• Non ci sono risultati.

Una possibile rappresentazione vascolare dell'Eretteo L'Eretteo in

La dipendenza diretta di Elio Aristide dall'Eretteo (Ael.Arist. Panath. 85-7, Contra

Lept. 71-2 [= TEP 50ab]) era stata già ipotizzata in Wilamowitz 1880, p. 228.

. Proprio come era avvenuto negli Eraclidi, allora, in cui la vergine Macaria, destinata al sacrificio, era stata lasciata nell'anonimato; analogamente, nell'Eretteo Euripide avrà taciuto i nomi della vittima immolanda e delle sue due coraggiose sorelle.

183 Da notare, inter alia, che la già discussa ipotesi di Conelly, secondo cui il fregio est del Partenone conterrebbe la rappresentazione del sacrificio dell'Eretteide (→ Introduz. § 10), presuppone che la sorella immolata fosse la più giovane, non la più anziana (Connelly 1997, p. 150).

184 Stessa opinione, ancora, in: Austin 1967, p. 54; Martínez Díez 1975, pp. 234 s.

Dubitanter: Jouan 2000a, p. 104. Contra: Cropp 1997, p. 150.

185 Da notare, inter alia, che nella tradizione di Hygin. Fab. 46 il nome di Ctonia compare nella forma corrotta Otionia (corr. Meursius), che taluni in passato hanno addirittura accettato come autentico.

Esistono, comunque, casi, in cui le fonti "impure" contengono materiale di cui è possibile accertare la presenza anche nell'Eretteo. È il caso, ancora una volta, della testimonianza dello Ps.-Apollodoro (Bibl. 3.201-5 [= TEP 53]), in cui si riporta l'episodio già illustrato della permanenza del giovane Eumolpo in Etiopia (→ Introduz. § 8.c) e che era sicuramente menzionato nell'Eretteo (→ fr. 1).

È evidente che, se le testimonianze del Gruppo B2

12.FANODEMO E IL SEPOLCRO DELLE IACINTIDI

debbono essere prese cum grano salis in vista di una ricostruzione dell'Eretteo; sono, invece, estranee alla tragedia di Euripide sia quelle del Gruppo A (che, come visto, si riferiscono al mito cultuale incentrato sul sacrificio collettivo delle vergini) sia quella fanodemea del Gruppo C, di cui si è fatto spesso abuso in passato proprio per la ricostruzione dell'Eretteo e che, invece, merita un discorso a sé stante.

Per Fanodemo — un attidografo del IV sec. a.C. che non faceva mistero del proprio sciovinismo filoateniese186

TEP 40 = Phanod. FGrHist 325 F 4 (= Su(i)d. π 668 Adler = Apost.

14.7, II, pp. 205-6 L.-S. = Phot. Lex. π 397 Theod.) Παρθένοι. Τὰς ᾿Ερεχθέως θυγατέρας οὕτως ἔλεγον καὶ ἐτίμων. ἦσαν δὲ (τὸν add. Phot.) ἀριθμὸν ἕξ (καὶ ἐτίμων ... ἕξ Su(i)d., Phot. : καὶ ἐτίμησαν δὲ τὸν ἀριθμὸν ἕξ Apost.). Πρεσβυτάτη μὲν (ἐκαλεῖτο add. Apost.) Πρωτογένεια· δευτέρα δὲ Πανδώρα· τρίτη Πρόκρις· τετάρτη Κρέουσα· πέμπτη ᾿Ωρείθυια· ἕκτη Χθονία. Τούτων λέγεται Πρωτογένεια καὶ Πανδώρα δοῦναι ἑαυτὰς σφαγῆναι ὑπὲρ τῆς χώρας, στρατιᾶς ἐλθούσης ἐκ Βοιωτίας. ᾿Εσφαγιάσθησαν δὲ ἐν τῷ ῾Υακίνθῳ καλουμένῳ πάγῳ ὑπὲρ τῶν Σφενδονίων (?)· διὸ καὶ οὕτως καλοῦνται παρθένοι ῾Υακινθίδες, καθάπερ μαρτυρεῖ Φανόδημος ἐν τῇ πέμπτῃ ᾿Ατθίδι, μεμνημένος τῆς τιμῆς αὐτῶν. καὶ Φρύνιχος Μονοτρόπῳ (fr. 31 K.-A.) (ἐν τῇ πέμπτῃ ... Μονοτρόπῳ omittit Apost.) — le figlie di Eretteo sarebbero state sei (ossia, in ordine di età: Protogenia, Pandora, Procri, Creusa, Orizia, Ctonia), due delle quali (Protogenia e Pandora) immolate per garantire la salvezza della loro patria minacciata da un'invasione proveniente dalla Beozia:

