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BOSCHI IN VIA DI SCOMPARSA

4.6 ALCUNI INDICATORI DI DESERTIFICAZIONE

Oggi è noto354 che relativamente alle aree vulnerabili e ad alcuni 355 indicatori di desertificazione356 la terra rossa oppure i suoli leptosols, caratterizzanti della zona dalmata,

352 ASS, AMID, Split III/1 – Spalato, Traù, b.133/1: Estimo della rendita in naturali del Comune di Zirona, sez. 8. Cfr. inoltre, Proclama del governo, 8. Dicembre 1815 e Ripubblicazione delle leggi per impedire l’ escavo

de’ zocchi e l’ estirpazione delle radici e la vendita di essi in Raccolta delle leggi ed ordinanze dell'anno 1827 per la Dalmazia, Zara: Antonio Luigi Battara, 1829:169-175.

353

ASS, AMID, Split III/1 – Spalato, Traù, b. 487: Operato dell’Estimo censuario del Comune censuario di

Prapatnizza, sez. 7 e 10. Cfr. Raccolta delle leggi ed ordinanze dell'anno 1840 per la Dalmazia, Zara:

Demarchi-Rougier, 1847:134.

354 Le prime misurazioni continue e sistematiche meteorologiche nell'Adriatico orientale risalgono alla metà del XIX secolo. Sono state condotte a Dubrovnik a partire dal 1851, a Zara dal 1854, anche se usavano di essere le misurazioni sporadiche. Una delle prime sistematiche misurazioni meteorologiche attuate nella zona dalmata è sicuramente quella di Zara per gli anni 1793-1794. Nuovo Giornale Enciclopedico d’ Italia V, Ottobre:87-98 A Zagabria, le misurazioni meteorologiche sono eseguite senza interruzione dal 1852, mentre a Trieste dal 1788. Per il periodo fino al dicianovesimo secolo vedi, PENZAR, I., PENZAR, B.(1997). Weather and climate notes

on the Adriatic up to the middle of the 19th century, Geofizika 14:47-82. Le rilevazioni geologiche,

geomorfologiche e pedologiche dell'area in esame sono di data più recente e risalgono all'institualizzazione delle discipline geografiche del fine dicianovesimo e l'inizio ventesimo secolo ed alle opere del Jovan Cvijić, Vjekoslav Klaić, Hinko Hranilović.

130 corrispondono secondo la classificazione della FAO UNESCO a suoli poco profondi e molto superficiali, di solito presenti su roccia continua e terreni che sono estremamente pietrosi e

355 Non disponendo per il periodo in esame dei dati storici precisi relativamente agli indicatori di desertificazione connessi alle precipitazioni, aridità, radiazione solare e grado di copertura vegetale, questi dati sono esclusi dall' analisi di confronto. Per il periodo dal 1961 fino ad oggi, brevemente: in zona a partire degli anni settanta del ventesimo secolo relativamente alla stazione meteorologica di Split – Marjan si segnala un progressivo aumento della media pluriennale della temperatura dell’ aria: è il trend che corrisponde alle anomalie e ad un progressivo aumento di temperatura a scala globale (nel periodo tra il 1880 e 2013 la media annuale è in aumento di ≈_0.7°C cioè 0,2°C per decade dal 1975 fino ad oggi). La radiazione solare media pluriennale per il periodo dal 1961-1990 raggiunge i valori elevati, intorno 1500-1600 kWh per metro quadrato. Mentre quanto all’aridità, per lo stesso periodo, si parla di un notevole deficit idrico, prevalente nella parte litorale ed isolare della costa e nella metà calda dell'anno che dura da aprile a ottobre, inducendo di conseguenza ad un clima con tendenza alla desertificazione. Avendo presente le precipitazioni annuali di 280 mm come valore fondamentale per l'erosione del suolo e la crescita delle piante, oggi si evidenzia un trend sempre più progressivo connesso al fattore di decrescita delle precipitazioni, in particolare se si considerano i periodi più brevi. Ad esempio, nel periodo tra il 1961-1990 sono state registrate fino al 20% di meno precipitazioni rispetto al periodo climatico precedente (1930-1861), così come nel periodo tra il 1971-2000 in cui circa da 800 mm a 900 mm di precipitazioni potevano essere attese sulle isole e sulla costa centrale della Dalmazia, nell’entroterra da 900 mm a 1100 mm. Inoltre, secondo le registrazioni della stazione meteorologica di Split-Marjan nell'anno 2013, la media pluriennale delle precipitazioni ammontava da 780 mm a 807 mm, mentre il valore di soli 100-200 mm si è rilevata come la media pluriennale tra il 1971-2000 in periodo di vegetazione nella stretta fascia costiera della zona più larga della Punta Planca (cioè 300-400 mm nel litorale e 500-600 mm nell’entoterra). Medalus Project,

