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Alcuni frutti antichi rappresentativi del Friuli Venezia Giulia

( Malus x domestica Borkh.) provenienti dal Friuli Venezia Giulia

2.7 Alcuni frutti antichi rappresentativi del Friuli Venezia Giulia

Baldovino Toffolutti

Per il Friuli Venezia Giulia vengono di séguito descritte alcune varietà scelte tra le più tradizionali delle singole aree di storica coltivazione, con attenzione sia per alcune ad effettivo rischio di estinzione, sia soprattutto per quelle che si caratterizzano per elementi di pregio pomologico, gustativo, organolettico e di tipicità dei frutti, conco-mitanti a sufficiente rusticità nel comportamento vegeto-produttivo della pianta. Caratteristiche siffatte, insieme a doti di tolleranza alle avversità parassitarie, com-provate o in via di accertamento, rappresentano di fatto un prerequisito per la valo-rizzazione anche nell’imminente della risorsa “germoplasma”, attraverso la reintro-duzione da più parti auspicata di produzioni tipiche ottenibili con coltivazioni a basso input di prodotti chimici, se non addirittura biologiche.

Per le varietà di melo e pero descritte sono riportati gli esiti di osservazioni inerenti al grado di suscettibilità alle crittogame condotte nei primi anni 2000, in particolare nel campo catalogo di Enemonzo, da ricercatori dell’Università di Udine (prof. Osler, prof. Ermacora e collaboratori). Sulla base delle doti di resistenza a ticchiolatura

riscontrate ed in via di caratterizzazione per talune varietà locali di melo, queste sono state inserite come parentali in programmi di miglioramento genetico intrapresi dall’Università di Udine medesima.

Ove disponibili, in particolare per alcune varietà di melo e pero, vengono forniti dati relativi alla composizione chimica dei frutti (tenore zuccherino, acidità, contenuto in polifenoli e sostanze antiossidanti, vitamina C), all’attitudine alla frigoconservazione degli stessi nonché all’idoneità alla trasformazione in succo. Per le varietà di pero, pesco, susino, ciliegio e castagno si dice dei tradizionali utilizzi e del loro impiego per la produzione di specifici trasformati. Non mancano accenni alle caratteristiche merceologiche e alla resistenza ai parassiti dei frutti di alcune varietà rappresentati-ve del nostro germoplasma castanicolo.

Per l’olivo, sulla base di approfonditi studi condotti dall’ERSA in collaborazione anche con la vicina Slovenia, sono qui descritte le principali caratteristiche di tre varietà autoctone passibili di maggior diffusione nel panorama varietale dell’olivicoltura regionale, previa adeguata moltiplicazione, e le cui peculiarità si reputano senz’altro essenziali ai fini di una maggior tipicizzazione delle produzioni locali. Per quanto attie-ne invece alla vite, si riportano alcuni esempi dei numerosi particolari vitigni storici del Friuli Venezia Giulia, risparmiati in alcuni casi dall’estinzione ed in generale distin-tisi in passato e raccomandati alla coltivazione per le loro caratteristiche qualitative, in qualche caso tradizionalmente utilizzati in uvaggi con altre varietà locali di un’area, ad ottenere un vino di territorio diverso rispetto ad altre realtà viticole confinanti. Se si eccettuano indagini di “genotyping” condotte sul germoplasma olivicolo, nonché recentemente su tutte le accessioni del germoplasma viticolo minore capillarmente individuate sul territorio regionale (Crespan et al., 2011; Cipriani et al., 2010) e per alcune varietà locali di melo (Fabro e Testolin, 2004), in generale sulle varietà descritte per le diverse specie non sono state eseguite caratterizzazioni genotipiche. Quindi, con riguardo a queste, ma anche a molte altre varietà/accessioni qui non riportate, non è escluso che lo stesso frutto possa essere presente in luoghi diversi con nomi diversi o, viceversa, che varietà differenti possano essere conosciute con lo stesso nome. Per molte accessioni delle varie specie considerate andrebbe, in realtà, verificato se effettivamente si tratti di singole, distinte varietà locali o se e quanto esse siano invece il risultato di specifici adattamenti ai territori (ecotipi).

