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171 Lyc. fr. XI.10 Con. ῾Υακινθίδες· Λυκοῦργος ἐν τῇ κατὰ Λυκόφρονος εἰσαγγελίᾳ. εἰσὶ δὲ θυγατέρες ῾Υακίνθου τοῦ Λακεδαιμονίου. Hyg. Fab. 238.2

Hyacinthus Spartanus Antheidem filiam ex responso pro Atheniensibus; Steph.Byz. p.

32.7 M. Λουσία· τῶν Ὑακίνθου θυγατέρων ἡ Λουσία ἦν, ἀφ΄ ἧς ὁ δῆμος τῆς Οἰνηίδος φυλῆς (vd. in proposito Larson 1995, p. 36).

. Ne consegue che la vicenda, successivamente rappresentata nell'Eretteo di Euripide, nasce da un duplice adeguamento promosso dalla gestione democratica del mito: da

172

Cfr. Hdt. 5.63-5. Sull'aiuto prestato dagli Spartani nel 511/0 nell'opera di abbattimento della tirannide ateniese, vd. spec de Ste. Croix 1972, pp. 167-9.

173 Alla luce di quanto fin qui detto, risulta destituita da qualsiasi fondamento l'idea avanzata da Larson 1995, p. 189 n. 5 secondo cui le sole Iacintidi esistenti sarebbero state le Iacintidi-Eretteidi, mentre il culto delle Iacintidi-spartane, figlie dello spartano Iacinto, sarebbe «a mistake based on the assumption that Hyakinthides is a patronymic».

Io n e a Erett eo, dall e Iacint idi -spartane all e Iaci ntidi - Erett eidi.

Potremmo distinguere i due miti di Ione/Eretteo e delle Iacintidi-spartane/Eretteidi in tre diverse fasi del loro sviluppo: a) situazione originaria in cui i salvatori di Atene sono stranieri (Ione salva Atene da Eumolpo e ne diviene re; le Iacintidi-spartane salvano col loro sacrificio l'Attica); b) crisi del mito che si riflette in sommarie forme di censura (Ione viene retrocesso da re a stratarca o polemarco degli Ateniesi [Hdt. 8.44 (=

TEP 61); Arist. Rsp.Ath. 3.1-3 (= TEP 62); Philoch. FGrHist 328 F 13 (= TEP 63a);

Paus. 1.31.3 (= TEP 65a); schol. Ar. Av. 1527 (= TEP 66); → Introduz. § 6]; il sacrificio delle Iacintidi-spartane, per quanto nobile, risulta inefficace); c) mito nazionalizzato (Eretteo salva Atene da Eumolpo; le Iacintidi-Eretteidi salvano Atene con il loro sacrificio).

Del resto, se il passaggio da Ione ad Eretteo nel mito della guerra contro Eumolpo aveva prodotto un'evidente aporia cronologica nel mito (Eretteo in lotta col pronipote Eumolpo; → Introduz. § 8.c); la trasformazione delle Iacintidi-spartane in Iacintidi-Eretteidi lasciava inspiegato come avessero potuto le figlie di Eretteo morire vergini e pur essere spose e madri di prole secondo il mito tradizionale.

Va notato che se fin qui si è parlato di un sacrificio collettivo di vergini, la versione fornita dall'Eretteo tratta del sacrificio di una sola delle tre Eretteidi, seguito dal suicidio della altre due sorelle. Nondimeno, è un dato di fatto che, nella realtà cultuale, il sacrificio delle Iacintidi- Eretteidi doveva essere collettivo non meno di quello delle Leocoridi, delle Orionidi e delle Iacintidi-spartane. Sia Demostene (Dem. Epitaph. 27 [= TEP 38b]) sia Demade (Demad. fr. 37 De Falco [= TEP 39]), infatti, parlano del sacrificio collettivo di tutte le Iacintidi-Eretteidi, e lo stesso fece più tardi Varrone nel secondo dei suoi Rerum Humanarum

Libri (ARH fr. 1 Semi = schol. Bobiens. in Cic. Pro Sex. 48 (p. 91

Hildebrandt) [= TEP 43]):

TEP 38b = DEM. Epitaph. 27 ᾔδεσαν πάντες ᾿Ερεχθεῖδαι τὸν

ἐπώνυμον <τὸν> αὑτῶν ᾿Ερεχθέα, ἕνεκα τοῦ σῷσαι τὴν χώραν τὰς αὑτοῦ παῖδας, ἃς ῾Υακινθίδας καλοῦσιν, εἰς προῦπτον θάνατον δόντ' ἀναλῶσαι.

