili non sono stati percorsi da fuochi, che non rientrano tra le aree a rischio idrogeologico ed a vincolo paesaggistico.

Con deliberazione di Giunta Comunale n. … del …… l’Amministrazione ha preso atto dell’attuale destinazione d’uso del sito di discarica assumendo che la stessa ricade in un’area classificabile ai sensi del D.Lgs 152/2006 allegato 5 al Titolo V della parte quarta: “Colonna B - Siti ad uso commerciale ed industriale”.

7.2 Inquadramento geologico ed idrogeologico

L’area in cui si colloca il Comune di Maratea è limitata ad Est dalla bassa valle del F. Noce- Castrocucco, a Nord dall'incisione del T. Prodino, ad Ovest dai rilievi dei M.ti Coccovello e la Serra e a Sud dal Mare Tirreno (Studio Geologico e Idrogeologico dei Monti di Maratea di V. COTECCHIA - G. D'ECCLESIIS - M. POLEMIO, 1990).

Le formazioni geologiche presenti nell'area sono riferibili essenzialmente ad unità stratigrafico- strutturali derivanti dalla Piattaforma Campano-Lucana e all'Unità Liguride (flysch Liguride). In via del tutto subordinata sono presenti, ai margini dell'area, lembi di depositi post-orogenici; risultano altresì presenti coperture detritiche, talora potenti ed estese, recenti ed attuali nonché depositi alluvionali che assumono spessori discreti solo limitatamente alle aree golenali del F. Noce.

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 17 di 63

In base a quando indicato nella Carta del Rischio del Piano Stralcio per la Difesa del Rischio Idrogeologico della

Autorità di Bacino della Basilicata del 2016 (Vedi Figure 9 e 10), per l’area in cui si colloca Ex Discarica Comunale di Maratea di Colla- Montescuro

(contrassegnata da un cerchio di colere

verde e perimetro nero) non vengono indicati rischi e pericoli derivanti da frana e instabilità di versante.

I limiti dell'area in studio seguono l'andamento dei contatti tettonici tra l'Unita del M. Bulgheria- Verbicaro, costituente buona parte dell'ammasso acquifero, e l'Unità Liguride, costituente l'acquiclude, tranne che in corrispondenza del limite Sud, coincidente con la linea di costa e la porzione più meridionale del corso del Fiume Noce-Castrocucco .

L’idrostruttura principale della zona situata a nord della valle di Maratea, sulla quale si colloca il sito della Ex Discarica Comunale di Maratea di Colla-Montescuro, comprende Monte Coccovello, la dolina di Piana del Lago ed i rilievi carbonatici che si estendono tra la costa e lo stesso Monte Coccovello.

Il recapito principale di questa idrostruttura, per quanto attiene al territorio di Maratea, è rappresentato dalla Polla Marizza. Si tratta di una sorgente sottomarina, ubicata a pochi metri dalla costa di Porticello di Acquafredda - Cersuta e sicuramente collegata con la Grotta del Dragone, ubicata a tergo dell’arenile di Porticello, in quanto, quest’ultima, funziona da troppo pieno attraverso cui emergono copiose le acque che non riescono ad essere espulse dalla Polla Marizza (Ferrigno et altri, marzo 2014).

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 18 di 63

In base a quando indicato nella Carta Idrogeologica del Piano Strutturale Comunale di Maratea (Ferrigno et alii, 2014), il sito della Ex Discarica

Comunale di Maratea di Colla-Montescuro si colloca su un substrato ascrivibile al complesso idrogeologico carbonatico caratterizzato da permeabilità elevata per fratturazione e carsismo, e con deflusso preferenziale delle acque sotterrane lungo la direttrice NE-SO, in direzione della costa tirrenica e delle Località Cersuta e Acquafredda di Maratea.

Il sito non ricade nelle aree perimetrate a rischio idrogeologico

7.3 Vincoli Archeologici

Gli interventi di progetto riguardano interventi interni e/o al confine con il sito di discarica con la sola eccezione della base del muro di sostegno del capping lato Sud e del collettore per il convogliamento delle acque meteoriche nel canale a Est del sito di Discarica e del relativo manufatto di scarico nel suddetto canale.

In ordine alla sussistenza di vincoli archeologici nelle suddette aree esterne al sito, atteso che l’Amministrazione Comunale non è in possesso di alcun documento in grado di confermare l’assenza di suddetti vincoli, così come stabilito di concerto con il Responsabile del Procedimento, si rimanda alla fase di Conferenza dei Servizi, alla quale saranno invitati tutti gli Enti competenti, tra i quali la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio della Basilicata.

