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L’adesione di Golosov al Costruttivismo

COMPITO PER IL SECONDO CORSO Laboratorio sperimentale

3.1 L’adesione di Golosov al Costruttivismo

È il 1924 quando la produzione progettuale di Il’ja Golosov denuncia il significativo e drastico cambiamento che lo vide protagonista tra gli architetti conosciuti come Costruttivisti. In meno di dieci anni il gio- vane moscovita aveva esperito ogni -ismo possibile passando dal Neo- classicismo, al Neo-russo, dal Romanticismo-simbolico ora al Costrut- tivismo. Eppure, questa di Il’ja Golosov, in nessun caso deve essere letta come incoerenza: infaticabile ricercatore, aveva avuto importanti consensi sin dai tempi della formazione, ma non furono né i consensi né il successo a spegnere la sete di ricerca. Dopo aver vinto i primi tre premi con le varianti presentate al concorso per il Crematorio a Mo- sca abbandonò le forme del Razionalismo Settecentesco per ricercare negli archetipi della cultura russa, reinterpretati alla luce delle istanze perorate dalle avanguardie artistiche, la risposta architettonica adatta al neonato stato sovietico, giungendo così alla definizione della ten- denza più radicale del campo architettonico dei primissimi anni Ven- ti, quella romantico-simbolica. Anche quest’ultima vide il tramonto all’alba di un movimento che, nato dalla più sperimentale coscien- za avanguardista pose come cardinale la questione sociale, con uno sguardo che, nel pieno della Cultura Uno1, non poteva che oltrepassa-

re le barriere di confine e, non guardare ma dialogare con l’Occidente: il Costruttivismo2.

1 V. Papernyj, Cultura Due. L’architettura ai tempi di Stalin, Artemi- de, (1.ed. 1985), Roma 2017.

2 Sul Costruttivismo architettonico vi sono molti studi e pubblica- zioni. Segnaliamo una brevissima bibliografia. In lingua italiana: V. Quili-

ci, L’architettura del Costruttivismo, Editori Laterza, Bari 1969; V. Quili-

La storiografia definisce questo periodo della carriera di Il’ja Golosov un “passaggio attraverso la posizione del costruttivismo”3 sottolinean-

do due aspetti: la transitorietà e la non adesione teorica al movimento. Ed è infatti da precisare in prima battuta che Il’ja Golosov un costrut- tivista convinto non lo fu mai: aderì ben preso all’OSA - Ob”edinenie sovremennich arkhitektorov (Associazione degli architetti contempo- ranei)4, società che riuniva gli architetti costruttivisti e prese parte al

comitato della rivista SA Sovremennaja Architektura, organo editoriale di tendenza, nel momento della costituzione stessa, per poi abbando- narla solo un anno più tardi, nel 19275.

La virata che segnò la fine del periodo romantico-simbolico e l’ade- sione all’estetica costruttivista possiamo osservarla esclusivamente at- traverso le opere di progetto che caratterizzarono la produzione go- losoviana tra il ’24 e il ’31. Non un articolo, né un appunto scritto, né una lezione teorica circa questo cambiamento: Golosov in questi otto anni non produsse, in nessuna forma, un compendio teorico attraver- so cui leggere le ragioni sottese questo cambiamento6. Al contrario,

Chan-Magomedov, Konstruktivizm. Concepcija formoobrazovanija, Strojz- dat, Moskva 2003; E. V. Sidorina, Konstruktivizm bez beregov. Issledova-

nija i etjudy o russkom avangarde, Progress-Tradicija, Moskva 2012; S.O.

Chan-Magomedov, Moisej Ginzburg, Moskva 2007; S.O. Chan-Magomedov,

Aleksandr Vesnin i konstruktivizm, Moskva 2007.