Tutti quanti i membri della tribù eretteide conoscono la storia di quell'Eretteo da cui essi traggono il loro nome, e di come agli abbia sacrificato con una morte inesorabile le proprie figlie, che chiamano 'Iacintidi', per salvare la patria.

TEP 39 = DEMAD. fr. 37 De Falco αἱ θυγατέρες ᾿Ερεχθέως τῷ

καλῷ τῆς ἀρετῆς τὸ θῆλυ τῆς ψυχῆς ἐνίκησαν, καὶ τὸ τῆς φύσεως ἀσθενὲς ἔπανδρον ἐποίησεν ἡ πρὸς τὸ θρέψαν ἔδαφος φιλοστοργία.

Le figlie di Eretteo, collo splendore della loro virtù, oscurarono i tratti femminili della loro indole, sicché l'affetto che nutrivano per il suolo patrio rese virile quanto vi era di debole nella loro natura congenita [di donna]

TEP 43 = Varr. ARH II fr. 1 Semi [= schol. Bobiens. in Cic. Pro Sex.

48 (p. 91 Hildebrandt) Fuit autem rex antiquissimus Atheniensium

Erectheus [...] Cuius filiae virgines, cum gravi bello Athenae oppugnarentur nec ulla spes salutis ostenderetur, sumptis infulis ad aram steterunt; nam ita responsum erat, ut salus patriae iam desperata hoc genere piaculi compararetur. Auctor est exempli Varro libro <rerum>

(add. Krause) Humanarum secundo.

Ci fu un re di Atene vissuto in tempi antichissimi, Eretteo [...] le cui figlie, ancora vergini, quando Atene era colpita da un grave conflitto e non sembrava esserci speranza alcuna di salvezza, accettarono di avvicinarsi all'altare con le bende della vittima sacrificale. Tale era, infatti, il responso consegnato dall'oracolo, che aveva detto che la salvezza della patria, di cui tutti disperavano, avrebbe potuto essere ottenuta a prezzo di un simile sacrificio. Ne fa fede Varrone, nel secondo libro delle sue Antiquitates Rerum humanarum.

Anche Cicerone (Pro Sex. 48, De Fin. 5.62, Tusc.D. 1.116, Nat.D. 3.50 [= TEP 44a-d]), del resto, (pel tramite di Varrone?) ribadisce più volte che il sacrificio delle Iacintidi-Eretteidi era stato collettivo; e lo stesso fa ancora Servio (In Verg. Aen. Lib. 1.744 [= TEP 56] hyades stellae sunt in

fronte tauri, quae quotiens nascuntur pluvias creant: [...] alii Erechthei filias pro patria se morti obtulisse aiunt), il quale aggiunge pure al

racconto il dato della metamorfosi delle Iacintidi-Eretteidi nella costellazioni delle Iadi, che accomuna il destino di queste vergini a quello delle Orionidi. Il confronto sinottico tra i quattro miti, del resto, dimostra chiaramente che abbiamo sempre a che fare con uno stesso

pattern mitico:

FATTORI COSTITUTIVI DEL

PATTERN DEL SACRIFICIO

COLLETTIVO DELLE VERGINI

Iacintidi-

spartane Leocoridi Orionidi Iacintidi-Eretteidi (cultuali) a) patria in difficoltà. Unica

soluzione possibile: il sacrificio umano di sorelle vergini

Sì Sì Sì Sì

b) vergini accettano volontariamente il sacrificio, anche con l'appoggio del padre

Sì Sì Sì Sì

c) le fanciulle morte vengono trasformate in una costellazione (catasterismo)

* * Sì Sì

d) in onore delle fanciulle viene costruito un heroon, recinto sacro destinato al culto eroico

[Sì]

[vd. supra]

Sì Sì Sì

Ne deriva un importante corollario: la versione fornita dall'Eretteo di Euripide con il sacrificio di una sola figlia, e il successivo suicidio delle sue due sorelle, deve essere un'originale invenzione di Euripide con cui si

correggeva il tradizionale pattern del sacrificio collettivo174

In un passo dello Ione di Euripide, Creusa accenna en passant al mito delle Iacintidi-Eretteidi attenendosi non alla versione innovativa dell'Eretteo con il sacrificio di una sola vergine, ma alla tradizione cultuale che comporta il sacrificio collettivo di tutte le Eretteidi (Eur. Ion 277-84 [= TEP 32]): . Ve ne è, del resto, la riprova. (Ιων) πατὴρ ᾿Ερεχθεὺς σὰς ἔθυσε συγγόνους; (Κρ.) ἔτλη πρὸ γαίας σφάγια παρθένους κτανεῖν. IONE

