479 Cfr R B ODEI , Geometria delle passioni, op cit., pp 254‐256
II. UN AMORE VELATO DI NERO
II. 1.
Una preziosa penitente: Madeleine de Souvré, marchesa di Sablé
1crivere di una preziosa definita penitente sembra non avere senso2; ma
qui si parla di una donna che, a detta del suo maggiore biografo, ha occupato un posto fra i più rilevanti nella stima dei suoi contempora‐ nei3. Un giudizio che merita allora un’attenzione particolare.
S
1 Per la biografia su Mme de Sablé le notizie prese in maggiore considerazione sono state reperite sui
seguenti testi: V. COUSIN, Madame de Sablé, op. cit.; J. LESAULNIER ‐ A. MCKENNA (a cura di), Diction‐
naire de Port‐Royal, Honoré Champion, Paris 2004, pp. 897‐899; F. DE LA ROCHEFOUCAULD, Réflexions
ou Sentences et Maximes morales et Réflexions diverses, op. cit., pp. 927‐931. Un bel saggio che contiene
numerose notizie biografiche della Sablé è quello contenuto in G. ELIOT, «Woman in France: Madame de Sablé», in Essays of George Eliot, a cura di T. Pinney, Routledge & Kegan Paul, London 1963, pp. 52‐81.
2 Sul nesso preziosismo‐devozione si veda J. G. ROSSO, «La conversion de la précieuse», in R. Du‐
chêne (a cura di), La conversion au XVIIe siècle. Actes du XIIe colloque du C.M.R. 17 (janvier 1982),
Marseille, 1982, pp. 335‐343. Ecco un apprezzamento poco lusinghiero sulle donne del tempo che intraprendevano una tale scelta di vita: «Le dame del s. XVII, sfiorita la giovinezza, cercano la pace claustrale; accanto al sentimento estetico è in esse vivo il sentimento religioso, e se sarebbe poco ca‐ valleresco raffrontarle col diavolo che invecchiando si fa eremita, è però lecito supporre che non solo tendenze spirituali e ascetiche contribuiscano a popolar quel luogo di rifugio, bensì in parte ciò si debba alla stanchezza, alla sazietà che col volger degli anni induce la faticosa esistenza cittadina col suo fasto e, più spesso che non si voglia lasciar credere, con gli ardori delle passioni voluttuose. Impallidite adunque sulle gote […] le rose della primavera, sopravvenuta la grigia stagione dei di‐ singanni, a deluderne le tristezze nostalgiche, a vincerne il tedio grave ecco Port‐Royal, asilo alla moda, situato in un remoto angolo di Parigi; ivi le dame tengono circolo visitate dagli amici e dalle amiche d’un tempo; ivi con maggior dose di buon senso e con più serietà d’intenti si coltivano le lettere; ivi si rinnovano sotto certo aspetto i convegni eruditi e piacevoli, ai quali esse, use agli o‐ maggi dei cavalieri e ai diletti dello spirito, mal saprebbero rinunciare» (F. PICCO, Salotti francesi e
poesia italiana nel ‘600, Streglio, Torino‐Genova‐Milano 1905, pp. 95‐96).
3 Cousin sottolinea come grazie alla sua intermediazione si siano potuti conoscere luoghi e perso‐
Nasce nel 1599, Madeleine, in Touraine, quinta figlia dei sette di Gilles de Souvré4, marchese e governatore di Courtanveaux, e di Françoise de Bailleul, si‐
gnora di Renouard, e trascorre la propria infanzia a Tours5. I Souvré affidano
l’istruzione della loro figlia ai Gesuiti, in particolare al celebre P. Cotton, confes‐ sore del re, da cui la fanciulla riceverà la sua prima comunione iniziando ad ap‐ prendere il gusto per la devozione e il legame forte con la Compagnia6. Mentre i
suoi fratelli si dividono tra carriera militare e religiosa, nel 1610 Mlle de Souvré si
trasferisce a Parigi, dove il padre viene nominato governatore di Luigi XIII. È l’occasione per lei di diventare damigella d’onore di Maria de’ Medici; la trovia‐ mo così tra le pagine di Artamène ou le Grand Cyrus sotto il nome di Parthénie: tanti infatti da questo momento in poi celebreranno le sue doti di spirito; ma al‐ trettanti si scaglieranno contro di lei, condannandone l’ambigua personalità o le diverse manie7 delle quali peraltro nel corso degli anni futuri sarà sempre pronta
a ridere per prima8.
L’esistenza di Madeleine sembra prendere una direzione precisa quando il 9 gennaio 1614, nonostante il suo fidanzamento con il marchese di Fontenay‐ Mareuil, autore di alcune Mémoires, è costretta a sposare appena quindicenne Philippe‐Emmanuel de Laval‐Montmorency, signore di Boisdauphin e marchese di Sablé, uno dei più devoti servitori della regina9. Unione di convenienza non
4 Sulle origini della famiglia della marchesa, cfr. É. DE BARTHÉLEMY, Les amis de la marquise de Sablé,
op. cit., pp. 73‐75.