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 19 di 63

7.4 Vincoli culturali e paesaggistici

Il sito di intervento, come dettagliatamente descritto nella relazione di fattibilità ambientale, alla quale si rinvia, non ricade in aree perimetrate ai sensi del D.Lgs. 42/2004. In particolare si riporta al lato un estratto dal web-gis della regione Basilicata dal quale si evince quanto asserito.

8 Piano di indagini preliminari

8.1 Redazione del Piano

I tecnici della S.T.A.G.I. s.r.l., nell’effettuare dei sopralluoghi preliminari per l’attività progettuale, hanno riscontrato la presenza di rifiuti ubicati al di fuori dell’area di intervento (così come definita dal progetto posto a base di gara) e che, in ragione di quanto riportato in atti, risulterebbero al di fuori del perimetro della discarica (sia del “Bacino Originario” che dell’“Ampliamento”). Alla luce di quanto riscontrato sui luoghi, la S.T.A.G.I. s.r.l., in data 2 agosto 2018, ha inoltrato specifica segnalazione all’Amministrazione Comunale la quale, con nota prot. n. 14168/ST/SAC/4570 del 3 agosto 2018, ha effettuato la comunicazione agli Enti ai sensi dell’art. 304 comma 2 del D.Lgs. 152/2006.

Con determinazione del Responsabile del Settore n.855 del 29 agosto 2018, l’Amministrazione ha affidato alla S.T.A.G.I. s.r.l. le seguenti attività:

1. la redazione del Piano di Indagini Preliminari da parte di tecnico geologo;

2. la direzione delle medesime indagini in conformità al piano da redigere, sempre a cura di professionista geologo;

3. la redazione di una relazione di sintesi riportante gli esiti delle indagini al fine di programmare gli eventuali successivi

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 20 di 63

adempimenti, anche per la possibile caratterizzazione dell’area.

In data 1 ottobre 2018 la scrivente società ha trasmesso il piano di indagini preliminari sulla scorta del quale l’Amministrazione ha bandito specifica gara aperta.

8.2 Esecuzione del Piano

L’esecuzione del Piano è stata affidata all’ATI Sinisgalli Costruzioni s.r.l. (Mandataria) – Topchem Engineering srl (Mandante) – PLP Prospezione Laboratorio Prove (Mandante) con determina del Responsabile del Settore n. 259 del 21.12.18. Il contratto è stato sottoscritto mediante scrittura privata numero 1/ LLPP del 29 marzo 2019.

L’avvio dei lavori è avvenuto in data 8 aprile 2019.

In particolare, le attività di indagine indirette sono state eseguite nei giorni 8, 9 e 10 aprile 2019 e sono consistite nell’esecuzione di indagini georadar, indagini geolettriche 2D sul corpo di discarica e 3D sulle aree esterne da investigare.

Nei giorni 22 e 23 maggio 2019 sono state eseguite le attività di campo che, sono consistite in n. 4 sondaggi a carotaggio continuo e n.16 saggi meccanici (trincee) con relativi n. 32 prelievi di terreno da pareti e fondo degli scavi sottoposti ad analisi.

8.3 Conclusioni

Nella relazione di sintesi (per maggiori dettagli si rinvia alla documentazione relativa alla progettazione ed esecuzione del Piano di indagini preliminari), sulla scorta delle attività condotte e dei contenuti delle relazioni prodotte dall’A.T.I., per quanto concerne il suolo ed il sottosuolo (non avendo esaminato la falda per i motivi esposti nel Piano), si conclude che:

- l’area meridionale è di fatto interessata per la sua quasi interezza da rifiuti che presentano spessori variabili da 1 metro (SG16) a 8,0 metri (S2);

- l’area orientale è di fatto interessata da rifiuti per una fascia parallela alla staccionata di larghezza non inferiore a 5 metri, che presentano spessori variabili da 1,5 metro (SG2) ad almeno 3,0 metri (profondità investigata con il saggio SG8);

- l’analisi merceologica ha individuato nei saggi denominati SG2, SG3, SG6, SG7, SG8 e

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 21 di 63

SG10 dell’area orientale, ed in quelli denominati SG11, SG12, SG13, SG14, SG15, SG16 e SG16bis dell’area meridionale le seguenti tipologie di rifiuto:

o oggetti in plastica (contenitori, bottiglie, sacchi, giocattoli) (CER 20.01.39) o tessili (CER 20.01.11)

o materi ali ferrosi (utensili e barre metalliche) e non ferrosi tra cui alluminio (lattine) (CER 20.01.40)

o bottiglie di vetro e frammenti di vetro (derivanti da bottiglie) (CER 20.01.02) o laterizi (CER 20. 01.99)

o carta e cartone (CER 20.01.01)