Tuo padre Eretteo sacrificò, dunque, le tue sorelle? CREUSA

Accettò di sacrificarle ancora vergini per il bene della patria

La situazione, se non erro, è quella indicata da Sommerstein (2005, p. 174), secondo cui, in tragedia, le allusioni a miti eseguite en passant tendono a presentarsi nella forma meno innovativa possibile175

. Se, dunque, G. Hermann aveva ragione nel dire che la testimonianza di Eur.

Ion 277 s. [= TEP 32] era in contrasto con quel che sappiamo

dell'Eretteo176, perché in quel caso Euripide stava alludendo alla versione vulgata del sacrificio collettivo, e non a quella innovativa del sacrificio singolo che aveva introdotto nel suo Eretteo; erano, invece, del tutto immotivati i tentativi di Welcker di minimizzare la differenza tra le versioni del sacrificio delle Iacintidi-Eretteidi fornite nell'Eretteo e nello

Ione177

174

Non è vero, invece, che Euripide sarebbe stato l'inventore della versione "democratica" del sacrificio (collettivo) delle Iacintidi-Eretteidi, come adombra Harding 2008, p. 215, il quale, peraltro, non distingue tra sacrificio collettivo delle Eretteidi (versione cultuale) e sacrificio della singola Eretteide (invenzione, a quanto sostengo, del solo Euripide).

. Vedremo in seguito (→ Introduz. § 15) quale impatto sul

175 Sommerstein 2005, p. 174: «If a myth is alluded to only very briefly, especially if the allusion is indirect, it will usually not be possible to alter it in the process; at the most, the poet may be able to indicate which of various existing versions of the story is being referred to». Sulla funzione dei miti rievocati succintamente in tragedia si veda, comunque, spec. Nicolai 2003-2005.

176 Gottfried Hermann (1827, p. xxxiii): «Versus [scil. Eur. Ion 277 ss.] ... quibus omnes ... Erechthei filiae pro patria morti obiectae dicuntur, aperte repugnant iis quae in

Erechtheo acta esse accepimus».

177

Welcker 1839, p. 723 (seguito da Nagel 1842, p. 22): «Da [scil. in Eur. Ion 277-84 [= TEP 32] der Tod der beiden Schwestern an dem der Chtonia [questo, secondo Welcker, era il nome della figlia di Eretteo sacrificata dal padre; vd. infra] hieng, so konnte man die Sache in den Ausdruck zusammenziehn, dass die Erechthiden zusammen geopfert worden sehen, wie sie auch zusammen verehrt wurden». Ingiustamente critici nei confronti della spiegazione data da Hermann sono anche Hiller von Gaertringen 1886, p. 20 («neque ei, quod Erechtheus Ionis loco tres virginese immolasse dicitur [...] nimium est tribuendum»), Ermatinger 1897, p. 102 n. 126 e Schwartz 1917, p. 24. In realtà, è perfettamente evidente che Euripide, nel suo Ione, adotta una versione diversa da quello dell'Eretteo: qui il sacrificio di una sola vergine,

pubblico si proponesse di realizzare Euripide separando il sacrificio di una sorella dalla morte volontaria delle altre due. Per ora, invece, è bene insistere sul fatto che la versione cultuale (e, dunque, ufficiale) del mito delle Iacintidi-Eretteidi comportava la morte collettiva di tutte le vergini, e non il sacrificio di una sola di esse. Tale dato, infatti, può aiutarci a dirimere una questione sollevata di recente. Per l'esattezza: secondo Connelly (1996) il quinto lastrone del Fregio Est del Partenone (Figura 6), interpretato usualmente come rappresentazione della donazione del peplo sacro ad Atena nel corso delle Panatenee178

Secondo la studiosa, infatti, il quadro — formato (a partire da sinistra) da: due figure femminili intente a portare oggetti di qualche tipo sul capo; una donna matura; una figura maschile intenta a recuperare un ampio panno quadrato da una quinta figura dai glutei denudati (la cui identità, maschile o femminile, è peraltro sub iudice

, mostrerebbe, invece, il sacrificio singolo dell'Eretteide.