5 Non c’è accordo tra gli studiosi sulla data di nascita di Madeleine: in J. LESAULNIER, Images de Port‐
Royal, Nolin, Paris 2002, p. 180 si parla del 1598; in C. GAZIER, «La précieuse mondaine: Madame de
Sablé», in Les Belles amies de Port‐Royal, Librairie Académique Perrin et CIE, Paris 1930, p. 32, si fa
riferimento al 1599; in J. LAFOND, Images de La Rochefoucauld, Puf, Paris 1984, p. 202, viene fornita una spiegazione abbastanza esaustiva del fatto che la marchesa nacque nel 1598 e non nel 1599, co‐ me erroneamente scrive il suo più grande biografo Cousin (cfr. V. COUSIN, Madame de Sablé, op. cit., p. 5). Tuttavia anche in N. IVANOFF, La marquise de Sablé et son salon, op. cit., p. 9, si parla del 1599.
6 Cfr. C. GAZIER, «La précieuse mondaine: Madame de Sablé», op. cit., p. 33; e ancora Mémoires du P.
René Rapin de la compagnie de Jésus sur L’église et la société la cour, la ville et le jansénisme 1644‐1669, par
L. Aubineau, t. I, G. Frères et J. Duprey, Paris 1865, p. 29.
7 Si tratta di Tallemant des Réaux, il suo più grande contestatore (cfr. T. DES RÉAUX, «La marquise
de Sablé», in Les Historiettes, a cura di G. Mongrédien, t. III, Garnier Frères, Paris 1977, pp. 75‐86).
8 Cfr. B. CRAVERI, La civiltà della conversazione, op. cit., p. 160.
9 Curiosa la presentazione che si fa di Mme de Sablé come appartenente alla brillante pleiade delle
grandi dame del XVII secolo nella quale i mariti sono conosciuti solo per il nome che davano alle loro mogli; e del resto lo stesso marchese di Sablé brillava solo per i meriti della propria fortuna e nascita (cfr. M. DE SOUVRÉ, Maximes, a cura di D. Jouaust, Librairie des Bibliophiles, Paris 1870, p. I).
certo dettata dal sentimento10; così dopo un piccolo periodo di interessamento il
marito la abbandonerà spesso11 finché non si giungerà alla loro separazione defi‐
nitiva, ma solo dopo aver avuto ben nove figli12. In un primo momento la mar‐
chesa si chiuderà in se stessa, allontanandosi dalla corte e ritirandosi per un certo tempo a Sablé nella dimora che il marito le aveva lasciato; poi si butterà nella ga‐ lanteria, mostrandosi sensibile alle attenzioni del duca Henri de Montmorency con il quale il rapporto si rovinerà quando l’uomo si invaghirà della giovane re‐ gina Anne d’Autriche13. I suoi legami sentimentali furono però anche altri: Tal‐
lemant des Réaux ci parla di Henri d’Armentières, ma anche del poeta Vincent Voiture.
Nello specifico, e procedendo con ordine, dopo il suo matrimonio la mar‐ chesa assunse come direttore spirituale il P. de Sesmaisons, teologo e casuista
della Compagnia14. È il 1615 quando suo padre è nominato maresciallo di Francia
e due anni dopo, nel 1617, nascerà la prima figlia di Madeleine, Marie de Laval (religiosa a Saint‐Amant de Rouen); momento di gioia in cui ben presto si insi‐ nuerà il dolore quando Mme de Sablé perderà, nello stesso anno, la madre. Risale invece al 1618 la nascita di Urbain II de Laval, marchese di Boisdauphin15. Tra il 1618 e il 1619, dopo un soggiorno a Sablé, Madeleine ritorna a Pari‐ gi. La vita nella capitale le dà l’opportunità di frequentare l’hôtel de Rambouillet – «où poètes et gens d’armes se rencontrent pour parler de poésie e de galante‐
10 In J. LESAULNIER, Images de Port‐Royal, op. cit., p. 181, si parla di «mariage politique, mariage mal‐
heureux». Tali toni vengono utilizzati anche in J. LAFOND, Images de La Rochefoucauld, op. cit., p. 202.
11 Chi difende la marchesa aggiunge che il marito, non contento di tradirla dopo che la sua bellezza
cominciava ad appassire, iniziò a rovinarla (cfr. C. GAZIER, «La précieuse mondaine: Madame de
Sablé», op. cit., p. 33).
