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IL CASO PROSECCO: L’IMPEGNO SOSTENIBILE DI PERLAGE E IL PROGETTO ITA.CA.

2.2: L’AZIENDA PERLAGE E LA SUA FILOSOFIA AMBIENTALE

2.3.1 L’ADOZIONE DEL CARBON FOOTPRINT IN ALTRI SETTORI ITALIAN

Finora si è ben dimostrato quale sia la filosofia che Perlage adotta da molti anni nelle sue strategie di lavoro, e quelli elencati nell’immagine 8 sono i risultati conseguiti che mostrano l’attenzione per l’ambiente, attraverso il percorso biologico e biodinamico. L’ultima bottiglia “Coming Soon” apre le porte a ciò che tra breve si tratterà come caso specifico dell’elaborato; si legge, infatti: 1° Prosecco D.O.C.G. Spumante a Z.E…. . Che cosa indica questo? E’ uno dei nuovi obiettivi di Perlage, quello di produrre un giorno un vino a impatto modesto o nullo sull’ambiente, in particolare dal punto di vista delle emissioni d’anidride carbonica lungo la filiera produttiva. Ciò di cui si va dunque a parlare è un progetto in atto, che sta prendendo forma per l’azienda considerata, ma di cui si potranno misurare effettivamente i risultati concreti solo tra un anno. Ecco allora la proposta qui fatta di analizzare tutto ciò che circonda questo progetto, formulando ipotesi sui passi futuri che l’azienda potrà intraprendere una volta disponibili i dati elaborati dal centro Sata193.

Per fare questo è utile calarsi pienamente nella realtà aziendale, cercando non solo di riportare quanto essa adotta positivamente oggi sotto il profilo ecologico, ma delineando un percorso fondato pure su ipotesi o proposte che possano giovare in futuro a Perlage. Questo è l’obiettivo esposto, da raggiungere attraverso l’esemplificazione del Progetto Ita.Ca. e la valutazione economica ed ambientale dei possibili risvolti che esso può avere.

Nella prima parte dell’elaborato si è visto il significato di sostenibilità ambientale vitivinicola e i metodi proposti per applicarla in azienda in termini concreti, attraverso il sistema del Carbon Footprint. A livello internazionale esistono esempi molto avanzati da questo punto di vista, quali l’International Wine Carbon Calculator194, già osservato in precedenza. Oggi, anche l’Italia comincia a entrare in quest’ottica, valutando e riconoscendo l’importanza di intraprendere dei percorsi sostenibili non solo basati su certificazioni ambientali, bensì su modelli di autovalutazione ecologica per le imprese e organizzazioni. La sostenibilità non dev’essere dunque più solo un’affermazione, ma qualcosa di misurato o misurabile, che manifesti in termini pratici, quanto è l’impegno sviluppato in tal senso.

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L’applicazione di questi metodi legati alla misurazione delle emissioni carboniche oggi coinvolge vari settori economici anche in Italia, in particolare attraverso iniziative simili a quelle sostenute dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il quale propone un programma di sperimentazione delle varie metodologie di valutazione dell’impatto ambientale, al fine di comprendere quali siano più facilmente diffondibili e realizzabili nel sistema produttivo nazionale. L’idea è in qualsiasi ambito quella di capire l’impronta carbonica dei singoli prodotti per sviluppare così delle strategie di riduzione prima, e di neutralizzazione in seguito, comunicando infine al pubblico il proprio impegno.

Tra le imprese e organizzazioni scelte in tal senso, aderisce oggi anche il nostro ateneo veneziano di Ca’ Foscari, simbolo di eccellenza ecologica tra le Università d’Italia. Il suo impegno verso questi aspetti non è racchiuso semplicemente nel calcolo delle emissioni di anidride carbonica, ma è ampio verso l’adozione di tutto quanto possa esser utile a formare una coscienza ambientale in uno dei luoghi istruttivi più rilevanti, come lo è un ateneo universitario. Si punta molto, come giusto che sia, sulla diffusione di questo spirito in modo diretto tra insegnanti e studenti, i quali un domani potranno traslare questi comportamenti nella loro carriera lavorativa. La motivazione può essere dunque quella di arrivare primi all’introduzione di modelli di questo tipo, consci che tra non molto tempo saranno fondamentali per garantire uno sviluppo sostenibile all’intera società.

