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CAPITOLO III – DUE TESTI A CONFRONTO: A PROPER MARRIAGE E ALFRED AND

3.1 Alfred and Emily

Il 2007 fu un anno intenso per Doris Lessing. L’assegnazione del Premio Nobel e il conseguente interesse mediatico nei suoi confronti la sottoposero ad una eccessiva pressione che, alla veneranda età di ottantotto anni, la spinse a concludere la sua carriera di scrittrice dopo oltre cinquant’anni di attività. L’anno seguente, infatti, la Lessing pubblicò quella che lei stessa definì come la sua ultima fatica letteraria, il romanzo Alfred and Emily. Con quest’opera la scrittrice volle rendere omaggio ai propri genitori, nel tentativo di ridare loro dignità dopo una vita di sacrifici e sofferenze legati al trauma della Prima guerra mondiale.

Riportando le parole della giornalista Susan Williams, “Alfred and Emily is a book about Lessing's parents: Alfred Tayler and Emily McVeagh; or rather, it is two books”.1 Il testo, infatti, è suddiviso in due parti: la prima è una fiction su Emily e Alfred, dunque una narrazione di eventi puramente immaginari, contrapposta alla non-fiction della seconda sezione, in cui vengono riportati episodi realmente accaduti nella vita dei Tayler. Questo esperimento è stato accolto positivamente da critici come Blake Morrison, il quale ha giudicato l’ibridismo del testo una scelta innovativa e interessante: “ the same story told in two different ways - a double throw of the dice”.2

1 Susan Williams, “Alfred and Emily, by Doris Lessing and Twenty Chickens for a Saddle, by Robyn Scott”, The

Independent, May 2008,

https://www.independent.co.uk/arts-entertainment/books/reviews/alfred-and-emily-by-doris-lessing- twenty-chickens-for-a-saddle-by-robyn-scott-828942.html (ultimo accesso: 16/05/2008).

2 Blake Morrison, “The Righting of Lives”, The Guardian, May 2008,

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Nella prima parte, intitolata “Alfred and Emily: A Novella”, la Lessing rivisita la vita dei genitori immaginando uno scenario alternativo, epurato dagli stravolgimenti della Grande Guerra:

I’ve abolished World War One which, I have to say, was quite an effort. England without a war was very prosperous, did very well, as did most of Europe – not to say that there wasn’t deep poverty as always in what was then called the East End. But, because there was no war, all kinds of attitudes that we take for granted today as being absolutely inevitable and essential just didn’t happen.3

La scrittrice decise di non trattare il matrimonio dei due protagonisti in questa sezione, facendolo loro condurre in Inghilterra due vite parallele e di successo. Nella rivisitazione delle loro vite, dunque, Alfred ed Emily non diventeranno genitori della Lessing e non dovranno trasferirsi prima in Persia e poi in Africa in cerca di fortuna.

La seconda parte del romanzo, intitolata “Alfred and Emily: Two Lives”, è invece incentrata sulla biografia storica dei genitori della Lessing. La scrittrice attinge ai suoi ricordi e racconta episodi della loro esistenza secondo il suo punto di vista, mostrando quanto la guerra abbia irrimediabilmente segnato le loro vite e inciso negativamente sulle scelte familiari.

Se la prima parte è strutturata secondo un ordine cronologico ben preciso, in cui le vite parallele e rimodellate di Alfred ed Emily si snodano in maniera lineare, la seconda sezione – proprio quella, cioè, che risponde alla traiettoria storica – presenta invece numerose digressioni, apparendo frammentata e poco coerente. Come evidenzia Susan Williams, questa contrapposizione lampante e provocatoria è evidentemente il frutto di una precisa scelta compositiva dell’autrice, che le consentirebbe di intensificare “the contrast between the lives that might have been, and the sad reality – the tensions and difficulties not only of the Taylers' marriage, but of life in British Africa”.4 I pensieri sconnessi e spesso inconcludenti della seconda parte del romanzo rifletterebbero, dunque, le reali difficoltà vissute dai Tayler, in contrasto con la semplicità di una vita immaginaria che, nella prima sezione, si traduce in una chiarezza di stile e di linguaggio.

3 Hermione Lee, “A Conversation with Doris Lessing”, Wasafiri, XXIV, 3, 2009, p. 20.

4 Susan Williams, “Alfred and Emily, by Doris Lessing and Twenty Chickens for a Saddle, by Robyn Scott”, cit.,

https://www.independent.co.uk/arts-entertainment/books/reviews/alfred-and-emily-by-doris-lessing- twenty-chickens-for-a-saddle-by-robyn-scott-828942.html (ultimo accesso: 16/05/2008).

