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Proposizione finale

3. PARTICIPIO: PRESENTE E PASSATO

3.1 Participio presente

3.1.3.5 Altre traduzioni

Oltre alle possibilità offerte nei paragrafi precedenti, il participio presente può essere tradotto con un aggettivo, qualora nella lingua italiana ne esista uno

semanticamente corrispondente al participio latino, oppure con una subordinata circostanziale, scelta in base al contesto relativo. Ecco alcuni esempi:

Nam corpora quidem magnitudine viribus firmitate patientia velocitate praestantiora in illis mutis videmus

C-2-2: infatti vediamo in quelli che non parlano, corpi veramente più notevoli per grandezza, foze, vigore, resistenza, velocità

C-2-3: infatti in quelli silenziosi vediamo corpi certamente di notevole vigore, di resistenza solida, di velocità eccellente

C-2-4: infatti certamente in quelli, che non hanno facoltà di parola, notiamo corpi più prestanti in grandezza, nella quantità di forze, in robustezza, in resistenza, in velocità

Totumque opus non ad actum rei pugnamque praesentem

C-5-10: e tutta l’opera non è costruita per l’affare forense e per la battaglia del momento

C-5-11: tutta l’opera non è composta per intraprendere uno scontro dialettico e per le circostanze attuali

C-5-12: e tutta l’opera non è composta per il presente e per la guerra in atto C-5-13: tutte l’opera non viene composta in vista dello svolgersi del fatto e della battaglia presente

Alius ex studiorum vana ostentatione et nihil sanantibus litteris

C-20-47: un altro dalla vana ostentazione delle occupazioni liberali e dagli studi letterari per niente risanatori

Nullum necessarium vitae cultum aut paratum requirentes, nihil aliud acturos putant

S-35-89: non bisognosi di alcun culto ed ordinamento necessario alla vita, niente altro pensano di essere destinati a fare

Non desistit tamen atque in agris habet dilectum hominum egentium ac perditorum

S-54-109: tuttavia non desiste e nella campagna fa leva di uomini poveri e disperati

S-54-110: tuttavia non desistette e nei campi tenne un arruolamento di uomini bisognosi e disperati

S-54-111: tuttavia non rinunciò e nelle campagne fece leva di uomini poveri e disperati

S-54-112: tuttavia non desistette e fece leva nei campi di uomini poveri e disgraziati

S-54-113: tuttavia non desiste e nei campi fa una leva di uomini poveri e disperati

Si glaudium quis apud te sana mente deposuerit, repeteat insaniens, reddere peccatum sit, officium non reddere

S-79-145: se qualcuno ha depoistato in custodia la spada, presso di te con mente sana, se ritorna fuori di sé, restituire sarebbe peccato, non restituire sarebbe un dovere

S-79-146: se qualcuno sano di mente avesse depositato una spada presso di te, e impazzito te la richiedesse, sarebbe un peccato restituirgliela, non sarebbe peccato restituirgli il favore

Sume superbiam questiam meritis et mihi Delphica lauro cinge volens, Melpomene, comam

C-93-182: assumi l’orgoglio richiesto per i meriti e l’alloro di Apollo mi cinge la chioma benevola, o Melpomene

C-93-183: assumi l’orgoglio che hai acquisito grazie a i tuoi meriti e cingi benigna la (mia) chioma a me, Melpomene, con il lauro di Apollo

C-93-184: assumi l’orgoglio che hai conquistato con i tuoi meriti e a me orna benigna le chiome con il lauro apollineo, o Melpomene

3.1.6 Soluzioni interessanti per lo stesso contesto

Date le diverse scelte possibili per la traduzione del tempo verbale qui esaminato, propongo alcuni tra gli esempi più significativi:

Et nunc idem facio sed iam currentem hortor et invicem hortantem

C-6-10: ma ormai ti spingo mentre corri mi esorti a tua volta

C-6-13: ma ormai incito uno che già corre e che esorta a propria volta C-6-14: ma esorto te che già corri ed esortando vicendevolmente C-6-15: ma già correndo ti incito e rincuorando alternativamente

In questo periodo, in cui compaiono due participi presenti in caso accusativo, emergono tre delle possibilità di soluzione precedentemente spiegate: la subordinata circostanziale, la relativa e il gerundio; quest’ultimo, però, offerto da C-6-15 è da scartare, dato che è preferibile solo nel caso che il participio si presenti in caso nominativo (cioè quando è garantita la coreferenzialità tra il soggetto del participio e il soggetto – o un altro elemento che funge da controllo – della reggente). Interessante, invece, C-6-10, che rende correttamente il primo verbo, currentem, mentre opera una traduzione non corrispondente alla sintassi del testo latino per hortantem, che si trova a essere in italiano verbo principale. C-6-14, invece, se nel primo caso risolve con una relativa, per il secondo offre invece un gerundio, che, come già ho detto, non è soluzione accettabile.

Cecilius enim moriens testamento adoptavit

C-8-21: infatti Cecilio morendo lo adottò nel testamento

C-8-24: Cecilio infatti prima di morire lo adottò tramite testamento C-8-25: infatti Cecilio moribondo gli fece testamento

Il participio presente è qui tradotto sia con il gerundio, scelta che più ci aspetteremmo, sia con il corrispettivo aggettivo italiano, offerto da C-8-25; quella

che più incuriosisce è la soluzione invece di C-8-24, che istituisce un rapporto di anteriorità, che non corrisponde ai legami temporali istituiti, nel testo latino, proprio grazie alla scelta del participio presente.

Inter Theren e Therasiam hanc nostrae aetatis insulam, spectantibus nobis in Aegaeo mari natam

C-10-16: tra Tera e Terasia quest’isola della nostra età, nata nel mare egeo sotto gli occhi di noi uomini

C-10-17: tra Tera e Terasia quell’isola della nostra epoca, essendo stata vista da noi nascere nel mar Egeo

C-10-19: chi dubita che il vento abbia portato alla luce qualche isola della nostra epoca tra Tera e Terasia, mentre noi pensiamo che abbia avuto origine dal mar Egeo?

C-10-20: chi dubita che quest’isola della nostra epoca tra Tera e Terasia, sorta nel mar Egeo, sotto i nostri occhi, l’abbia portata alla luce il vento?

Molto interessante la diversità di traduzioni offerte per il participio presente spectantibus: se da un lato è lampante come C-10-17 operi una scelta ingiustificata, esprimendo un rapporto di anteriorità rispetto alla reggente con un gerundio composto, dall’altro C-10-19 risolve la dipendente latina con una corrispettiva principale italiana, coordinata per disgiunzione alla principale con la congiunzione mentre, cambiando peraltro il senso dell’enunciato. C-10-16 e C-10-20 si dimostrano invece i più accorti, scegliendo come traduzione un complemento, scegliendo un suggerimento proposto dal dizionario.

Deinde cum ad vota properant, cruda adhuc studia in forum impellunt et eloquentiam, qua nihil esse maius confitentur, pueris induunt adhuc nascentibus

C-30-76: poi, quando si affrettano ai voti, spingono nel foro studi ancora immaturi e inculcano l’eloquenza, a cui ammettono non ci sia nulla di più grande, ai fanciulli appena nati

C-30-77: poi quando aspirano a (esaudire) i desideri, li spingono nel foro a studi ancora prematuri e inculcano nei bambini che stanno ancora crescendo l’eloquenza, di cui non si riconosce nulla di più grande

C-30-78: poi quando hanno fretta di vedere i risultati, fino ad allora spargono in piazza conoscenza non assimilate e impongono ai ragazzi, fin dalla nascita, un’eloquenza alla quale viene riconosciuto non sia nulla di più

