• Non ci sono risultati.

AMMINISTRAZIONE BITONCI (2014 – IN CORSO)

3.2 AMMINISTRAZIONI E POLITICHE DI ACCOGLIENZA

3.2.5 AMMINISTRAZIONE BITONCI (2014 – IN CORSO)

Il 9 giugno 2014 vince le elezioni amministrative Massimo Bitonci, esponente della Lega e dal 2016 presidente della Liga Veneta. Bitonci esce dall'anonimato e diventa famoso nelle cronache regionali e nazionali nel 2007 quando, allora Sindaco di Cittadella, emette un'ordinanza relativa agli aventi diritto all' iscrizione anagrafica del comune suddetto. L'ordinanza, definita “anti-sbandati”, si basa su tre elementi necessari per ottenere la residenza: un' abitazione adeguata, la non pericolosità sociale e soprattutto l'obbligo di disporre di risorse economiche sufficienti. Il Sindaco fissa in 5 mila euro l' anno la soglia minima di reddito per il richiedente e il coniuge e in 10 mila euro per due o tre familiari. L'ordinanza viene poi dissequestrata il 10 dicembre a seguito dell'emissione di un' informazione di garanzia, da parte del Procuratore alla Repubblica di Padova Pietro Calogero, relativa a un'ipotesi di reato di abuso di poteri del Sindaco. Il procedimento giudiziario termina con esito di usurpazione di funzione pubblica, ma nel frattempo Bitonci si guadagna il consenso e l'appoggio di altri sindaci dei Comuni del padovano e di altri Comuni del Veneto.

Un fatto del genere indica una chiara ostilità nei confronti del popolo immigrato, segnando la fine del dialogo nato e sviluppatosi in tutti questi anni di amministrazione di centrosinistra tra residenti stranieri, italiani e istituzioni. Inizia così la crociata leghista con slogan e mosse populiste, tipiche del partito del Carroccio, contro gli immigrati: il 23 dicembre 2015 chiude, senza preavviso, gli sportelli CISI (Centro informazione e servizi per immigrati), sportelli fondamentali per dare informazioni agli immigrati su permessi di soggiorno, idoneità alloggiative e su tutta la rete di servizi esistenti in città (un progetto pionieristico allora che spiccò a livello nazionale già nel 1998).

“Chiudere i Cisi è una valutazione legittima della giunta, coerente con quanto aveva promesso in campagna elettorale”, sottolinea Marco Ferrero, esponente dell’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) ed ex presidente dell’Acli che contribuì attivamente alla nascita dei Cisi. “Colpisce che questa decisione venga presa senza un minimo di confronto con quei soggetti che si sono dimostrati in questi anni aperti al dialogo, anche sull’operatività di questi servizi – prosegue Ferrero – Il venir meno di una rete strutturata potrebbe generare maggiori contenziosi, quindi costi anche in termini legali. Ma immagino che

sindaco e giunta avranno pronta un’alternativa”124.

Una crociata dietro l'altra caratterizza questa amministrazione, da quella del crocifisso, che deve tornare a essere obbligatorio in tutte le scuole e gli edifici del Comune: “Un regalo del Comune, e guai a chi lo tocca” si legge sul suo profilo Facebook; allo stop del Ramadan nelle palestre “Le palestre comunali devono essere utilizzate per lo svolgimento dell'attività sportiva, l'educazione e l'avviamento allo sport dei giovani. Nella giornata di oggi siamo stati informati che l'ex prosindaco Ivo Rossi e l'ex assessore Umberto Zampieri, in data 5/06/2014, hanno concesso all'Associazione Marocchina di Padova la “Palestra Giotto” di via Sarpi 3 e giardino adiacente per effettuare le celebrazioni del Ramadan. La nuova Amministrazione intende specificare che, a partire dal suo insediamento, non saranno più riconosciute autorizzazioni per lo svolgimento di questo tipo di attività in palestre comunali”125, dichiara il sindaco; al fondo per

rimpatriare gli immigrati “Verrà aperto a breve, come riannunciato venerdì dal sindaco Massimo Bitonci, lo speciale “fondo per il sostegno al rimpatrio degli immigrati comunitari che, intenzionati a tornare nel loro Paese, abbandonino immobili pubblici o privati occupati abusivamente, li ripuliscano e li restituiscano ai proprietari. Io contribuirò personalmente con un versamento – ha fatto sapere Bitonci – e lo stesso faranno gli assessori. E ciascun padovano sarà libero di dare il proprio contributo. Alla richiesta di 2 romeni che bivaccavano nell’ex Foro Boario, se n’è aggiunta un’altra, di 4 connazionali”. Ogni cittadino sarà libero di offrire quello che crede - spiegano a palazzo Moroni - fino a coprire la spesa per i biglietti (rigorosamente di sola andata) del pullman dall’Italia ai Paesi comunitari che si aggira attorno ai 70 euro. Non saranno denari che andranno nelle mani dei cittadini immigrati - proseguono dal Comune - bensì ticket nominali per tratte specifiche”126. Mentre i CISI venivano chiusi, si metteva in atto anche il