- l’analisi merceologica ha individuato nei saggi denominati SG8 dell’area orientale e SG13, dell’area meridionale la seguente tipologia di rifiuto:

o pneumatici (CER 16.01.03)

o nel saggio SG13, durante le operazioni di scavo, unitamente al terreno, sono stati rinvenuti materiali incendiati di natura antropica per i quali non è stato possibile attribuire il codice CER attese date le condizioni in cui sono stati rinvenuti tali rifiuti.

8.4 Atti emessi dall’Amministrazione

Con nota prot. n. 13960/ST/LLPP/4229 del 19 luglio 2019, l’allora Responsabile del settore, ing.

Alessandro Sapienza, comunicava al Prefetto della Provincia di Potenza, Alla Regione Basilicata Dipartimento Ambiente ed Energia, alla Provincia di Potenza settore Pianificazione Territoriale e Ambiente, all’ARPAB Potenza, all’ASP Potenza, gli esiti delle indagini preliminari evidenziando tra l’altro, che: “Dall'esame dei risultati esposti nella richiamata relazione (relazione di sintesi ndr.), alla luce della circostanza che il sito risulta impegnato dalla discarica dal 1986, epoca della sua realizzazione, e sull'assunto che, per naturale e incontrovertibile analogia, Trattasi di attività assimilabile all'uso industriale, ( non potendo la reputare nei verde pubblico, nei destinata ad uso privato o residenziale), si deve ritenere che, non essendo superati, per come desumibile dalla suddetta relazione, i limiti di cui alla colonna “B” della tabella 1 dell'allegato 5 al titolo V, Parte IV.

del D.Lgs. 152/2006, la procedura avviata si sia conclusa con esito favorevole, fatta salva la necessità di procedere con le attività di messa in sicurezza già programmate.”

Con deliberazione di Giunta Comunale n. … del …… l’Amministrazione ha preso atto dell’attuale

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 22 di 63

destinazione d’uso del sito di discarica assumendo che la stessa ricade in un’area classificabile ai sensi del D.Lgs 152/2006 allegato 5 al Titolo V della parte quarta: “Colonna B - Siti ad uso commerciale ed industriale”.

9 Indagini geologico-geotecniche

Con nota PR/103/2019 del 21 novembre 2019, il geol. Alfonso Paone, in qualità di Direttore Tecnico geologo della S.T.A.G.I. srl, rappresentava al RUP che per la caratterizzazione geologico- geotecnica dei terreni interessati dalle opere strutturali (di sostegno del capping) ai fini della progettazione definitiva delle opere in oggetto, era necessario eseguire specifiche indagini:

geostendimenti MASW; sondaggi geognostici con prelievo di campioni indisturbati in fustella; prove penetrometriche DPSH; esecuzione di trincea a sezione obbligata al fine di individuare, sulla scorta delle risultanze puntuali del Piano di Indagini Preliminari, la linea di confine dell’area dell’invaso che sarebbe dovuta essere oggetto degli interventi di chiusura definitiva (capping).

Con disposizione prot. n. 807 del 17 gennaio 2020, il Responsabile del Procedimento, autorizzava la consegna del servizio alla S.M.E.D.A. S.r.l.

Il giorno 23 gennaio 2020 è stata eseguita una trincea che ha consentito di individuare il limite oltre il quale, sulla scorta delle indagini eseguite, non vi dovrebbero essere ulteriori rifiuti. Pertanto è stato possibile definire la superficie del “Bacino definitivo”

Nei giorni 23 e 24 gennaio 2020 sono stati eseguiti n°4 sondaggi a carotaggio continuo denominati S5, S6, S7 e S8, spinti alla profondità di -10,00 m dal piano campagna locale, finalizzati alla ricostruzione della stratigrafia delle aree adiacenti al corpo della discarica oggetto di studio.

All’interno dei suddetti fori dei sondaggi geognostici sono state realizzate n°8 prove penetrometriche dinamiche (S.P.T.), negli orizzonti di terreno ritenuti significativi ai fini della caratterizzazione dei litotipi fondali.