C-30-79: in seguito quando inseguono i desideri, li spingono a pratiche ancor immature nel foro e costringono i bambini fin da piccoli all’eloquenza, a cui riconoscono che non c’è niente di superiore

Anche qui assistiamo a quattro risoluzioni differenti per il participio

nascentibus: solo C-30-77 traduce con una relativa, alla cui predicazione dona,

tra l’altro, un valore progressivo; C-30-76, invece, rende il verbo con un aggettivo italiano, corrispondente però al participio passato. C-30-78 e C-30-79, le cui trasposizioni si possono accomunare, forse con una resa più liberale, ma consona, volgono nascentibus con quello che nella lingua d’arrivo risponde a un complemento di tempo.

Nullum necessarium vitae cultum aut paratum requirentes

S-35-85: non chiedendo nessuna cura della vita e preparazione necessarie S-35-86: non ricercando nessun necessario culto di vita o preparativo

S-35-87: non sentendo il bisogno di nessuna cura o preparazione necessaria alla vita

S-35-88: non esigenti alcuna cura o preparazione necessaria alla vita S-35-89: non bisognosi di alcun culto e ordinamento necessari alla vita

Come anticipato all’inizio del capitolo, per il participio presente, qualora il verbo lo consenta, esiste la possibilità di traduzione con un corrispettivo verbo italiano o con una forma aggettivale: in questo esempio si nota come le tre rese offerte, cioè gerundio, participio presente e aggettivo ben si adattino all’enunciato, e non sia da preferirne una a un’altra. Quella che, probabilmente, appare più lontana dal nostro italiano corrente è la scelta operata da S-35-88, in quanto nell’attuale fase della lingua italiana il participio presente non realizza più la funzione verbale. La soluzione dimostra, però, il corretto riconoscimento del tempo verbale.

In eius conspectum reversurum esse confirmat atque ita proelians interficitur

S-68-126: rafforzò al suo cospetto che egli stesso avrebbe mai avuto intenzione di ritornare e così il combattente fu ucciso

S-68-127: affermò che lui alla sua lealtà non sarebbe mai ritornato al suo cospetto e così fu ucciso combattendo

S-68-128: affermò che lui non sarebbe mai tornato al suo cospetto che aveva ricevuto affidato da Cesare alla sua lealtà e mentre combatteva venne ucciso

Interessante questo caso, dato che per lo stesso verbo si presentano le tre forme principali di traduzione: vediamo S-68-126 risolvere proelians con il suo corrispettivo italiano, S-68-127 scegliere il gerundio, mentre S-68-128 scioglie la predicazione con una dipendente temporale. Come si evince da una prima lettura, nessuna tra le tre rese è da preferire alle altre, dato che si equivalgono tra loro.

Atque in alteram partem item cohortandi causa profectus pugnantibus occurrit

S-76-137: inoltre allo stesso modo accorse dall’altra parte per incitare a procedere con il combattimento

S-76-139: inoltre accorse nello stesso modo esortando un’altra volta verso la parte combattendo per il successo

S-76-140: e anche dalla parte opposta incitando si imbattè per l’avanzamento

In questo caso, solo il traduttore S-76-139 rende il participio presente

pugnantibus con un gerundio (comunque non è corretto, dato che il participio si

presenta in caso ablativo), mentre S-76-137 predilige una traduzione sotto forma di complemento; i restanti, invece, non ne rendono menzione nella loro versione, forse per la difficoltà di poter costruire l’enunciato in modo lineare. Una corretta soluzione potrebbe, invece, essere «corse dai combattenti», dove

pugnantibus è tradotto con il suo corrispettivo italiano, che assolve qui a una

valenza di complemento di luogo figurato.