3 S.O. Chan-Magomedov, Il’ja Golosov, Mosca, 1988, p.121. È fon- damentale sottolineare che lo stesso Chan Magomedov definisce il minore dei fratelli Golosov quale architetto di maggior successo degli anni del co- struttivismo, vincitore di numerosissimi concorsi e progettista di alcuni dei maggiori capolavori del movimento.

4 Società degli architetti contemporanei, poi SASS, formata per vole- re di Aleksander Vesnin e Mosej Ginzburg, attiva ufficialmente dal ’25 al’32. Si veda V. Chazanova, Kratkie svedenija ob osnovnych architekturno-stroi-

tel’nych organizacijach, nauchnych učreždeniyach i tvorčeskich ob”yedineniya- ch, upominayemykh v knige, in Sovetskaja architektura pervych let oktjabrja 1917-1925, Moskva 1970; V. De Feo, La Sass. La Vopra, in URSS. Archi- tettura 1917-1936, Editori Riuniti, Roma 1963, pp. 48-40; S.O. Chan-Ma-

gomedov, Sozdaniye tvorcheskoy organizatsii arkhitektorov-konstruktivistov

OSA (Ob”edineniye sovremennykh arkhitektorov), in Architektura sovetsko- go avangarda. Kniga pervaja, Stroizdat, Moskva 1996.

5 G. Canella, M. Meriggi (a cura di), SA Sovremennaja Architektura

1926-1930, Dedalo, Bari 2007, pp.27-8.

6 È importante dichiarare a tal proposito che la produzione teori- ca conservata presso il fondo Golosov all’RGALI è interamente manoscrit- ta, dunque di difficilissima comprensione per chi scrive (finanche lo storico Chan Magamendov dichiara nella monografia dedicata a Golosov che gran parte della produzione manoscritta è incomprensibile. S.O. Chan-Magome- dov, Il’ja Golosov, Moskva 1988, p. 228).

141 3. Gli anni del Costruttivismo: affinità e divergenze (1924-1932) osservando i manoscritti conservati, spesso semplici fogli di appun- ti, schizzi o organigrammi, che deduciamo essere relativi al periodo di produzione costruttivista non per le date costantemente omesse, bensì dal linguaggio dei disegni, prendiamo atto che gli argomenti di riflessione che maggiormente interessarono l’architetto moscovita in questo periodo riguardavano dinamiche urbane. Tra i titoli ricorren- ti “la composizione architettonica della strada”7, “sui tagli stradali”8,

“sull’organizzazione degli edifici d’angolo”9 ed altri.

Nel 1923, il progetto non vincitore per il concorso del Palazzo del La- voro a firma dei fratelli Vesnin aveva chiaramente mostrato la strada per un’architettura che fosse attuale sotto ogni punto di vista: spazia- le, tettonico, tecnologico e soprattutto sociale. Rendendo intellegibi- li attraverso il loro progetto quelle problematiche a lungo discusse all’interno dell’Inchuk circa l’oggetto, la faktura, la costruzione e la produzione10, espressero con estrema chiarezza quella che, secondo i

futuri “architetti contemporanei” (OSA), doveva essere la strada per la costruzione dell’architettura per la città socialista. Era infatti giunto il tempo per l’“edificazione”: la ripresa economica rendeva ora possi- bile trasformare quei progetti “di carta” nella Mosca che i rivoluziona- ri avevano voluto e per cui avevano combattuto, la capitale socialista a servizio del proletariato. Ed è in tale ottica che è possibile interpretare le opere di Golosov nel periodo del Costruttivismo, come delle mac- chine a servizio dei lavoratori. D’altronde Ginzburg nel 1923 aveva pubblicato il suo importantissimo saggio Ritm v architekture, riflet- tendo ancora su quelle tematiche legate allo spazio e alla percezione, manifestando chiaramente la sua risoluzione ultima: «La macchina è il nuovo elemento del nostro stile di vita, della nostra psicologia e dell’e- stetica»11. Dunque nell’architettura del costruttivismo di Golosov è

7 RGALI, f.1979, o. 1, c.71, p.103. 8 RGALI, f.1979, o. 1, c.71, p.134. 9 RGALI, f.1979, o. 1, c.71, p.138-143.

10 Cfr. M. Tafuri, Il socialismo realizzato e la crisi delle avanguardie, in Socialismo, Città, Architettura URSS 1917-1937, Officina, (1971) Roma 1972, pp. 43-72.