179) — mostrerebbe

Eretteo (l'uomo), Prassitea (la terza donna a partire da sinistra), le due figlie maggiori (a sinistra) e la figlia più giovane (all'estrema destra) intenta a svestirsi prima di essere immolata. Ora, se tale interpretazione fosse corretta, dovremmo ammettere che già un decennio prima della rappresentazione dell'Eretteo, quando venne scolpito il fregio, fosse diffusa la versione del sacrificio singolo dell'Eretteide. Poiché, però, abbiamo visto che esistono ottime ragioni per credere che la versione

cultuale del mito comportasse il sacrificio collettivo di tutte le Eretteidi,

ne deriva che l'innovativa lettura del fregio compiuta da Connelly è improbabile già soltanto per il fatto di prendere le mosse da una variante del mito (il sacrificio singolo) che non poteva ancora esistere ai tempi in cui venne scolpito il fregio180

11.TESTIMONIANZE "PURE" E "IMPURE": I NOMI DELLE ERETTEIDI

.

Le numerose testimonianze sul sacrificio delle Iacintidi-Eretteidi possono essere suddivise in tre diverse categorie, sulla base del numero delle vittime coinvolte nell'omicidio rituale. Si avranno, per la precisione (vd. Figura 8):

Gruppo A): testimonianze in cui si parla del sacrificio volontario e collettivo di tutte le Eret tei di, una situazione questa, come si è già

lì, invece il sacrificio in massa di tutte le sorelle in conformità con il pattern originario del mito.

178 Tale interpretazione "classica" è quella proposta, seppur con qualche esitazione, da Stuart-Revett 1787, p. 12. Per altre interpretazioni del Fregio Est del Partenone, vd. Connelly 1996, p. 55.

179 Vd. in proposito la documentazione riportata da Connelly 1996, pp. 59 s.

180 Per una critica all’interpretazione del Fregio Est del Partenone avanzata da Connelly 1996 vd. Hurwit 2004, pp. 225-36, spec. p. 226, dove si rileva, giustamente, che è immetodico ricorrere all’Eretteo di Euripide (la cui versione del mito potrebbe essere stata più o meno originale) per spiegare una rappresentazione scultorea risalente a più di un decennio prima.

avuto modo di vedere (→ Introduz. § 10), conforme al pattern cultuale del sacrificio collettivo delle vergini sorelle;

Gruppo B): testimonianze in cui si parla del sacrificio di u n a sol a tra l e (tre o q u attro) Erett eidi.

Gruppo C): testimonianza (limitata all'attidografo Fanodemo), in cui si parla del sacrificio volontario di due dell e s ei s orell e.

Ora, se di queste tre versioni alternative è soltanto la seconda (Gruppo B) a rispondere alla situazione dell'Eretteo euripideo (sacrificio singolo e non collettivo); è pur vero che in alcune delle testimonianze del Gruppo B compaiono spesso fattori che non potevano essere presenti nella tragedia euripidea.

Per la precisione: mentre in alcune di queste testimonianze (da me indicate come: Gruppo B1) ci si limita a parlare genericamente del sacrificio di una singola Eretteide (Lyc. In Leocr. 98-100 [= TEP 37]; Demar. FGrHist 328 F 105 [= TEP 42]; Ps.-Plut. Paral.Min. 310d, 313b [= TEP 47ab]; Ael.Arist. Panath. 85-7, Contra Lept. 71-2 [= TEP 50ab]; Liban. 14.1.12 [= TEP 55]); al contrario, nelle altre (da me indicate come: Gruppo B2

Oltre tutto, mentre in alcune delle testimonianze del Gruppo B ) sono presenti particolari del mito che non potevano certo ricorrere nell'Eretteo, come p.es.: il numero di quattro (anziché tre) figlie di Eretteo; la presenza di Immarado tra i personaggi della vicenda (Ps-Apollod. Bibl. 3.201-5 [= TEP 53]; → Introduz. § 8.d); il ruolo degli Eleusini come alleati di Eumolpo (Ps-Apollod. Bibl. 3.201-5 [= TEP 53]; → Introduz. 9); il sacrificio della vittima a Poseidone anziché a Persefone (Hygin. Fab. 46.1-4, 238.2 [= TEP 46ac]).

1

la derivazione diretta dall'Eretteo è spesso o affermata esplicitamente (Lyc.

