scrittore di origine meridionale. La tendenza generale privilegiava il modello
toscano con geminate, ma non mancavano i casi in cui si preferivano le
forme con scempie
396. Ed è in queste circostanze che il tentativo di
allontanarsi dal dialetto sembra convergere con la spinta proveniente dal
latino. La reazione al dialetto, infatti, è la motivazione di alcuni casi di
ipercorrettismo, nei quali il processo è avviato dall‟influenza delle condizioni
fonetiche siciliane, dalle quali lo scrittore cerca di sfuggire
397. Non è
possibile, però, stabilire con certezza se si tratti di un tentativo di ripristinare
forme tipiche della tradizione letteraria: la «degeminazione per cultismo»
398,
propria dei latinismi, si riscontra fino al Novecento, certamente con
maggiore frequenza nella poesia, ma ciò non ne esclude un ipotetico utilizzo
da parte di Capuana anche nella sua prosa
399.
396 Nella prosa del secondo Settecento erano preferite le forme toscane geminate, le
quali non escludevano casi con scempie (G. CARTAGO, La lingua del «Dei delitti e delle
pene»…, 144-5; G.ANTONELLI, Alle radici della letteratura di consumo…, 108-18; G. PATOTA,
L‟«Ortis»…, 48-56). Persiste l‟alternanza nel primo Ottocento (M. PIOTTI, La lingua di
Gian Domenico Romagnosi…, 168; P. PARADISI, Considerazioni fonomorfologiche sul Marco
Visconti…, 762-6; M.G.DRAMISINO,Le correzioni linguistiche al «Marco Visconti»…, 128-9;
M.VITALE, La lingua della prosa di G. Leopardi…, 43-5; P. V. MENGALDO, L‟epistolario di
Ippolito Nievo…, 43-8; ANTONELLI, Tipologia linguistica del genere epistolare nel primo
Ottocento…, 105-17; A.MASINI,La lingua di alcuni giornali milanesi…, 38-41). A partire dalle
correzioni manzoniane ai Promessi sposi (L. SERIANNI, Le varianti fonomorfologiche dei
«Promessi sposi»…, 188-9) si verificherà un lieve assestamento in direzione delle forme con
consonanti scempie (F. CATENAZZI, L‟italiano di Svevo…, 21-2; D. COLUSSI, Tra logica e
grammatica…, 68-73; I.BISCEGLIA BONOMI, Note sulla lingua di alcuni quotidiani milanesi…,
187-8; C.SCAVUZZO,Studi sulla lingua dei quotidiani messinesi…, 38-40).
397 Cfr. A.STUSSI, Lingua e problema della lingua in Luigi Capuana, in Lingua, dialetto e
letteratura, Torino, Einaudi, 1993, 161-2; F. CALIRI, Sicilianismi nella prima prosa narrativa del
Capuana…, 1015. In tali saggi gli studiosi considerano ipercorrettismi i casi come quelli
qui elencati.
398 L. SERIANNI, Introduzione alla lingua poetica…, 71, cfr. anche 70-2.
399 Testa cataloga esempi quali imagine e imaginare, presenti nella prima edizione di
Giacinta, come latinismi (E.TESTA, Lo stile semplice…, 118). Esempi di voci con scempie e
geminate si trovano anche negli articoli raccolti in Cronache teatrali (L.CAPUANA,Cronache
130
COMENTO400 […] far chiose e comenti […] (D, Na72, 88; P77, 8).
FEMINA401[…] passeggiava altiero intorno alla modesta sua femina (D, Na72, 90;
P77, 10).
IMAGINARE402 Quante ore passate ad imaginarmi queste città […] (D, Na72,
94[2]; P77, 18, 20).
IMMAGINARE […] lo volevo solamente pregarla, se mai ella avesse viaggiato in
Germania, d‟immaginarsi una di coteste piccole città […] (DC, N67, 3ott, 1, 5ott, 1, 9ott, 2; Sf, Rn80, 167; B81, 65; Sf83, 12; Sf86, 10; Pa, Fd85, 2[2]; F89, 235; T, F89, 208).
IMAGINAZIONE403 Intanto l‟imaginazione lavorava senza posa […] (D, Na72,
86; P77, 3).
IMMAGINAZIONE […] vuol dire, o ch‟egli non ha nulla nel presente da eccitargli
l‟immaginazione […] (Pa, Fd85, 2; F89, 243; T, F89, 179, 183).
IMAGINE404La sua imagine era diventata una necessità […] (D, Na72, 97[2]405;
P77, 24; Ap, Fd83, 25nov, 3; R85, 205).