Desertification Indicator System for Mediterranean Europe o European soil assessment and monitoring framework. Manual on key indicators of desertification and mapping environmentally sensitive areas to desertification (1999). Kosmas, C., Kirkby, M., Geeson N. (a cura di), Luxembourg: Office for Official

Pubolications of the European Communities:42; PERČEC TADIĆ, M., GAJIĆ-ČAPKA, M., ZANINOVIĆ, K., CINDRIĆ, K. (2011). Spatial differences in drought vulnerability, Zagreb: DHMZ (Državni hidrometeorološki zavod); External Expert Report. (2012). Drought Menagment Center for South East Europe. Zagreb: DHMZ (Državni hidrometeorološki zavod:89; . Klimatski atlas Hrvatske 1961-1990. 1971-2000 (2008). Zaninović. K. (a cura di), Državni hidrometeorološki zavod: Zagreb:46-52; Envasso Project (Environmental Assessment of Soil

for Monitoring). V: Procedures & Protocols. (2008). Jones, R.J.A., Verheijen, F.G.A., Reuter, H.I., Jones A.R.

(a cura di). Luxembourg: Office for Official Publications of the European Communities:123. Per le proiezioni del impatto ambientale nel futuro, Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2012. An

indicator-based report, European Environment Agency EEA Report, No 12/2012, Luxembourg - Office for Official

Publications of the European Union. Tuttavia, dal punto di vista di periodi lunghi (sono stati esaminati i dati rilevati dalla stazione meteorologica di Zagreb per il periodo tra il 1862 e il 2008), si arriva ad una cosidetta „media mobile“ che significa che l'indice standardizzato di precipitazione rappresenta una specie di costante. PANDŽIĆ, K., TANJA LIKSO, T., Standardized Precipitation Index for Croatia

(meteo.hr/DMCSEE/clanci/02.pdf ).

356 Medalus Project, Desertification Indicator System for Mediterranean Europe. European soil assessment and

monitoring framework. Manual on key indicators of desertification and mapping environmentally sensitive areas to desertification (1999). Kosmas, C., Kirkby, M., Geeson N. (a cura di), Luxembourg: Office for Official

131 ghiaiosi357; che il calcare come il materiale litologico di base del suolo rientra nella categoria di resistenza moderata al processo di desertificazione358; che il runoff con elevato grado e la scarsa infiltrazione e la profonda percolazione dell’ acqua è la caratteristica dominante della fascia costiera tragurese359; che tutta la zona dispone di pendenze dal gradiente diversificato: quindi oltre a quello pianeggiante e ondulato, anche del gradiente elevato (collinoso e montuoso, per lo più nel litorale, fino al 20-35°): secondo l’indice di qualità di suolo, i suoli di

357 GIORDANO, A. (1999). Pedologia, Torino: UTET:193-197; Medalus Project, Desertification Indicator System for Mediterranean Europe o European soil assessment and monitoring framework. Manual on key indicators of desertification and mapping environmentally sensitive areas to desertification (1999), Kosmas, C., Kirkby, M., Geeson N. (a cura di), Luxembourg: Office for Official Pubolications of the European Communities:42; PERČEC TADIĆ, M., GAJIĆ-ČAPKA, M., ZANINOVIĆ, K., CINDRIĆ, K. (2011). Spatial

differences in drought vulnerability, Zagreb: DHMZ (Državni hidrometeorološki zavod): 97-98; External Expert Report. (2012). Drought Menagment Center for South East Europe. DHMZ (Državni hidrometeorološki zavod)

