Il IV Salone internazionale del veicolo industriale, svoltosi dal primo al nove novembre nel palazzo di Torino-Esposizioni, è stato un grande successo sotto un duplice aspetto. Prima ancora di essere una vasta e completa ras-segna di tutto quanto è connesso al trasporto automobilistico di persone e di merci, il salone ha voluto esprimere una chiara te-stimonianza della volontà di ri-presa, della testarda tenacia con cui il settore industriale si batte per uscire dalla crisi economica. Inoltre il volume degli affari, conclusi od avviati, è stato tale da lasciar supporre che abbia avuto inizio il processo di risa-lita dal bassofondo toccato nei mesi scorsi; un sintomo insomma di ripresa che si spera possa es-sere più rapida di quanto ancor oggi molti non suppongono. Tut-to il Salone ha dimostraTut-to — co-me ha avuto recenteco-mente occa-sione di dire il Presidente del Consiglio Moro — che ci sono i presupposti perché il nostro Paese possa uscire dal periodo di recessione: c'è la volontà e la possibilità di portarsi ai livelli già raggiunti da altre nazioni eco-nomicamente più forti.
Durante l'inaugurazione il mi-nistro dei Trasporti, onorevole Mario Martinelli, ha dichiarato:
« Questa manifestazione affronta la realtà e le prospettive di un settore in evoluzione, ma sempre
più direttamente legato allo svi-luppo dei paesi dell'Europa, se si considera che soltanto nella zona del Mec l'autocarro assor-be il 70% dell'intero movimen-to delle merci ».
Un significativo commento è stato quello fatto da Umberto Agnelli, amministratore delegato della Fiat: « Questo Salone è un
fatto positivo. L'industria italia-na dimostra di voler essere pro-tagonista della ripresa, dopo la lunga crisi, e il successo che si sta delineando tra il pubblico è la prova che qualcosa si sta muo-vendo, che stiamo, sia pure len-tamente, migliorando ».
Neppure gli organizzatori si attendevano una partecipazione cosi notevole di espositori; sono stati 310, di nove paesi: Francia, Germania federale, Giappone, Italia, Regno Unito, Romania, Stati Uniti, Svezia e Svizzera. Sono stati occupati 40 mila me-tri quadrati e cioè tutti i saloni che compongono il Palazzo di Torino-Esposizioni e si è dovuto debordare con gli stands anche negli spazi liberi all'aperto. Gli espositori non sono mai stati cosi numerosi né prima si erano viste tante novità o tanto interesse da parte degli operatori specializza-ti; si è dovuto fare un complicato lavoro organizzativo per acco-gliere tutti, rispettando preceden-ze e desideri, per mettere tutte le produzioni presentate nel giusto rilievo.
L'industria dell'autocarro è nettamente orientata verso pro-spettive europee, verso la coope-razione multinazionale che con-sente di servire sempre meglio la clientela. Ciò non vuol dire che vengano dimenticate le necessità dei paesi più lontani, come quelli dell'Africa emergente, del Me-dio-oriente e oggi del mondo ara-bo sul quale si è rovesciata la benefica manna dei petrodollari. Disporre in Europa di una base solida e articolata per la produ-zione sul piano tecnico e su quel-lo finanziario corrisponde a sta-bilire le migliori condizioni per esportare verso paesi lontani ed economicamente nuovi significa realizzare uno strumento di af-fermazione e di progresso tecnico e industriale.
In questa prospettiva si è inse-rita la Iveco concentrazione ita-lo-franco-tedesca che per la sua importanza merita un cenno par-ticolare. Circa un anno fa la Fiat e la Humbolt-Deutz costituiva-no una società holding che ha riunito e coordinato tutte le atti-vità precedentemente svolte nel settore autocarri e autobus dalle marche Fiat, O m e Lancia vei-coli speciali in Italia, dalla Unic in Francia e dalla Magirus-Deutz in Germania. E nato cosi uno dei più importanti gruppi del settore in campo internazionale, un'im-presa tipicamente europea con 16 stabilimenti di produzione, oltre 50 mila dipendenti, 110
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Una visione panoramica del grande salone centrale del palazzo di Torino Esposizioni occupato in ogni sua parte da 310 espositori.