400 In TB: «comento e commento». Attestato in T; in P: «letter.». Non registrato in GB,
RF. In GDLI: «antico». La forma con scempia era largamente adoperata nelle prime produzioni di Croce (D.COLUSSI, Tra logica e grammatica…, 71).
401 In TB la voce è preceduta da un †; in T: «lo stesso che femmina». In P è registrato
nella sezione inferiore, quindi come voce fuori dall‟uso. Non registrato in GB, RF. In GDLI: «antico e letter.». Dalla LIZ [800, prosa e poesia (sono state prese in considerazione le forme al singolare e al plurale)]: Manzoni, Fermo e Lucia, Promessi sposi, 1827; Leopardi. La forma con scempia era diffusa nel secondo Settecento e prescritta dai vocabolari e dalle grammatiche del tempo (cfr. G. PATOTA, L‟«Ortis»…, 50). Per la
presenza anche nel racconto capuaniano Gli americani di Rabbato cfr. S. C. SGROI, Dal
dialetto alla lingua nazionale…, 310. Per l‟uso nella lingua poetica cfr. L. SERIANNI,
Introduzione alla lingua poetica…, 71.
402 Non attestato in TB, in T: «lo stesso che immaginare». In P: «letter.». GB e RF
rimandano a immaginare. In GDLI: «letter.». LIZ [800, prosa e poesia]: Manzoni (Fermo e
Lucia, Promessi sposi, 1827), Leopardi, Tommaseo, De Roberto. Per l‟uso in Giacinta cfr.
E. TESTA, Lo stile semplice…, 118; F. CALIRI, Sicilianismi nella prima prova narrativa del
Capuana, in La letteratura dialettale in Italia dall‟unità ad oggi (atti del Convegno, Palermo, 1-4
dicembre 1980), a cura di P. Mazzamuto, Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell‟Università di Palermo, Palermo, Studi e Ricerche, 1984, 1015. Cfr. anche M. BRICCHI, La roca trombazza…, 117.
403 Non attestato in TB, in T: «lo stesso che immaginazione». In P: «letter.». GB e RF
rimandano a immaginazione. In GDLI: «letter.». Dalle interrogazioni alla LIZ [800, prosa e poesia] risulta che la voce è usata, tra gli altri, da Manzoni (Promessi sposi, 1827), Leopardi, Tommaseo, De Roberto, Dossi. Per l‟uso in Giacinta cfr. E. TESTA, Lo stile semplice…,
118. Cfr. anche M. BRICCHI, La roca trombazza…, 117.
404 In TB: «anco la pronuncia fiorentina, secondi l‟etimologia, fa sentire una m sola in
imagine, ma due negli altri vocaboli. Non essendo, però, neanco ai Fiorentini inusitato dire immagine, a questo, per uniformità, gioverebbe attenersi». In T: «lo stesso che immagine».
In P: «letter.». GB e RF rimandano a immagine. In GDLI: «letter.». Da un controllo risulta che anche sul manoscritto (48/5, carta 12) è adoperata la stessa forma, persiste però il dubbio che possa trattarsi di un ipercorrettismo (per influenza dal dialetto) o di un aulicismo. Dalle interrogazioni alla LIZ [800, prosa e poesia] risulta che la voce è usata, tra gli altri, da Manzoni, Promessi sposi, 1827; Leopardi; Tommaseo; Verga. Per l‟uso in
131
IMMAGINE […] la tua immagine si scancellerà dal mio petto […] (D, P77, 26; G,
CN88, 1; Ass, F89, 28; T, F89, 185, 188, 191).
ABBATE406 Tu commetti una grande sciocchezza, gli disse suo zio l‟abbate di San
Benedetto […] (Sf, Rn80, 165[2], 172; B81, 59[2], 79; Sf83, 5, 29; Sf86, 4, 23).
EBBREZZA407 […] le ebbrezze d‟amore da lei credute una cosa nuova […] (G,
Fd83, 4; R85, 248; Pa, Fd85, 2; F89, 246).
EBBRO408[…] come persona ebbra […] (Sf, Rn80, 171, B81, 77; Sf83, 26; Sf86,
21).
INEBBRIARE409 E gli lasciava nella stanza un profumo di donna che lo inebbriava
[…] (Mostr, Fd81410, 4[2]; H83, 20-21, 33; H88, 14, 23).
INEBRIARE Egli voleva tornare a voi, inebriarsi di voi […] (DC, N67, 9ott, 2; D,
Na72, 91; P77, 12; Sf, Rn80, 171; Ap, Fd83, 18nov, 3, 25nov, 3; R85, 169, 195).