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2. La produzione saggistica

2.1 Le idee femministe del Nuevo teatro crítico

2.2.1 L’amicizia tra uomo e donna

Nel 1892 la Pardo Bazán pubblica nel tredicesimo numero della rivista, un articolo dal titolo Del amor y la amistad, che costituisce una replica all’opera di Urbano González Serrano37, Estudios psicólogicos. Nel suo saggio la scrittrice denuncia l’opinione, ampiamente diffusa all’epoca, secondo la quale qualsiasi relazione tra due persone di sesso distinto non poteva essere genuina ma doveva essere sospettosa; quindi sostanzialmente l’idea principale del libro è che l’amicizia tra un uomo e una donna sia solo un’utopia. L’opinione di González Serrano rispecchiava in fondo quella della società spagnola di fine

36Emilia Pardo Bazán, “La Venerable de Ágreda”, in Nuevo teatro crítico, anno II, n. 14,

febbraio 1892, p. 66.

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Urbano González Serrano (1848-1904) è una delle figure più rappresentative del positivismo in Spagna; fu un filosofo e docente di psicologia all’istituto di San Isidro, frequentò l’ateneo di Madrid ed intervenne nell’Institución libre de Enseñanza. Nella sua opera Estudios

psicólogicos affermava che la donna era sottomessa al sacrificio della maternità e dell’amore;

serva della sua stessa condizione fisica era una enferma perpetua e non era in grado di mantenere rapporti d’amicizia con il sesso opposto.

48 Ottocento; ma secondo la scrittrice questa credenza poteva essere tollerata all’interno della società, ma non poteva essere ammessa in un uomo intelligente e di spessore come González Serrano. La tesi dell’autore negava quindi la genuinità dei rapporti d’amicizia, e serviva solo a limitare ulteriormente la libertà femminile, e ad incitare la credenza generale dell’epoca secondo la quale la donna intratteneva amicizie maschili solo per motivi di attrazione fisica. Era quindi la società che censurava e diffidava dell’amicizia tra persone di sesso opposto e questo induceva inevitabilmente la donna ad evitare relazioni con gli uomini, in quanto la purezza di tali rapporti veniva messa puntualmente in discussione. González Serrano dichiara inoltre che la donna è una «enferma perpetua», ma la scrittrice ribatte quest’affermazione e obietta che:

De hecho no he comprobado nunca tal estado de enfermedad perpetua en la mujer, sobre todo si lleva vida higiénica y prescinde de la oriental secuestración de que está condenada por los moralistas que aún la ven al través de las venerables preocupaciones de impureza bíblica. El mismo trabajo desempeñan en el servicio doméstico las criadas que los criados; en muchas comarcas de mi tierra gallega, es la mujer quien se encarga de las labores penosas, arrastrando la intemperie y adquiriendo un rejo y un garbo que envidiaría Dulcinea para ahechar trigo; y si los datos experimentales sirven de algo en estas cuestiones, y la hembra de la plebe aldeana o urbana es mujer, mal parada va a quedar esa teoría que rapresenta a la mujer hecha un emplasto, y fluctuando siempre, cual las actrices de los teatrillos, entre la convulsión y el soponcio. 38

La scrittrice si serve dell’immagine della donna del pueblo per contraddire l’idea del presunto stato di malattia costante in cui si troverebbe la donna, affermando che chiunque vada nella sua terra può constatare che la mujer gallega nella maggior parte dei casi e colei che si fa carico delle faccende più penose e quindi è una donna sana e forte, annullando in questo modo la validità delle parole di González Serrano. Buona parte della società pensa inoltre che la

38Emilia Pardo Bazán, “Del amor y la amistad”, in Nuevo teatro crítico, anno II, n. 13, gennaio

49 donna sia schiava del suo corpo malato e dà per scontato che la causa di questo male risieda nella sua stessa natura e non sia invece il risultato di un’educazione repressiva che contrasta la natura della donna:

Antes de resolver si la mujer es capaz o incapaz de esto o de lo otro, hay que principiar por averiguar si el estado actual del sexo es fruto precisamente de una educación, no ficticia (como supongo que por errata de imprenta reza el texto del señor González Serrano) sino facticia, es decir, artificiosa, opuesta a la naturaleza. Lo dice explícitamente Stuart Mill: en el estado social de la mujer, no es posible presumir de lo que en efecto sería capaz si le fuese lícito, como al hombre, elegir su camino y desenvolverse con espontaneidad absoluta, fisica, moral e intelectualmente.39

