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ALFREDO TRIFOGLI E “PRESENZA”

Trattando l’argomento che mette in relazione Trifogli e “Presenza”

il rischio è di ripetere quanto già detto e di ripetere frasi ovvie e scon-tate. Il tempo a disposizione e gli interventi ancora in lista mi portano a rafforzare la mia idea di fondo che, se per annunciare al mondo che era stata scoperta la penicillina, che ha salvato gran parte dell’umanità, ci è voluta mezza cartella dattiloscritta, tutto il resto si può dire in minor tempo.

Il primo numero di “Presenza” esce domenica 2 febbraio 1969. All’e-ditoriale del direttore responsabile che annuncia la periodicità settima-nale e lancia l’appello a “tutti gli uomini di buona volontà” per ren-dersi disponibili a preparare articoli per il settimanale, vi è una spalla intitolata “Settimana politica” che parla dell’azione delle autorità di Praga di cancellare i segni che ricordano il sacrificio di Jan Palach.

L’articolo centrale è titolato “Trifogli sindaco” con sottotitolo:

“Dopo venti anni un cattolico alla guida di Ancona” e la foto della prima pagina è di Trifogli. Più sotto vengono riportati i nomi degli assessori: pietre miliari della politica anconetana e non solo: Rolando Ricciotti, Pietro Tombolini, Eugenio Spegne, Aldo Bevilacqua, Giu-seppe Borsetti, Romano De Angelis, Aldo Eusebi, Fiorino Fioretti.

Nell’articolo si dà atto ai partiti che hanno dato vita alla nuova Giunta (DC e PSI) e si traccia un profilo del prof. Trifogli nel quale vengono elencati gli incarichi svolti con competenza:

“Vogliamo solo ricordare - è scritto - alcuni dei settori in cui ha maturato la sua vasta esperienza: formatosi alla scuola della Gioven-tù di Azione Cattolica, ha successivamente ricoperto con ammirabile senso di responsabilità e di incondizionato servizio molteplici

inca-richi quali quello di delegato regionale della FUCI, presidente del Movimento Maestri e del Movimento Laureati diocesano, segretario centrale dell’Azione Cattolica. La sua capacità realizzatrice si è tutta-via validamente espressa anche a livello dei settori professionali (Acli, Cisl, ecc.) come nel campo propriamente culturale dove il suo impe-gno intellettuale ha fedelmente espresso la ricchezza e la vivacità del suo mondo interiore. Attraverso l’Istituto Marchigiano Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, l’Istituto Internazionale di Studi Piceni, il Circolo culturale “Jacques Maritain”, l’Accolta “Amici della Cultura”, ha tenacemente operato per fare di Ancona un centro propulsore di attività culturali”.

“Lucifero”, il periodico del Partito Repubblicano anconetano, nel n. 4 del 16 febbraio dello stesso anno, sostiene che la Curia sia stata sollecita nel sostenere Trifogli tanto da pubblicare un settimanale nel cui primo numero si dà ampio spazio al Sindaco cattolico ed alla sua Giunta.

“Presenza”, che Mons. Maccari propose al clero anconetano e osi-mano, in quanto Arcivescovo di Ancona e Amministratore apostolico di Osimo ebbe un lungo periodo di gestazione, se così la possiamo chiamare, ed articolato fu pure il dibattito che si alimentò attorno a questo strumento, che al tempo venne compreso solo in parte. Il numero zero di “Presenza” esce a Natale del 1968 come “strumento di formazione e di informazione”: così lo definisce nell’editoriale il diret-tore responsabile don Vincenzo Fanesi - che nasce dall’ansia di voler essere più vivi ed operanti in mezzo alle nostre comunità attraverso un “nostro veicolo di formazione e di informazione, ma l’iniziativa è anche il frutto di una obiettiva esigenza che riguarda la nostra azione in mezzo ad una società che quotidianamente cresce e si trasforma al di là del sagrato: e cioè che non è possibile portare avanti una incisiva azione senza che sia prima risolto il problema di come raggiungere e formare l’opinione pubblica”.

Uno dei primi interventi del sindaco Trifogli è sul tema

“L’Universi-tà per le Marche” e così viene riportato nel numero 3 di “Presenza”: “È nostra intenzione impostare la soluzione della questione universitaria su basi razionali, tentare sino in fondo la strada di un accordo regiona-le Si tratta si una strada impervia perché, come è stato detto, “l’Italia è ancora una federazione di campanili” e la coscienza regionale è ancora una meta da conquistare. D’altra parte tutti avvertono l’irrazionalità, le deficienze e le debolezze delle strutture universitarie marchigiane.

Non dovrebbe quindi essere impossibile arrivare a quell’accordo che favorirebbe in modo determinante la soluzione regionale di questo fondamentale problema, anche se la storia di tanti anni di tentativi ci induce alla prudenza, se non addirittura allo scetticismo. Comunque -continua Trifogli- la concessione ad Ancona delle Facoltà scientifiche, secondo quanto già aveva riconosciuto il Piano Gui nel 1964, non dovrebbe essere oggetto di ulteriori discussioni e polemiche, anche perché numerose sono ancora le facoltà di cui la nostra regione è priva e che potrebbero soddisfare le esigenze di altri centri marchigiani”.

Nel periodo del terremoto “Presenza”, come del resto tutta la comuni-tà dà atto a Trifogli del grande impegno che il Sindaco mette nei giorni terribili delle scosse e nella ricostruzione. Diciamo che “Presenza” ha parlato di Trifogli per quello che era, che ha proposto e realizzato. Se volessimo usare uno slogan non è “Presenza” che aiuta Trifogli, ma è Trifogli che aiuta “Presenza” e non con i suoi interventi dei quali, pur avendo fatto una cernita veloce, non ne ho trovati, ma con la possibi-lità di raccontare belle pagine di politica, di cultura e di presentazione di opere realizzate.

Trifogli è stato per “Presenza”, come per molti un punto di riferi-mento e così quando, come direttore, mi sono trovato a dover raccon-tare la sua vita nel giorno in cui ha lasciato questo mondo, ho trovato la collaborazione di molte persone che con poche righe e tratto deciso ne hanno parlato. Gli abbiamo dedicato quattro pagine, il foglio cen-trale perché ritenevamo e riteniamo che lo spessore dell’uomo meritas-se un ricordo adeguato.

Concludo questo intervento come ho concluso il fondo del foglio di “Presenza”. “Ho incontrato Trifogli nella militanza politica nello stesso partito, la Democrazia Cristiana, nella Chiesa diocesana, nelle iniziative culturali e nella cooperazione, sempre mi ha insegnato qual-cosa di nuovo: grazie Professore!”.