Quamquam sciret ex iis alterum ab Augusto precantibus assidue Marsis negatum, alterum a Divo Iulio saepius destinatum ac propter difficultatem omissum

S-78-144: sebbene sapesse da quei supplici Mansi che l’uno fosse stato negato assiduamente da Augusto

S-78-145: sebbene sapesse che tra quelli uno fosse stato negato da Augusto, avendolo i Marsi supplicato assiduamente

S-78-146: sebbene sapesse che quella preghiera fu negata ai Marsi da Augusto

Anche in questo caso, la traduzione del participio è diversa nei tre traduttori: S-78-145 opta per il gerundio, ma sceglie il gerundio composto, che esprime scorrettamente un rapporto di anteriorità; questa scelta, tra l’altro, implica una scorretta resa sintattica del genitivo Marsis; S-78-144 e S-78-146, invece, trasformano il participio in un sostantivo: se, però, il primo segue il suggerimento del vocabolario, l’altro stravolge completamente il senso della frase, e traduce il participio come soggetto dell’ipotattica oggettiva.

3.1.5 Sintesi quantitativa

Su 237 casi di uso del participio presente, la traduzione con il gerundio ricopre il 53,2%, mentre il corrispettivo participio presente italiano vanta un 19,3%; la subordinata relativa un 21,3%, mentre altri tipi di traduzione un 6,9%.

Participio presente

Gerundio Participio presente Subordinata relativa Altre traduzioni

3.1.6 Sintesi qualitativa

Per poter fornire un’analisi accurata e attenta della resa del participio presente, è opportuno distinguere i casi con il quale tale tempo si presenta nei brani presi in esame.

Quando, infatti, il participio compare al nominativo, la traduzione che più viene adottata dagli studenti è, come ci si potrebbe aspettare, quella ottenuta per mezzo del gerundio semplice, che rappresenta un rapporto di contemporaneità;

si deve ricordare che questa scelta è possibile solamente quando il participio si presenta al nominativo, fungendo, cioè, da soggetto dell’enunciato.

Se, invece, il fenomeno si presenta all’accusativo, o nei casi obliqui, anziché l’adozione di una subordinata circostanziale, quale per esempio una temporale o una causale, il ricorso a una dipendente relativa è la scelta più utilizzata dai traduttori; anche quando la resa sarebbe possibile attraverso un equivalente participio presente, la subordinata introdotta da che appare una scelta quasi automatica. Se vediamo, infatti, la versione 16, che fino ad ora non è stata menzionata:

Spectare tot per noctem stellas micantes et alias immobiles, alias non in magnum spatium exeuntes, sed intra suum se circumagentes vestigium, quasdam subito erumpentes, quasdam igne fuso praestringentes aciem, quasi decidant, vel longo tractu cum luca multa praetervolantes

C-16-31: osservare tanto per notti le stelle brillanti e altre immobili, altre uscenti non in un grande spazio, ma che girano al loro posto, qualcosa che compare all’improvviso, qualcuna che abbaglia lo sguardo a causa del fuoco fuso, come se cadesse giù, o volanti per un lungo tratto con molta luce

C-16-32: ammirare durante la notte tante stelle agitarsi e altre immobili, altre che non si elevano in un grande spazio ma che si volgono intorno alla loro ombra, alcune che spuntano fuori all’improvviso, alcune che abbagliano la vista con un ampio lampo come se cadessero, o che oltrepassano un lungo tratto con ampia luce

C-16-33: osservare tante stelle guizzanti nel corso della notte e altre ferme, altre che non si innalzano ad una grande distanza, ma che si girano entro la loro orbita, altre che scoppiano improvvisamente, altre che con il vasto splendore abbagliano la vista, come se cadessero giù, oppure che per un lungo tratto ci sorvolano con molta luce

