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L'Accademia Catulliana, il Certamen Catullianum e il Maggio laci-

126 Certificato di servizio a firma di Pietro Rismondo, vicepreside del ``Messedaglia'', rilasciato

in data 6 agosto 1951. ARCHIVIOLANFRANCOVECCHIATO, Busta GioVe, 3 Lanfranco Vecchiato, Car-

teggio e doc. 1959, 1960, 1961.

127 IST. MAGISTRALE``C. MONTANARI'', Lanfranco Vecchiato. Relazione sul prof. Vecchiato Lan-

franco.

128 IST. MAGISTRALE``C. MONTANARI'', Lanfranco Vecchiato. Il colonnello comandante Camillo

Neuroni, Verona 7 aprile 1939.

129 IST. MAGISTRALE ``C. MONTANARI'', Lanfranco Vecchiato. Premio demografico, Ministero

Educazione Nazionale, 6 novembre 1940.

130 IST. MAGISTRALE``C. MONTANARI'', Lanfranco Vecchiato. Verbale del giuramento, 7 maggio

davanti al preside Giovanni Battista Candio, essendo Vecchiato stato « no- minato ordinario di latino e storia per il corso superiore »131.

Nel 1942 gli arrivano 400 lire come premio di natalitaÁ, essendogli venu- ta alla luce il 22 marzo 1941 la primogenita, Ermanna132.

Nel 1941-42 era stato autorizzato dal provveditore Luigi Costanzo ad assumere anche l'insegnamento di italiano e latino nella 2ã B del « Liceo Associato ``Alle Stimate'' » per otto ore settimanali133.

Il trasferimento dall'istituto magistrale ``Carlo Montanari'' al liceo scientifico ``Angelo Messedaglia'' ha effetto dal 1ë ottobre 1942. Vi sareb- be rimasto come docente fino al 1957. Alla vigilia della partenza dal liceo ``Messedaglia'' per andare a dirigere la scuola media di Desenzano, il suo preside stende le sue ultime note di qualifica. Questo l'ultimo profilo di Lanfranco Vecchiato.

Intelligenza aperta e pronta.

Ingegno piuÁ analitico che sintetico.

Serio, dignitoso, ma non ha molta familiaritaÁ con gli insegnanti col- leghi e con gli alunni per una certa selvatichezza di temperamento.

Irreprensibile. Diligenza piuÁ che discreta peroÁ non sempre correg- ge tempestivamente i compiti in classe, e cioÁ a causa delle cure do- mestiche (9 figli) e dell'attivitaÁ che dedica alla Scuola Superiore di Scienze Storiche.

Cultura buonissima per vastitaÁ e profonditaÁ nelle discipline che in- segna, ma eccellente nelle storiche e politiche.

Consuetudine di studi: Moltissima... nei 40 lavori monografici. Molta efficacia didattica... ed azione educativa.

Chiaro e preciso.

Disciplina... senza sforzo.

Non molta idoneitaÁ alle funzioni direttive perche la sua menta- litaÁ eÁ quella dello studioso e del ricercatore.

EÁ essenzialmente uno studioso, percioÁ le sue lezioni sono dense...

131 IST. MAGISTRALE``C. MONTANARI'', Lanfranco Vecchiato. Verbale del giuramento, 30 giugno

1942.

132 IST. MAGISTRALE``C. MONTANARI'', Lanfranco Vecchiato. Premio di natalitaÁ, Ministero Edu-

cazione Nazionale, 13 febbraio 1942.

133 IST. MAGISTRALE``C. MONTANARI'', Lanfranco Vecchiato. Luigi Costanzo, Provveditore, 31 ot-

Quando parla ha un tono dimesso e monotono, ma cioÁ dipende dalla sua modestia... schivo dall'essere saccente.

Nella classe attenzione viva. Giudica con benevolenza.

Ha iniziativa che dimostra nell'istituzione e funzionamento della Li- bera Scuola Superiore di Scienze Storiche e nella fondazione e dire- zione di varie riviste di cultura.

EÁ da ammirarsi che questo insegnante con ingegno e tenacia, pur appartenendo ai ruoli dei maestri elementari, riesca a conquistare una cattedra delle scuole secondarie superiori... e la sa tenere con decoro e dignitaÁ, nonostante sia caricato da numerosa famiglia (9 figli).

