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Altre problematiche e critiche al Report di Sostenibilità

allo sviluppo di altri metodi, sono sia di carattere oggettivo-tecnico dovuto ai sistemi informativi, di gestione o di raccolta dati, e troveranno spiegazione nel successivo capitolo, sia di carattere soggettivo, legate cioè a quanto appena esposto e alla percezione che le singole persone dell’organizzazione hanno nei confronti della comunicazione stessa. Davanti ai cambiamenti vi sono sempre persone propense e persone meno propense che potrebbero quindi assumere atteggiamenti di chiusura nei confronti dell’attività necessaria per il report di sostenibilità o per gli altri metodi di rendicontazione di informazioni non finanziarie. Dall’esperienza con Bluenergy della quale segue a breve la descrizione, e dal confronto con altri enti, il problema della resistenza da parte di alcuni membri può divenire un vincolo importante per il raggiungimento degli obiettivi. Essi potrebbero rivestire ruoli per i quali è importante avere collaborazione, potrebbero essere proprio coloro che detengono i dati e le misurazioni necessari per una determinata sezione del bilancio e potrebbero creare ritardi o dare i dati in maniera parziale ed inesatta. Quando vi è separazione tra il gruppo di lavoro e le persone interne che

78 Carlo De Masi, “L’evoluzione del concetto di responsabilità sociale d’impresa”, progetto training in progress dell’Adiconsum, 2010 Pag. 57.

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dovrebbero comunicare i dati, o quando vi sono grandi gruppi aziendali, con una netta separazione tra l’azienda madre e le altre aziende del gruppo dislocate nei diversi territori, l’importanza del report potrebbe non essere comunicata e colta dai diversi soggetti coinvolti. Le direttive di raccolta dei dati emanate dalla azienda madre possono essere vissute come una imposizione dall’alto di raccolta di indicatori di performance atti a misurare non l’impresa di per sé, ma le singole persone operanti e responsabili di quelle aree aziendali coinvolte nella misurazione. Accade quindi che una inadeguata preparazione da parte del destinatario di tali direttive, potrebbe leggere la richiesta della comunicazione dei dati come un sistema di osservazione ed analisi delle capacità manageriali e/o lavorative del singolo e non dell’organizzazione. Se dovesse verificarsi questo il singolo soggetto potrebbe mettere in atto comportamenti non leciti, potrebbe creare resistenze, omettere dati importanti. Anche le differenze culturali in materia potrebbero influire. Molte aziende del Nord Europa sono già da anni orientate allo sviluppo sostenibile e a metodi di rendicontazione di esso creando sistemi e metriche severi, e a volte, anche più approfonditi di quelli riportati dagli enti regolatori o dalle direttive delle organizzazioni mondiali. Molte di queste aziende si sono espanse ed internazionalizzate arrivando quindi ad avere sotto il proprio gruppo aziende collocate anche in Paesi culturalmente non affini, dove la tematica della sostenibilità ancora non viene percepita come parte integrante dei processi aziendali. Ikea ed Electrolux fanno da esempio: entrambe infatti redigono il bilancio di sostenibilità da anni. Analizzando solo il dato inerente alla raccolta differenziata nei processi di produzione e nei punti vendita, si evidenziano le volontà di un riciclo dei rifiuti che abbia impatto zero, obiettivi quindi imposti dalla capogruppo. I risultati variano però tra i Paesi del nord e del Sud Europa, sintomo che ancora non si è diffuso e assimilato in maniera capillare il proposito aziendale.

Altro tema che assume rilevanza è la capacità che hanno le singole organizzazioni di comunicare apertamente con tutte le categorie di stakeholder, senza dare una scala gerarchica di importanza alle varie

57 categorie ed avere quindi un interlocutore privilegiato79. Se si dovessero

conseguire maggiormente gli interessi di una specifica categoria di interlocutori, privilegiati a discapito di altri, si perderebbe di vista l’obiettivo della CSR, ovvero di cercare un equilibrio in chiave di sostenibilità ed equità in tutti gli ambiti della sostenibilità.