11 M. Ginzburg, Style and Epoch, Trad. Anatole Senkevitch, Jr. Cam- bridge, Mass.: MIT Press, 1982, pp.41-2. Sul rapporto tra ASNOVA e OSA e le teorie dell’architettura della scuola di Monaco si veda anche: H.D. Hud- son, Revolution and Architectural Schools of Thought, in Blueprints and Blo-

ancora possibile leggere la ricerca del simbolo, non più negli arche- tipi russi, non nell’izba e nella dacia12, nelle architetture lignee e nella

steppa: era ormai giunta l’era del vetro e dell’acciaio, del calcestruzzo e della metropoli. Il simbolo nel divenire attuale non è più romantico. E così come nella macchina è possibile identificare immediatamente le singole parti, gli ingranaggi meccanici, così l’architettura di Golosov si compone di geometrie solide primarie, parallelepipedo, cilindro e cubo, sempre intellegibili nei loro aspetti tettonici e funzionali grazie al linguaggio esplicito dei nuovi materiali. L’estetica costruttivista esi- bisce chiaramente la geometria dei volumi, a differenza del Romantici- smo-simbolico, e ciò concesse a Golosov di portare avanti la sua teoria degli Organismi architettonici attraverso nuove possibilità espressive. Il suo discorso sulle masse e sui volumi, sulle gerarchie e sulle linee di gravitazione era ancora, nell’epoca del funzionalismo costruttivista, di primaria importanza per la progettazione delle sue opere; il discorso del linguaggio, sotteso a tutta la sua produzione - cos’è la teoria de- gli organismi architettonici se non la volontà di ricerca delle regole di comunicazione tra l’architettura e l’uomo – si estese a tutto il corpus architettonico e non vi è singola parte che Golosov trascurò nelle sue possibilità espressive: struttura, tecnologia, stereometria. Dunque nel- le opere di questo periodo la campata strutturale scandisce il ritmo interno – nello spazio che gerarchizza - ed esterno – nelle facciate che modula attraverso i pieni portanti in cemento armato e nei vuoti por- tati in vetro; la composizione in volumi attua l’organizzazione degli Press, Princeton, 1994, p. 15-52; Luka Skansi, The “Restless Allure” of (Ar-

chitectural) Form: Space and Perception between Germany, Russia and the So- viet Union, in A. Leach, J. Macarthur, M. Delbeke (a cura di), “The Baroque in Architectural Culture, 1880-1980”, Ashgate, 2015, pp. 43-60.

Nel 1926 Ginzburg avrebbe poi scritto «il periodo dell’ingenuo “simbolismo della macchina” è ormai superato. (…) Qualsiasi clichè del passato, anche il più bello, deve essere categoricamente rifiutato perché la ricerca dell’archi- tetto è sostanzialmente un’invenzione come qualunque altra, un’invenzione che si pone come scopo l’organizzazione e la costruzione di un obiettivo pra- tico concreto, non solo imposto dalle condizioni di oggi, ma adatto anche al domani» (M. Ginzburg, I nuovi metodi del pensiero architettonico, in “So- vremennaja Architektura, n.1, 1926, pp.1-4, tradotto in V. Quilici, L’architet-

tura del Costruttivismo, Laterza Bari, 1969, pp. 368-373.)

12 Tipiche costruzioni lignee russe. La prima è la tipica abitazione con- tadina, mentre la seconda era la casa di campagna, rifugio stagionale, dell’al- ta società cittadina.