– Zagreb:97-98; FAO UNESCO SOIL MAP. REPUBLIC OF CROATIA, 1:1,000,000 e 1:300,000). Soil Science Department of Agricultural Faculty, Zagreb, 1998. Sul territorio tragurese secondo classificazione FAO Unesco sono rilevate le seguenti unità pedologiche di riferimento: ATa, CMx,LVx, LPk, LPk+LPm, LPm tra cui il più interessantissimo dal punto di vista ecostorico si presenta l'Aric Anthrosols (Ata), suolo tipico della stretta fascia costiera della zona di Punta Planca e di alcune zone delle isole di Zirona e di Bua. La zona per lungo periodo era pochissimo insediata. Interessantissimi in tal senso si presentano gli stabilimenti preistorici detti “gradine” e “gomile” presenti in zona in modo capillare. Lo sfruttamento più intensivo in zona risale a partire dalla seconda metà del diciannovesimo secolo (ad esempio, ASS, AMID, Split III/1 – Spalato, Marina – Bossiglina, fasc. 339 (342: ID interno), fog. II, LII,L, LI, VII, XIV, XLIV, XXXI, XXVIII, XXVII, XXIII, XXIV, XXV, XXXVII, XXXIXM XXXIV). Il nome del suolo invece, trae origine dal greco anthropos, il termire che indica “i suoli che sono risultato di attività umane” mentre l’elemento formativo nella nomenclatura dell’unità pedologica aric deriva dal latino arare con cui si specifica lo “stato arato”. GIORDANO, A. (1999). Pedologia, Torino: UTET:193-197. Cfr. VERHEYE, W., DE LA ROSA, D. (2006). Mediterranean Soils in Land Use, Land Cover

and Soil Sciences, Verheye, W. H. (a cura di), in Encyclopedia of Life Support Systems (EOLSS), Developed

under the Auspices of the UNESCO, Eolss Publishers, Oxford: Oxford Eolss Publishers:96-120.

358 Medalus Project, Desertification Indicator System for Mediterranean Europe o European soil assessment

and monitoring framework. Manual on key indicators of desertification and mapping environmentally sensitive areas to desertification (1999). Kosmas, C., Kirkby, M., Geeson N. (a cura di), Luxembourg: Office for Official

Pubolications of the European Communities:42.

359

FRITZ, F., RENIĆ, A., PAVIČIĆ, A., (1993). Hydrogeology of the Hinterland of Sibenik and Trogir, Croatia, Geologia Croatica. (46/2-2008):291-306; YASSOGLOU, N. (1995). Land and Desertification in Desertification in Europe:Physical and socio-economic aspects, Fantechi,R., Peter, D., Balabanis, P., Rubio, J.

132 terreni in pendio del gradiente fino al 35° si ritengono i suoli di bassa qualità360; che il manto vegetale che all’epoca era costituito361 da praterie annuali e da alberi decidui e coniferi, da colture agricole annuali (cereali) e da piante agricole perenni decidue (viti, mandorli, frutteti), olivi inclusi, da macchia mediterranea bassa e da foresta mediterranea sempreverde, poteva diversamente rispondere ai fattori di rischio di desertificazione: ciò nonostante prevalevano trend negativi, per lo più perché il manto vegetale dominante erano le praterie annuali, considerate a molto bassa resistenza all’aridità, offrendo una protezione contro l’erosione non superiore a quella delle viti e delle colture agricole annuali, cioè in misura sensibilmente minore rispetto agli alberi decidui perenni. Una analoga tendenza negativa dimostrava del resto anche la sempreverde foresta mediterranea e la cosiddetta macchia mista mediterranea: pur essendo ad alto e altissimo livello di protezione contro l’erosione cioè di altissima resistenza all’aridità (correndo tuttavia il rischio d’incendio, dimostrato anche dai sempre più presenti terreni sassosi e dalla terra nuda) , questa copertura vegetale era ormai quasi del tutto scomparsa, lasciando largo spazio alla “macchia bassa” ovvero alle specie a portamento arbustivo, a ginepri rossi, rosmarino, mirto, capero, alloro che, essendo inoltre la vegetazione primordiale, si erano adattati in vari modi di sopravvivere all’ incendio o a ricoprire

360

Medalus Project, Desertification Indicator System for Mediterranean Europe o European soil assessment

and monitoring framework. Manual on key indicators of desertification and mapping environmentally sensitive areas to desertification (1999). Kosmas, C., Kirkby, M., Geeson N. (a cura di), Luxembourg - Office for Official

Pubolications of the European Communities:42; PERČEC TADIĆ, M., GAJIĆ-ČAPKA, M., ZANINOVIĆ, K., CINDRIĆ, K. (2011). Spatial differences in drought vulnerability, DHMZ (Državni hidrometeorološki zavod) – Zagreb:89; External Expert Report. (2012). Drought Menagment Center for South East Europe. DHMZ (Državni hidrometeorološki zavod) – Zagreb:89; Envasso Project (Environmental Assessment of Soil for Monitoring), V: Procedures & Protocols. (2008). Jones, R.J.A., Verheijen, F.G.A., Reuter, H.I., Jones A.R. (a cura di). Luxembourg: Office for Official Publications of the European Communities:123.