Rifugge dalle lezioni private e si dedica disinteressatamente allo studio134.

* * *

Il servizio militare. Si conserva un foglio dattiloscritto del 1929, in cui tre superiori tracciano un profilo di Lanfranco Vecchiato. Il suo capitano, Vito Finazzi, in data 20 settembre 1929 a Carini (Palermo) scrive:

Il Sottotenente di complemento VECCHIATO Sig. Lanfranco, ha pre- stato il suo servizio di prima nomina alla mia dipendenza e al Comando di un plotone di mitragliatrici pesanti.

Il S. Tenente VECCHIATO ad una costituzione fisica sana e robu- sta unisce delle ottime doti di mente e di cuore.

Dotato di forte sentimento del dovere, per una sana e cosciente educazione ricevuta, ha sempre anteposto il compimento scrupoloso del dovere a qualunque interesse personale.

Amato dai propri dipendenti, che ha saputo educare ed istruire con mano ferma, ma sempre con l'esempio e la forma corretta e disciplinata; stimato dai colleghi dei quali eÁ stato sempre buon camerata. Tenuto in buo- na considerazione dai superiori, per i quali ha avuto sempre deferente ri- spetto ed obbedienza.

Il S. Tenente VECCHIATO non mi ha mai dato occasione di richia- mo per mancanza alcuna.

Ha ricevuto da me consigli e guida per sempre meglio compiere il FRANCESCO VECCHIATO

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134 Si conserva una trascrizione dall'originale a mano e da questa una ritrascrizione a macchi-

na. Note di qualifica. Verona, 23 agosto 1957. ARCHIVIOLANFRANCOVECCHIATO, Busta GioVe, 3 Lan-

suo dovere di comandante e di istruttore del suo plotone, dal quale, du- rante le esercitazioni estive di campagna, seppe raccogliere copiosi frutti del suo onesto e disinteressato lavoro.

Il S. Tenente VECCHIATO eÁ giaÁ un educatore, essendo insegnante elementare.

La sua cultura, le sue ottime doti di cuore e di mente, temprate dal periodo di servizio prestato nella vera scuola della Nazione (l'Esercito), ne formano oggi un cittadino perfetto per la societaÁ e un ottimo soldato domani se la Patria ne avraÁ bisogno.

Giudico, per tanto, il S. Tenente di Complemento VECCHIATO Sig. Lanfranco Comandante di plotone mitragliatrici pesanti con coefficiente OTTIMO.

Il giudizio eÁ condiviso dal tenente colonnello Leonida Messina, coman- dante del 2ë battaglione, che il 12 ottobre 1929 scrive:

Concordo in tutto con il compilatore.

Elemento redditizio sotto tutti i punti di vista, dotato di belle qualitaÁ di carattere fra le quali grande abnegazione per il servizio posto al di so- pra di ogni cosa.

La sua anima di educatore civile si eÁ immedesimata della alta funzio- ne educativa dell'Ufficiale e tutto il tempo del servizio l'ha impiegato con grande rendimento.

Elemento riservato, corretto, uomo fatto in tutte le sue manifesta- zioni.

Il profilo eÁ completato dal colonnello Carlo De Bernardi, comandante del reggimento, che il 21 ottobre 1929 a Vicenza, lo giudica ottimo « per se- rietaÁ di carattere, per gli elevati sentimenti militari che lo animano, per le tangibili prove di educatore ed istruttore date durante il servizio prestato » e di suo pugno annota: « Costante esempio di zelo ed operositaÁ fattiva nel- l'adempimento dei propri doveri »135.

* * *

La guerra. Durante la guerra continua ad insegnare come attesta un la- sciapassare redatto anche in lingua tedesca, in cui alla data 5 settembre

135 Dattilo con scritto e firma autografa di De Bernardi. ARCHIVIOLANFRANCOVECCHIATO,

1944 si dichiara: « Es wird bestaÈtigt, dass prof. Vecchiato Lanfranco wirklicher Lehrer fuÈr Lateinische Sprache leistet Dienst bei dieser Schule, wohin er sich taÈglich begeben muss »136.