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Nonostante la suddivisione del romanzo in due parti, la distinzione tra finzione e realtà è comunque tutt’altro che netta: il racconto nella prima sezione è infatti spesso intervallato da brevi aneddoti familiari e accompagnato da un apparato iconografico di diverse fotografie d’epoca. Questa commistione è poi evidente nel modo in cui la Lessing si riferisce ai protagonisti: generalmente, nella prima parte, ella ricostruisce le vite dei genitori chiamandoli per nome e mantenendo una certa distanza dai fatti narrati; tuttavia, la scrittrice non manca di chiosare alcuni passi riferendosi a “my mother” o “my father”, lasciando supporre che tali conversazioni siano realmente avvenute.5

Altri riferimenti biografici compaiono in una nota inserita alla fine della prima sezione, intitolata “Explanation” e dedicata ai conoscenti della Lessing a cui sono ispirati i personaggi del racconto; segue il rimando a una foto d’epoca che ritrae i suoi genitori nel “Royal Free Hospital” di Londra, luogo del loro primo incontro. L’immagine è accompagnata da un passo tratto dalla London Encyclopaedia del 1983, che riporta informazioni inerenti alla creazione del suddetto ospedale. Secondo l’interpretazione di Sophia Baines:

The intrusion of such scraps of documentary evidence in the text produces an interesting effect – as if, unable to attest to this period in Alfred and Emily’s real lives through her own presence, she must turn to sources designated as fact, beyond the lacunae of memory.6

3.2 “Alfred and Emily: A Novella”

Alcuni mesi prima dell’uscita del romanzo, la Lessing fu intervistata dall’autorevole Hermione Lee, docente universitaria, critica letteraria e biografa inglese. In quell’occasione la scrittrice raccontò in anteprima il contenuto del romanzo prossimo alla pubblicazione, motivando così la scelta di far vivere ai suoi genitori due vite separate:

5 Cfr. Anna Casablancas I Cervantes, Closing Circles: The Construction of Mother Archetypes in Five Novels by

Doris Lessing, MA Thesis, Universitàt Autonoma de Barcelona, November 2016, http://hdl.handle.net/10803/400144 (ultimo accesso: 25/11/2016).

6 Sophia Baines, “Two Lives: Alfred and Emily by Doris Lessing”, Sydney Review of Books, April 2017,

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My parents were both done in badly by World War One, so I’ve written a book where, in the first half, they have lives which I think would have been credible given their characters, what they were like. And the second half is what actually happened to them. So it turns out to be a pretty anti-war book and quite harrowing, of course, because what happened to them was bad. […] They never actually got married in the life I’ve given to them, which I think will save them a lot of unpleasantness, but they met quite a lot. 7

La decisione di non far sposare Alfred e Emily risulta quasi necessaria affinché essi possano realizzare i propri sogni e vivere un’esistenza piena e appagante. Alfred, che ha sempre desiderato vivere in campagna, può finalmente condurre una vita felice dedicandosi all’agricoltura e sposare una donna dolce e affabile. Emily, che nella realtà avrebbe voluto proseguire la carriera da infermiera, può qui vivere il suo sogno di indipendenza e di sostegno ai più deboli, grazie alla consistente somma di denaro ereditata alla morte di suo marito, un chirurgo più grande di lei e cui la lega un matrimonio infelice. A tal proposito, la Lessing ha osservato:

Theirs was not a happy marriage but he died and left her a lot of money. She used it very well. All my life I have looked at my mother and thought if only she had the scope for this talent; she was so efficient, knowledgeable, good, but she never had anything to use all her talents on. I have given her a life which is full of accomplishment and matched her talent.8

La prima sezione, ambientata “somewhere in Essex or Suffolk”9, è suddivisa in brevi capitoli incentrati sulle esperienze sentimentali e lavorative dei due protagonisti, dall’adolescenza all’età adulta. Il testo segue una struttura circolare, particolarmente evidente nei primi tre capitoli, in cui si ripetono luoghi, date e personaggi. Nel corso degli anni, infatti, le vite di Alfred ed Emily si intrecceranno quasi per caso nello stesso posto in cui i due si sono conosciuti, ossia in un campo da cricket nella cittadina immaginaria di Longerfield, e sempre nello stesso periodo dell’anno, come riportano i titoli dei rispettivi capitoli: “August 1902”, “August 1905” e “August 1907”.

