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A Modalità di realizzazione

5. RISULTATI E DISCUSSIONI

5.1 Progetto ACAV

5.1.3 A Modalità di realizzazione

3A.1 Aspetti selvicolturali

Nel documento progettuale l’ONG ha descritto le ragioni dell’ideazione di questo tipo di progetto le cui attività rispecchiano ed ampliano quanto previsto nel documento di

programmazione pluriennale del Budget Framework Paper 2010/2011 predisposto dalle autorità locali del Distretto di Koboko. Il progetto ACAV punta alla creazione di 200 microprogetti agro-forestali di riforestazione e all’avvio di 15 vivai forestali, il tutto accompagnato da un solido e forte supporto e monitoraggio.

Le specie interessate nel progetto sono state descritte nella presente tesi agli allegati 3 e 4.

Le specie forestali Pinus caribaea, Grevillea robusta e Milicia excelsa sono state scelte per il loro medio-rapido accrescimento. I sesti d’impianto adottati dall’ONG per avere il massimo rendimento sono stati, secondo informazioni fornite dai vivai forestali del National Forestry Authority i seguenti: Pinus caribaea 3 x 3, Grevillea robusta 3 x 3 e Milicia excelsa 10 x 10 e predisposti in impianti monoplani. I semi di tutte le specie impiegate provengono dal National Trees City Center, un vivaio di proprietà statale di Kampala.

3A.2 Aspetti ambientali

Per il progetto sono state utilizzate piante che per le loro caratteristiche colturali presentano alta resistenza ai parassiti e per queste ragioni non necessitano di antiparassitari. Durante i corsi di formazione tenutisi in fase pre-progettuale è stato infatti largamente trattato l’argomento di antiparassitari nel tentativo di dissuadere i contadini dall’utilizzo di pesticidi.

Per quanto riguarda i rifiuti non degradabili prodotti, costituiti soltanto da tubi di polietilene utilizzati per la semina nei vivai, è stato suggerito ai contadini e ai vivaisti di conservarli e riciclarli per poterli utilizzare in futuro.

Le specie arboree utilizzate nelle piantagioni sono state scelte, come già esposto in precedenza, seguendo le linee di riforestazione governative, utilizzando specie a rapido accrescimento che hanno il compito di ricostituire la copertura forestale nel breve periodo. Tra le specie utilizzate soltanto Milicia excelsa C. Berg risulta pianta autoctona.

Mancando mezzi meccanici per effettuare arature profonde, tutte le operazioni del progetto sono state realizzate manualmente.

3A.3 Aspetti socio-economici

Il progetto punta innanzitutto a creare stimoli per nuove attività economiche raramente presenti sul territorio. Il progetto è stato reso pubblico nei principali luoghi di incontro delle comunità come le moschee e le chiese cattoliche e protestanti. Nell’idea

progettuale sono stati descritti gli obiettivi ai quali si puntava: la realizzazione di 200 foreste e 15 vivai forestali dislocati su tutto il territorio del Distretto, tenendo conto anche delle contee più lontane dalla città e quindi più emarginate. Nei requisiti di selezione dei vivai venivano favoriti i gruppi che comprendevano anche donne o ragazzi giovani disoccupati. Il progetto ha dato la possibilità di trovare impiego a molte persone tra cui 8 animatori territoriali ed un coordinatore degli animatori, tutti giovani e preparati in materie agronomiche e quindi in grado di seguire passo passo le fasi del progetto. Per i vivai sono state coinvolte 225 persone, mentre per le piantagioni ne hanno beneficiato i 200 contadini e tante altre persone che sono state assunte per aiutarli nelle operazioni iniziali.

Inoltre, sono stati rispettati gli obiettivi che ACAV si era prefissata sul numero di contadini impiegati e il numero di vivai attivati, questi ultimi gestiti da almeno 12 persone anche tramite iniziative di collaborazione e aiuto reciproco tra le famiglie locali.

Il progetto ha altresì permesso la diffusione delle conoscenze di tecniche innovative rispetto a quelle praticate in precedenza; i corsi tenuti in fase pre-progettuale sono stati tenuti da personale competente dell’associazione in collaborazione con le autorità forestali locali.

3A.4 Misure di prevenzione del leakage

Il progetto ha provocato effetti negativi su aree esterne al progetto molto contenuti e quasi irrilevanti, da individuarsi in primo luogo nella ricerca di materiale legnoso per costruire le recinzioni su ogni piantina di mango, per evitare i danni da pascolamento. Nel documento progettuale l’associazione specifica che le attività del progetto non provocano spostamento di insediamenti umani in quanto i terreni utilizzati per le piantagioni erano utilizzati come prati o pascoli sottoutilizzati.

