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Allegato 1: Interventi pedagogico-didattici o disciplinari effettuati in classe

10. Allegati

10.1. Allegato 1: Interventi pedagogico-didattici o disciplinari effettuati in classe

Ogni mattina la classe svolge un rituale di scrittura in cui viene richiesto di redigere un breve testo (sette righe circa) su un argomento a scelta. Il 28 novembre ho scritto alla lavagna “La collaborazione nella mia classe” e ho chiesto ai ragazzi di scrivere la propria opinione sul tema. Ognuno ha lavorato individualmente e sul proprio quaderno. Abbiamo usato la parola “collaborazione” poiché risultava loro più familiare.

Obiettivi dell’intervento:

o attivare le preconoscenze e riflettere sulla situazione iniziale, o raccogliere dati qualitativi e liberi.

3.2. Discussione a grande gruppo e lettura – 23 gennaio 2020

Visto il lungo lasso di tempo trascorso dall’attività 3.1, ho ripreso quanto svolto in quell’occasione e quanto emerso dal questionario compilato dagli allievi il 28 novembre 2019. Abbiamo riportato alla mente alcune domande della raccolta dati, alcune opinioni emerse ecc. Ho poi lanciato alla classe delle domande stimolo:

o Come valuti il clima in classe? Perché? Quali dinamiche ci sono? o Cosa causa queste dinamiche durante lezioni?

o Perché è importante avere un buon clima in classe? à Rispetto a questo è anche stata fatta un’attività secondaria sul valore e lo scopo delle regole in classe e nella società.

o Come si potrebbe migliorarlo? o Particolarità della pluriclasse. o Vantaggi, come sfruttarli. o Svantaggi, come migliorarli.

Purtroppo, a causa di alcuni problemi tecnici, il video per il quale avevo ottenuto l’autorizzazione (v. Allegato 3), è stato inutilizzabile per la raccolta dati e per analizzare le dinamiche emerse durante la discussione. Dopo lo scambio di idee, ho letto alla classe Un pensiero dopo la pioggia di Miguel Cerro (v. Allegato 4). Durante la lettura, ci siamo fermati a riflettere sui concetti di esclusione e di gruppo. Alla fine, ho posto alla classe alcune domande:

o Cosa vi insegna questa storia?

o Se vogliamo riferirci alla nostra classe e a quello di cui abbiamo parlato prima, cosa vi viene in mente? Obiettivi dell’intervento:

o riprendere quanto svolto in precedenza e riportare la classe sul tema;

o condividere le idee emerse, in precedenza solo individualmente, e stimolare così anche i compagni; o metariflettere sull’importanza di un clima adatto all’apprendimento e trovare eventuali soluzioni; o utilizzare un albo illustrato è sempre un buon metodo per avvicinarsi al mondo dei bambini e per

permettere loro di comprendere un concetto astratto declinandolo ad una situazione narrata;

o i bambini hanno provato empatia per la volpe protagonista che viene esclusa e l’obiettivo è che declinino questa emozione alle situazioni spiacevoli vissute in classe.

Ho avviato una discussione per rendere attenti i ragazzi sul fatto che svolgono abitualmente del tutoring spontaneo e abbiamo capito insieme di cosa si tratta. La classe ha provato a portare degli esempi concreti. Ho introdotto una tabella dove, ogni volta che si aiuta qualcuno, si scrivono data, nomi e ambito.

Obiettivi dell’intervento:

o implementare gli aiuti spontanei prima di istituzionalizzare il tutoring;

o rendere onorevole l’aiutare un compagno o essere aiutati grazie alla tabella visibile a tutti.

3.4. Discussione sulle identità competenti e tabella da compilare – 30 gennaio 2020 Ho chiesto ai bambini di identificare e comunicare

un’abilità personale da scrivere alla lavagna. Dopodiché, ho sottoposto ai singoli una tabella autovalutativa sulle proprie abilità e sulle proprie difficoltà (v. Allegato 5). Infine abbiamo letto insieme una lista di atteggiamenti per essere un buon tutor e abbiamo verificato se effettivamente vengono adottati o meno (v. Allegato 6).

Obiettivi dell’intervento:

o svolgere un’autoanalisi rispetto alle proprie abilità e alle proprie difficoltà;

o identificarsi con i compagni attraverso caratteristiche comuni;

o rendersi conto che per essere dei buoni tutor bisogna adottare determinati comportamenti, ciò non vuol dire comandare.