Il testo si apre con la descrizione di un

7 Hermione Lee, “A Conversation with Doris Lessing”, cit., p. 19. 8 Ibidem, p. 20.

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Saturday afternoon in August 1902, in the village of Longerfield, it was a splendid afternoon. The occasion was the annual celebration of the Allied Essex and Suffolk Banks, and the place was a vast field lent every year by Farmer Redway who usually kept cows in it.10

In questa occasione vengono presentati i primi tre personaggi femminili della sezione: la diciottenne Emily, la signora Lane e sua figlia Daisy, che assistono ad una partita di cricket sedute all’ombra di una quercia. Emily è appena stata cacciata di casa da suo padre, il signor McVeagh, a seguito di un’accesa discussione causata dalla rinuncia della giovane agli studi universitari per dedicarsi alla carriera di infermiera. L’iniziale sconforto di Emily per il venir meno del supporto paterno cede ben presto il passo all’entusiasmo per la possibilità di dedicarsi alla sua passione, lontano da una famiglia anaffettiva. A distanza di una sola settimana dal litigio con il padre, infatti, Emily “was starting work as the lowest of the low, at the Royal Free Hospital in the Gray’s Inn Road in London. She could no longer stay at home: she had been formally thrown out” (AE, p. 8).

Emily è una ragazza intelligente, brillante, determinata e sicura di sé, decisamente diversa dall’amica Daisy, fragile e introversa. Orfana di madre e con una matrigna dispotica, Emily vede nella signora Lane una figura di riferimento, alla quale è profondamente legata da un affetto quasi materno: “A girl doesn’t need a mother if she has a friend like you” (AE, p. 87).

Donna di animo nobile e sensibile ai problemi sociali, la signora Lane, “a large, fair woman, whose reddened face said she did not enjoy the heat” (AE, p. 4), disapprova la scelta lavorativa della ragazza, giudicandola avventata e non in linea con lo stato di agiatezza in cui ella ha sempre vissuto:

It is very badly paid, very, you have no idea,’ said the older woman. ‘You’ll do skivvy’s work, dreadful, and the hours are long. And the food is bad, too.’ Another objection she did not find it easy to bring out. The girls who became probationers were the lowest of the low, she could have said, the roughest of working-class girls. And you, Emily McVeagh, have had an easy life, you’ve always had the best of everything, and you are going to find it very hard, very. (AE, p. 8).

10 Doris Lessing, Alfred and Emily, London, Fourth Estate, 2008, p. 3. Le citazioni successive dal romanzo,

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Al termine della partita, la signora Lane presenta ad Emily il suo pupillo Alfred, giovane promessa del cricket. Anche lui considera la donna “more a mother to me than my own ever was” (AE, p. 32): la madre biologica di Alfred, infatti, lo considera un incapace per via dello scarso rendimento scolastico e della sua passione totalizzante per lo sport. A differenza di sua madre, che non ne apprezza il valore, la signora Lane nutre profonda stima per il ragazzo, al quale riconosce spiccate doti umane e di intraprendenza: “She had said often enough that she loved the boy as if he were her own, and she wished he were. She much disliked Alfred’s mother, though in this community, everyone knowing the others, this was not something she could often express” (AE, p. 7).

Dopo l’eccellente partita di cricket, ad Alfred viene offerto un prestigioso impiego in banca, che egli però rifiuta optando per un lavoro presso la fattoria dei Redway, famiglia che lo accoglie in casa propria come un figlio. Il giovane viene descritto come una persona umile e responsabile, legato sin dall’infanzia al figlio del fattore, Bert, il quale conduce una vita dissoluta, tra alcol e gioco d’azzardo, e che Alfred deve spesso tirare fuori dai guai. Nonostante l’esiguo tempo libero a disposizione, Alfred riesce a coltivare le sue passioni, come il cricket e il ballo, oltre a far visita a Daisy e Emily, le quali, nel frattempo, si sono trasferite a Londra. Le due ragazze condividono un appartamento nei pressi del “Royal Free Hospital”, dove entrambe prestano servizio come tirocinanti.

Sull’esempio di Emily, infatti, Daisy, che ha sempre ammirato ed emulato l’amica, decide di intraprendere analogamente la carriera di infermiera, scatenando stavolta una reazione isterica nella signora Lane, la quale teme che sua figlia, non abituata ai sacrifici (proprio come Emily), possa rimanere traumatizzata da una tale esperienza. Tuttavia, a dispetto delle previsioni familiari e nonostante le pessime condizioni di lavoro, fatte di turni massacranti e pochissimo tempo libero, Daisy ed Emily svolgono i loro compiti con dedizione e passione, senza mai pentirsi della propria scelta.

Emily è una donna instancabile e piena di energia, e, come Alfred, riesce a conciliare lavoro e tempo libero:

She worked hard at her piano and took her finals in that time. The examiners told her she could have a career as a concert pianist if she wanted. She played the organ for services at All Souls, a fashionable church in Langham Place. She played concerts, recitals, and for social events at the hospital, even for nurses’ dances. A good sport, was Sister Emily McVeagh. (AE, p. 27)

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Sia Alfred che Emily godono appieno della vita che si sono impegnati a condurre, nonostante la difficile situazione familiare alle loro spalle. Dopo aver avuto accesso alla professione dei loro sogni, stretto amicizie solide e coltivato le proprie passioni, i due presto troveranno anche l’amore. Alfred ha l’occasione di conoscere la sua futura moglie, la tirocinante Betsy Somers, ad una festa di raduno delle infermiere organizzata da Daisy ed Emily:

He thought he probably loved her, but his life as a bachelor was really so very pleasant. And then Fate took a decided turn. He was up in London, and actually in the girls’ flat, having supper, when a pain in his side felled him groaning to the floor. They were walking distance from the Royal Free. Daisy ran to the hospital and brought porters and a stretcher while Emily was taking Alfred to the front door. Off he was whisked to an operating theatre, just in time to save his life. His appendix had burst. He was in hospital long enough for him to decide that, yes, he really did love Betsy. They were engaged to marry. (AE, p. 31)

L’organizzazione del matrimonio è affidata al signor Redway, il quale contribuisce alla costruzione di una nuova casa per la coppia, arredata secondo i loro gusti. In attesa di terminare i lavori, egli offre inoltre ospitalità ad Alfred e Betsy nella propria tenuta per diversi anni. Sin da subito, Betsy ottiene l’approvazione dei coniugi Redway, che ne apprezzano la determinazione e la dolcezza, nonostante le continue provocazioni e le scenate di gelosia di Bert:

Bert came in from the pub because Alfred’s fiancée was coming to supper, and he took to her at once, but showed it by teasing and needling, sometimes not very pleasantly, because he was half tight. She stood up to him well, while her soon-to-be ‘father-in- law and mother-in-law’ watched silently, and gave her good marks. (AE, p. 33)

Bert è una presenza ingombrante, che rende la convivenza dei neosposi sempre più difficile, soprattutto durante la gravidanza di Betsy, a pochi mesi di distanza dalle nozze. Con imbarazzo da parte di Alfred e del signor Redway, è Betsy a prendere il controllo della situazione: ormai insofferente nei confronti dell’atteggiamento del giovane, che, in preda all’alcol, si lascia andare a commenti fuori luogo e battute offensive, la donna decide di accompagnarlo a Londra da un medico specializzato nelle terapie per combattere l’alcolismo. Solo a questo punto Bert si rende conto della gravità del suo stato di salute,

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fortemente compromesso dall’abuso di alcol, e decide di cambiare atteggiamento nei confronti di Betsy smettendo di bere.

Nello stesso periodo si celebrano anche le nozze di Emily, che sposa “the eminent doctor” (AE, p. 48) William Martin-White, cardiologo che

was very different from the people Alfred was surrounded by most days, all farmers, labourers, country people. He was tallish, perhaps too thin, with a hesitant manner, as if he felt he presumed, with a thoughtful, sensitive face. (AE, p. 31)

Il matrimonio si rivelerà ben presto un’esperienza deludente e poco appagante, che influirà negativamente sul carattere di Emily: “her life since her splendid marriage was as if someone else had lived it” (AE, p. 48). Dopo mesi di totale reclusione in casa con William, lontana dall’ospedale e dalla sua amica Daisy, Emily chiede a suo marito di poter tornare al lavoro:

Feeling he appreciated her, even actually saw her, made her expand into recklessness, and as he put his arms around her, she said, ‘Oh, what would you say if I went back to the Royal Free?’ This shows she was not a tactful wife: surely the wrong time and place for such an impetuous announcement. He dropped his arms, stood staring at her while disapproval took him over. He said, ‘That wouldn’t be very nice for me, would it, Sister McVeagh?’ (AE, p. 49)

L’appellativo “Sister McVeagh”, pronunciato da William con tono dispregiativo, ferisce profondamente Emily, che non si sente apprezzata né come moglie né come infermiera, professione considerata “too lowly an occupation for a middle-class wife”.11 Questo senso di frustrazione, unito al rimpianto della libertà perduta con il matrimonio, richiama alla mente la condizione vissuta da Martha Quest in A Proper Marriage:

If the Emily who had thought, bought, shopped for, ordered, even dreamed of wallpapers and paints for so long – she was going to have to admit it was a good deal more than a year – if this Emily suddenly seemed alien to her, then Mrs Martin-White, the doctor’s wife, seemed even more so. She was desperately unhappy, though at first she thought she was ill. What could account for her heavy heart, her anxiety, her feelings of wild panic that took her over for no reason, without warning? In those days people did not automatically search in their memories of childhood to explain current wrongs. Yes, she had felt like this before, she knew she had, but could not remember

11 Blake Morrison, “The Righting of Lives”, cit.,

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why or when. She reminded herself that she had lost her mother, aged three, and presumably she had been unhappy then. But this, what she was feeling now, pain her element, unhappiness the air she breathed? And whom could she tell? She did remark to Daisy, when Dido was not there, that she felt low and bad and unhappy, and did not know why. (AE, p. 50)

Come era accaduto anche a Martha, il malessere spinge Emily sempre più verso

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