procedimento per sopprimere la Commissione per la rappresentanza delle cittadine e dei cittadini stranieri: “la Commissione per la rappresentanza delle cittadine e dei cittadini stranieri residenti a Padova è stata ritenuta organismo non indispensabile (deliberazione C.C. n. 30 dell'11/04/2016); la Commissione è stata soppressa dall'11/05/2016 (art. 96 D. Lgs. 267/2000)"127. Assieme alla 124 Il Mattino di Padova, 4 gennaio 2016

125 Il Mattino di Padova, 25 giugno 2014 126 Corriere del Veneto, 13 dicembre 2014 127 www.padovanet.it

Commissione spariscono anche le Consulte territoriali di partecipazione e la competenza sull'immigrazione passa così agli uffici dei Servizi sociali guidati da Vera Sodero.

Per quanto riguarda la situazione di via Anelli il Sindaco lancia un ultimatum ai proprietari il 30 giugno dello scorso anno, proponendo due ipotesi: il Comune offre ai piccoli proprietari la permuta con una stessa cubatura in altre aree della città. Cubatura accompagnata anche da un possibile "premio" con qualche metro cubo in più. In questo caso Palazzo Moroni diventerebbe proprietario dell'area. "Appena diventiamo proprietari mettiamo una bella bomba e facciamo implodere tutto", dice ironicamente Bitonci. L'idea è quella di radere al suolo le cinque palazzine e ricostruire degli edifici per edilizia residenziale pubblica. Ma c'è anche un "piano B". Se i proprietari non dovessero aderire all'offerta del Comune allora il sindaco progetterebbe un'opera pubblica sull'area, in modo da poter avviare le procedure per gli espropri. "Io ci vedrei bene uno spazio universitario. Ne parlerò con il rettore, ma in quell'area credo che l'università potrebbe essere interessata. Altrimenti faremo sempre edilizia residenziale pubblica"128. Ma anche dopo lo

scadere dell' ultimatum via Anelli si trova in una situazione di impasse “L’ultimo atto lo scorso 9 maggio: con un’osservazione alla variante al Piano degli interventi, presentata dall’architetto Francesco Bovo, l’area del complesso Serenissima è stata destinata a «servizi pubblici di interesse generale».

Un passo necessario per concretizzare l’idea del sindaco Bitonci di uno studentato da realizzare con l’Esu. In presenza di un’opera pubblica si potrà quindi arrivare agli espropri. Ma la procedura non è certo immediata: serve un progetto, che ancora non si vede. (…) Per contrastare gli espropri dunque i proprietari hanno già contattato un avvocato amministrativista un noto legale padovano. E sono pronti a dare battaglia. “Il valore con cui verranno espropriate le nostre case deve tenere conto di vari fattori – sottolinea il rappresentante dei proprietari – C’è il valore catastale ma anche le prospettive di sviluppo dell’area, perché non vorrei che ci fossero speculazioni. E poi ci sono anche i danni che abbiamo subito. Io, ad esempio, da 10 anni sono fuori casa. Senza poter prendere decisioni: la mia vita è bloccata lì”129.

Risulta chiara quindi la battaglia del Sindaco leghista, definitosi “il sindaco di

128 Il Mattino di Padova, 7 aprile 2015 129 Il Mattino di Padova, 27 giugno 2016

tutti” alla vincita delle elezioni, contro un'apertura o una qualsiasi forma di dialogo con la popolazione straniera presente sul territorio. La provincia patavina passa così da avanguardia multiculturale a roccaforte razzista.

CAPITOLO QUATTRO

IL TEATRO, STRUMENTO DI INCLUSIONE SOCIALE

Come abbiamo visto i cambi di amministrazione, soprattutto quando di colore politico diverso, comportano una somministrazione a singhiozzo dei finanziamenti pubblici a progetti specialmente di natura sociale. Questi sono riscontrabili sia in progetti provenienti dal pubblico sia dal privato, senza preoccuparsi del fatto che dietro ci sia una rete di persone e associazioni che lavora in prospettiva di obiettivi a lungo termine e che spesso porta a risultati positivi evidenti.

Tra questi c'è anche “Intrecci di donne”, un esempio virtuoso di integrazione tra donne italiane e straniere nel territorio di Padova attraverso l' utilizzo della arti performative, che da quest'anno, dopo 8 anni di progettazione, si trova senza finanziamenti.