la veicoli prodotti nel '74 e un fatturato di circa 1300 miliardi di lire. L'Iveco rappresenta il 19,2% della produzione europea di veicoli con peso totale a terra sopra le 3,5 tonnellate e il 2 2 , 7 % della produzione Mec. Oltre 3 mila punti di assistenza, disposti in tutta Europa, sono al servizio di una gamma di produ-zione tra le più complete con cir-ca 200 modelli base e 600 ver-sioni da 3,6 tonnellate di peso totale a terra sino ai massimi consentiti nei vari paesi.
Al vertice dell'Iveco, a fianco di Umberto Agnelli, è l'ingegner Bruno Beccaria che ha organiz-zato un'interessante conferenza-stampa durante la quale ancor una volta si è trattato della tanto discussa questione dei pesi e del-le dimensioni degli autocarri in-dustriali in Italia, uno degli
osta-coli sia per l'industria costrut-trice sia per gli utenti, questione che il ministro Martinelli ha in-formato dovrà essere affrontata a Bruxelles per trovare un punto di accordo. Al momento attuale lo stato delle cose può essere cosi riassunto: in Italia circola-no autocarri stranieri del peso di
15 tonnellate mentre i nostri non possono superare le 10 tonnella-te. La cooperazione multinazio-nale dovrà portare ad eliminare cosi sensibili differenze tra na-zione e nana-zione. Sono anni che da noi si discute sulle modifiche da apportare ai nostri regolamen-ti, ma ancora non si è fatto nulla. Ora il ministro dei trasporti ha detto che la soluzione del pro-blema non dovrebbe essere lon-tana e con essa una ripresa in tutto il settore del veicolo indu-striale.
Non è evidentemente possibile illustrare casa per casa quanto è stato esposto, anche perché sino-ra non si esino-rano mai presentate tante novità, mai visti tanti mo-delli. È da ricordare che tra gli espositori erano 19 ditte costrut-trici di carrozzerie per autobus, 26 carrozzerie industriali, 24 co-struttori di rimorchio, 70 produt-tori di veicoli speciali, 8 case co-struttrici di pneumatici speciali e ruote, 138 espositori di parti di ricambio e accessori vari.
Alcuni cenni: l'Alfa Romeo ha presentato un autocaravan su Alfa Romeo A 12 capace di al-loggiare 4 persone per raid turi-stici a largo raggio. La Ford ha portato a Torino l'intera gamma dei suoi veicoli commerciali ed autocarri tra i quali si nota il Ford transcontinental serie H, una novità per il mercato
italia-no; si tratta di un autocarro for-nito di motore Diesel a 6 cilindri che sviluppa 243 hp o 275 hp con turbocompressore studiato appositamente per i trasporti in-ternazionali. Notevole e di molto prestigio la serie dei prodotti del-la Daimler-Benz mentre del-la Bed-ford ha illustrato tutte le sue spe-cializzazioni sotto la firma della General Motor in Europa nel campo del trasporto su strada; di questa serie facevano spicco 5 esemplari « g i g a n t i » TM. La Volvo, presente per la prima vol-ta all'esposizione, ha porvol-tato due veicoli pesanti, l'F 88 e l'N 10, per sottolineare l'interesse della casa svedese per il mercato ita-liano.