Παρθένοι (= 'Vergini'). Con quest'epiteto si indicavano e veneravano le figlie di Eretteo. Erano in tutto sei. La primogenita si chiamava Protogenia, la secondogenita Pandora. Poi, in ordine di nascita, venivano: Procri, Creusa, Orizia e Ctonia. Protogenia e Pandora, a quanto raccontano, si sarebbero spontaneamente fatte immolare per la salvezza della loro patria, in

186 Vd. spec. Pearson 1942, pp. 70-6; Harding 1994, p. 30 («The fragments reveal an extreme Atheno-centrity»); Harding 2008, pp. 7 s. Come esempi dell'esagerato patriottismo di Fanodemo merita ricordare che, nell'Atthis fanodemea, erano considerati discendenti degli Ateniesi sia il popolo egizio dei Saiti (FGrHist 325 F 25), sia gli abitanti della Troade (FGrHist 325 F 13, su cui vd. adesso Harding 2008, p. 17). È notevole che, nella sua Atthis, Fanodemo dedicasse al mito più spazio di quanto non avvenisse, p.es., nelle Atthides di Androzione e Filocoro, più inclini a soffermarsi sulla storia recente. Vd. in proposito Harding 2008, pp. 8-10.

concomitanza con un attacco nemico proveniente dalla Beozia. Furono, dunque, immolate sul cosiddetto colle Iacinto, ubicato oltre Sfendonie (?), il che spiega perché le si indichi come 'vergini Iacintidi', secondo quanto testimonia Fanodemo nel quinto libro della sua Atthis, in cui ricorda anche gli onori che venivano loro concessi. Ne fa fede anche Frinico nel

Monotropo.

Ora, non c'è dubbio che Fanodemo stesse parlando dell'invasione del tracio Eumolpo, visto che la Beozia (come anche l'attigua Daulide) era, tradizionalmente, considerata il luogo di insediamento dei popoli traci nell'età arcaica (se ne è già parlato in: → Introduz. 8.c). Non è chiaro, però, quale fosse il colle 'Iacinto' «ubicato oltre Sfendonie» (ὑπὲρ τῶν Σφενδονίων), in cui, a detta di Fanodemo, sarebbe avvenuto il sacrificio delle due Eretteidi Protogenia e Pandora. L'infelice proposta di Hemsterhuys e Valckenaer (ap. Bernhardy 1853 s.v. Παρθένοι) di correggere il tràdito ὑπὲρ τῶν Σφενδονίων in ὑπὲρ τῶν Σφενδαλέων (Σφενδαλῶν?) per vedervi un riferimento a 'Sfendale' (Σφενδαλή), un demo attico posto proprio al confine con la Beozia187, è resa inutile dall'osservazione di Meineke (FCG II, p. 592), secondo cui una località Σφενδόναι (non Σφενδόνιαι!), con annessa area di culto, è effettivamente ricordata in una testimonianza degli Anecdota Bekker (p. 202.22 ἀφιδρύματα ἐν ταῖς Σφενδόναις· ἀφιδρύματα μὲν τὰ ἀγάλματα, Σφενδόναι δὲ τόπος Ἀθήνησιν, «Offerte a Sfendone. Per offerte si intendono le statue, mentre Sfendone è un luogo dell'Attica [ovv. "di Atene"])188». Resterebbe da chiarire, però, dove si trovasse tale località. Wilamowitz (1893 II, p. 152; 1931, p. 104 n. 1), infatti, basandosi sulla testimonianza di Stefano di Bisanzio, per il quale una Iacintide di nome 'Lusia' avrebbe dato nome a un demo della tribù Eneide189