In Leocr. 98-100 [= TEP 37]; Ps.-Plut. Paral.Min. 310d, 313b [= TEP

47ab]) o ricavabile implicitamente (Demarat. FGrHist 328 F 105 [= TEP 42] è tratto da un'opera Tragodoumena incentrata su testi tragici, e l'Eretteo di Euripide era l'unica tragedia greca incentrata sul mito di Eretteo181!); al contrario, proprio il carattere composito delle testimonianze del Gruppo B2 rivela in esse un'indubbia combinazione di materiale sia euripideo sia estraneo all'Eretteo, e giustifica, dunque, l'assenza di qualsiasi riferimento diretto alla tragedia di Euripide. Propongo, pertanto, di indicare come testi moni anze "p ure" i documenti raccolti nel Gruppo B1

181 L'osservazione già in Welcker 1839, pp. 719 s. e Nagel 1842, pp. 19, 73. Per Demarato come fonte privilegiata per la ricostruzione dell'Eretteo vd. anche Hiller von Gaertringen 1886, p. 20 n. 71; Schwartz 1917, pp. 19 s., 35; Jacoby FGrHist I, p. 521; Kamerbeek 1991, p. 113. Non mi è chiaro per quale ragione Connelly 1996, p. 61 n. 52 indichi questo autore come "Ps.-Demarato".

, in quanto contenenti materiale derivato o sicuramente (Lyc. In Leocr. 98-100 [= TEP 37]; Ps.-Plut.

Paral.Min. 310d, 313b [= TEP 47ab]; Demarat. FGrHist 328 F 105 [= TEP 42) o probabilmente

(*

Isoc. Paneg. 68, Panath. 193 [= TEP 36ab], *Ael.Arist. Panath. 85-7, Contra Lept. 71-2 [= TEP 50ab]; *Liban. 14.1.12 [= TEP 55]) dall'Eretteo di Euripide; e di definire, invece,

testim oni anz e "im pu re" quelle del Gruppo B2

L'appartenenza anche di Isoc. Paneg. 68, Panath. 193 [= TEP 36ab], Ael.Arist.

Panath. 85-7, Contra Lept. 71-2 [= TEP 50ab] e Liban. 14.1.12 [= TEP 55]) alle

testimonianze "pure" del Gruppo B

, in cui la versione euripidea del sacrificio singolo, pur sostanzialmente seguita, appare però frammista a materiale eterogeneo all'Eretteo.

1, pur non essendo suffragata dall'esplicita affermazione di una derivazione diretta dall'Eretteo, è, comunque, resa verosimile dall'assenza in esse di fattori estranei che "contaminino" la trama della vicenda riportata182

Ora, si capisce che in quei casi in cui un fattore del mito riportato in una o più testimonianze "pure" è in contraddizione con quello riferito da una o più testimonianze "impure"; la versione riportata nel Gruppo B

.

1

(testimonianze "pure") ha maggiori probabilità di essere conforme all'Eretteo di quanto non avvenga con materiale dell'altro Gruppo B2 (testimonianze "impure"). Così, quando, p.es., lo Ps.-Apollodoro riferisce che l'Eretteide uccisa sarebbe stata la più giovane (Bibl. 3.201-5 [= TEP 53] τὴν νεωτάτην), ponendosi in palese contraddizione con Demarato, per il quale, invece, il sacrificio avrebbe coinvolto la sorella più anziana (Demarat. FGrHist 328 F 105 [= TEP 42] τὴν πρεσβυτάτην τῶν θυγατέρων); par logico pensare che sia la versione di Demarato (Gruppo B1: testimonianze "pure") a essere conforme all'Eretteo, non l'altra dello Ps.-Apollodoro (Gruppo B2: fonti "impure")183

Si noterà, del resto, che nelle testimonianze "pure" (Gruppo B .

1

) non vengono riportati i nomi dell'Eretteide sacrificata e delle sorelle, a differenza di quanto avviene, invece, in quelle "impure", in cui sia il numero sia i nomi delle figlie di Eretteo sono alquanto vari (Gruppo B2). A differenza di quanto pensava Welcker (1839, p. 723), allora, è impossibile che, nell'Eretteo, la vittima del sacrificio si chiamasse 'Ctonia'184, visto, poi, che il solo testimone che riporta tale notizia è Igino (Fab. 46 [= TEP 46a]), una fonte "impura", in cui, tra l'altro, le figlie di Eretteo sono quattro e non tre, come in Euripide185

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