Capitolo 5. Commento traduttologico al racconto
5.3 Altri esempi di termini culturospecifici: i «realia»
In ogni lingua ci sono parole che, senza distinguersi in alcun modo nell’originale dal co-testo verbale ciò nondimeno non si prestano a trasmissione in un’altra lingua con i mezzi soliti e richiedono al traduttore un atteggiamento particolare: […]. Tra queste parole s’incontrano denominazioni di elementi della vita quotidiana, della storia, della cultura ecc. di un certo popolo, paese, luogo che non esistono presso altri popoli, in altri paesi e luoghi. Proprio queste parole nella teoria della traduzione hanno ricevuto il nome di «realia».78
78
S. Vlahov, S. Florin, trad. Osimo, Neperovodimoe v perevode. Realii, in Masterstvo perevoda, n.6, Sovetskij pisatel’, Moskvà, 1969, p.432
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La citazione che fa da introduzione a questo paragrafo definisce molto chiaramente cosa si intende per «realia». Nel corso della traduzione si sono incontrati diversi esempi di questi elementi fortemente culturospecifici, ed è stato possibile intervenire nella traduzione valutando anche la loro categoria di appartenenza.
Il primo esempio di realia appartenente all’ambito politico-sociale è un termine relativo ad un’istituzione: dianyeju (电业局).
Questo termine in cinese risulta un po’ generico, non fornisce cioè informazioni sufficientemente dettagliate per arrivare ad una traduzione. È stato necessario per prima cosa identificare chiaramente di che tipo di organismo si sta parlando, e dopo un’accurata ricerca, è stato possibile rintracciare una definizione più esauriente:
电业局是国家大型供电企业。担负着电网内的供电任务。79
Si tratta quindi di un’azienda (企业) nazionale (国家) che fornisce energia (供电) su larga scala (大型). Un elemento corrispondente nella cultura ricevente potrebbe quindi essere l’Enel, cioè la principale azienda fornitrice di energia elettrica in Italia.
Sulla base di queste informazioni si è scelto di rendere questo realia nel metatesto esplicandone il contenuto, traducendolo cioè come ente nazionale per
l’energia elettrica. Si è dovuta però considerare la necessità di adattare questa perifrasi
al linguaggio colloquiale e ―spiccio‖ che troviamo nel testo originale, per non appesantire eccessivamente il ritmo della narrazione; da qui la scelta di omettere l’aggettivo nazionale, che è stato quindi dato per scontato. La resa finale nell’esempio qui sotto.
“还不是关于路灯的事,你不是看见了吗?电业局总是搞阴 谋。”
“电业局?”四爷感到一阵轻微颤抖。
«Non è per i lampioni, non hai visto? L'ente per l'energia
elettrica sta continuamente tramando ».
«L'ente per l'energia elettrica?» avvertì un leggero brivido. (p. 44)
79
http://www.robroad.com/light-industry/index.php/power-bureau-supply/ Ultima consultazione: 02/03/2012
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Un altro termine problematico incontrato riguarda invece la vita quotidiana e le abitudini cinesi: yexiao (夜宵). Questi due caratteri stanno a indicare il cosiddetto ―spuntino di mezzanotte‖ e di conseguenza si riferiscono a bancarelle di ambulanti o piccoli negozietti dove è possibile trovare cibo e stuzzichini durante la notte. Questa abitudine è presente anche in Italia, dove è possibile trovare locali aperti in orario notturno; ciò che però manca nella cultura ricevente è un termine specifico che stia ad indicare questo elemento.
Per questo motivo si è ritenuto opportuno anche in questo caso esplicitare il contenuto del termine, evitando traduzioni come stuzzicherie notturne o locali per lo
spuntino di mezzanotte che avrebbero potuto rispettivamente avere un effetto straniante
sul lettore e rallentare il ritmo della narrazione; si è scelta invece la traduzione sotto riportata:
―我们去夜宵一条街,这就去!‖
«Andiamo alla via dei ristorantini notturni, andiamo subito!». (p. 48)
Nel corso della traduzione, si è preferito nelle ricorrenze successive evitare di ripetere notturni e si è tradotto 夜宵 semplicemente con ristorantini, visto che il fatto che fossero aperti di notte era già stato chiarito alla prima ricorrenza.
Un terzo termine oggetto della nostra analisi riguarda un elemento strettamente legato all’identità culturale di partenza e in particolare al folklore: è il termine qipao (旗袍). Questi due caratteri identificano un particolare abito tradizionale cinese con caratteristiche ben precise e per questo motivo un’esplicitazione del contenuto in traduzione non sarebbe stata adatta, sarebbe anzi risultata riduttiva. Per questo vocabolo si è quindi scelto di riportare la trascrizione in pinyin qipao, evidenziandola però in corsivo per far notare al lettore che si sta trovando davanti ad un elemento particolare. Nella prima stesura della traduzione si era poi pensato di includere nel metatesto la spiegazione delle caratteristiche di questo elemento tramite una nota:
* Il qipao è il tradizionale abito femminile cinese. E' un abito che consiste in un unico pezzo, molto aderente, a maniche lunghe o corte, con il colletto alto in stile coreano. La gonna può essere di
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lunghezza variabile ed è generalmente molto stretta e dotata di spacchi laterali molto profondi. I modelli tradizionali del qipao sono generalmente realizzati in seta .
Alla luce di quanto presentato nel paragrafo 5.2 di questo elaborato, si è preferito in seguito eliminare la nota considerando questo elemento già presente tra le nozioni di cultura cinese di cui è in possesso il lettore modello. Di conseguenza nel metatesto compare:
他所经过的一家又一家的酒吧全是一个模式:黑洞洞的大门
口站着两个旗袍开叉至大腿的女郎,[…]。
I bar cui passò davanti, uno dopo l'altro, avevano tutti le stesse caratteristiche: davanti all'entrata buia stavano due ragazze in qipao, con profondi spacchi sulle cosce; […]. (p. 44 )