361 Il catasto riporta solo delle informazioni del carattere descrittivo e non fornisce i dati quantitativi più precisi relativamente alle specie vegetali per particella campione. Vedi anche, WAINWRIGHT, J., THORNES, J. B. (2004). Environmental Issues in the Mediterranean. Processes and perspectives from the past and present, London – New York: Routledge:7-9.

133 rapidamente le aree bruciate.362 Sempre meno presente in zona si dimostrava anche il bosco ceduo che era di forte o moderata resistenza all’ aridità e protezione contro il rischio d’erosione, così come lo erano anche, sempre più presenti in Dalmazia e nel circolo di Spalato, gli alberi agricoli perenni (mandorli e frutteti). Le viti in tal senso dimostravano solamente moderata resistenza all’aridità mentre invece possedevano un livello molto basso connesso alla protezione contro l’erosione. Sul territorio tragurese ammontavano fino al 5% (4,98%), e per lo più si coltivavano assieme agli olivi. Invece, alta resistenza all’aridità presentavano gli alberi decidui, le conifere e gli ulivi, specie tipiche delle zone montuose e dell’entroterra o di quelle marittime, costiere ed insulari.363

La deforestazione delle zone costiere mediterranee era in corso da 4.000 anni e fu la causa dell’ erosione accelerata sulle pendici calcaree, della riduzione critica del volume di suolo e della desertificazione.364 Anche se le cause del processo di desertificazione si ritengono molte

362 HUGHES, J. D. (2005). The Mediterranean. An Environmental History, Santa Barbara: ABC Clio:9-10.

363 Operato dell’Estimo censuario, Tabella specificata dei risultati finali emergenti dal rilievo della rendita

catastale e Specifica della produzione in naturali e della rendita lorda e netta dei comuni censuari di Traù, Zirona e Prapatnizza (ASS, AMID, Split III/1 – Spalato, Traù, b. 659; Zirona, b.133/1; Prapatnizza, b. 487; Medalus Project, Desertification Indicator System for Mediterranean Europe o European soil assessment and

monitoring framework. Manual on key indicators of desertification and mapping environmentally sensitive areas

to desertification (1999). Kosmas, C., Kirkby, M., Geeson N. (a cura di), Luxembourg: Office for Official

Pubolications of the European Communities:44; PERIČIĆ, Š. (1993). Gospodarske prilike Dalmacije od 1797.

do 1848. godine, Split: Književni krug:22-39.

364YASSOGLOU, N. (2000). History and development of desertification in the Mediterranean and its

contemporary reality in Desertification in Europoe: mitigation strategies, land use planning, Enne, G., Zanolla

134 complesse e potevano essere la conseguenza di una miscela di cause nascoste e apparenti365 così come dei meccanismi di feedback, in modo che una causa fisica poteva condurre ad una risposta umana provocando di conseguenza le ulteriori cause fisiche o viceversa366, in quest'epoca, ad accellerare le dinamiche connesse al processo di desertificazione era indubbiamente l’agente umano. Esso, rispetto all’ agente naturale, implicava periodi e modalità tanto più brevi e tanto più intensi ed era caratteristico dei tempi storici.367 Questo valeva ancora di più per le zone secche, come per quella tragurese, dove il degrado della terra è da considerarsi per molti versi un prodotto dell'attività umana.368 All’epoca questo era connesso all’intensificazione delle economie agro-pastorali tradizionali, in Dalmazia accompagnate da un fortissimo incremento demografico, tra il 1814 e 1845 del 33,91%, e da quello del bestiame, tra il 1819 e 1845 di quasi 85%. 369, ma anche dai modelli di uso del suolo incentrati sulle aree collinose, suoli poco profondi e pendii più ripidi così come dalla

365 WARREN, A. AND J. MAIZELS (1977). Ecological change and desertification in Desertification: its causes

and consequences, (a cura di) Secretariat of the U.N. Conference on Desertification, Nairobi, UN. Oxford:

Pergamon Press, 160-260.

366 BARROW, C.J. (1994). Land Degradation: development and breakdown of terrestrial environments. Cambridge: Cambridge University Press.

367

Cfr. anche, GROVE A.T., RACKHAM, O., (2003), The Nature of Mediterranean Europe: An Ecological

History, New Haven-London: The Yale University Press:327; GOUDIE, A.S. (1981). The Human impact: man’s role in environmental change, Oxford: Basil Blackwell; UN (1977). Desertification: its causes and consequences, Secretariat of the UN Conference on Desertification, Nairobi (comilato e curato da). Oxford:

Pergamon Press.

