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LA REAZIONE DEL TEATRO

Nel documento 3 · COVID-19 E TEATRO (pagine 84-90)

Francesca D'Ippolito, Presidente di C.Re.S.Co, Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea

Prime misure governative Covid-19 e teatro

conferenza stato-regioni, a tutela di tutte le imprese dello spetta-colo. Questo perché in questo momento è necessario, come non mai, che le azioni dell'intero paese, ormai ahimé tutto considerato come come zona rossa, siano allineate nella tutela di chi svolge questo mestiere.

Gli ultimi dpcm hanno posto intero sistema nell'impossibilità di svolgere qualsiasi attività però ci preme sottolineare una cosa:

anche quando non vi era l'obbligo di sospensione delle attività ma era necessario semplicemente attenersi alle misure, assolu-tamente inadeguate allo spettacolo dal vivo, quale il metro di di-stanza, da subito il comparto è stato pronto a bloccare le attività per tutelare la salute dei cittadini e questo ci sembra un atto di grandissima civiltà che il teatro è riuscito ad esprimere in un mo-mento così così difficile.

Ovviamente i danni economici e normativi che il comparto sta subendo richiedono degli interventi tempestivi sia per quello che riguarda l'ambito della produzione, così come quella della pro-grammazione.

Per quanto riguarda la produzione, i colleghi di Federvivo avevano da subito iniziato a stimare le prime perdite della prima settimana grazie a dei dati della SIAE. Al momento non abbiamo dati certi, quel che è certo è che la quantità di produzioni bloccate e le tour-neè saltate, così come di programmazione in corso nei teatri, non sarà facilmente recuperabile. Non lo sarà soltanto da un punto di vista economico ma anche per una questione di tempo: possiamo ormai considerare con un certo criterio di realtà che le tournée, così come la programmazione, almeno fino a maggio potrebbero essere del tutto bloccate in quanto, anche qualora l'emergenza rientrasse il 3 di aprile (allo scadere delle indicazioni delle prescri-zioni di questa dpcm), dubito che ci sarà la possibilità immediata di riprendere le attività.

Il recupero delle giornate recitative perse diventa particolarmente complicato se pensiamo a settori come quello del teatro ragazzi che, a fronte della immediata e legittima chiusura, delle scuole, ha visto bloccare per primo dall'attività. Crediamo che i ragazzi e le bambine e i bambini di questo paese, anche nel momento in cui potranno, speriamo il prima possibile, tornare a scuola. avranno a che fare con esigenze didattiche che limiteranno di per sè le uscite, per cui fino a maggio crediamo non ci sarà possibilità di recupero. Per quanto riguarda invece la scena contemporanea, la prosa, i teatri sono di fatto già programmati e non ci sono spazio nel calendario perché si possa immaginare una riprogrammazio-ne riprogrammazio-nell'immediato.

Questo ovviamente comporta come dicevamo, altre ad un forte danno economico, anche un danno normativo perché sono gli stessi indicatori e parametri che le imprese devono raggiungere a essere posti in una crisi grandissima.

Per cui quello che si sta chiedendo il Ministero, sul quale c'è ovvia-mente una amplissima disponibilità, è una forma di tutela rispetto al mancato raggiungimento degli indicatori ministeriali o anche regionali.

Quello che come C.Re.S.Co ci preoccupa in maniera straordinaria è la situazione tragica dei lavoratori dello spettacolo.

In particolar modo dei lavoratori autonomi e gli intermittenti, dei lavoratori dipendenti da piccole e medie imprese, che non possono o non han-no potuto beneficiare nell'immediato delle forme di protezione previste ad esempio dal contratto collettivo nazionale, perché non scritturati per lungo periodo. L'articolo 19 del Contratto Collettivo infatti non ha potuto tutelare l'intera filiera dello spettacolo e lavoratori più più fragili e indipen-denti.

Questo fermo ovviamente equivale a centinaia e centinaia di lavoratori bloccati a casa che non hanno una garanzia di come poter recuperare quel credito. Quindi le battaglie più forti riguardano ovviamente le condi-zioni di vita di intere categorie di lavoratori dello spettacolo: artisti, tecnici, organizzatori. Risulta quindi fondamentale che misure straordinarie quali ad esempio la cassa integrazione in deroga o ulteriore ammortizzatori vengono ovviamente estesi a una platea di beneficiari che vada include-re le categorie meno rappinclude-resentate e meno protette di questo paese, che rischiano di non potersi rialzare in questo momento. Ovviamente scon-giuriamo questo, tentando di trovare tutte le possibili risposte perché il sistema possa rialzarsi con dignità e con forza.

Alcune riflessioni a margine, meno tecniche, abbiamo notato in questo tempo di crisi una straordinaria unione d'intenti.

Personalmente mi auguro che questa capacità di dialogo trasversale tra soggetti più grandi, più piccoli, indipendenti, più strutturati, possa essere una buona pratica che continui e perduri nel tempo anche quando l'e-mergenza sarà rientrata. Risulta infatti importante che il comparto possa ritrovare una forma di dialogo che miri al benessere di tutti i lavoratori.