3.5. Tabella del tutoring ufficiale e appuntamenti – dal 6 febbraio 2020 in avanti

Ho presentato ai bambini la tabella che ho creato grazie alle informazioni che mi hanno fornito e ne ho spiegato le modalità: ogni giovedì pomeriggio ognuno avrebbe avuto la possibilità di svolgere due incontri di tutoring da mezz’ora l’uno. A questo punto gli allievi, autonomamente, si sono mobilitati per cercare i propri tutor o i propri tutee e assicurarsi degli appuntamenti per il giovedì successivo, annotandoseli nell’agenda.

Inizialmente ho accoppiato io alcuni allievi che ritenevo più adatti, poi, partendo dalle richieste dei bambini, ho creato una seconda tabella con la lista dei tutor e dei tutee per ogni tematica (non posso allegarla siccome è completa di nomi). Gli allievi erano liberi di scegliere il proprio allievo o il proprio maestro, anche a seconda delle disponibilità.

I bambini erano a conoscenza della possibilità di aggiungersi o eliminarsi da un determinato “corso”, il cambiamento doveva essere motivato (non sono in grado di insegnare questo tema, mi sento di esser migliorato a sufficienza ecc.).

Abbiamo svolto questi appuntamenti per quattro giovedì consecutivi: il primo appuntamento è stato per stabilire insieme ai tutee quali fossero i loro obiettivi e per organizzare l’insegnamento (i tutor hanno creato dei materiali autonomamente); l’ultimo appuntamento è stato di valutazione, i tutor dopo aver discusso con i rispettivi tutee, hanno scritto dei rapporti in merito ai propri allievi (v. Allegato 7).

Durante le prime settimane in cui era stata dichiarata l’emergenza Coronavirus, ho proposto di portare avanti

43 il tutoring tramite videochiamata. Chiaramente questa modalità era facoltativa a causa delle autorizzazioni e a seconda della disponibilità delle famiglie. Ho proposto, tramite un breve video tutorial, di registrare lo schermo in modo che, a posteriori, io potessi vedere la lezione svolta e capire se potesse funzionare o meno. Solo due coppie di bambini hanno deciso di provare con questa modalità e hanno però optato per non filmare lo schermo, ma piuttosto di raccontarmi l’esperienza oralmente.

Le foto di alcuni momenti di tutoring si possono trovare nell’Allegato 10. Obiettivi dell’intervento:

o favorire la coesione grazie al rimescolamento dei ruoli, delle coppie e alla valorizzazione delle abilità di ognuno;

o accettare l’errore e non sentirsi soli;

o prendere a cuore il miglioramento di un compagno o affidarsi;

o imparare a gestire il proprio tempo e l’organizzazione del lavoro (appuntamenti e materiali); o valutare l’eventuale miglioramento di un compagno tramite indicatori concreti.

3.6. Discussione sulle attività di collaborazione che svolgiamo abitualmente – 10 febbraio 2020

Abbiamo riportato alla memoria i vari lavori di gruppo svolti per altre materie e le relative modalità di lavoro. Ci siamo chiesti perché si collabora. Sono emersi alcuni aspetti scoperti con la discussione del 23 gennaio. Obiettivi dell’intervento:

o riprendere il tema della collaborazione e declinarlo alle attività svolte nelle diverse materie. 3.7. Giochi collaborativi – 13 febbraio 2020

La Formula 1

I bambini si siedono in cerchio. Uno inizia simulando il rombo di una Ferrari, si continua finché un altro non decide di frenare e a quel punto cambia il senso del giro. I bambini si rendono conto che, continuando a frenare, si escludono alcuni compagni dal gioco. Dicono che l’obiettivo è che partecipino tutti.

Facciamo un secondo tentativo con la nuova consapevolezza e alla fine sono tutti soddisfatti.

Il capo banda

I bambini sono posizionati in cerchio e in piedi, un compagno sta in mezzo con gli occhi chiusi e io indico un allievo che sarà il capo banda. Quest’ultimo inizia a fare un movimento e tutti lo imitano. Il bambino in centro deve scovare il capo banda.

Dopo aver provato una volta, i bambini decidono di dare dei consigli per non farsi notare e di stabilire delle strategie di gruppo. Anche chi è più timido in questa situazione si sente parte del gruppo e si sente in dovere di svolgere il compito per la buona riuscita del gioco e per non deludere i compagni.

Scelgo 4-5 bambini di cui uno o due si posizionano in mezzo all’aula e iniziano a fare un movimento ritmico collegato a un suono ripetuto. Al mio segnale entra il secondo allievo e così via. Alla fine si crea una macchina ritmica in movimento.

Dopo aver provato una prima volta, aggiungiamo il direttore d’orchestra che, con un solo gesto, gestisce la velocità della macchina ritmica e i componenti devono seguirlo.

