L’esame delle caratteristiche principali degli interventi erogativi delle Fondazioni si completa in questo paragrafo dove vengono ana-lizzati alcuni ulteriori profili delle iniziative indagate.
Anche in questo caso, come per le variabili esaminate nei due precedenti paragrafi, le analisi si riferiscono solo a una parte degli interventi censiti nel 2013, essendo infatti escluse tutte le erogazioni inferiori a 5�000 euro (per le quali il dettaglio informativo raccolto è più limitato) e gli interventi che non presentavano informazioni relativamente alla variabile indagata�
L’assoluta predominanza dell’impostazione “erogativa”57 delle Fondazioni (il modello granting dell’esperienza anglosassone) è av-valorata dai dati anche nel 2013 sebbene, come già osservato, con alcune varianti volte a garantire una compartecipazione della Fonda-zione alla formulaFonda-zione di strategie e criteri attuativi degli interventi (configurandosi così quel modello “misto” di cui si è parlato a inizio Capitolo, tipico delle Fondazioni di origine bancaria)�
Le prime due variabili qui esaminate sono utili per cogliere que-sto aspetto, offrendo un quadro d’insieme degli orientamenti di si-stema riguardo al ruolo della Fondazione nella realizzazione degli interventi e all’origine dei progetti�
La modalità del Sovvenzionamento di opere e servizi (Tab� 4�14), tipica espressione dell’approccio “erogativo”, si rafforza ulterior-mente nel 2013 giungendo a coprire il 91,8% degli importi erogati (nel 2012 era 86,3%) e il 94,4% del numero di iniziative.
Per contro, le Iniziative direttamente gestite dalle Fondazioni interessano una quota molto minoritaria, per di più in diminuzione rispetto al 2012: 6,1% degli importi e 4,5% del numero di interventi (nell’anno precedente erano rispettivamente 9,4% e 4,9%).
Gli interventi realizzati dalle Fondazioni tramite Imprese stru-mentali dimezzano tra il 2012 e il 2013 il loro già modesto peso (dal 4,3% al 2,1%), e stazionano in una posizione ormai solo “di nicchia”.
La propensione delle Fondazioni ad assumere la regia delle inizia- tive finanziate (o a comparteciparvi) è misurata dalla variabile Origi-ne dei progetti sostenuti (Tab� 4�15), che indaga sulla fonte ideativa primaria delle iniziative�
Gli interventi che originano da proposte di terzi sono sempre
57) Come già ricordato all’inizio di questo Capitolo, il modello erogativo (o granting) prevede il perseguimento delle finalità istituzionali attraverso l’erogazione di contributi finanziari a soggetti terzi, ai quali è demandata la realizzazione materiale dei progetti di intervento�
Nell’altro approccio tipico (c�d� “operativo”, ovvero operating nella dizione anglosasso-ne) la Fondazione si impegna invece nella realizzazione diretta di progetti e iniziative sul territorio (ad esempio gestendo una struttura residenziale di assistenza socio-sanitaria, o un museo, ovvero organizzando una mostra presso la propria sede)�
maggioritari e mantengono un peso pressoché invariato sul totale delle erogazioni rispetto al 2012 (da 64,1% a 64,7 nel 2013). I pro-getti di origine interna alle Fondazioni invece diminuiscono, passan-do dal 22,6% al 17,3% negli importi e dal 9,2% all’8,9% nel numero di iniziative. Si registra di fatto un ritorno alla situazione del 2011, quando la quota di questi interventi era stata del 17,9% degli importi e dell’8,4% delle iniziative.
Di segno decisamente positivo è invece la variazione delle eroga-zioni conseguenti a bando, che nel 2013 continuano il trend di cresci-ta dell’ultimo biennio e aumencresci-tano ancora la propria incidenza sugli importi erogati, passando dal 13,3% al 18%. Quest’ultima modalità di distribuzione delle risorse è spesso scelta dalle Fondazioni come via intermedia tra il finanziamento di progetti di terzi (ideati e svi-luppati totalmente al di fuori della Fondazione) e la realizzazione di-retta di programmi di intervento propri. Le Fondazioni, infatti, anche sulla scorta di un attento lavoro di ascolto del territorio, elaborano i bandi in base a una loro visione specifica dei bisogni della comunità e delle risposte più adatte a soddisfarli, stimolando così i proponenti dei bandi a conformare il loro disegno progettuale a quella visione.
In tal modo, in definitiva, le Fondazioni finiscono per svolgere un ruolo di indirizzo strategico degli interventi, pur non essendo diretta-mente coinvolte nella fase esecutiva degli stessi; con il vantaggio di contenere notevolmente gli oneri organizzativi ricadenti sulle proprie strutture e di stimolare e valorizzare al tempo stesso le competenze progettuali “esterne” presenti sul territorio.
Un’altra caratteristica presa in esame in questo paragrafo riguarda il coinvolgimento di altri soggetti nel sostegno alle iniziative (c.d.
erogazioni in pool). L’argomento viene qui sviluppato con riferimen-to alle collaborazioni realizzate con tutti i partner censiti, mentre nel paragrafo successivo si presenterà un approfondimento particolare sulle collaborazioni tra Fondazioni di origine bancaria.