, proponeva un'ubicazione ad ovest di Atene, nel territorio di quella tribù; mentre Wycherley (1970, p. 287; 1978, p. 188) proponeva di identificare Sfendone e l'annesso colle Iacinto coll'area elevata dell'odierna chiesa di Hagia Marina (Atene, antico demo di Melite), in cui è stata ritrovata un'iscrizione (IG I2

187 La proposta di Hemsterhuys e Valckenaer era accolta, p.es., da Schwartz 1917, p. 23 n. 1 e da Laeke 1841 II, p. 152, il quale, comunque, aggiungeva erroneamente che «the πάρθενοι Ὑακινθίδες were said to have been six daughters of Erechtheus». In realtà, è ovvio che per Fanodemo soltanto le due figlie Protogenia e Pandora, sacrificate sul colle Iacinto, meritavano l'epiteto di 'Iacintidi'.

.863) attestante un culto delle Muse, identificato dal medesimo Wycherley, in modo del tutto arbitrario, con quello delle Iacintidi. La questione topografica, come si vede, è oltremodo complicata, ma, più che tentare di darne una (forse) impossibile soluzione, bisognerebbe, invece, capire quale fosse il senso

188

L'espressione τόπος Ἀθήνησιν potrebbe essere interpretata, ovviamente, sia come «luogo dell'Attica», sia come «luogo di Atene». Vd. LSJ 32 s.v. Ἀθῆναι.

189 Cfr. Steph. Byz. p. 32.7 M. (riportato alla n. 171). Da notare, comunque, che la Lusia ricordata da Stefano era una delle Iacintidi-spartane e non una Iacintide-Eretteide (→ Introduz. § 10).

della singolare testimonianza sulle Eretteidi fornita nell'Atthis di Fanodemo.

Ora, è a dir poco sorprendente che, in passato, Welcker (1839, p. 722 n. 10) e Nagel (1842, p. 22 n. 1) interpretassero la testimonianza di Fanodemo nel senso che Protogenia e Pandora si sarebbe suicidate dopo il sacrificio di Ctonia, la cui morte sarebbe stata indebitamente omessa dai testimoni del frammento fanodemeo. Né meno avventata era l'affermazione di Schwartz (1917, p. 24) secondo cui sarebbe stata la sola Protogenia a essere immolata, mentre Pandora si sarebbe suicidata per solidarietà con la sorella sacrificata. È chiaro, infatti, che tutti questi studiosi, nel proporre tali interpretazioni del frammento fanodemeo, si erano lasciati condizionare dalla trama dell'Eretteo di Euripide, in cui la morte di un'Eretteide era seguita dal suicidio delle altre due sorelle. La testimonianza sull'Atthis di Fanodemo, però, è chiarissima e non può dar adito a dubbi: entrambe Protogenia e Pandora accettavano di buon grado di farsi immolare per il bene della patria (λέγεται Πρωτογένεια καὶ Πανδώρα δοῦναι ἑαυτὰς σφαγῆναι ὑπὲρ τῆς χώρας), mentre le altre quattro sorelle rimanevano in vita. Né è difficile capire il senso di questa particolare versione del mito fornita da Fanodemo. Con la morte duplice e consensuale di Protogenia e Pandora, infatti, si garantiva il dato cultuale del s acri fi cio plurimo e vol ont ario delle Eretteidi vergini, di cui si parla nelle succitate testimonianze del Gruppo A (→ Introduz. § 11); mentre, lasciando in vita le quattro sorelle Procri, Creusa, Orizia e Ctonia, Fanodemo poteva tornare ad attribuire loro i matrimoni e figli della tradizione mitica, divenuti impossibili, non meno che imbarazzanti, nel momento in cui le Iacintidi-Eretteidi, sostituitesi alle originarie Iacintidi-spartane (→ Introduz. § 10) , erano state destinate a morire vergini nel sacrificio compiuto per il bene della patria. Di qui l'ovvia conclusione che quella di Fanodemo era u na o rigin ale invenzion e, ch e non aveva n ul la a ch e ved ere n é con l 'Er ett eo di Euripid e (il sacrificio di una vergine, seguito dal suicidio delle altre due); n é, ov vi am ent e, con l a tradizio ne cu ltual e str ict o sensu (il sacrificio collettivo di tutte le Iacintidi-Eretteidi, sostituitesi alle originarie Iacintidi-spartane). Al contrario, i nomi 'Protogenia' e 'Pandora', con cui Fanodemo designa le vittime del sacrificio rituale, debbono essere un'invenzione originale dell'attidografo, che aveva attibuito alla figlia maggiore un appellativo parlante (Πρωτογένεια, «Primogenita»)190