Questa pratica del dialogo deve rimanere un valore aggiunto per il futu-ro. Rimarranno le differenze che continueranno contraddistinguersi, che sono anche sintomo di una bellezza, di una vivacità del nostro panorama artistico, ma è importante che si stia creando un lessico comune che mi auguro non essere figlio soltanto della paura, ma invece propedeutico a un nuovo modo di parlare insieme e di riscrivere delle regole.

Proprio di regole vorrei perché questo tempo nuovo sta mettendo in di-scussione tutti artisti, operatori, studiosi, critici. E allora da questo tem-po forse nasce scaturisce una riflessione semplice quanto necessaria: il coronavirus ha forse semplicemente scoperchiato una crisi che il nostro comparto covava da molto tempo e dichiarata da più parti.

Allora se questo tempo di fatica, di difficoltà, di distanza può diventare un tempo di riflessione, che ci porti a ripensare alle regole del futuro, sapendo che per il 2020 le regole esistenti non saranno mai sufficienti ad arginare la crisi; se questo tempo ci porterà a riscrivere le regole del prossimo triennio, a ripensare a un sistema più aperto in grado di favorire veramente lo sviluppo dei linguaggi della scena, dell'innovazio-ne contemporadell'innovazio-nea, del bedell'innovazio-nessere dei lavoratori dello spettacolo e della dignità di chi fa questo mestiere; ecco, bene, se questo accadrà vorrà dire che insieme saremo riusciti a superare un momento molto brutto.

È questo l’unico augurio che possiamo farci: mettere a frutto, in questi

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giorni di distanza, tutti i pensieri, riflessioni, gli stimoli perché le regole del prossimo triennio siano delle regole chiare, semplici e che possono andare a vantaggio di tutti i lavoratori dello spettacolo. Che possa essere un tempo in cui gli artisti possano ritrovare un agio della creazione, meno istericamente dettata dai tempi delle delle produzioni, dai tempi di un mercato sempre meno accogliente, sempre più famelico di novità.

"Vi lascio con un impegno: C.Re.S.Co, così le altre sigle, farà di tutto perché, a partire dal giorno stesso in cui l'emergenza sarà rientrata, possa nascere una

grandissima campagna contro la paura.

Il problema infatti sarà quello di riportare la gente ad avere il coraggio, dopo un tempo così difficile, di stare assieme, nello stesso luogo, di fronte a qualcosa che accade in quel momento.

Perchè è questa la grande ricchezza che il teatro porta in dono: la capacità di essere assieme, in silenzio,in un luogo, mentre accade qualcosa che è solo per noi.

Questa capacità di stare assieme, questa voglia di incontrarsi, la dobbiamo coltivare così da poter contrastare tutti insieme la paura nel momento in cui l'emergenza non esisterà più.

L’ augurio quindi è quello di trovarsi accanto, poltrona accanto a poltrona, sguardo insieme ad altri sguardi, per immaginare il sistema che sarà, gli

spettacoli che ci aspettano, i festival che

ci accoglieranno. Buona fortuna a tutti e

buon teatro sempre, a tutti noi!"

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Abbiamo previsto un provvedimento di 130 milioni di euro per il cinema e lo spettacolo per misure straordinarie, e questa mattina ho già firmato per assegnare la prima parte di risorse, 20 milioni di euro, a tutti quei mondi dello spettacolo – teatro, danza, musica, circhi, festival – che sono esclusi dal Fus e quindi più indifesi.

Dario Franceschini, Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo

LA REPLICA “Nessun artista verrà dimenticato:

nessun attore, nessun musicista così come nessun lavoratore del mondo dello spettacolo.

Non parlo delle grandi star, che hanno le spalle robuste, parlo delle professionalità più indifese: le prime misure sono a loro tutela."

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Questo stanziamento fornisce una prima risposta alle tantissime piccole realtà che operano nei settori del teatro, della musica, del-la danza, del circo prive del sostegno statale e pertanto sottoposte a maggiori incertezze. Un mondo fatto di professionisti abituati a vivere del proprio talento che ora conoscono un momento di dura difficoltà e meritano il pieno sostegno delle istituzioni.

Così il ministro Dario Franceschini al "Question time" della Ca-mera, dichiarò di aver firmato il decreto che avviò le procedure per il riparto di 20 milioni di euro a sostegno delle realtà delle arti performative che non avevano ricevuto contributi provenienti dal FUS nel 2019.

Tali risorse provenivano dai fondi istituiti con il decreto “Cura Ita-lia”, varato dal Governo il 17 marzo, il quale destinava 130 milioni di euro alle emergenze dello spettacolo e del cinema.

Le risorse vennero ripartite in parti uguali per ciascun beneficiario e devolute ai soggetti che presentarono domanda nel rispetto di quattro semplici requisiti: prevedere nello statuto o nell’atto costi-tutivo lo svolgimento di attività di spettacolo dal vivo; avere sede legale in Italia; non aver ricevuto nel 2019 contributi dal FUS; aver svolto tra il 1° gennaio 2019 e il 29 febbraio 2020 un minimo di 15 rappresentazioni e aver versato contributi previdenziali per alme-no 45 giornate lavorative.

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I NUMERI

Nel documento 3 · COVID-19 E TEATRO (pagine 84-90)

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