• Non ci sono risultati.

METODOLOGIA DELLA DRAMMATURGIA SOCIALE

La dinamica delle attività prevede che la natura delle proposte possano continuamente ridefinire i propri confini, adattandoli al tipo di ambito e alle relazioni instaurate. Qualsiasi intervento di teatro sociale parte da un'analisi dettagliata della situazione: si discute con i responsabili di un'istituzione, con i

quali ci si trova in una situazione simmetrica di partenariato, si parla con le persone maggiormente a contatto quotidiano con i problemi, si raccolgono opinioni, desideri, frustrazioni dei cosiddetti utenti. Una volta valutati i problemi da risolvere e sul perché non sono ancora stati risolti, si passa alla spiegazione delle possibili migliorie che il teatro sociale può apportare. Si segue con la ricerca dello spazio più adatto per lo svolgimento dell'attività, e la definizione dei tempi, a seconda dell'organizzazione e dei criteri secondo i quali i tempi vengono divisi per i diversi riti e attività. Dopo aver conosciuto i vari attori sociali, cioè le persone che a vario titolo costituiscono il gruppo, si pensa a come valorizzare la loro unicità, la quale verrà scoperta via via attraverso il laboratorio, strumento di conoscenza e relazione. Durante questo emergeranno le storie personali, i vissuti, i limiti, le virtù e le peculiarità delle singole persone, è un lavoro in continuo divenire, per questo motivo deve essere un progetto aperto e flessibile.

“Altra scheda importante dell'analisi della situazione è quella sui generi di rappresentazione, rituali e stili di comunicazione maggiormente in uso nella comunità.(...) L'attività principale è attraversata sempre da rituali propri di un ambiente e da rituali comuni, come il mangiare, l'andare in bagno, il bere, il pudore, la sessualità, l'esercizio di atti privati. Sono questi i più suscettibili di confronto tra ambienti diversi. Qui si tocca il punto più problematico di tutta l'analisi situazionale, cioè la scoperta delle regole implicite che governano i comportamenti delle persone”150. Bernardi spiega che, essendo gli atti in gran

parte pubblici, la libertà dei singoli risulta molto limitata e ciò determina attriti, disagi e problemi di convivenza. Il teatro sociale è la ricerca di una equilibrio tra esigenze private e servizio pubblico. “La soluzione si colloca tra due opposti effetti indesiderati: la negazione della persona e la distruzione della solidarietà”151.

Per quanto riguarda i materiali drammaturgici essi sono costituiti dai corpi, dalle storie, dagli oggetti, dalle materie, dalle musiche, ecc. che fanno parte della realtà in cui ci si trova. Tutto è risorsa da poter sfruttare. Nel teatro sociale esistono due corpi che sono “l'io e la società; talvolta essi sono così vicini da essere quasi fusi l'uno nell'altra; altre volte sono ampiamente separati. La tensione fra di loro permette l'elaborazione dei significati”152. Dopo l'analisi vi è la fase progettuale 150 Bernardi, 2004: 111, 112

151 Ibidem

nella quale si definiscono tempi, mezzi, luoghi, metodo, costo e azioni, il tutto in un lavoro continuo d'equipe tra chi opera nelle o per le istituzioni e gli operatori teatrali. Il progetto completo prevede le tre fasi tra loro interdipendenti: laboratorio, spettacolo o evento, rituale periodico153.

Il laboratorio è il vero strumento di conoscenza e di relazione: “Il laboratorio si delinea come lo spazio più adatto a sperimentare la propria creatività, per manifestare i propri vissuti e le proprie paure, attraverso il “gioco” del teatro, capace di canalizzare le vicende dei singoli in un percorso comune di

ri-creazione”154. É qui che le storie e i vissuti, le potenzialità e i limiti, e le infinite

risorse delle persone emergono con chiarezza. “Il conduttore, da parte sua, deve rinunciare ad una pianificazione preconfezionata del percorso teatrale che non tenga conto dei contenuti psichici individuali e di gruppo emersi nel “qui-e-ora” di ciascun incontro.(...)Il conduttore si fa, in tal senso, facilitatore di un processo che lui stesso non conosce, affidandosi in toto alla relazione, e all' intreccio delle molteplici proiezioni inconsce che avvengono all' interno del gruppo di cui fa parte”155. Vedremo, poi, nel prossimo capitolo più da vicino come si compone un

laboratorio teatrale, analizzando un'esperienza pratica. Di rilevante importanza è il rapporto tra il processo di lavoro (l' esperienza laboratoriale) e il prodotto estetico finale: focalizzando l'attenzione sul prodotto spettacolare è possibile che il processo di trasformazione offerto agli individui passi in secondo piano, o non venga preso in considerazione come obiettivo.

Infine vi è la valutazione dell'intervento complessivo, fatta di un bilancio consultivo e uno preventivo. Questa prevede non solo il raggiungimento degli obiettivi e il grado di soddisfacimento dei partecipanti, ma mette anche in evidenza fatti, situazioni, persone, risorse, così come ostacoli emersi durante il processo sociale, i quali saranno spunti per futuri tragitti da compiere.

Concludendo è fondamentale coinvolgere nel processo teatrale il personale, i responsabili istituzionali e, ove possibile, i famigliari, di modo che possano garantire continuità e stabilità relazionale, e contribuire ad accrescere eventuali frutti dell'esperienza teatrale affrontata. É frequente, infatti, che al termine dell'esperienza venga percepito un senso di vuoto, una mancanza, dovuti al ritorno

153 Bernardi, 2004 154 Garavaglia, 2007:50 155 Vicini, 2013: 45

CAPITOLO CINQUE

UN' ESPERIENZA TEATRALE: “INTRECCI DI DONNE”

“L'attore mi interessa perché è un essere umano. Questo implica soprattuto due cose: in primo luogo, il mio incontro con un'altra persona, il contatto, un sentimento d'intesa reciproca e il turbamento creato dall'apertura verso un altro essere, dal nostro tentativo di comprensione: in breve, il superamento della nostra solitudine. In secondo luogo, lo sforzo di capire noi stessi attraverso il comportamento di un altro uomo, riscoprendoci in lui”156.