Le critiche rivolte al report di sostenibilità sono anche legate a:

• La percezione di una scarsa affidabilità dei dati contenuti, con poca fiducia nei confronti delle aziende, soprattutto davanti a report molto lunghi contenenti numeri non realmente confrontabili o privi di una reale importanza;

• Una scarsa confidenza di tale strumento da parte degli investitori, che rimangono legati e che danno una maggiore rilevanza ai bilanci tradizionali e alle comunicazioni di carattere finanziario, ad indici puramente economici;

• Scarsa connessione tra performance sociali, ambientali e finanziarie. Mancano misurazioni concrete che possano dimostrare quanto l’operare di una impresa in chiave sostenibile concorra a creare maggiori profitti, anzi potrebbe solo creare un miglioramento interno sulle prestazioni e le innovazioni senza però essere direttamente conseguenza di migliori prestazioni economiche per l’impresa80. Anzi come detto precedentemente, la percezione

potrebbe essere opposta e vedere la maggior spesa sostenuta per una produzione sostenibile come un costo economico non premiato da maggiori ricavi;

• Rischio di greenwashing81, che avviene proprio quando le imprese,

in un approccio negativo, espongono solo informazioni selezionate per far risaltare le qualità dell’impresa stessa e/o celano quelle

79 Adiconsum, “L’evoluzione del concetto di responsabilità sociale d’impresa”, progetto training in progress, 2010 Pag. 59

80 Lujie Chen, Ou Tang, Andreas Feldmann, “Applying GRI reports for the investigation of environmental management practices and company performance in Sweden, China and India”, Journal of Cleaner Production n.98, 2015, pp. 36-46

81 Valentina Furlanetto, “L’industria della carità. Da storie e testimonianze inedite il volto nascosto della beneficenza” Ed. Chiarelettere, 2013, pag. 156

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caratteristiche meno positive. Il greenwashing è causa della risicata fiducia della comunità nei confronti delle comunicazioni e delle intenzioni aziendali, fiducia persa in seguito a numerosi scandali anche recenti: noto il caso del marchio tedesco produttore di automobili che ritoccava i valori di emissioni prodotte dalla combustione del diesel (2016), meno noto ma di uguale importanza l’impatto negativo procurato dalle politiche di deforestazione di un noto gruppo multinazionale del settore alimentare (2018).

• La scarsa efficacia del report dovuta alla lunghezza di esso. È noto che l’attenzione nei confronti di una comunicazione cala all’aumentare della difficoltà della stessa. Il report, contenendo diversi indicatori sia quantitativi che qualitativi, tende a diventare un documento corposo che corre il rischio di essere letto solo da pochi soggetti e che non raggiungendo quindi un grande pubblico non riesce ad ottenere la giusta remunerazione da parte del mercato degli sforzi aziendali sostenuti.

• Perdita di rilevanza delle informazioni dovuta ad una ridondanza di esse e mancanza di reale comparabilità tra le imprese82.

Per contrastare questi rischi, durante il processo di redazione del report di sostenibilità vi sono diverse precauzioni ed azioni da attuare. Esse verranno esposte nel seguente capitolo in maniera integrata alla risoluzione dei diversi passi effettuati per introdurre il report di sostenibilità all’interno dell’azienda Bluenergy Group.

82 Olivier Boiral and Jean-François Henri, “Is Sustainability Performance Comparable? A Study of GRI Reports of Mining Organizations”, Business & Society, 2017, Vol. 56(2), pag. 283–317

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C

APITOLO

III:

I

NTRODUZIONE E SVILUPPO DEL BILANCIO

DI SOSTENIBILITÀ ALL

INTERNO DI BLUENERGY GROUP S

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P

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A

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3.1 Presentazione di Bluenergy Group Spa; 3.2 La fase preliminare: le decisioni iniziali e