Il 25 gennaio 2020, per l’individuazione dei parametri geotecnici del sito, sono state eseguite n°3 prove DPSH denominate DPSP1, DPSH2 e DPSH3. Nella stessa data, per la ricostruzione delle caratteristiche stratigrafiche e geosismiche dei terreni adiacenti al corpo di discarica, sono stati

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 23 di 63

eseguiti n°3 stendimenti geosismici denominati MASW 1 (SS1), MASW 2 (SS2) e MASW 3 (SS3).

10 Soluzione progettuale

10.1 Sintesi degli interventi

La soluzione progettuale individuata è stata elaborata tenendo conto:

• di quanto contenuto nella documentazione consegnata dal Comune alla scrivente società;

• di quanto espressamente indicato nel progetto di fattibilità tecnica ed economica;

• delle risultanze dei saggi eseguiti riportati negli elaborati “A.7.2 e D.6”;

• delle risultanze del Piano di indagini preliminari;

• delle risultanze delle indagini geologico-geotecniche e dell’esecuzione della trincea.

In particolare, la soluzione individuata, nel suo complesso, prevede specifici interventi così suddivisi:

a) completamento capping del “Bacino definitivo” (paragrafo 10.3);

b) opere di sostegno delle sponde della discarica (paragrafo 10.4);

c) pozzi estrazione biogas (paragrafo 10.5);

d) rete di drenaggio acque meteoriche (paragrafo 10.6);

e) piezometri (paragrafo 10.7);

f) opere complementari (centralina meteoclimatica, rifacimento viabilità, etc…).

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10.2 Individuazione superficie su cui eseguire il “capping”

Il “Bacino FTE”, di cui al progetto di fattibilità tecnica ed economica, prevedeva di “completare” il capping nell’area di discarica delimitata da un cordolo in c.a e/o da una staccionata in legno, rappresentata con il colore rosa nell’immagine al lato.

A seguito del rinvenimento, durante i sopralluoghi effettuati dai tecnici della scrivente società, di rifiuti in aree esterne alla suddetta superficie è stato eseguito un

piano di indagini preliminari investigando le aree indicate nell’immagine riportata a margine aventi superficie di 1.500 mq (area retinata di colore rosa) e 3.200 mq (area retinata di colore blu), estese tra la staccionata esistente ed il limite esterno del sito di discarica, rappresentato da una recinzione metallica.

L’esecuzione del Piano ha consentito di confermare la presenza di rifiuti frammisti a terreno nell’area indicata nell’immagine al lato con una retino di colore rosa e solo in

parte di quella indicata con retino di colore blu.

Per tal motivo è stata individuata, sulla scorta delle indagini eseguite, una possibile linea, ricadente all’interno della superficie “blu”, di cui all’immagine

sopra riportata, oltre la quale non ci sarebbero dovuti essere più rifiuti. Al fine di confermare suddetta ipotesi, nell’ambito delle indagini geologico-geotecniche, è stata eseguita una trincea di scavo i cui dettagli sono riportati nella

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 25 di 63

relazione geologica. Sulla scorta di tale attività è stato individuato il limite ultimo dell’area di colore blu su cui eseguire il “capping” (per i dettagli si rinvia alla relazione geologico-tecnica).

Pertanto, sulla scorta di quanto è stato possibile desumere dalle indagini eseguite, il presente progetto ha previsto di eseguire il “capping” sia sull’area rosa che su quella celeste indicate nell’immagine sopra riportata. Tale superficie, nel suo complesso. È stata denominata “Bacino definitivo”, indicata con il colore verde chiaro nell’immagine sopra riportata.

10.3 a) Completamento capping del “Bacino definitivo”

Secondo quanto previsto dal D.Lgs 36/03, la copertura finale della discarica deve rispondere, principalmente, ai seguenti scopi:

• isolamento dei rifiuti e del terreno contaminato dall’ambiente esterno;

• minimizzazione dell’infiltrazione d’acqua;

• riduzione al minimo della necessità di manutenzione.

La pendenza che è stata scelta per configurare le sponde è di 19° in quanto consente di soddisfare le verifiche di stabilità anche nelle condizioni più gravose ovvero quelle del sisma. In particolare, la conformazione plano-altimetrica è stata scelta al fine di soddisfare i seguenti obiettivi:

- individuare una pendenza prossima a quella esistente al fine di minimizzare i volumi di sterro e rinterro e tale che risultino soddisfatte le verifiche di stabilità;

- evitare di alterare lo strato esistente di biogas: supposto presente al di sotto di 35 cm di argilla nelle aree del top e a vista sulle sponde (ipotesi a vantaggio di sicurezza);

- contenere l’altezza dei muri da realizzare al piede del capping;

- ottenere una pendenza della tubazione, posta all’interno dello strato di drenaggio delle acque meteoriche, tale da convogliare le acque nei punti di recapito.