Non sono state individuate particolari misure di mitigazione del leakage. 3A.5 Costi e tempi del progetto

I costi preventivati da ACAV riguardavano soprattutto l’acquisto dei semi e delle piantine innestate di mango e il loro trasporto.

I tempi di realizzazione preventivati da ACAV prevedevano l’attuazione del progetto in 12 mesi.

5.1.3B Discussione

Le specie utilizzate negli impianti sono tutte a medio-rapido accrescimento. Questa scelta è stata attuata in concordanza con i trend perseguiti a livello statale in Uganda per sopperire alla richiesta di legname che si stima potrà arrivare ad essere nel 2025 di 75.000 ettari di legno ad alto rendimento energetico, che equivale a piantare 3.500 ha ogni anno. Attualmente in Uganda ci sono piantagioni per non più di 25.000 ha , il 70% delle quali ha meno di 3-4 anni, con un preoccupante ‘buco di produzione legnosa’ di 10 anni tra il 2015 e il 2025 (SPGS, 2007). Le specie più utilizzate nelle piantagioni ugandesi attualmente sono Pinus caribaea ed Eucaliptus grandis che hanno rispettivamente un accrescimento di 25-35 e 40-60 m3/ha/anno.

Le specie utilizzate nelle riforestazioni di questo progetto sono tutte alloctone con l’eccezione di Milicia excelsa, mentre Mangifera indica si può considerare una specie naturalizzata perché coltivata da più di 1000 anni in Africa orientale. ACAV non ha inserito nel programma di riforestazione l’Eucaliptus grandis perché si è rivelato causa di effetti negativi sul suolo e sulla fertilità stazionale, pur essendo specie più versatile rispetto al Pinus caribaea e, se di scarsa qualità, in grado di dare comunque buona legna da ardere.

Essendo il progetto ACAV un’azione di cooperazione allo sviluppo, è stata data importanza alla polifunzionalità della foresta e per questo motivo è stato inserito il mango (Allegato 4), pianta che riveste un’importanza enorme per i Paesi tropicali, in quanto i suoi frutti sono una fonte di cibo e di reddito, contribuendo così alla sicurezza alimentare.

I sesti d’impianto suggeriti dall’associazione ACAV e riportati nel punto 3A.1 non sempre venivano rispettati inizialmente dai contadini, che tendevano ad utilizzare un sesto d’impianto ridotto, per scarsità di terreno lavorato, evitando così di dissodare altre aree. Gli animatori territoriali, per evitare problemi futuri durante la crescita, consigliavano quindi l’allontanamento reciproco delle piantine nel rispetto del sesto previsto.

Questo progetto persegue i criteri di sostenibilità ambientale per i seguenti motivi: - il lavoro sul terreno è stato eseguito tutto manualmente, senza impiegare mezzi meccanici;

- l’utilizzo di pesticidi e antiparassitari è stato ridotto al minimo; - i rifiuti prodotti (tubi di polietilene) sono stati riciclati;

Tale tipo di progetto forestale, strutturato in tanti microprogetti forestali diffusi sul territorio, finora è risultato vincente in quanto è stato possibile coinvolgere molte famiglie con un miglioramento generale delle condizioni economiche, in una regione molto povera e priva di prospettive occupazionali e al tempo stesso si configura come modello da emulare in contesti analoghi..

Nel rispetto delle tradizioni locali, il progetto ha permesso lo svolgimento delle pratiche di agroforestazione, seppure la consociazione di specie agrarie e forestali rimarrà possibile solo nei primi anni dall’impianto e la pratica agraria della popolazione dovrà poi necessariamente spostarsi in aree disponibili e vicine alla giovane foresta e al villaggio.

Dall’attività di monitoraggio ed in seguito alle informazioni ricevute dal coordinatore degli animatori, alla data del 26 novembre 2012 la percentuale di semenzali vivi sui 63 casi intervistati è stata dell’85%, ACAV si impegna inoltre di coprire le fallanze di alberi , dando preferenza ai contadini che si sono dimostrati più virtuosi e rispettosi dei consigli degli animatori territoriali.

Per quanto riguarda l’analisi dei costi non è stato eseguito un preciso monitoraggio. In tal senso, essendosi verificati problemi di germinazione di Grevillea robusta e Milicia excelsa, in seguito ai quali si sono dovute riacquistare le sementi per l’attività di vivaio, quasi certamente alcuni costi hanno registrato un incremento.

La realizzazione del progetto ha rispettato sostanzialmente i tempi previsti, dalla fase di pubblicizzazione avvenuta nell’aprile 2011, all’ultima consegna delle piante da mettere a dimora avvenuta nel maggio 2012.