C-16-40: e ammirare tutte le stelle che brillano di notte alcune immobili, altre che si agitano, altre che si spostano non in uno spazio enorme, ma in una traiettoria che hanno descritto, altre che ancora spuntano improvvisamente, delle altre che

brillano in un guizzo di fiamma, come se cadono, o che per una grande porzione di cielo vanno oltre con un grande bagliore

possiamo notare come dei sei participi presenti adottati ( micantes,

exeuntes, cirumagentes, erumpentes, praestringentes e praetervolantes ) le

traduzioni scelte propendano per l’utilizzo della subordinata relativa. Non sempre, però, questa si dimostra l’unica scelta possibile. Il fenomeno analizzato poteva infatti essere tradotto anche con un corrispettivo participio italiano: il participio presente del verbo mico presenta nel vocabolario una voce a parte, la cui traduzione offerta è brillante, che è infatti accolta da C-16-31; per quanto concerne il verbo exeo, tra i significati proposti è presente il participio uscente, utilizzato da C-16-31 – che tra questo nucleo di traduttori si dimostra il più sensibile a questo tipo di resa -; per erumpo, una valida traduzione è costituita da prorompente, che però non viene accolta da nessuno, mentre per il verbo

praestringo è offerto il participio abbagliante, neanch’esso utilizzato dagli studenti traduttori.

Non stupisce, dunque, un’ampia adozione della proposizione relativa, che può essere vista come un tratto costitutivo del cosiddetto traduttese, e trova ragione in uno degli universali traduttivi, secondo la teoria di Baker8 (1996); gli studenti prediligono la via che porta a una semplificazione, evitando cioè, ove possibile, di risolvere i costrutti con valori e sfumature che non siano prettamente richiesti dall’esercizio che si trovano a svolgere.

D’altro canto, però, se fino ad ora si è parlato di ricerca di facilità e di sbrigatività nella traduzione, le scelte di alcuni corrispettivi italiani per il participio presente denotano il contrario: per praestans (V2), praesens (V5 - V13 - V40), moriens (V8), urgens (V22), esuriens (V29), insaniens (V29 – V79), madens (V32), absens (V33 - V74), consequens (V46), oboediens (V47), egens (V54), esuriens (V65), fugiens (V68), ovans (V77), providens (V82), candens (V91),

impotens (V93), volens (V93), stans (V94), imminens (V94), infatti, non c’è un netto automatismo nell’uso di gerundi o subordinate relative italiane.

I participi appena menzionati, infatti, posseggono un corrispondente specifico e determinato nella lingua d’arrivo – spesso un aggettivo o un sostantivo -, e ad essi è dedicata una singola voce in tutti i dizionari.

È quindi rilevante capire come si comporti lo studente di fronte a uno di questi lemmi, e qui il risultato è meno prevedibile del previsto: diversamente da quanto si potrebbe ipotizzare, infatti, nell’ 83% dei casi si opta in italiano per la parola suggerita dal vocabolario. Ciò è importante perché, pur nella sua piccola casistica, mostra come i traduttori non procedano sempre solo per schemi mentali e pacchetti preconfezionati, ma possano anche riflettere durante l’esercizio traduttivo e soffermarsi nella consultazione del vocabolario.

Tornando ora a una considerazione globale, anche per quanto riguarda il participio presente l’adozione di subordinate circostanziali è poco presa in considerazione dagli studenti, e ciò porta a un’osservazione di carattere generale, che sarà in seguito ripresa ed ampliata. Pensando il testo di arrivo in italiano come un esercizio traduttivo e non, quindi, come un brano che deve acquisire autonomia e sistematicità, lo studente si trova a compiere lo sforzo strettamente necessario per fornire un corrispettivo della versione latina, riportando le informazioni contenute ed espresse dalla lingua classica, senza operare alcun processo interpretativo, quale sarebbe implicato da una resa con subordinate con valore temporale, causale, concesivo, avversativo o ipotetico.

Questo, quindi, porta a riconoscere e a tradurre il participio presente perlopiù con il gerundio, soluzione più economica per diversi costrutti, oppure con una semplice subordinata relativa: soluzioni che, pur essendo corrette, risultano generiche e standardizzate.