L’Università Ca’ Foscari dunque s’impegna in un percorso in cui calcolare le emissioni di anidride carbonica è solo l’aspetto pratico di una strategia ben più radicata, che parte dalla decisione di elaborare un vero e proprio Carbon Managment195. Questo è un buon insegnamento per Perlage. Manca, infatti, in azienda, un responsabile che si occupi direttamente delle problematiche ecologiche e che possa così fare delle analisi sperimentali utili in modo specifico per inserire in senso approfondito la variabile ambientale tra gli elementi di gestione. Questo incrementerebbe di sicuro il risultato positivo ottenibile dal punto di vista economico, grazie a notevoli risparmi energetici. L’ateneo veneziano insegna valori educativi importanti e come altre realtà organizzative funge da cavia per dimostrare al mondo imprenditoriale che seguire questa strada delineata non è un male, bensì porta a benefici vari in futuro per se stessi e per l’intera società. Esso parte prima di tutto dall’individuazione di una politica ambientale chiara, definita, in cui ciascun soggetto detiene delle responsabilità e l’obiettivo è comprendere quale sia l’impatto ecologico dell’organizzazione considerata. Questo passa attraverso il riconoscimento della validità di questi elementi nella mente di tutti i soggetti coinvolti, diventando così credo comune e obiettivo da sviluppare nelle strategie !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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applicative. Poi si passa alla misurazione vera e propria attraverso lo strumento del Carbon Footprint, la quale deve avvenire in modo oggettivo e coerente per garantire una valutazione il più corretta ed attendibile possibile. Si sviluppano così dei piani di programmazione al fine di ridurre progressivamente le emissioni d’anidride e comunicare al pubblico i risultati raggiunti196.