Provando a svolgere una macchina infernale di classe, ci si accorge che funziona solo se ognuno svolge al meglio il proprio compito e se non ci si lascia andare a risate e schiamazzi.

Obiettivi dell’intervento:

o favorire la coesione attraverso attività ludiche e divertenti; o attivare l’empatia verso il gruppo ed evitare l’esclusione;

o sviluppare l’interdipendenza positiva (Johnson & Johnson, 1996); o sviluppare strategie individuali o di gruppo;

o adattarsi ai compagni per la buona riuscita dell’attività di gruppo; o metariflettere e autoregolarsi;

o riflettere sulle emozioni provate e motivarle. 3.8. Attività per consolidare il gruppo – 17 febbraio 2020

Giro di complimenti

In cerchio, ogni bambino pesca il nome di un compagno e pensa ad un complimento da fargli.

In un primo giro noto un forte imbarazzo nel fare un complimento a qualcuno del sesso opposto, i bambini tendono a basarsi sulle qualità sportive scolastiche (p. e.: X è bravo a giocare a calcio). Chiedo ai ragazzi di provare a concentrarsi sulle qualità caratteriali della persona (p. e.: X è una persona molto…) e facciamo un secondo giro.

Indovina chi

Ognuno scrive una propria qualità e un difetto su un foglietto e lo consegna. Estraggo i bigliettini, li leggo e la classe deve indovinare di chi si tratta.

Obiettivi dell’intervento:

o sentirsi apprezzati nella classe e conoscersi meglio; o esprimersi positivamente verso un compagno; o sviluppare l’autovalutazione e l’autoironia.

45 Dopo aver discusso di varie problematiche presenti e persistenti nella classe, ho proposto ai ragazzi di istituire un consiglio di cooperazione (cfr. cap. 2.2.1, Prévot & Tamagnini, 1963) che si sarebbe occupato della gestione di un’ora di classe (a settimane alterne insieme al tutoring del giovedì). Abbiamo stabilito insieme dei ruoli (v. Allegato 8) e abbiamo svolto votazione e ballottaggio.

In classe è stata posta una scatola dove inserire argomenti, problematiche, progetti da discutere (cfr. cap. 2.2.1, Rossi, 2014).

Qualche giorno dopo si è svolta la prima ora di classe (il consiglio ha avuto dei momenti appositi per prepararsi) e gli allievi hanno affermato che è stata molto utile per risolvere alcune divergenze.

Obiettivi dell’intervento:

o individuare dei ruoli a seconda del bisogno; o individuare dei compagni adatti a ricoprire le

mansioni esplicitate;

o poter parlare delle problematiche liberamente e senza un’eccessiva mediazione dell’insegnante; o il consiglio gestisce la classe e la discussione;

o discutere rispettando i turni di parola e sforzandosi di capire altri punti di vista; o risolvere le problematiche e favorire la coesione.

Gli obiettivi variano a seconda del ruolo.

3.10. Lettura del fascicolo sulla cooperazione e sulla leadership (v. Allegato 9) – 12 marzo 2020

Nella prima parte del fasciolo chiedevo agli allievi di pensare ad un’attività di gruppo svolta ultimamente, identificare e descrivere azioni positive/negative dei membri del gruppo e decidere quali mantenere o modificare in vista di un prossimo lavoro. Infine, era richiesto di individuare un’azione necessaria affinché il gruppo potesse avere più successo nell’attività seguente.

Nella seconda parte abbiamo letto dei profili declinati agli animali e ognuno ha provato a identificarsi per alzata di mano. Ho incitato i ragazzi, con un pizzico di autoironia, ad accettare i propri difetti e quindi ad esporsi anche nei profili “meno nobili”.

Nella terza parte i bambini erano invitati a compilare un questionario sulla leadership, dovevano individuare quanto si rivedevano in una determinata affermazione. Alla fine, si calcolava il punteggio e si capiva se si fosse più concentrati sul raggiungimento dell’obiettivo o sulla relazione all’interno del gruppo.

Nella quarta parte abbiamo letto una lista di ruoli killer e, anche qui per alzata di mano, è stato chiesto ai ragazzi in quali si rivedessero di più. Tutti hanno alzato la mano almeno una volta e si sono auto-analizzati. Obiettivi dell’intervento:

o metariflettere e tornare sul compito svolto; o progettare possibili regolazioni;

o ritrovarsi nei differenti profili (animali, ruoli killer);

o rendersi conto delle proprie debolezze nel lavoro di gruppo ed essere consapevoli di cosa si può migliorare.

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