Pur continuando a insegnare, Vecchiato ha fatto parte dal 30 novem- bre 1942137all'8 settembre 1943, come tenente, del 30ë battaglione terri- toriale bis mobilitato, cui era demandata azione di pattugliamento delle strutture civili, in particolare della linea ferroviaria138.

Al termine della guerra, rivendicheraÁ « l'opera sua svolta dopo l'8 settembre in favore dei partigiani a Vestenanuova139, dove subõÁ la rappresaglia tedesca con

minacce di morte e di deportazione », ed inoltre il fatto che « non si presentoÁ dopo l'8 settembre 43 alle AutoritaÁ militari germaniche e fasciste, ne al lavoro obbligatorio nonostante i bandi e le pene relative »140.

* * *

L'ex alunno neosacerdote. Che Vecchiato non si sia limitato nella sua car- riera scolastica a trasmettere sapere, ma abbia svolto anno dopo anno anche la piuÁ delicata delle funzioni, quella di educatore secondo i principi della mo- rale cattolica, lo testimonia un invito ricevuto nel 1949 da un ex alunno della scuola elementare di Porto S. Pancrazio141, il quale alla vigilia della prima

messa solenne vuole vicino il maestro cui tanto deve. Rivolgendosi a lui con un « Professore amatissimo », spiega: « il 29 giugno saroÁ consacrato sacerdote in Cattedrale. Il tre luglio canteroÁ la Messa a S. Pancrazio. EÁ desiderio mio e dei miei che lei non manchi. La sua figura eÁ troppo unita alla mia formazione, eÁ troppo viva nella

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136 La dichiarazione eÁ a firma del preside del Liceo Scientifico ``A. Messedaglia'', dove all'e-

poca Vecchiato presta evidentemente servizio.

137 Cfr. la nota del Distretto Militare, Matricola Ufficiali in Congedo, Verona, 27 novembre

1942. ARCHIVIOLANFRANCOVECCHIATO, B. Biografia.

138 In data 11 maggio 1974 avrebbe fatto domanda per ottenere la qualifica di combattente

onde avvalersi dei benefici della legge 336 (24 maggio 1970). ARCHIVIOLANFRANCOVECCHIATO, B.

Curriculum II proc. 1976. L'intero quadro dei servizi militari si legge nello Stato di servizio del Di- stretto Militare di Verona. ARCHIVIOGENERALEUNIVERSITAÁ DIPADOVA, Professori di ruolo. 157/1,

Lanfranco Vecchiato.

139 Le vicende cui Lanfranco Vecchiato si riferisce sarebbero state ricostruite dall'arciprete del

paese in ATTILIOBENETTI, Vestenanuova nell'uragano. Pagine di storia vissuta nella furia della dominazione

teutonica (1944-1945), Verona, Scuola Tipografica Nigrizia, 1957. Si veda anche PIEROPIAZZOLA,

Vestenanuova. Uomo, ambiente, cose e avvenimenti, Verona, Amministrazione Comunale di Vestenanuo- va, 1988.

140 ARCHIVIOLANFRANCOVECCHIATO, B. Biografia.

141 Molti i libri di memorie su Porto San Pancrazio. Segnalo PIEROMARCOLINI, Il Porto della

mia mente e nel mio cuore perche possa essere assente in una data cosõÁ importante della mia vita. Penso che Lei accetteraÁ l'invito, mi onoreraÁ della sua presenza e la domenica 3 luglio la metteraÁ tutta a mia disposizione. VerraÁ anche Enzo Franchini. Desidera molto anche lui rivivere insieme una giornata con l'indimenticabile maestro »142.

Questo un recente ricordo delle elementari di Porto S. Pancrazio a fir- ma di G.C., probabilmente Gianni CantuÁ143.