Figura 1

, e alla seconda vittima, Pandora, un nome che si prestava facilmente a essere unito a quello di Protogenia, visto che i due nomi 'Protogenia' e 'Pandora' ricorrevano frequentemente nell'albero genealogico della famiglia dei Deucalionidi, imparentati con gli Eretteidi (vd. ). Stando così le cose, allora, non può essere corretta l'idea di

190 Meno probabile, invece, mi pare l'etimologia proposta da Nagel 1842, p. 22 n. 1, secondo il quale i nomi 'Protogenia' e 'Pandora' rimanderebbero al concetto della lavorazione della terra e andrebbero interpretati, rispettivamente, come 'Primitia' e 'Omnipara'.

Connelly (1996, pp. 72-6) secondo cui Protogenia e Pandora sarebbero state due figure importanti del culto attico. Connelly, infatti, tenta di dimostrare tale assunto sulla base del fatto che, sul basamento della statua fidiana di Atena Parthenos, era stata rappresentata una Pandora, da lei identificata con l'Eretteide di cui parla Fanodemo. Sennonché, a prescindere dal fatto che per Plinio il Vecchio (NH 36.19) e Pausania (1.24.5-7) la 'Pandora' rappresentata sul basamento della statua di Atena Parthenos sarebbe stata quella esiodea (Hes. Op. 68 ss.), e non un'Eretteide sacrificata191

In Phanod. FGrHist 325 F 4 [= TEP 40], proprio dopo la testimonianza or ora discussa sulle Eretteidi, uno dei testimoni (Su(i)d. π 668 Adler) aggiunge le parole καὶ Φρύνιχος Μονοτρόπῳ, interpretate da Ermatinger (1897, pp. 88-9, 96) nel senso che i sei nomi delle Eretteidi forniti da Fanodemo (compresi, dunque, quelli di Protogenia e Pandora) sarebbero stati già inseriti da Frinico Comico nel suo Monotropo, una commedia rappresentata alle Dionisie del 414 a.C. (cfr. Ar. Av. Hypoth. 1 Dunb.). Più probabilmente, però, il testimone stava semplicemente dicendo che Frinico, nel

Monotropo, si era ricordato del culto delle 'Iacintidi', e non che avesse riportato i sei

nomi indicati da Fanodemo.

; resterebbe da chiedersi perché mai, se Connelly avesse ragione, tale Pandora sarebbe stata rappresentata senza Protogenia al suo fianco.

Non meno originale dell'invenzione delle due Eretteidi Protogenia e Pandora doveva essere, del resto, la derivazione del nome Iacintidi dal fantomatico colle 'Iacinto', su cui si sarebbe svolto l'orrendo sacrificio umano e di cui, in effetti, non parla nessun altro testimone all'infuori di Fanodemo192. Per verità, chi, in passato, ha ritenuto lecito integrare i dati lacunosi dell'Eretteo con la testimonianza fanodemea, ha pure pensato doversi reinserire il nome del colle Iacinto, sede del sacrificio, nelle mutile parole del → fr. 17.74-7, in cui Atena ex machina spiega il senso del nome 'Iacintidi' assegnato alle Eretteidi193

῾Υακινθ̣ίδας βροτοῖσι κικλή[σκε]ιν θεάς,

ἐπεὶ σ̣υ̣ — ca. 6/8 ll. — καὶ̣ οἴχετ᾿ η.[....]μένη 75

:

ψ̣ε̣υσ̣. — ca. 12 ll. — ὑακίν[θου γ]ά̣νος

191 Plin.Sen. NH 36.19 In basi (scil. della statua di Atena Parthenos) autem quod

caelatum est, Πανδώρας γένεσιν appellant. Paus. 1.24.5-7 ἔστι δὲ τῷ βάθρῳ τοῦ

ἀγάλματος ἐπειργασμένη Πανδώρας γένεσις. πεποίηται δὲ ῾Ησιόδῳ τε καὶ ἄλλοις ὡς ἡ Πανδώρα γένοιτο αὕτη γυνὴ πρώτη· πρὶν δὲ ἢ γενέσθαι Πανδώραν οὐκ ἦν πω γυναικῶν γένος. L'idea di una confusione tra la Pandora esiodea e una Pandora Eretteide (sostenuta da Connelly 1996, p. 72) non mi pare convincente. Contro l'idea che in Attica fosse mai esistito un culto di Pandora, cfr. spec. Jacoby FGrHist III B (3), pp. 276 s. A differenza di quanto ritiene Connelly 1996, p. 76 ritengo che Ar. Av. 971 (πρῶτον Πανδώρᾳ θῦσαι) non dimostri l'esistenza di un culto di Pandora ad Atene, trattandosi soltanto di una battuta giocata sul significato etimologico del nome 'Pandora' (così, rettamente, Dunbar 1995, p. 546).

192 L'interesse di Fanodemo per paradossali questioni di topografia attica è rivelata, p.es., da FGrHist 325 F 6 (ubicazione del Leocorio) e F 16 (ubicazione del trono da cui Serse avrebbe contemplato la battaglia di Salamina). Vd. Pearson 1942, p. 70.

καὶ γῆν ἔσωισε.

Si tratta, comunque, di una prospettiva del tutto erronea. Nell'Eretteo, infatti, il sacrificio della vergine immolata avveniva non sul fantomatico colle Iacinto, ma, secondo quanto affermava Atena ex machina, nel luogo stesso in cui, alla fine della vicenda, sarebbe stato allestito il sepolcro della vittima e delle sue due sorelle suicide (→ fr. 17.65-70):

καὶ πρῶτα μέν σ̣ο̣ι̣ σ̣ημ̣α̣ν̣ῶ παι[δὸς] πέρι 65 ἣν τῆσδε χώρας σὸς προθύεται̣ [πόσι]ς· θάψον νιν οὗπερ ἐξέπνευσ' ο[ἰκτ]ρὸν βίον, καὶ τάσδ' ἀδελφὰς ἐν τάφωι τ[αὐτ]ῶι χθονὸς γενναιότητος οὕνεχ', αἵτιν[ες φί]λ̣ ης ὅρκους ἀδελφῆς οὐκ ἐτόλμησα[ν λι]πεῖν. 70 ATENA

Ti do istruzioni, prima, su tua figlia, 65 che tuo marito, per la patria, uccise.

Laddove spirò triste, seppelliscila. Queste sorelle, pure, in quella tomba, per lor virtù, porrai, ché la parola

a lor sorella data non violarono. 70

Ora, non soltanto Demarato — una testimonianza "pura" che si rifà, dunque, direttamente all'Eretteo (→ Introduz. § 11) — riferisce che il sacrificio della figlia di Eretteo era avvenuto ad Atene (Demar. FGrHist 42 F 4 [= TEP 42] παραγενόμενος εἰς Ἀθήνας ... τὴν κόρην παροσαγαγὼν τοῖς βωμοῖς ἀνεῖλε); ma va anche aggiunto che Favorino di Arles, in un passo del suo De exilio in cui pure dimostra di aver tenuto presente l'Eretteo euripideo194, riferisce che il sepolcro dell'Eretteide immolata si trovava accanto al tempio di Atena Poliade sull'Acropoli (Favor. 96.9 [= TEP 51a] [α]ὐτοὶ δὲ [Κέκ]ροπ̣α μὲν ἐν ἀκροπ̣[όλε]ι | [ἔ]θα̣[π]τ[ο]ν, τ̣[ὴν δ]ὲ̣ ᾿Ε[ρε]χθέως θυγατέρα [πα]ρ' | α̣ὐ̣τῇ σχεδὸν̣ τ̣[ῇ] Π̣[ολ]ιάδι)195

194 Si veda quanto verrà detto nel commento al → fr. 12.6.

, sul luogo, cioè, in cui si era svolta l'intera azione dell'Eretteo. È logico supporre, dunque, che, nell'Eretteo di Euripide, il sacrificio della vergine, il suicidio delle due sorelle e il