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 26 di 63

10.3.1 Riconfigurazione sponde

Dopo aver individuato la pendenza di progetto sono stati determinati i volumi di sterro e riporto. Al riguardo al fine di contenere i costi di intervento e l’impatto ambientale, conseguente al trasporto di materiale a discarica, è stato previsto di riutilizzare, indipendentemente dalle caratteristiche dello stesso, il materiale proveniente dagli scavi per la realizzazione dei muri e dei pali ed il materiale di sterro per i volumi di riporto per i quali è stato,

comunque, necessario integrare con altro materiale individuato in pietrame senza spigoli vivi per le porzioni di aree aventi funzione di drenaggio biogas.

Tale scelta è stata, peraltro, motivata dalla considerazione che tale materiale è già in sito e risulterà, comunque, posto al di sotto del capping di progetto

Suddetto riutilizzo dovrà essere limitato, difatti, alle aree dove suddetto rinterro non deve assolvere la funzione di drenaggio biogas.

10.3.2 Strato di drenaggio biogas

Dalla lettura combinata dei documenti forniti dall’Amministrazione, si evince che alla data del 2010, era ultimata, tra l’altro, la realizzazione dello strato di drenaggio biogas di spessore pari a 50 cm per una superficie di 12.280 mq (che secondo quanto riportato nelle relazioni dovrebbe coincidere con la superficie sia del “bacino originario” che dell’“Ampliamento”, ovvero fino all’attuale staccionata in legno – parte contrassegnata con colore rosa nell’immagine al lato).

Pertanto, nel presente progetto, nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs. 36/03, è stato previsto di realizzare uno strato di drenaggio del biogas unicamente nelle “superfici aggiuntive” (parte azzurra nell’immagine riportata al precedente paragrafo).

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In merito alla tipologia di intervento, si evidenzia che il suddetto strato drenante può essere realizzato ricorrendo a:

a) materiali naturali: pietrame di idoena pezzatura b) materiali artificiali: georete.

Nel caso in esame è stato scelto di realizzare suddetto strato ricorrendo ad una georete (indicata con una linea di colore celeste nell’immagine sotto riportata che rappresenta uno stralcio della sezione di progetto G-G’). Qualora si fosse optato per uno strato di

drenaggio in pietrame, quindi avente spessore pari a 50 cm come dettato dal D.Lgs 36/03, scartando l’ipotesi di scavare 50 centimetri sull’attuale profilo, che comporterebbe la necessità di smaltire un quantitativo di rifiuti non trascurabile, si sarebbe dovuto prevedere un muro di contenimento di altezza maggiore, ovvero più alto di 50 cm. Tale scelta, oltre a creare un maggior impatto ambientale, avrebbe comportato una maggiore spesa del tutto equivalente a quella dovuta alla differenza di costo tra la georete e il pietrame.

Laddove (come nel caso della sezione di progetto B-B’, della quale al lato se ne riporta uno stralcio), a seguito della riconfigurazione delle sponde,

nell’area dove prevedere il nuovo drenaggio biogas è risultato necessario effettuare un riempimento (retino con pallini di colore viola) avente spessore non inferiore a 50 cm, è stato previsto di utilizzare del pietrame, con spigoli non appuntiti, in maniera tale da assolvere anche la funzione di drenaggio del biogas senza prevedere

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alcuna georete.

10.3.3 Strato impermeabilizzante

Il progetto di “Messa in sicurezza della discarica consortile RSU Colla Montescuro I Stralcio”, approvato con delibera n. 51/2008 prevedeva, tra l’altro, la realizzazione dello strato di impermeabilizzazione mediante 30 cm di argilla.

Suddetto strato, come indicato nei documenti consegnati alla scrivente, è stato integrato con ulteriori 20 cm di argilla al fine di ottenere uno spessore di 50 cm in accordo a quanto prescritto dal D.lgs. 36/034.

In merito si evidenzia che i tecnici della scrivente società hanno effettuato specifici sopralluoghi i cui esiti sono stati riportati nell’elaborato grafico D.6 e nell’allegato fotografico riportato nel documento “A.7.2”. In particolare:

• il top si presenta ricoperto, mediamente e per quanto ispezionato, da uno spessore di materiale argilloso di circa 40÷45 cm;

• le sponde, in alcune aree, per quanto ispezionato, si presentano prive di materiale impermeabilizzante o ricoperte da uno strato di spessore esiguo (minore di 50 cm) di suddetto materiale.