143 3. Gli anni del Costruttivismo: affinità e divergenze (1924-1932) spazi, i diversi parallelepipedi accolgono funzioni differenti mentre i collegamenti verticali – parte vitale e nodale - specialmente quelli di rappresentanza, quasi sempre sono accolti in volumi cilindrici o simili, trattati stereometricamente in modo da esplicitare la loro ragion d’es- sere: il perno che collega i diversi layer che compongono la macchina architettonica e, come l’ingranaggio dà vita al meccanismo meccanico, così nelle architetture di Golosov il volume che accoglie il corpo scala mostra il suo carattere vitale, dando vita all’intero organismo architet- tonico.

Pochi anni prima, nel pieno della Tendenza romantico-simbolica, Il’ja Golosov scriveva:

«Il dovere di ogni nostro pensiero è quello di reagire onestamente e imparzialmente al fenomeno della vita sociale, custodendo con cura e con amore i preziosi germogli che nascono in architettura nell’epoca dello straordinario sollevamento del pensiero. (…) Noi non abbiamo ancora chiarito che la costruzione della nostra epoca rispecchia la nostra vita sociale; il culto e la vita dei tempi storici non sono l’architettura del presente (…), ma solo forma storica, dopo la quale, in altre condizioni, nascono altre forme ben diverse da quelle precedenti (…). La nostra vita reale ci propone sempre nuove tendenze in modo da non essere impotenti nei nuovi campi. Prima di tutto dobbiamo riempire il vuoto nelle nostre conoscenze e attraverso il lavoro aumentare il nostro livello culturale. Nel presente è possibile accertare la presenza di movimenti per creare nuove forme di architettura, che per il momento ha solo carattere caotico e non sistematico»13.

Queste affermazioni, pronunciate da un uomo la cui coscienza sociale era fondamento della sua professione, della concezione che egli ave- va del ruolo alto dell’architetto, si tradussero in progetto attraverso le sue opere costruttiviste. Eppure Golosov un costruttivista convinto non lo fu mai.

Verso la fine del secolo Gilles Deleuze, a lungo intento a studiare il le- game tra macchina e potere14, scrisse:

13 RGALI f.1979, op.1, d.75, pp.40-1, manoscritto, inizio anni Ven- ti. Pubblicato in: Mastera sovetskoj architektury ob architekture, Iskusstvo, Moskva 1975, pp. 403-406.

14 Tra i testi fondamentali: G.Deleuze, Différence et répétition, Presses Universitaires de France, Paris, 1968; G. Deleuze, Logique du sens, Les Éd-

«Ad ogni tipo di società, evidentemente, si può far corrispondere un tipo di macchina: le macchine semplici o dinamiche per le società di sovranità, le macchine energetiche per quelle disciplinari, le cibernetiche e i computer per le società di controllo. Ma le macchine non spiegano nulla, si devono invece analizzare i concatenamenti collettivi di cui le macchine non sono che un aspetto»15.

L’osservazione posta alla base della riflessione del filosofo francese ha grande assonanza con quel concetto suprematista per cui ogni modo di produzione genera, al contempo, una classe dominante e uno stile artistico supportato dalla detta classe16, ed essendo ogni movimento

artistico espressione di una specifica classe sociale, tale concetto por- tò alla configurazione della lotta maleviciana come volta non solo alla distruzione della borghesia bensì di ogni distinzione sociale. Le idee della sinistra più radicale – quella legata al gruppo dei suprematisti e dei formalisti dell’Opojaz17 - nell’arco di dieci anni si trasformarono,

mosse da un desiderio di sintesi positiva con la realtà dell’ “oggetto” e della “produzione”, dell’industria e della mercificazione ufficialmente re-integrate con la Nep.

Potremmo quindi dire che produttivismo e costruttivismo furono, in misura diversa, frutto dei succitati “concatenamenti collettivi”: tenta- tivo delle avanguardie sovietiche di elidere la pars destruens per un più politicizzato desiderio di programmaticità.