Secondo il filosofo inglese Stuart Mill quindi, afferma la scrittrice, le differenze tra il comportamento e le capacità femminili e maschili potrebbero essere il risultato delle circostanze sociali, e questo negherebbe allora l’esistenza di una differenza sostanziale nella capacità intellettuale insita nella stessa natura degli uomini. Spiega poi la Pardo Bazán che la tesi che la donna sia «enferma perpetua» non può essere dimostrata in quanto non esiste nessuno studio che lo conferma, ed inoltre il motivo della maggiore propensione femminile a patire grandi sofferenze, è dovuto alla vita sedentaria e reclusa che la società impone alla donna. Continua poi la scrittrice, che la maternità non può essere considerata una malattia in quanto è una normale funzione biologica femminile, che anzi irrobustisce il corpo di una donna:

Respecto al estado de enfermedad continua de la mujer, ni la experiencia confirma tal aserto ni los casos que pudieran citarse en comprobación de él se deben admitir sin examen detenido. […] El funesto sedentarismo, la claustración enervante, son responsables de las tres cuartas partes de esos malecillos que Santa Teresa aconsejaba a sus monjas despreciar. […] Lo que digo es que la maternidad y sus antecedentes y consiguientes en el organismo femenino no son tales enfermedades, sino trámites de una función fisiológica. Y si la maternidad es completa; si en un

39 Ibidem.

50 organismo sano, fuerte, bien preparado, sigue al alumbramiento la lactancia…entonces la normalidad se afirma, el cuerpo se robustece, la vida llega a su plenitud. Yo en esto hablo por experiencia.40

In merito alla presunta incapacità della donna ad intrattenere amicizie maschili, la scrittrice afferma ironicamente che il signor González Serrano probabilmente intendeva dire che l’amicizia può facilmente trasformarsi in qualcosa di più profondo, ma obietta che questo comunque non sarebbe un motivo valido per negarla a priori. I sentimenti spesso possono cambiare e trasformarsi in amore, ma non per questo si può stabilire che la donna non sia capace di mantenere amicizie con gli uomini. Allo stesso modo non si può generalizzare un comportamento femminile quando ad assumerlo non è la maggioranza delle donne. Inoltre l’attrazione fisica, afferma la scrittrice, è un sentimento naturale possibile sia nella donna che nell’uomo, e di conseguenza se si nega alla donna la capacità di mantenere un’amicizia a causa di un’eventuale attrazione fisica, allo stesso modo si dovrebbe negarla all’uomo:

Quizá el señor González Serrano sólo haya pretendilo sugerir que la amistad entre personas de diferente sexo está expuesta a transformarse en amor. Aunque el caso sea menos frecuente de lo que piensa, yo no negare la posibilidad, y sólo diré que nada prueba en contra de la capacidad amistosa femenina. En las relaciones amistosas entre varones también caben extrañas anomalías…[…] que no son indignas del análisis de un psicólogo concienzudo, pero no pueden servir de base a clasificaciones generales como la que hace el señor González Serrano, declarando a la mujer incapaz de amistad, solo porque, en algunas, esta amistad llegue a convertirse en otra inclinación menos disinteresada y honesta. 41

González Serrano sembra voler consigliare nel suo libro di rinchiudere le donne nelle proprie abitazioni negando loro qualsiasi relazione con gli uomini, a meno che non si tratti del padre, del marito o del fratello; in virtù di questa

40Ibidem. 41Ibidem.

51 opinione, la scrittrice conclude il suo articolo augurando all’autore del libro di riflettere sulle sue tesi che sostengono l’inferiorità della donna, ma González Serrano però non accetta la critica che la Pardo Bazán muove contro le sue idee ed il suo libro, e inizia una corrispondenza di lettere con Adolfo Posada42, nella quale riafferma le sue tesi (avrebbe potuto discutere del tema con la stessa scrittrice ma il suo orgoglio di uomo ferito lo porta ad evitare qualsiasi contatto con la donna che aveva contrastato pubblicamente le sue teorie).