Alla luce di quanto riscontrato, attesa l’importanza che riveste lo spessore a bassa permeabilità nell’ambito del capping, ai fini della tutela ambientale è stato previsto di:

• prevedere uno spessore di 15 cm di argilla sulle aree del top (tenendo conto che un piccolo strato andrà rimosso al fine di eliminare elementi esistenti da non includere nello strato di argilla);

• prevedere uno spessore variabile tra 15 cm e 50 cm lungo il bordo del top in prossimità dell’inizio delle sponde;

4Per i suddetti due appalti, “I stralcio” e “lavori complementari”, sono stati emessi, dal direttore dei lavori, specifici “certificati di regolare esecuzione” che attestano l’esecuzione di lavori per un importo pari a quello dei computi metrici che prevedevano nel complesso uno spessore di 50 cm di argilla.

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• realizzare un nuovo strato impermeabilizzante, avente spessore di 50 cm, sulle aree delle sponde, ivi comprese le “superfici aggiuntive”.

Anche nel caso dello strato impermeabilizzante si può ricorrere a:

• materiali naturali: argilla (50 cm)

• materiali artificiali: geocomposito bentonitico accoppiato a geomembrana in HdPE (< 1 cm).

In questo caso la scelta è ricaduta sul materiale naturale, in quanto il ricorso a materiali artificiali avrebbe comportato (con riferimento al prezzario regionale della Basilicata) un incremento di costo ben maggiore di quello relativo all’innalzamento del muro per contenere lo strato di 50 cm di argilla.

Peraltro, la posa dei materiali artificiali avrebbe comportato la realizzazione di trincee di ancoraggio lungo le sponde che avrebbero comportato l’alterazione dello strato di drenaggio biogas esistente e la rimozione di rifiuti con il conseguente smaltimento.

10.3.4 Strato di drenaggio acque meteoriche

Per quanto concerne lo strato di drenaggio delle acque meteoriche, lo stesso deve essere realizzato per tutta l’area del “Bacino definitivo”, ovvero sia sul top

che sulle sponde ivi comprese le “Superfici aggiuntive”.

In particolare, per quanto concerne le sponde si è preferito ricorrere alla posa del materiale naturale che consente di soddisfare le verifiche di stabilità anche nelle condizioni più gravose. Infatti, qualora si fosse fatto ricorso alla georete di drenaggio, attese le pendenze, si

sarebbe dovuta prevedere un georete tricomposita o, in alternativa, due georeti (di cui una di “aggrappo”) al fine di soddisfare i requisiti richiesti dalle verifiche di stabilità. Tale scelta avrebbe comportato un maggior costo di intervento.

Sul top, invece, si è ricorsi alla posa di una georete di drenaggio.

In tal caso, difatti, non essendo necessari accorgimenti di

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“aggrappo”, attesa la modesta pendenza (< 10°), è sufficiente prevedere una semplice rete di drenaggio i cui costi (con riferimento al prezzario regionale della Basilicata) risultano inferiori a quelli che si sarebbero ottenuti con la posa del materiale naturale.

Al fine di evitare che le acque del “top” dilavino le sponde è stata prevista una tubazione fessurata disposta lungo il ciglio lato Sud ed Est che in due sezioni presenta una tubazione, disposta nello strato di drenaggio, che colletta le acque raccolte nella tubazione prevista al piede del capping. Le due reti di drenaggio sono provviste di pozzetti in polietilene per garantire gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nel tempo.

10.3.5 Strato di terreno di copertura

Al di sopra degli strati a bassa permeabilità e di drenaggio delle acque meteoriche è previsto uno strato superficiale di copertura ai fini del piano di ripristino ambientale avente spessore pari a 1,0 metri, sul quale verrà eseguita una semina a spaglio. Sia nella parte pianeggiante che nelle aree

acclivi si prevede di trapiantare specie arbustive dalla spiccata rusticità e capacità di consolidamento dei versanti. In particolare, al fine di non danneggiare gli strati di copertura costituenti il capping, sono state individuate specie caratterizzate da apparati radicali mediamente superficiali (profondità massima 60-70 cm). Nello specifico sono state scelte specie poco esigenti in termini agronomici e di input tecnici, ma dall’alto valore paesaggistico visto l’areale circostante. Per i dettagli si rinvia alla relazione agronomica.