In questo senso opera anche un'altra importante impresa nazionale del settore delle bevande analcoliche, San Benedetto S.p.A.197. Anch’essa collabora al progetto proposto dal Ministero dell’Ambiente con la volontà di valutare l’applicazione di tecnologie ecosostenibili innovative. L’azienda si riconduce a modelli di calcolo sviluppati a livello internazionale e gli obiettivi sono dei più nobili e avanzati. Non si pensa solo, infatti, a capire qual è il proprio peso in termini ambientali, ma si vuol far presto a definire strategie di neutralizzazione dell’impatto al fine di poter comunicare il tutto al consumatore il prima possibile. Questo è, come si vedrà a breve, ciò che manca a Perlage. Si pensa poco in particolare al come dimostrare, una volta adottato, il proprio impegno a questi scopi, attraverso strumenti che possono essere etichette e certificazioni. Probabilmente il progetto del Ministero aiuta di più a tal fine, proprio perché s’impegna fin dall’inizio a sviluppare per le aziende aderenti un percorso virtuoso che deve per forza di cose portare alla comunicazione del tutto al mondo intero. Peccato che Perlage non abbia proposto la sua candidatura in tal senso, data anche la partecipazione di diverse imprese vitivinicole a livello nazionale. Per il caso specifico di San Benedetto si è visto come il maggior impatto sia dato dalla produzione e trasporto delle materie prime; per questo sono intraprese oggi delle politiche di risparmio energetico e la scelta di bottiglie di minor peso in materiale PET con impatto ecologico ridotto198. Grazie a questa filosofia e agli interventi adottati, in due anni, tra il 2008 e il 2010, San Benedetto riduce la produzione di anidride carbonica di ben 30.000 tonnellate, un meno tredici per cento199. In questo caso è da rilevare la notevole importanza comunicativa che può dare al mercato nazionale alimentare un’azienda di questo calibro mediatico; essa può essere un primo esempio all’interno delle grandi catene distributive che poi favoriranno l’adozione delle stesse strategie anche da parte di altri marchi e prodotti importanti. La similitudine tra San Benedetto e Perlage può essere fatta, seppur l’azienda vitivinicola considerata non sia parimenti conosciuta; tuttavia potrebbe dare un primo input all’applicazione in un mondo vasto come quello del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! "*'!\?--4>>1D204/94Q!56294/4.!N2!M@4M2@29.!?/!O.;51.!4x-45!1/!-?1!M.94@!4528.@2@4!1!3291!34552!-2@8./!O..9M@1/9!@2--.591l!.;;1!=! 31>M./18154!2/-N4!?/2!M2;1/2!>?5!>19.!i48!31!294/4.!1/!-?1!-12>-?/!>9?34/94!M?e!-25-.52@4!15!>?.!51D455.!3610M299.!20814/9254! @1>M./34/3.!2!34554!3.02/34!L?1<J!R?994!O.@0?54!-.0?/1-291D4!/?.D4!-N4!84/!M.9@4884@.!2/32@!84/4!2/-N4!M4@!`4@52;4J!K! @1>?59291! 4528.@291! M4@! 56C/1D4@>19E! 310.>9@2/.! -.04! >12/.! 454D294! 54! 401>>1./1! 1/! M2@91-.52@4! 2! -2?>2! 34554! /4-4>>19E! 4/4@;491-N4!34;51!431O1-1!4!345!9@2>M.@9.!31!9?991!-.5.@.!-N4!?9151<<2/.!9254!.@;2/1<<2<1./4!M?8851-2J! "*(!A62<14/32!31>M./4!31!L?299@.!-4/9@1!M@.3?991D1!1/!K92512!X31!-?1!?/.!2!\-.@<=VH4/4<12Y!43!259@4!O151251!4>94@4J!! "*)!K5! `,R! =! ?/! 0294@1254! ?9151<<29.! /4552! D4/3192! 362-L?2! M.928154Q! -.>919?19.! 299@2D4@>.! 56?>.! 31! M49@.51.! .! 0492/.J! ,>>.! M4@04994! 31! @1>M2@012@4! /.94D.51! L?2/919E! 364/4@;12! /45! >?.! M@.-4>>.! 31! O.@02<1./4Q! 43! =! L?1/31! 201-.! 3455620814/94J! \2/! U4/43499.!M@.0?.D4!/?.D4!51/44!31!-./94/19.@1!1/!`,R!1/!31D4@>1!O.@0291Q!-2M2-1!31!/4?9@251<<2@4!.!@4/34@4!01/10.!5610M299.! -2@8./1-.!345!M2-c2;1/;J!]?4>92!>9@294;12!N2!.OO4@9.!D25131!@1>D.591!2/-N4!4-./.01-1Q!-./!/.94D.51!1/-@404/91!31!M@.3?<1./4J!! "**!N99MhIIiiiJ?/1D4J19I04312I2554;29.I>.>94/1815192VM3OI+"#k+(k+*k1/94@D4/9.k3.99k<.MM2>JM3O!

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Vi sono poi altri campi d’applicazione del Progetto promosso dal Ministero dell’Ambiente, in particolare nel settore tessile, dove l’esempio di Benetton200 è il più vicino alla realtà vitivinicola trevigiana. Non sono da meno in tal senso altri marchi quali Gucci, Pirelli e Illy Caffè. Tutte firme dunque di valida riconoscenza che oggi in Italia scommettono sul calcolo delle emissioni di anidride carbonica, probabilmente prima di tutto a scopi di marketing e promozione. Ma se la scelta è fatta da aziende così prestigiose, allora significa che il consumatore è attento a questi aspetti e ne tiene sempre più conto, e ciò deve diventare un’opportunità anche per il primo distretto spumantistico d’Italia. Il Ministero coinvolge anche una grossa fetta d’imprese vitivinicole201 nel progetto proposto, individuando così ben quattro tipologie d’indicatori diversi, tra cui Carbon e Water Footprint, valutazione agronomica in vigna e un indice di valorizzazione del paesaggio.