La diffusione sul palco Covid-19 e teatro
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acciaio inox, e particelle di virus vitale sono state reperite fino a 72 ore dopo l’applicazione su queste superfici, anche se il TCID50 si è ridotto grandemente dopo 72 ore sulla plastica e dopo 48 ore sull’acciaio. Sul rame SARS-CoV-2 è risultato inattivato dopo 4 ore, mentre sul cartone SARS-CoV-2 è inattivato dopo 24 ore.
Il tempo di dimezzamento in aerosol di SARS-CoV-2 è stato di 1,1-1,2 ore. Il tempo di dimezzamento del virus è stato simile an-che sul rame. Sul cartone SARS-CoV-2 è stato stabile più a lungo di SARS-CoV-1. La maggiore sopravvivenza del virus si è regi-strata per l’acciaio inox e la plastica. Il tempo di dimezzamento di SARS-CoV-2 è stato di 5,6 ore sull’acciaio e 6,8 ore sulla plastica.
I risultati suggeriscono che il contagio tramite aerosol e superfici inanimate di SARS-CoV-2 è plausibile, dato che il virus può rima-nere vitale e contagioso negli aerosol per ore e sulle superfici fino a giorni.
3 H 1,2 H 72 H 5,6 H 24 H 6,8 H
Tempo in cui Covid-19 si è mantenuto vitale nell'aerosol
Tempo di dimezzamento del Covid-19
in aerosol
Tempo in cui Covid-19 si è mantenuto vitale sull'acciaio e plastica
Tempo di dimezzamento del Covid-19
sull'acciaio
Tempo in cui Covid-19 si è mantenuto vitale su cartone
Tempo di dimezzamento del Covid-19
sulla plastica
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L' esperto di chimica e dinamica delle particelle nell’aria, José Luis Jiménez dell’Università del Colorado, e la sue equipe hanno cer-cato di calcolare il rischio di infezione da Covid-19 tramite aerosol partendo da uno strumento sviluppato da lui stesso.
Il simulatore si basa su dati e metodi pubblicati su come si pro-ducono i contagi tramite aerosol (con focolai reali che sono stati analizzati nel dettaglio) per stimare l’importanza di fattori misura-bili distinti che intervengono in uno scenario di contagio.
Il modello ipotizza che le persone adottino il distanziamento fisico di due metri, eliminando il rischio di contagio tramite goccioline, e che non ci siano persone immuni.
Il risultato del calcolo del simulatore sono quindi il numero di po-tenziali contagiati in tre scenari: quello in cui vengono replicate le condizioni di partenza, il caso in cui vengono utilizzate le masche-rine e quello in cui si adottano quest'ultime e il ricircolo dell'aria.
Colleghi da tutto il mondo hanno rivisto questo simulatore e, nono-stante ciò, il modello ha comunque un’accuratezza limitata. Esso si basa infatti su dati che sono ancora incerti, come la quantità di virus infettivi emessi da una persona contagiata o la loro infettività.
José Luis Jiménez, esperto di chimica e dinamica delle particelle dell'Università del Colorado
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In ogni caso il calcolo, anche se non esaustivo e non includente le innumerevoli variabili che contribuiscono a un contagio, può ser-vire per illustrare la progressione dei rischi in funzione dei fattori su cui possiamo intervenire.
Tra i casi analizzati dal simulatore, uno di grande utilità per com-prendere la dinamica di contagio al chiuso si è avuto durante la prova di un coro nello Stato di Washington, a marzo. Alla prova parteciparono solo 61 dei 120 membri del coro, che cercarono di mantenere le distanze e l’igiene. Senza saperlo però, provoca-rono uno scenario di massimo rischio: senza mascherine, senza ventilazione, cantando e condividendo lo stesso spazio per un tempo prolungato. Un solo contagiato di Covid, il paziente 0, in due ore e mezza contagiò 53 persone. Alcuni degli infettati si tro-vavano 14 metri dietro di lui, perciò il contagio si può spiegare solo con gli aerosol. Due dei malati sono morti.