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 31 di 63

Al fine di garantire la stabilità del terreno di copertura, anche nelle condizioni più gravose, ovvero quelle del sisma (le verifiche sono state effettuate prevedendo una vita nominale di 50 anni ai sensi delle NTC 2018), attesa la possibile eterogeneità delle caratteristiche del terreno di copertura che sarà approvvigionato, che potrebbe compromettere il rispetto delle caratteristiche di

progetto (con particolare riguardo all’angolo di attrito) utilizzate ai fini dei calcoli di stabilità delle sponde, si è ritenuto opportuno prevedere una “geogriglia di rinforzo” da posare al centro dello strato di terreno.

10.3.6 Strato antierosivo

Al di sopra dello strato di copertura superficiale, in corrispondenza delle sponde, in abbinamento alla semina a spaglio prevista, è auspicabile prevedere la posa di una “biostuoia in paglia di cocco”

rinforzata. Tale accorgimento consente di evitare il dilavamento superficiale in occasione degli eventi meteorici.

Tuttavia atteso l’importo dei lavori, che eccede il finanziamento

assentito, tale accorgimento non è stato previsto nel progetto, ma si suggerisce all’Amministrazione di prevederlo:

- nel caso si ricorra all’offerta economicamente più vantaggiosa nelle migliorie richieste in fase di gara

- nel caso di gara con aggiudicazione soltanto in base al prezzo offerto, indicando tale fornitura in opera prevedendo il ricorso all’art. 106 comma 1 lettera a del D.Lgs. 50/16.

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10.4 b) Opera di sostegno delle sponde della discarica Il D.Lgs. 36/03, prevede che la copertura

definitiva, nelle aree oggetto di intervento, al di sopra dei rifiuti, sia strutturata con uno strato di

drenaggio biogas, uno strato

impermeabilizzante, uno di drenaggio delle acque meteoriche nonché un metro di terreno.

Tale struttura richiede, al piede, un elemento di contenimento. Laddove, per la conformazione dello stato dei luoghi, non è stato possibile prevedere un “piede” naturale, come nel caso della sezione di progetto sopra riportata, si è dovuti ricorrere a strutture in c.a. mediante un muro con sezione ad “L”

(tipo “A”). Tale struttura, nel caso di altezze maggiori ai 3,3 metri è stata modificata mediante l’inserimento di un “taglione” (tipo “B”). Nei casi, infine, di assenza di adeguato strato di fondazione su cui poter fondare il muro si è dovuti ricorrere ad un muro fon fondazione su pali (tipo “C”).

Di seguito si riportano le tre tipologie di pali sopra descritte.

TIPO “A” TIPO “B” TIPO “C”

In particolare, sono stati previsti:

4 muri di tipo A:

A.1 di altezza complessiva pari a 2,1 m;

A.2 di altezza complessiva pari a 2,5 m;

A.3 di altezza complessiva pari a 2,8 m;

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A.1 Relazione generale Rev.1 File: A.1.pdf Pagina 33 di 63

A.2 di altezza complessiva pari a 3,3 m;

− 2 muri di tipo B:

− B.1 di altezza complessiva pari a 3,3 m;

− B.2 di altezza complessiva pari a 4,3 m;

− 2 muri di tipo C:

− B.1 di altezza complessiva pari a 4,1 m;

− B.2 di altezza complessiva pari a 4,5 m.

10.5 c) Pozzi estrazione biogas

Nel novembre 2007, l’arch. E. Masella e l’ing. A. Bocchicchio hanno elaborato il “Progetto per la messa in sicurezza della ex discarica consortile per RSU di località Colla di Montescuro nel Comune di Maratea” (progetto approvato dall’amministrazione comunale) che, in sintesi (e da quanto emerge dal combinato dei documenti acquisiti) prevedeva, tra l’altro, di realizzare 5 camini di estrazione per il biogas che si prevedeva di realizzare di altezza tale da non interessare lo strato di base del vecchio bacino (dal computo si desume una lunghezza di 6 metri).

Il “progetto di fattibilità tecnica ed economica” relativo all’ “Intervento di chiusura e messa in sicurezza EX discarica Colla-Montescuro Completamento” (progetto approvato dall’amministrazione comunale) redatto dall’ing. Mazziotta prevedeva, tra l’altro, di realizzare 3 pozzi di estrazione del biogas profondi 6 metri e collegati a torce statiche ad accensione automatica.

Per quanto concerne il biogas, si ritiene opportuno premettere che il conferimento dei rifiuti è iniziato (così come si deduce dalla documentazione fornita dall’Amministrazione comunale) nel 1986 e si è presumibilmente protratto fino al 2003. Atteso il tempo trascorso e considerato che l’invaso è stato cappato soltanto nel 2010 (con la posa dello strato di argilla oggi non presente in tutte le aree), si ritiene che il quantitativo di biogas residuo sia estremamente modesto. Peraltro le “Superfici aggiuntive” non sono mai stata “cappate”.