La Fiat ha organizzato una at-traente manifestazione per pre-sentare e dimostrare le attitudini delle sue più recenti creazioni i cui modelli erano esposti nel Sa-lone: il Fiat O m idromeccanico per cava e cantiere e l'autocarro 90 P 4 X 4, due novità assolute. Erano presenti, oltre agli italiani, 100 giornalisti stranieri, prima al centro storico della Fiat, per as-sistere alla proiezione di docu-mentari dedicati proprio a que-ste specializzazioni, poi su un terreno aperto quanto mai acci-dentato. Gli autocarri sono stati messi a durissima prova in loca-lità che possono essere definite fuoristrada, disseminate di pie-troni, cespugli, avvallamenti con pendenze che hanno raggiunto il 6 5 % . Sono state compiute evo-luzioni un tempo possibili sol-tanto a mezzi cingolati o a fuori-strada sportivi e oggi realizzabili con veicoli a pieno carico per funzioni di lavoro. Sono mezzi da impegnare in agricoltura, nel-le foreste, per ricerche minerarie, nel trasporto sulle strade di mon-tagna, nel traino su neve, nei ser-vizi di cantiere e nei soccorsi in
genere. Notevoli anche le presta-zioni del Fiat Om 300 idromec-canico, colosso di 30 tonnellate che sa muovere con molta dol-cezza i 260 CV di potenza dei sei cilindri di cui è fornito. La ma-novrabilità di guida di questo gigante ha veramente sbalordito.
La Viberti ha presentato una stazione mobile per ri fornitore di aerei con cisterna di capacità pari a 5 mila galloni e un semi-rimorchio T I R a tre assi del peso totale a pieno carico di 33 ton-nellate. La Boneschi era in sala con un veicolo Fiat 300 L della lunghezza totale di 12 metri che si trasforma in sala stampa, do-tato di monitor T V per ricevere trasmissioni varie, telefoni,
ser-vizi igienici, bar, ecc. Di Bertone un minibus con aria condiziona-ta, tetto asportabile in plexiglas e impianto interfonico. La Fisso-re ha costruito su Fiat 242 Die-sel un autobus leggero trasfor-mabile in versioni multiple per trasporto merci e persone, scuo-labus e un autobus urbano. Della Macchi di Varese un autobus-autotreno di 18 metri, con 150 posti; delle Officine Padane uno studio di carrozzeria per autobus granturismo su Mercedes 303 con salotto di 55 posti cinema, bar, aria condizionata e baga-gliaio. Il trasporto speciale della Unitrans, con furgone isotermico e frigorifero su Fiat 130 MR, è stato molto ammirato. Della
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Uno dei modelli per autobus della serie unificata che dovrebbero circolare in tutte le regioni. Sono spaziosi, di comodo accesso e confortevoli.
nonzio osservato un autonegozio su Om 90 destinato a vendita di frutta e verdura con condiziona-mento d'aria estensibile ed apri-bile con comando idraulico.
L'ecologia non è stata dimen-ticata dalla Bergomi che ha ap-prontato un autocarro speciale per nettezza urbana con portata di 1,6 tonnellate mentre la ditta Calabrese ha pure presentato un altro veicolo fornito di uno spe-ciale « compattare » di rifiuti.
Con molto interesse sono stati osservati tutti i modelli per auto-bus della serie unificata che do-vrebbero circolare in tutte le città italiane. A questo settore le Regioni hanno già destinato una
spesa di 150 miliardi e nella « normativa » indicata dalla Fe-dertrasporti sono previsti tutti i suggerimenti derivanti dalle aziende consultate. Se questo tipo di veicolo avrà presto il nul-laosta del Ministero dei trasporti già per la prossima primavera po-trà essere pronto il prototipo.
Alcune cifre esposte nei molti e assai importanti convegni svol-tisi nelle giornate del Salone do-cumentano il ruolo dell'autotra-sporto nella economia italiana. Le statistiche informano che nel nostro paese il trasporto su stra-da raggiunge il 7 0 % mentre in altre nazioni più industrializza-te, come la Germania e la
Fran-cia, si riduce al 5 0 % . Da noi non si deve dimenticare che la rete ferroviaria è insufficiente (solo 16 mila chilometri contro 1.290.000 chilometri di strade) che in Italia è sempre mancata una politica del trasporto fluvia-le altrove sviluppatissimo; ac-cade cosi che sull'autocarro si riversi gran parte della « fatica del trasportare » e di conseguen-za si ricercano tecnologie sempre più avanzate per rendere versa-tile ed economico l'impiego ap-punto dell'autocarro. Tutto ciò spiega i motivi del grande suc-cesso del Salone torinese che ha avuto tanti e vasti riflessi anche all'estero.