Le forme di collaborazione tra partner possono essere di varia natura, spaziando da una partecipazione esclusivamente finanziaria al progetto a un coinvolgimento di tipo anche gestionale e operativo che comporta, insieme all’impegno strettamente economico, l’impie-go di risorse manageriali e tecniche proprie nelle fasi di pianificazio-ne, attuazione e controllo del progetto.
Nel raggruppamento delle erogazioni in pool vengono esaminati gli interventi in cui si presentano collaborazioni di questo secondo tipo, mentre le forme di coinvolgimento solo finanziario sono
ana-lizzate successivamente attraverso gli andamenti della variabile “Co-finanziamento”, introdotta a partire dalla rilevazione di quest’anno.
Nel 2013 le erogazioni in pool interessano il 13,1% degli importi erogati e il 4,2% delle iniziative (Tab. 4.16), dati che evidenziano una dimensione media dei singoli contributi particolarmente signi-ficativa a sostegno di progettualità più complesse quali quelle che vedono coinvolta una molteplicità di soggetti� Il loro peso rimane sostanzialmente invariato rispetto al 2012, con solo una diminuzio-ne di pochi punti decimali diminuzio-nella quota sul totale degli importi (erano il 13,4%).
I partner più ricorrenti sono i soggetti del terzo settore (tra cui le altre Fondazioni di origine bancaria), impegnati nel 40% dei casi, mentre gli Enti della pubblica amministrazione compaiono nel 33,4% delle partnership censite� Rispetto al 2012 la posizione delle due tipologie di partnership si inverte: nel 2012 erano infatti le am-ministrazioni pubbliche al primo posto, con il 39,6% degli importi, mentre le realtà del terzo settore seguivano a una certa distanza con il 17% di quota. Anche sotto questo profilo si avvalora quindi la cre- scente proiezione delle Fondazioni, già più volte richiamata nel Rap-porto, a ricercare intese e sinergie con altri protagonisti del mondo del “privato sociale”, per una comune azione sussidiaria a vantaggio delle comunità�
La restante quota delle progettualità compartecipate dalle Fon-dazioni con altri soggetti (il 26,6%) è distribuita nell’ambito di un ventaglio molto eterogeneo di enti di varia natura (es� enti di ricerca, strutture socio-sanitarie, enti ecclesiastici, organizzazioni internazio- nali, imprese, ecc.), a conferma della fitta rete di relazioni che le Fon-dazioni intrattengono, nel perseguimento della loro missione, con le più varie espressioni del territorio di riferimento.
Per quanto riguarda la presenza di forme di Cofinanziamento, censite da quest’anno con una variabile appositamente dedicata, si osserva che nel 2013 esse hanno interessato il 23,3% degli importi e il 24% del numero di iniziative (Tab. 4.17).
Le Fondazioni richiedono in questi casi, talvolta come condizione vincolante per la concessione del contributo, la presenza di un co-fi-nanziamento da parte di uno o più altri soggetti erogatori. Ciò al fine promuovere un effetto moltiplicatore delle risorse impegnate, ma anche come indiretta forma di validazione dell’iniziativa finanziata, assumendo la presenza di altri investitori sul progetto il valore di una maggiore garanzia di affidabilità del progetto stesso.
La presenza di un co-finanziamento può avere naturalmente si-gnificati e valenza anche molto diversi in relazione alla sua misura, in proporzione al totale delle spese progettuali� Vi è il caso in cui la quota di finanziamento impegnata dalla Fondazione è maggioritaria, o comunque molto rilevante, al punto che senza di essa difficilmente il progetto potrebbe essere realizzato� All’opposto, può esservi una preponderante incidenza di risorse provenienti da altri soggetti, con un impegno della Fondazione molto limitato e di valenza solo mar-ginale� In mezzo ai due casi prospettati vi è ovviamente una gradua-zione ampia di situazioni intermedie�
Alcuni dati raccolti con la rilevazione dell’Acri consentono inte-ressanti valutazioni in proposito�
Le somme impegnate dalle Fondazioni nel 2013 per interventi as-sistiti da forme di co-finanziamento (di qualsiasi entità) ammontano a 195,4 milioni di euro (su 5�244 progetti); a fronte di questo impe-gno, il valore complessivo dichiarato delle progettualità realizzate è di 1.135,9 milioni di euro, cioè oltre dieci volte di più dell’investi-mento della Fondazione�
Circoscrivendo invece l’analisi agli interventi in cui la quota di finanziamento della Fondazione sia almeno pari al 40% del valore progettuale complessivo, e quindi la Fondazione giochi un ruolo de-terminante e trainante nel sostegno al progetto, i dati del 2013 espon-gono un impegno delle Fondazioni di 105,9 milioni di euro, a fronte del quale si è sviluppata una progettualità del valore di 168,1 milioni, con un moltiplicatore di 1,6�
Sia l’uno che l’altro dato permettono di evidenziare, pur nella di-versità delle situazioni, una significativa capacità delle Fondazioni di determinare nel territorio effetti moltiplicatori di risorse per inve-stimento