Tuttavia onde garantire una adeguata mitigazione ambientale è stata prevista, comunque, la realizzazione di pozzi di drenaggio del biogas collegati ad una torcia statica (che non garantisce il

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rispetto del D.Lgs. 36/03) ad attivazione automatica.

I pozzi di drenaggio del biogas saranno realizzati mediante trivellazione del diametro di 800 mm; ciò consentirà la successiva costruzione dell’elemento di captazione costituito da una colonna filtrante in ghiaietto lavato in cui sarà posizionata una sonda in HPDE micro-fessurata del diametro di 140 mm. Al fine di garantire una migliore tenuta in corrispondenza dei pozzi di estrazione è stato previsto di:

- realizzare opportuni pezzi speciali (cosiddetti “messicani”);

- sigillare la parte alta del pozzo con argilla.

In merito al numero di pozzi da realizzare, si evidenzia che gli stessi dipendono dal raggio di influenza degli stessi. Al riguardo si richiamano “Le Linee Guida del Comitato Tecnico Discariche”

che al punto H18 indicano che è possibile ipotizzare per i pozzi di estrazione biogas un raggio di influenza pari a 25 m esclusivamente, come confermato da studi condotti presso il Dipartimento di Ingegneria Idraulica ed Applicazioni Ambientali dell’Università di Palermo, per pozzi in depressione, ossia collegati ad una centrale di aspirazione e non a semplici torce statiche.

Non essendo presente, né previsto un sistema di depressione, è stato ipotizzato un raggio di 20 metri.

La distribuzione dei pozzi è stata individuata in maniera tale da coprire la quasi interezza dell’invaso.

Per evitare di lasciare aree non coperte dai raggi di influenza sarebbero serviti ulteriori pozzi che, atteso quanto sopra riportato, si è ritenuto non prevedere in quanto il vantaggio ottenuto sarebbe stato di fatto nullo a fronte di una maggiore spesa.

Pertanto sono stati previsti 9 pozzi in luogo dei 3 indicati nel progetto “FTE” e dei 5 di cui al “Progetto per la messa in sicurezza della ex discarica consortile per RSU di località Colla di Montescuro nel Comune di Maratea” del 2007.

10.6 d) Rete drenaggio acque meteoriche

Nel presente paragrafo sono illustrate le opere di convogliamento e trattamento delle acque meteoriche afferenti la superficie pavimentata interna al sito e quella della strada comunale di

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accesso alla discarica (nel tratto dove si prevede di realizzare il muro), nonché quelle afferenti il capping.

10.6.1 Acque meteoriche viabilità

Lungo il perimetro del muro è stata ricostruita la viabilità esistente. In particolare, lungo la strada di accesso alla discarica è stata prevista una pavimentazione in conglomerato bituminoso, con pendenza trasversale verso il muro dove è stata inserita una zanella

“alla francese”, che colletta le acque nella griglia posta al termine del muro, in corrispondenza della sezione P-P’, per poi immettere le acque nella rete di allontanamento prevista a servizio della rete di drenaggio delle acque del capping.

Nelle aree interne al sito è stata prevista una viabilità in calcestruzzo con rete elettrosaldata che corre parallelamente al muro. Anche in tal caso la viabilità presenta una pendenza trasversale in direzione del muro di progetto al cui “piede” è prevista una zanella che convoglia le acque in una griglia posta in prossimità del cancello di ingresso.

Il progetto “FTE” prevede la posa in opera di una vasca di prima pioggia (non ubicata in nessuno dei grafici di progetto) che, come chiarito dal progettista, dovrà essere recapito delle “acque di superfici pavimentate, escludendo quelle che non sono accessibili o recapitatili”.

Pertanto, in accordo al progetto “FTE” è stata conservata l’ipotesi di installare una vasca di prima pioggia a servizio delle acque drenate dalla suddetta strada interna al sito. Ad ogni modo, atteso che i conferimenti in discarica sono ultimati, si ritiene opportuno esaminare tale aspetto, in sede di conferenza dei servizi, con gli Enti preposti alla tutela ambientale al fine di valutare se ricorra la fattispecie per cui necessita confermare la previsione di tale vasca, considerato l’impegno economico ed il conseguente onere gestionale.

Le acque eccedenti quelle di prima pioggia, accumulatesi nel bacino della vasca, proseguiranno

Riferimenti

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