195 Piuttosto ardita, comunque, l'ipotesi, avanzata recentemente da Connelly 1996, pp. 76 s., secondo cui il Partenone, sull'Acropoli, sarebbe stato il tempio delle Parthenoi (= le Iacintidi-Eretteidi), e non di Atena Parthenos. Da notare che, nelle prime edizioni del testo di Favorino, era stata adottata per la col. viii.27 la lettura τ̣[ὰς δ]ὲ̣ ᾿Ε[ρε]χθέως θυγατέρα<ς>), ipotizzando, così, il riferimento non a una, ma a tutte le Eretteidi. È merito, invece, di Tepedino Guerra 2007, p. 156 aver evidenziato che la corretta lettura del testo deve essere proprio: τ̣[ὴν δ]ὲ̣ ᾿Ε[ρε]χθέως θυγατέρα. Ovviamente, l'isolamento dell'Eretteide singola rispetto alle altre sorelle costituisce l'ulteriore argomentazione della dipendenza di Favorino dall'Eretteo, su cui vd. Tepedino Guerra 2007, p. 156 e quanto verrà detto nel commento a → fr. 12.6. Immotivati i dubbi di

Henrichs 1983, p. 98 n. 54 in merito alla possibilità che Favorino avesse confuso il sepolcro della cecropide Pandroso con quello delle Eretteidi.

loro seppellimento in un medesimo sepolcro avvenissero in quella stessa area dell'Acropoli, in cui pure si era svolta l'intera azione del dramma (→ Introduz. § 17)196

13.L'ERETTEO: UN DRAMMA DI UNILATERALE NAZIONALISMO?

. Di conseguenza, non c'è bisogno di chiamare in causa per il → fr. 17.74-7 il fantomatico colle Iacinto di cui parla Fanodemo, la cui testimonianza, importante per comprendere alcuni dei prìncipi che erano alla base dell'economia dell'Atthis fanodemea, ris ult a p erò del tutto i nutil e ai fin i di una ri co struzione d ell 'Er ett eo d i Euripid e.

Sotto la suggestione esercitata dal giudizio di Licurgo, per il quale le vicende dell'Eretteo, «considerate e prese a modello, avvezzano gli animi all'amor patrio» (Lyc. In Leocr. 100 [= TEP 37] πρὸς ἃς ἀποβλέποντας καὶ θεωροῦντας συνεθίζεσθαι ταῖς ψυχαῖς τὸ τὴν πατρίδα φιλεῖν); la critica è arrivata a pensare che il significato dell'Eretteo si esaurisse in un'incondizionata esaltazione del nazionalismo

tout court. Così, per Nagel la rhesis dell'Eretteo in cui Prassitea induce il

marito a sacrificare la figlia (→ fr. 12) «trasmette un senso di totale grandiosità, quale è raro riscontrare in Euripide», tanto più, poi, che tale discorso risulterebbe «non inquinato da quella fastidiosa leziosità o da quella dialettica sofisticheggiante, tipicamente euripidea»197

. Stesse idee si leggono, sostanzialmente, in Hartung, per il quale «non esiste persona cui possa sfuggire che Euripide, coll'ideazione dell'Eretteo, avesse perseguito l'utile anziché il dilettevole, adoprandosi a educare, ammonire, spronare i concittadini, piuttosto che dilettarli; e a far sì che i personaggi pronunciassero discorsi, la cui conoscenza risultasse utile agli Ateniesi, piuttosto che esclusivamente funzionale a capire le ragioni particolari dei singoli protagonisti della vicenda»198

. Viene da pensare, certo, che Nagel e Hartung, nel formulare i propri giudizi, fossero condizionati, ancor più che da Licurgo, dal particolare clima di patriottismo che si respirava nelle università tedesche prossime alla rivoluzione del marzo 1848. Ancora di recente, però, Kuch è tornato a scrivere che l'interpretatio dell'Eretteo in chiave nazionalistica fornita da Licurgo «parrebbe quella corretta»199

196 Da notare che, anche in Eur. Ion 265-82, i più importanti episodi della mitistoria ateniese (nascita di Erittonio; suicidio delle Cecropidi; sacrificio collettivo delle Eretteidi; morte di Eretteo per mano di Poseidone) sono localizzati nella zona a ridosso dell'Acropoli.

,

Documenti correlati