Dopo aver studiato minuziosamente questo focolaio, gli scienziati con l'aiuto del simulatore dell'equipe di Jimènez sono riusciti a calcolare in che misura si sarebbe ridotto il rischio se si fossero prese misure contro il contagio per via aerea:
-nelle condizioni reali, il contagio ha interessato l’87 % dei presenti;
-se fossero state usate mascherine durante la prova, il rischio si sarebbe ridotto della metà;
-se la prova fosse stata più breve e la sala fosse stata ventilata, si sarebbero contagiati solo 2 coristi.
Positivi al covid
dopo 13-15 giorni dalla prova Casi sospetti
dopo 13-15 giorni dalla prova Ingresso
9 metri
18 metri Un solo contagiato seduto nelle
prime file ha contagiato tutti gli altri.
Direttore
del coro Pianoforte
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Nicholas R Jones, del diparitmento di Primary Care Health Sciences dell'Università di Oxford
Una revisione di articoli scientifici in merito al dibattuto tema del-la distanza di sicurezza in tema contagio da coronavirus è stata pubblicata sul British Medical Journal a firma Nicholas R Jones e colleghi. Le misure di distanziamento ufficiali utilizzate nei vari sta-ti sarebbero per gli autori « una semplificazione eccessiva basata su scienza ed esperienze obsolete di virus passati», scrivono gli autori della ricerca, facendo un riepilogo degli studi in questione.
L’articolo sul BMJ, facendo un riepilogo di quanto si conosce, co-struisce una tabella di facile consultazione che fa una stima del ri-schio di trasmissione incrociando alcuni fattori per i diversi ambienti e attività. Sul lato sinistro sono elencati ambienti “a bassa occupa-zione” divisi in “all’aperto e ben ventilati”, “al chiuso ben ventilati” e
“al chiuso scarsamente ventilati”. Le attività comprendono persone che stanno in “silenzio”, “parlano” o “gridano (e cantano)”, ma ogni volta viene specificato se esse negli ambienti si proteggono e per quanto tempo stanno nel luogo.
Ci sono quattro casi: persone che “portano la mascherina e han-no contatti per poco tempo”, che “portahan-no la mascherina e hanhan-no contatti per un tempo prolungato”, “che non portano mascherina e
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hanno contatti per poco tempo”, infine “che non portano la masche-rina e hanno contatti per un tempo prolungato”.
Il rischio è rappresentato dai colori: verde è “basso rischio”, giallo
“medio” e rosso “alto”. Nella parte sinistra della tabella si ripetono le casistiche con stessi ambienti, persone, attività e grado di protezio-ne, ma in questo caso si cerca di calcolare il rischio come se tutti gli ambienti presi in considerazione fossero affollati.
Guardando i rettangoli colorati, scopriamo che il rischio peggiore è dato, ad esempio, in luoghi all’aperto, molto frequentati con per-sone che gridano o cantano senza mascherina anche se vicini per breve tempo; oppure che una situazione “sicura” è un luogo poco affollato (anche scarsamente ventilato) dove le persone parlano a lungo, ma indossando le mascherine. La tabella non è esaustiva e considera ad esempio solo persone positive ma asintomatiche, mentre sappiamo che quando una persona è malata e tossisce o starnutisce i rischi di contagio aumentano tantissimo. Non sono nemmeno considerate la suscettibilità personale alle infezioni (soggetti immunodepressi o vulnerabili ai virus), né la carica vi-rale di un infetto, che può variare enormemente da un individuo ad un altro. «Nelle situazioni a più alto rischio – concludono gli scienziati – è necessario prendere in considerazione una distanza fisica superiore a 2 m e la riduzione del tempo di occupazione. È probabile che una distanza meno rigorosa sia adeguata, invece, in scenari a basso rischio”.
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