142 Lettera di Don Antonio De Battisti, 7 giugno 1949. ARCHIVIOLANFRANCOVECCHIATO,

B. curriculum I, proc. Perin.

143 Scrive Stefano Lorenzetto nell'estate del 2009: « Ho incontrato Gianni CantuÁ la scorsa

settimana. Aveva da poco festeggiato il suo 86ë compleanno. Stessa luciditaÁ mentale, stessa passione per i fatti della vita. Anche la sorditaÁ, sempre la stessa, perlomeno non peggiorata rispetto alla fine degli Anni 80, quando dovemmo minacciare uno sciopero perche la societaÁ editrice dell'Arena si rifiutava di acquistare un amplificatore telefonico da poche migliaia di lire che gli avrebbe reso piuÁ agevole il la- voro. A un cronista di nera cosõÁ, qualsiasi giornale avrebbe fatto ponti, e cimici, d'oro: il primo a ri- conoscere Giangiacomo Feltrinelli sventrato dalla bomba sotto il traliccio di Segrate; il primo a giungere davanti alla questura di Milano dove Gianfranco Bertoli aveva fatto esplodere un ordigno; il primo ad avvicinare il generale James Lee Dozier appena strappato alle grinfie dei brigatisti rossi. E l'unico a uscire in edizione straordinaria quando fu rilasciato dai rapitori il presidente del Verona Hellas, Saverio Garon- zi, e quando fu liberata dai carabinieri la piccola Patrizia Tacchella, figlia del re dei jeans Carrera; l'unico a polemizzare a mezzo stampa con Ludwig, fino a tendere un trabocchetto mediatico che risultoÁ decisivo per la cattura degli irreprensibili studenti Wolfgang Abel e Marco Furlan, poi condannati per 15 omicidi; l'unico ad aver capito che il duo era in realtaÁ un trio; l'unico a conoscere una veritaÁ dirompente e mai scritta sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. Di CantuÁ dicevano che rivoltasse le tasche dei cadaveri per cercarvi documenti e reperti che nemmeno i carabinieri avevano lo stomaco di recu- perare. Dicevano anche che una volta avesse torto il braccio a un malavitoso in rigor mortis, fino a spezzarglielo, al solo scopo di consentire al fotoreporter Costantino Fadda di fotografare un tatuaggio sul polso che ne rese certa l'identificazione. Aveva sempre l'orecchio teso, CantuÁ. Quello che gli inte- ressava sentire, lo udiva benissimo. Per esempio, quando captava che un cronista stava raccogliendo per telefono la notizia dell'ennesimo incidente mortale al passaggio a livello del quartiere di periferia dove abita tuttora, si precipitava alla scrivania del collega: ``Chi eÁ? Chi eÁ?''. Viveva nell'ossessione che si trattasse dell'unico figlio, Guido. Me ne sono ricordato nei giorni scorsi, quando ho letto che a Marco Dal Fior, caporedattore del Corriere della Sera, eÁ toccata la sorte crudele di apprendere in redazione che una delle tre giovani vittime stritolate da un Suv sul raccordo autostradale di Varese era il suo Pao- lo, 23 anni appena. Dopo essersi occupato per mezzo secolo dei morti contemporanei, CantuÁ eÁ tor- nato a coltivare con rinnovato vigore la mai abbandonata passione per i morti dell'antichitaÁ. LaÁ era cronaca, qui eÁ letteratura. Una dote di famiglia: lo storico Cesare CantuÁ (1804-1895), erudito politico lombardo, era prozio di suo nonno paterno e quando nel 1833 fu rinchiuso in carcere dagli Austriaci, col divieto di detenere carta da lettere e matita, riuscõÁ a scrivere i primi capitoli del romanzo Margherita Pusterla sulla carta da bugliolo, col nerofumo ottenuto dai fiammiferi. Finora il pronipote ha pubbli- cato una ventina di libri, tradotti in varie lingue. L'ultimo s'intitola Vestigia romane (Cierre Grafica), un ``viaggio attraverso le province dell'Impero''. Quello dei Cesari, si capisce. Sono 286 pagine corredate da un Cd interattivo con le immagini scattate dallo stesso CantuÁ. Eh sõÁ, perche un tempo i bravi gior- nalisti portavano a casa anche le foto, come accadde quando intervistoÁ in esclusiva a Parigi l'astronauta russo Jurij Gagarin, il primo uomo a volare nello spazio. Egittologo di fama, in precedenza aveva passato, sia pure a rate, due anni della sua vita a scavare nelle tombe dei faraoni ». STEFANOLORENZET- TO, Gianni CantuÁ, « Il Giornale », 25 agosto 2009.

