2. DESCRIZIONE DELLA METODOLOGIA
2.4. Caratterizzazione degli scenari incidentali
2.4.2. Alberi degli eventi modificati usati nell’analisi
Nella presente analisi sono stati considerati gli alberi degli eventi tipici della sicurezza industriale modificati in funzione del tipo di attacco esterno considerato. E’ risultato necessario, al momento di selezionare gli scenari possibili in conseguenza di un attacco, analizzare le modalità di danno per sviluppare alberi degli eventi modificati.
Si riporta di seguito una tabella riassuntiva di come la tipologia di attacco influenzi l’albero degli eventi (Tab.2.7).
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MODALITA’ DI DANNO TIPO DI RILASCIO PROVOCATO
TIPOLOGIA DI ALBERO DEGLI EVENTI
Deliberate Misoperation Continuo Standard
Interference using simple minds
Continuo Standard
Interference using major aids
Continuo Standard
Arson using simple means
Continuo/Istantaneo Modificati (presenza di innesco immediato)
Arson using incendiary devices
Continuo/Istantaneo Modificati (presenza di innesco immediato)
Vehicle Accident Continuo/Istantaneo Modificati (presenza di innesco immediato)
Explosives Continuo/Istantaneo Modificati (presenza di innesco immediato)
Shooting (1) Continuo/Istantaneo Standard con innesco non necessariamente immediato
Shooting (2) Continuo/Istantaneo Modificati (presenza di innesco immediato)
Plane Accident Continuo/Istantaneo Modificati (presenza di innesco immediato)
Tabella 2.7 Alberi degli eventi da prendere in considerazione per le varie modalità di attacco.
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Si riportano di seguito gli alberi degli eventi, nella versione modificata e nella versione standard, usati nella presente analisi: ad ogni albero degli eventi è associata una sigla identificativa.
Esempio:
ET-CL-CR-ST
ET: Event tree (Albero degli eventi);
CL – PG: Criogenic Liquid (Liquido Criogenico)-Pressurized Gas (Gas in
pressione);
CR – IR: Continuous Release (Rilascio Continuo)-Istantaneuous Release
(Rilascio Istantaneo);
ST - MOD: Standard (Albero degli eventi non modificato)-Modified (Albero
degli eventi modificato);Pagina | 38 •
Albero degli eventi standard per rilascio continuo di LNG (ET-CL-CR-
ST)
•
Albero degli eventi modificato per rilascio continuo di LNG (ET-CL-CR-
MOD)
Figura 2.2 Albero degli eventi standard per rilascio continuo di liquido criogenico infiammabile.
Figura 2.8 Albero degli eventi modificato con presenza di innesco immediato per rilascio continuo di liquido criogenico infiammabile.
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Albero degli eventi standard per rilascio istantaneo di LNG (ET-CL-IR-
ST)
•
Albero degli eventi modificato per rilascio istantaneo di LNG (ET-CL-IR-
ST)
Figura 2.9 Albero degli eventi standard per rilascio istantaneo di liquido criogenico infiammabile
Figura 2.10 Albero degli eventi modificato con presenza di innesco immediato per rilascio istantaneo di liquido criogenico infiammabile
Pagina | 40 •
Albero degli eventi standard per rilascio continuo di BOG/NG (ET-PG-
CR-ST)
•
Albero degli eventi modificato per rilascio continuo di BOG/NG (ET-PG-
CR-MOD)
Figura2.11 Albero degli eventi per rilascio continuo gas infiammabile in pressione.
Figura 2.12 Albero degli eventi modificato con presenza di innesco immediato per rilascio continuo di gas infiammabile in pressione.
Pagina | 41 •
Albero degli eventi standard per rilascio istantaneo di BOG/NG (ET-PG-
IR-ST)
•
Albero degli eventi modificato per rilascio istantaneo di BOG/NG (ET-
PG-IR-MOD)
Figura2.14 Albero degli eventi modificato con presenza di innesco immediato per rilascio istantaneo di gas infiammabile in pressione.
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2.4.3. Tempi di rilascio
I tempi di rilascio sono stati determinati tenendo conto della presenza dei sistemi di intercettazione d’emergenza. Infatti la durata di uno scenario incidentale è condizionata fortemente dai tempi di azionamento di questi sistemi, che comprendono unità di “gas/fire detection” e valvole di “shut-down” ad azionamento automatico o manuale. Queste valvole permettono l’isolamento delle zone interessate dal rilascio e, se possibile, lo svuotamento o l’intercettazione della sostanza interessata. Il ritardo dell’azione di emergenza dipende fortemente dall’estensione del sito e dalla quantità di sostanza coinvolta nel rilascio: maggiore è la quantità di materiale rilasciato, più veloce sarà l’intervento dei “gas/fire detection” e di conseguenza delle valvole di intercettazione/isolamento.
Si distinguono 3 categorie principali di sistemi di emergenza ad azionamento sia manuale che automatico:
• Emergency Shut Down for fire presence: si aziona automaticamente in caso di rilevamento di fiamme, inoltre può essere azionato manualmente da un operatore nella sala di controllo.
• Emercency Shut Down for gas presence: si aziona automaticamente in caso di rilevamento di una elevata concentrazione di gas (maggiore del 50% LEL) e può essere azionato manualmente dalla sala di controllo.
• Process Shut Down: può essere azionato automaticamente a causa di parametri di processo non corretti (ad esempio pressione della linea troppo alta o bassa), oppure può essere azionato manualmente dalla sala di controllo.
Attraverso studi bibliografici si sono potuti definire dei tempi caratteristici di rilascio in
funzione dei tempi di intervento dei sistemi di emergenza. Questi tempi caratteristici sono
stati associati alle categorie di rilascio identificate nel paragrafo 2.1 e sono riassunti nella
tabella seguente (tab. 2.8). Per i LOCs che prevedono il rilascio di una quantità minore di
sostanza pericolosa sono stati associati dei tempi di rilascio maggiori, a causa del
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concentrazione pericolosi. I tempi di rilascio diminuiscono per i LOCs che prevedono una
quantità maggiore di sostanza rilasciata.
LOC Description Time Release (sec.)
R1 Small leak, continuous release from a 10 mm equivalent
diameter hole
5000
R2 Catastrophic rupture, release of the entire inventory in 600 s
600
R3 Catastrophic rupture, instantaneous release of the
entire inventory in 120 s
120
R4 Pipe leak, continuous release from a hole having 10% of pipe
diameter
3000
R5 Pipe rupture, continuous release from the full-bore pipe
500
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