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Capitolo 5. Commento traduttologico al racconto

2.3 Il lettore modello

In traduzione, il traduttore si rivolge a un lettore modello diverso da quello a cui si è rivolto l'autore dell'originale, poiché il destinatario si trova nella cultura ricevente, non in quella in cui l'originale è nato. L'opera di mediazione del traduttore presuppone una valutazione delle differenze esistenti tra lettore modello del prototesto e lettore modello del metatesto. Tali differenze sono dettate dalle differenze tra le due culture in questione. Il traduttore deve essere in primo luogo un abile mediatore culturale, e quindi un esperto conoscitore della cultura in cui vive, non considerata dall'interno, ma con una prospettiva interculturale. In altre parole, il traduttore deve avere una consapevolezza metaculturale.54

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Umberto Eco, Dire quasi la stessa cosa. Esperienze di traduzione., Milano, Bompiani, 2003, p.112

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E' ora necessario cercare di individuare quali possano essere i potenziali destinatari da un lato del prototesto, dall'altro del metatesto.

Ad una prima analisi può sembrare particolarmente semplice identificare che lettore tipo immaginasse l'autrice al momento della stesura del testo: dal punto di vista formale ci troviamo infatti di fronte a un esempio narrativo privo di complessità, un testo che non prevede alcuna pregressa conoscenza specifica, che utilizza un linguaggio comune e in cui non vi sono tracce di lessico specifico o settoriale. Considerando poi il contenuto, si tratta di una storia piuttosto lineare, con una trama fitta di episodi. Detto ciò, appare evidente che il testo dovesse essere "aperto a chiunque", cioè che il lettore modello di riferimento potesse essere una persona comune, un lettore che potesse essere sia l'adolescente che si appresta alla lettura di un racconto, sia una figura magari più colta ed erudita che si avvicina al testo per curiosità e diletto.

Va però notato che questa iniziale considerazione entra in contrasto con ciò che l'autrice stessa sostiene relativamente ai propri lettori:

Il mio modo di scrivere è un continuo scavare nell'interiorità. […] Per i lettori comuni è difficile quanto decifrare un codice segreto, se andrò avanti così finirò per perderli tutti . Ma che altri modi ci sono? Io sono così, non mi importa dei lettori.55

Da questo commento siamo portati a pensare che l'autrice in realtà non sia solita immaginare un lettore tipo per regolare e tarare il grado di implicitezza o esplicitezza del proprio messaggio; più che altro, sembra che scrivere per lei sia quasi un vezzo, un esercizio di stile, fatto più per esprimere se stessa che per comunicare qualcosa al pubblico. Tutto questo non fa che conferire un carattere esclusivo ed elitario ai suoi testi, che non sono più degli esempi di letteratura alla portata di tutti, ma vengono destinati solo ad un pubblico che già abbia familiarità con lo stile dell'autrice e con le sue opere precedenti.

Risulta più semplice l'identificazione del lettore modello per quanto riguarda il metatesto: viste le peculiarità del testo stesso, è già previsto che chi si avvicina a questo racconto non sia una persona comune, ma qualcuno che, per prima cosa, abbia già una

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Can Xue 残雪, "Afterword" , in Dialogues in paradise, translated by Ronald R. Janssen and Jian Zhang, Evanston Illinois, Northwestern University Press, 1989, p.165

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potenziale conoscenza della cultura cinese, che potrà essere più o meno profonda, ma comunque presente. E' infatti proprio per questo motivo che non saranno necessarie particolari strategie per affrontare il gap tra cultura di partenza e cultura ricevente, visto che le caratteristiche salienti e gli aspetti più legati all'identità cinese, sono già presenti nel bagaglio culturale del lettore modello del metatesto.

Il racconto viene inoltre tradotto pensando ad un lettore che già abbia una pregressa conoscenza e familiarità con lo stile dell'autrice e il genere dei suoi racconti. Si deve anche tener conto del luogo o tipo di contesto in cui potrebbe essere pubblicato un tale testo, che potrebbe infatti trovare posto tra le pagine di una rivista specialistica di sinologia, o magari in una antologia relativa agli scrittori cinesi del XX secolo o in una raccolta di opere relativa agli esempi più recenti di letteratura femminile in Cina.

Per sostenere e aiutare il lettore del metatesto ad affrontare l'eventuale distanza culturale che lo separa dal testo, si ipotizza una soluzione proposta da Osimo: la pubblicazione del racconto non dovrà

ospita[re] solo il testo tradotto, ma anche un apparato d'introduzione, biografia, cronologia, note, prefazione o postfazione, saggi critici di varia natura, realizzati da traduttori o da altri. Questo apparato metatestuale, variabile a seconda delle collane e di chi lo realizza, ha proprio la funzione di contribuire a colmare la distanza tra autore e lettore, fornendo notizie storiche, culturali, geografiche e, in taluni casi, anche spunti interpretativi56.

Proprio per questo motivo sono stati previsti i capitoli introduttivi di questo elaborato, che accompagnerebbero il testo anche in caso di pubblicazione antologica.

3. La strategia traduttiva

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Chiariti nei paragrafi precedente la natura, il tipo e le caratteristiche del testo oggetto della nostra analisi, vi è ora da valutare le diverse possibilità di traduzione e delineare in modo più sistematico possibile quella che è stata scelta come strategia traduttiva.

Un aspetto che va considerato è il fatto che ci troviamo di fronte un testo aperto; in questo caso «il lettore non è un fruitore passivo, ma avviene un continuo lancio d'ipotesi interpretative e di loro verifiche, sulla base della competenza del lettore e delle sue capacità inferenziali»57. Proprio per questo motivo, in diverse circostanze le interpretazioni possibili sono molteplici, e di conseguenza le involontarie perdite dalla LP alla LA possono essere inevitabili.

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