Castagno Canalutta Olivo Drobnica

Castagno Obiacco Olivo Gorgazzo

Ciliegio Duracina di Tarcento Pero Pettorale grosso (a maturazione invernale)

Ciliegio Karnjuka Pero Pettorale

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Pera Volpina

Ciliegio Vipauka Pêrs campanèi

Figo Moro da Caneva Pero Fico

Marrone di Vito d’Asio Pêrs da rôsa

Melo Andreuzzi Pêrs da sàgra

Melo Chei dal Cordòn Pesco Isontina

Melo Dal Dolç Pesco Triestina

Melo di Campone Susino Botàz da fière

Melo Kiselca Susino Prissica

Melo Rosse invernali Susino Zimber bianco

Melo Rùsin d’unvièr Vite Berzamino

Melo Striato dolce Vite Fumat

Melo Zeuka di Rodda Vite Refosco bianco Olivo Bianchera

Coltura promiscua in abbandono di vite maritata a peri annosi, nei pressi di San Floriano del Collio, GO (Baldovino Toffolutti).

CASTAGNO CANALUTTA

Castanea sativa Miller

Luogo, livello e condizioni di diffusione Frutti di piccola pezzatura, di forma

ellittico-sferoidale, con apice appuntito e base arrotondata. Colore marrone chiaro con striature più scure irregolari.

Caratteri di riconoscimento

Epoca di germogliamento e fioritura tardiva e medio-tardiva. L’albero risulta vigoroso con portamento espanso con forma della chioma globosa. I ricci hanno piccole dimensioni, con 3 frutti. Gli aculei sono rigidi e di media lunghezza. La maturazione di raccolta è tardiva, (terza decade di ottobre) e la produzione elevata.

Rilievi, osservazioni agronomiche, commerciali, organolettiche

I frutti, malgrado la piccola pezzatura, pos-siedono pregevoli caratteristiche organo-lettiche, e pertanto sono assai ricercati, prevalentemente per il consumo fresco. Si conservano molto bene e sono resistenti al marciume e agli attacchi dei lepidotteri.

Luogo di conservazione Valli del Natisone (Udine).

Natura e livello di conoscenza

Questa varietà un tempo costituiva per le popolazioni locali un importante apporto amilaceo alla dieta.

Referente

Luigi Fabro, ERSA FVG luigi.fabro@ersa.fvg.it

Il nome deriva dalla località Canalutto in comune di Torreano (UD). È presente, inoltre, nei comuni di Pulfero, Savogna, San Leonardo, San Pietro al Natisone e Drenchia. L’areale naturale di vegetazione della Canalutta è compreso tra i 200 e 700 m s.l.m.

Uso nella tradizione

Frutti maturi di Canalutta (da Nuovo Cibario del Friuli Venezia Giulia. Atlante dei prodotti della tradi-zione. ERSA, 2008)

Particolare della colorazione dei frutti (da Nuovo Cibario del Friuli Venezia Giulia. Atlante

Castanea sativa Miller

Luogo, livello e condizioni di diffusione Frutti di grossa pezzatura, di forma ellittica con base e apice arrotondato. Colore ros-siccio percorso da striature più scure. Il seme si presenta monosperma. La pianta presenta una corteccia screpolata e per-corsa da profonde solcature longitudinali.

Caratteri di riconoscimento

Epoca di germogliamento e fioritura intermedia. La pianta ha portamento espanso, forma della chioma globosa. Molto vigorosa, raggiunge notevoli dimensioni. I ricci sono di media grandezza, di forma sferica contenenti 3 frutti, gli aculei sono lunghi e distribuiti uniformemente. La produzione è buona.

Rilievi, osservazioni agronomiche, commerciali, organolettiche

I frutti, per la pezzatura e per le caratteristi-che organoletticaratteristi-che, sono molto richiesti. Risultano mediamente conservabili, destinati prevalentemente al consumo fresco e per la preparazione di puree e confetture. Il legno produce ottimi assortimenti ed è utilizzato per lavori di falegnameria.

Valli del Natisone (Udine).

Natura e livello di conoscenza

Le popolazioni delle valli tenevano in grande considerazione questa varietà in quanto apportatrice di un’apprezzabile integrazione di reddito.

Referente

Luigi Fabro, ERSA FVG luigi.fabro@ersa.fvg.it

Questa cultivar risulta la più diffusa nelle valli del Natisone (UD) ed in alcune zone è la culti-var predominante. I limiti altimetrici sono compresi tra i 300 – 500 m s.l.m.

Uso nella tradizione

Luogo di conservazione

CASTAGNO OBIACCO

I frutti maturi di Obiacco (da Nuovo Cibario del Friuli Venezia Giulia. Atlante dei prodotti della tradizione. ERSA, 2008).

Particolare della colorazione dei frutti (da Nuovo Cibario del Friuli Venezia Giulia. Atlante dei pro-dotti della tradizione. ERSA, 2008).

CILIEGIO DURACINA