Maestro unico? Al Porto se lo ricordano. Erano i tempi in cui i maestri educavano le medaglie d'oro. E le scolaresche parevano galassie. Vedia- mone una, del 1929. Prima classe delle ``Giuseppe Maggi''. Insegnante la signorina Cleofe Castellani. Alunni 51. Tra costoro, la futura medaglia d'oro della Marina Evelino Marcolini, il futuro chimico Francesco Chiocchetta, il giornalista Gianni CantuÁ. Qualcuno, come Beppino Bianchi, non torneraÁ dal fronte del Don. La stessa scolaresca, con poche defezioni e altrettanto pochi inserimenti ± le bocciature erano di rigore ± arriva nel 1932 alla quarta, con il Maestro Lanfranco Vecchiato, un educatore d'eccezione, latinista. Dopo l'esperienza alle ``Maggi'' si laureeraÁ e s'imporraÁ nella cultura veronese, come uno dei fon- datori dell'UniversitaÁ e come creatore del Certamen Catullianum. Dai ranghi eÁ sparito Evelino Marcolini; il suo posto eÁ stato occu- pato da un'altra Medaglia d'oro al valore, Danilo Preto. Sui banchi, sem- pre Enzo Franchini, Francesco Chiocchetta (fratello minore padre Pierino [Pietro], magnifico rettore dell'UniversitaÁ Urbaniana), Beppino Bianchi e Gianni CantuÁ. Tra i nuovi, il futuro medico dentista Albino Moscardo, e Antonio De Battisti, che diventeraÁ canonico, parroco di San NicoloÁ.

In un'altra scolaresca, affidata nel '35/36 al Maestro Bruno Redivo, ufficiale di complemento dell'Aeronautica, si riconosce tra i ``colletti bian- chi'' (su grembiule nero) il compianto scrittore Piero Marcolini144. PeroÁ

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144 Questo un ricordo di Marcolini, nato a Porto San Pancrazio il 23 marzo 1927: « Piero

Marcolini, giornalista e scrittore veronese, era molto legato a Mantova e alla Voce di Mantova, che leggeva e seguiva anche dopo il ritiro dalla professione attiva. Aveva 81 anni, lascia la moglie Elda, insegnante d'arte pittrice e scultrice, e due figlie, Giordana veterinario e Fabiana, giornalista all'A- rena di Verona. Piero Marcolini aveva a lungo lavorato a Mantova, alla Gazzetta, quando il direttore era Gian Carlo Eramo, settore province, dal 1975 al 1981. Lo volle a Mantova Rino Bulbarelli, di- ventato poi amico di una vita, allora presidente della Cooperativa e condirettore del giornale, pro- prio per dare slancio e potenza alle pagine della provincia ampliando le corrispondenze e i servizi degli inviati. Aveva una particolare dedizione per l'insegnamento, anche ruspante, del mestiere e aveva allevato collaboratori che sono diventati poi giornalisti affermati. Dopo l'esperienza alla Gaz- zetta eÁ tornato a Verona come Capo ufficio Stampa del Comune. Vasta la sua produzione pub- blicistica ed editoriale. Una quarantina di libri pubblicati per ragazzi e i gialli per ragazzi della Mon- dadori. EÁ stato anche autore televisivo, da un suo romanzo la Rai ha realizzato una serie di film "I Figli dell'Ispettore", con Fabio Testi protagonista, ritrasmessi anche recentemente su Raidue. Tra i li- bri di Piero Marcolini anche una storia di Zorro, storia delle Olimpiadi, ritratti di personaggi dello sport, una serie di libri sugli esploratori, pubblicati anche in turco. Piero era innamorato del gior- nalismo e della sua cittaÁ. Come si diceva, dopo Mantova tornoÁ a Verona come capo ufficio stam- pa del Comune e diresse il giornale Verona Oggi e per un po' di tempo anche il giornale di Gardaland. Negli ultimi dieci anni il suo impegno letterario e storico eÁ stato tutto rivolto alla sua Verona, la sua

quegli alunni di quarta sono pochini: soltanto 28, davvero pochi rispetto ai 51 della Maestra Castellani ed ai 44 di Lanfranco Vecchiato. Tenerli in riga e portarli all'esame di ammissione alle Medie con qualche ``punta di diamante'' come appunto il Piero Marcolini, per il Maestro Redivo fu quasi un gioco da ragazzi. Altri tempi, altri grembiuli.t G.C.145