368

PÉREZ-TREJO, F. (1994). Desertification and land degradation in the European Mediterranean. Report EUR 14850 EN, Luxemburg: European Commission.

369 PERIČIĆ, Š. (1993). Gospodarske prilike Dalmacije od 1797. do 1848. godine, Split: Književni krug:9-14;42-48, n.18,20,245. I relativi andamenti annuali non sono stati rilevati a scala territoriale. Le statistiche rilasciate dalla Commissione centrale di statistica di Wienna (Tafeln zur Statistik der österreichischen Monarchie, 1828-1858) riportano solamente i dati a scala provinciale. Per il secondo Ottocento e prima prima

metà del Novecento, DEFILIPPIS, J. (1997). Dalmatinsko selo u promjenama. Dva stoljeća sela i poljoprivrede

Dalmacije, Split: Avium:46,67-69. Cfr. KORENČIĆ, M. (1979). Naselja i stanovništvo SR Hrvatske 1857.-1971.

Zagreb:JAZU Zagreb; OŽANIĆ, S. (1955). Poljoprivreda Dalmacije u prošlosti, Split: Društvo agronoma NRH Podružnica Split.

135 povertà e dalle condizioni economiche e sociali precarie. Comunque è noto che la pastorizia è ampiamente considerata come la prima causa di desertificazione poiché causava la perdita di specie vegetali e l’ erosione del suolo, mentre il sempre più progressivo denudamento dei terreni esponeva il suolo all’ erosione da vento e acqua. A ciò è da aggiungersi la coltivazione che si considera una minaccia molto maggiore rispetto al pascolo eccessivo: l'esposizione della superficie all'agricoltura incoraggiava sia la la perdita di terriccio fertile che l’ infertilità del sottosuolo, causando il danneggiamento della resilienza del suolo e di consegenza il degrado dei terreni.

Quanto agli elementi dell’ambiente naturale connessi al processo di trasformazione, relativamente poco resistenti a tali processi si dimostrarono i terreni seminaturali e subnaturali, i boschi e i pascoli residui370, ormai fortemente devastati, sparsi per tutto il territorio tragurese, a partire dall’entroterra e dalla catena montuosa tragurese fino alla zona più larga della Punta Planca. Questi terreni seminaturali e subnaturali, pur disponendo di una modesta rete idrografica superficiale, nel l’ 8-900 saranno trasformati in spazi agricoli, per lo più in vigne ed in olivati.371 Lo preannunciò già nella prima metà dell’ Ottocento il trend connesso ai terreni agricoli dalmati, che nel periodo di soli quindici anni, tra il 1829 e 1844

370 Fino al 1850 a scala globle i tre quarti dei terreni agricoli derivavano dalle foreste e dai boschi. WILLIAMS, M. (2003). Deforesting the World. From Prehistory to the Global Crisis, Chicago:The University of Chicago Press: 278.

371 DEFILIPPIS, J (1997). Dalmatinsko selo u promjenama. Dva stoljeća sela i poljoprivrede Dalmacije, Split: Avium; DEFILIPPIS, J. (2006). Promjene u selu i poljoprivredi Dalmacije u posljednjih stotinjak godina, Društvena istraživanja, 15, 6(86):1047-1062; PERIČIĆ, Š. (1998). Gospodarska povijest Dalmacije od 18. – 20.

stoljeća, Zadar: Matica hrvatska; ŠUPE, D. (2008). Stočarska kretanja na dalmatinskom prostoru u 19. i 20. stoljeće s posebnim osvrtom na trogirsko područje in Vinišćarski zbornik 1, Pažanin I. (a cura di), Vinišća: Župa

Presvetog Srca Isusova – Vinišća:585-642. WAINWRIGHT, J., THORNES, J. B. (2004). Environmental Issues

in the Mediterranean. Processes and perspectives from the past and present, London – New York:

136 aumentarono nella elevata percentuale del 72,40 percento mentre gli olivati segnarono un accrescimento equivalente al 61,05 %.372

372 Il trend sarà in continuo aumento anche in seguito. Nel 1866 ammonterà fino al 153 percento. PERIČIĆ, Š. (1993). Gospodarske prilike Dalmacije od 1797. do 1848. godine, Split: Književni krug:10; Statistisches

Jahrbuch der Österreichischen Monarchie (1866). Herausgegeren vox der K.K.Staistischen

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Capitolo 5