E forse in questo modo potremmo spiegare la differenza tra Golosov e i Costruttivisti: ai Costruttivisti interessavano i concatenamenti col- lettivi di cui le macchine sono un aspetto, a Il’ja Golosov interesseva la “macchina-architettura”.

Manfredo Tafuri scrisse, già molti anni fa, in un saggio in cui riper- corse la vicenda delle avanguardie artistiche a partire dalle esperienze itions de Minuit, Paris, 1969; G. Deleuze, F. Guattari, L’Anti-Œdipe – Capi-

talisme et schizophrénie, Les Éditions de Minuit, Paris, 1972; G. Deleuze, F.

Guattari, Kafka. Pour une littérature mineure, Les Éditions de Minuit, Paris, 1975.

15 G. Deleuze, Post-scriptum sur les sociétés de contrôle, in L ‘autre journal, n°1, maggio 1990.

16 Cfr. M. Bliznakov, The Search for a Style: Modern Architecture in the

U.R.R.S. 1917-1932, Ph.D. diss., Columbia University, 1971, pp. 46-55.

17 Obščestvo izučenja poetičeskogo jazyka (Società per lo studio del lin-

145 3. Gli anni del Costruttivismo: affinità e divergenze (1924-1932) pre-rivoluzionarie del gruppo letterario Opojaz dei formalisti mosco- viti e pietroburghesi:

«La creazione di forma come terra promessa della vittoria soggettiva sull’alienazione, dunque: questo è ciò che i formalisti teorizzano, questo è il contenuto latente delle loro analisi «scientifiche». Ma è chiaro che un tale rovesciamento della negazione romantica dell’universo tecnologico, nello stesso momento in cui dichiara l’autonomia dell’arte dalla vita, in cui asserisce la necessità di spezzare le associazioni abituali, di rendere strano l’abituale, rivela anche la sua· doppia faccia: da un lato si pone come accettazione della realtà tecnologica e delle sue leggi fondamentali; d’altro lato assume quella realtà solo e unicamente come materiale da deformare, da assoggettare, da restituire carico dei suoi valori perduti. Ma ciò pone problemi pressoché insolubili: il Costruttivismo sovietico oscillerà perpetuamente fra un’architettura estranea al quotidiano - le ricerche di Mel’nikov e dei Golosov - e un’architettura in dialettica positiva con esso: le ricerche di Ginzburg, principalmente, o di Burov»18.

E sebbene Mel’nikov non fosse affatto un costruttivista, nel caso di Il’ja Golosov, alla luce dell’analisi approfondita degli scritti, dei pro- getti, e delle più recenti analisi storiografiche del contesto, non possia- mo che confermare le parole di Tafuri.

Nel 1933 Golosov scrisse: «Nei miei ultimi lavori ho sentito in modo acuto un’insufficienza di mezzi di espressione dell’architettura con- temporanea. Veniva fuori una determinata scolastica e uno spiacevole semplicismo della forma»19.

Benché Golosov non pose per iscritto le ragioni profonde del suo al- lontanamento – né quello del 1927, né quello definitivo nel1 1932 – è certo che l’anteporre le questioni funzionali, ideologicamente, quale dichiarazione d’intenti, nella misura in cui i costruttivisti fecero, rele- gò Golosov alla sua posizione di non appartenenza, continuando le sue ricerche sulla forma, sul linguaggio, sul carattere attraverso l’ana- lisi elaborata con la Teoria degli organismi architettonici.

18 M. Tafuri, Il socialismo realizzato e la crisi delle avanguardie, in So-

cialismo, Città, Architettura URSS 1917-1937, Officina, (1971) Roma 1972,

p. 47.

19 I. Golosov, Moj tvorčeskij put’, in Architektura SSSR, n. 1, 1933, pp.

3.1 Il contesto urbano. I nuovi processi di costruzione. Le coopera-