Uno dei tratti peculiari delle Fondazioni è lo stretto legame con le comunità di appartenenza, ereditato dallo storico radicamento delle originarie Casse di Risparmio e, non a caso, ribadito dalla normativa di settore (e dalle conseguenti disposizioni statutarie) tra i requisiti cogenti dell’attività delle Fondazioni�
I dati del 2013, illustrati in questo paragrafo, forniscono una pun-tuale conferma di questa caratteristica, evidenziando una situazione pressoché immutata rispetto all’anno precedente (Tab� 4�18)�
La quota preponderante dell’attività erogativa è destinata a inizia- tive che interessano il territorio di più diretto riferimento della Fon-dazione: la provincia (62,5% degli importi e 73,7% del numero di iniziative), con proiezioni sino all’ambito regionale per le Fondazio- ni di dimensioni maggiori (28,9% degli importi e 17,7% delle inizia-tive). In definitiva, come l’anno precedente, oltre il 90% dell’attività si sviluppa all’interno del contesto regionale�
Anche per quanto riguarda le risorse assegnate oltre i confini re-gionali la distribuzione interna resta pressoché invariata rispetto al
2012, con differenze limitate a pochissimi punti decimali: la quota maggiore (4,6% degli importi) è destinata a ripartizioni geografi-che diverse da quella di appartenenza; alle erogazioni a valenza na-zionale va il 2,5% degli importi e a quelle destinate a regioni della stessa ripartizione geografica della Fondazione l’1,6%. Nell’insie-me quindi, questo gruppo di interventi si stabilizza su un voluNell’insie-me di circa il 9% delle erogazioni, una quota certamente minoritaria ma non marginale nel panorama operativo delle Fondazioni� Il dato è ancor più significativo se si tiene conto dello scenario in cui esso è maturato: un contesto di crisi acuta in cui le Fondazioni hanno da un lato dovuto rimodulare verso il basso l’entità dei contributi concessi e, dall’altro, sono state oggetto di sempre più pressanti richieste di sostegno da parte delle realtà a esse più prossime. L’aver mantenuto stabile la quota riservata agli interventi di più lontano orizzonte mo-stra una “metabolizzazione” da parte delle Fondazioni di una visione della propria missione che, pur se certamente proiettata in prevalenza sul territorio di riferimento, non esclude dalla sua prospettiva ambiti più allargati e problematiche di più ampio respiro; dando così modo alle Fondazioni stesse di esercitare anche, in aggiunta alla funzione spiccatamente localistica che è loro più propria, un ruolo di natura si-stemica coerente con le responsabilità a cui sono sovente richiamate dalle istituzioni e dalla pubblica opinione�
Un altro profilo interessante di analisi in merito alla destinazione territoriale delle erogazioni riguarda la loro distribuzione per area geografica, descritta nella Tab. 4.1959�
59) In proposito si è proceduto, come negli anni passati, a un assestamento dei dati desunti dal censimento delle erogazioni deliberate dalle Fondazioni per tenere conto di tutti gli impe-gni assunti dalle stesse nei confronti della Fondazione con il Sud, in attuazione dell’accor-do Acri-Volontariato del 23�06�2010, che hanno previsto anche nel 2013 la destinazione di 20 milioni di euro, da liquidare nel 2014� L’assestamento in questione si rende infatti necessario in ragione del fatto che le Fondazioni non hanno adottato un unico criterio per la contabilizzazione di tali impegni: alcune (la maggioranza) hanno iscritto l’impegno tra le delibere dell’anno 2013, per un totale di 12,0 milioni di euro; altre hanno invece regi-strato l’importo tra i fondi per future erogazioni (per un totale di 8,0 milioni di euro)� Se si fosse tenuto conto esclusivamente degli importi deliberati nell’anno, questa seconda quota sopra richiamata non avrebbe potuto essere considerata tra le risorse indirizzate nel 2013 verso le regioni del Sud. Si è quindi ritenuto opportuno rettificare, esclusivamente ai fini dell’elaborazione della Tab� 4�19, l’evidenza riveniente dalla rilevazione delle erogazioni deliberate, aggiungendo l’importo di 8,0 milioni di euro a quelli destinati al Sud e Isole; in tal modo la tabella, omogeneamente a quelle degli anni precedenti, offre un’evidenza più completa delle risorse messe a disposizione delle regioni meridionali�
Prima di addentrarsi nell’analisi dei dati è doveroso tenere pre-sente che la distribuzione geografica delle erogazioni è condizionata da uno squilibrio strutturale oggettivo, dipendente dal fatto che la maggior parte delle Fondazioni ha sede nelle regioni del Nord e del Centro d’Italia (77 Fondazioni sul totale di 88), e che le Fondazioni presenti al Sud sono limitate, nella propria azione, da una ridotta dotazione patrimoniale�
Il Nord raccoglie la quota maggiore di erogazioni: il 70,1% degli im- porti e il 63,3% del numero di interventi. Rispetto al 2012 i dati all’in-terno della macro-area Nord sono sostanzialmente stabili, con un lieve assestamento a vantaggio del Nord Est, che passa da 29,7% a 30,4%
degli importi, a fronte di un calo del Nord Ovest da 39,8% a 39,7%.
Il Centro, in leggera diminuzione, ottiene il 23,3% degli importi e il 24,9 % del numero delle erogazioni (era 24,0% degli uni e degli altri nel 2012)�
Il Sud e Isole è sostanzialmente stabile nella posizione dello scor-so anno, con un decimo di punto in più di incidenza rispetto al 2012 riguardo agli importi (6,6% contro 6,5%) e poco meno di un pun-to percentuale di aumento nel numero di iniziative (11,8% rispetto a 10,9%). Il sostegno rivolto alle regioni meridionali da parte delle Fondazioni trova, ormai da diversi anni, un funzionale e programma-to complemenprogramma-to nell’attività istituzionale svolta dalla già citata Fon-dazione con il Sud, strumento di cui le Fondazioni si sono dotate, in cooperazione con il mondo del Volontariato, proprio a questo scopo�
Per maggiori dettagli sulle caratteristiche quantitative e qualitative dell’intervento di questa Fondazione si rinvia al paragrafo 4�1�6 de-dicato alle Partnership di sistema�
analiSiriferitaaGruPPiDi fonDazioni
Dopo aver esaminato gli andamenti relativi all’attività di eroga-zione dell’insieme di tutte le Fondazioni si procede, in questa ultima parte del capitolo, ad analizzare i medesimi andamenti con riferimen-to ai loro tradizionali raggruppamenti dimensionali e geografici60�
60) Per i criteri di composizione dei gruppi si veda la Nota Metodologica posta dopo il Capi-tolo 5