3. Un preside e il '68 eversivo

Una delle ragioni che allontanoÁ Vecchiato dal liceo, suggerendogli di ab- bracciare l'impegno universitario, fu la campagna eversiva scatenata dalle forze dell'opposizione extraparlamentare. Queste a partire dal '68 per lun- ghi anni si impadronirono delle scuole italiane, utilizzate come ai nostri giorni sarebbero stati usati alcuni centri sociali. Migliaia di giovani ± alcuni per convinzione, altri per imitazione, altri ancora perche impossibilitati a sottrarsi al condizionamento dei capi ± sconvolsero la scuola italiana e i singoli edifici scolastici, mettendo spesso a ferro e fuoco i centri storici delle cittaÁ italiane, mandati allo sbaraglio da chi nell'ombra lucidamente aveva scatenato una vera e propria guerra civile contro le legittime autoritaÁ di governo. Le scuole furono dagli eversivi trasformate in proprie rocca- forti col doppio vantaggio di goderne come basi logistiche e come luoghi di reclutamento di adepti ± per lo piuÁ studenti delle superiori, e quindi tra i

piazza Bra. Era emozionante andare con lui in piazza Bra perche sembrava ti accompagnasse nel salotto di casa sua, tra l'Arena, il Liston e gli amici di una vita. E lõÁ ricordava i tempi di quando era piccolo, la giovinezza, la guerra, i primi articoli. Un amore forte per i luoghi di una cittaÁ che riteneva vera e magica. Alzava gli occhi su un cornicione e lo sguardo diventava luminoso di memorie. Non si fermava mai di scrivere e di pensare anche al mare. Prendeva appunti anche in spiaggia e con la sua lettera 22 scriveva anche nelle ore di siesta nella stanza d'albergo a Jesolo. Un giorno di qualche anno fa ci incontrammo proprio a Jesolo in spiaggia per caso e mi fa in veronese : "Come vala la Voce? E come stalo el Rino?" Le sue ultime pubblicazioni sono tutte per Verona e la storia, un modo per tornare agli inizi, all'infanzia e alla giovinezza, i ricordi: quindi nascono i libri Il Porto della Memoria, Piazza BraÁ e Ritorno in Bra. Testi di racconti pungenti basati su una ricerca storica e geografica sem- pre meticolosa, quasi pignola. Questo era Piero, questo eÁ Piero Marcolini, un innamorato della vita, dei giornali, dei libri e della famiglia che a volte considerava quasi come una redazione e che lo ha fatto sempre sentire, e a ragione, il principe del racconto ». L'Addio a Piero Marcolini. Sono stati celebrati stamane nella basilica di Santa Anastasia a Verona alla presenza di autoritaÁ, colleghi e tanti amici i funerali del giornalista e scrittore veronese (e amico) Piero Marcolini. Presente tra gli altri il vicesindaco di Verona Alfredo Meocci. Un abbraccio alla moglie professoressa Elda Calvi Marcolini e alle figlie, Giordana, veterinario, e Fabiana, giornalista all'Arena, lunedõÁ, 28 aprile 2008. www.fabrizioio.splinder.com.

145 Il ricordo. Le elementari « Maggi » di Porto San Pancrazio. La maestra Cleofe con 51 alunni d'oro,

14 e i 18 anni ± da mandare a sfasciare fisicamente e psicologicamente lo stato democratico146.

Di quegli anni terribili passati alla storia come anni di piombo, che co- starono alla nazione feriti e morti, lutti e distruzioni incalcolabili, e che avrebbero avuto la loro espressione piuÁ alta nelle imprese terroristiche del- le Brigate Rosse, possediamo un manifesto a firma del consiglio di pre- sidenza del liceo scientifico statale ``Angelo Messedaglia'', datato 14 no- vembre 1968. Ispirato dal preside Lanfranco Vecchiato, esso fa appello alle famiglie, chiedendo un loro intervento sui giovani, vista la totale im- potenza delle autoritaÁ scolastiche e di governo, paralizzate dal dilagare del- la campagna di odio e dalla violenza. Vale la pena ripercorrere alcuni tratti di tale appello, trattandosi di un documento storico di eccezionale valore, che ci testimonia del dramma vissuto da chi si trovoÁ in posti di responsa- bilitaÁ all'epoca, indisponibile ± al contrario di quanto fecero invece in tanti

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