12 Cousin ci dice che ne ebbe quattro con il marchese: Marie de Laval, religiosa a Saint‐Amand de
Rouen; Henri, vescovo di Saint‐Pol‐de‐Léon e poi di La Rochelle; Urbain de Laval, marchese di Bois‐Dauphin morto nel 1661 e «il bello e bravo Guy de Laval», morto all’assedio di Dunkerque nel 1646 (cfr. V. COUSIN, Madame de Sablé, op. cit., p. 6). Ivanoff conta invece 6 figli e tre figlie (cfr. N.
IVANOFF, La marquise de Sablé et son salon, op. cit., pp. 21‐22), una delle quali sarebbe nata dalla rela‐ zione con Armentières (in proposito, cfr. T. DES RÉAUX, «La marquise de Sablé», op. cit., p. 76).
13 Ecco cosa di lui ci dice C. A. SAINTE‐BEUVE, Port‐Royal, vol. III, Gallimard, Paris 1953, p. 68: «[…]
l’homme le plus à la mode d’alors, et que les femmes s’arrachaient, avait été son plus illustre ser‐ vant […]». Delucidazioni varie su una tale relazione le abbiamo anche in V. COUSIN, Madame de Sa‐
blé, op. cit., pp. 9‐10 e B. CRAVERI, La civiltà della conversazione, op. cit., p. 155.
14 Cfr. Mémoires du P. René Rapin, op. cit., p. 29.
15 «qui, de sa famille, ayant la gourmandise, était avec Saint‐Evremond et d’Olonne, chevalier de
rie»16 – diventando velocemente una perfetta preziosa17, ma soprattutto legando‐
si molto alla marchesa, padrona di casa, e a sua figlia, nonché ad Anne Doni d’Attichy, contessa di Maure e ad Anne‐Geneviève de Bourbon‐Condé, duchessa di Longueville, le quali occuperanno da questo momento in poi un posto notevo‐ le nella sua vita18. È qui che Madeleine incontrerà anche Voiture; inizierà ad inte‐ ressarsi di questioni politiche, partecipando a degli intrighi contro Richelieu19; si farà conoscere soprattutto perché sarà la prima ad esprimere le dottrine preziose relative al matrimonio20: sarà proprio da un tale luogo insomma che inizierà ad acquistare una grande considerazione per la propria intelligenza vivace e per una certa prontezza di spirito, per la capacità di sorprendere e uno spiccato interesse verso l’originalità21. Nel 1620 nasce il suo terzo figlio, Henri‐Marie de Laval, futu‐
ro vescovo di Saint‐Pol de Léon, poi di La Rochelle22; a quest’ultimo se ne ag‐
giungeranno altri cinque: Madeleine e Armande, Jacques, Philippe e Gilles de Laval, questi ultimi tre morti giovanissimi23.
16 J. LESAULNIER, Images de Port‐Royal, op. cit., p. 181.
17 «era fra gli astri più fulgidi della “chambre bleu”. […] L’“hôtel de Rambouillet” le si confaceva
mirabilmente ed ivi infatti la de Sablé si rivelava schietto tipo di preziosa cui aggiungeva fascino la predilezione sua dichiarata “pour la haute galanterie à l’espagnole”» (F. PICCO, Salotti francesi e poe‐
sia italiana nel ‘600, op. cit., pp. 62‐63). Si trattava di una forma di preziosismo cui venivano ricono‐
sciuti almeno tre grandi meriti: il primo era la costituzione di un tipo di società votato agli ideali della conversazione e della socievolezza; il secondo si esprimeva nel ruolo giocato in rapporto alla riforma del linguaggio; mentre il terzo era l’influenza in seno all’ambito della letteratura (in propo‐ sito, cfr. É. DE BARTHÉLEMY, Les amis de la marquise de Sablé, op. cit., p. 42).
18 Due gli studi che analizzano l’amicizia di Mme de Sablé con queste due donne: per la prima si ve‐
da ID., Madame la comtesse de Maure sa vie et sa correspondance suivies des Maximes de Madame de Sablé
et d’une étude sur la vie de Mademoiselle de Vandy, Librairie de J. Gay, Paris 1863; per la seconda il più
volte citato studio di Cousin.
19 Qualcuno sostiene perfino che quest’ultimo tentò, senza riuscirci, di conquistare il suo cuore (cfr.
G. MONGRÉDIEN, La vie de société aux XVIIe et XVIIIe siècles, Hachette, Paris 1950, p. 77).
20 Cfr. AA. Vv, Manuel d’histoire littéraire de la France, t. II 1600‐1715, Messidor, Paris 1966, p. 154. 21 Per ulteriori notizie su tale salotto si veda quanto riportato in É. DE BARTHÉLEMY, Les amis de la
marquise de Sablé, op. cit., pp. 25‐26.
22 «Au cadet, Henri, d’église comme il convient, devait échoir la mitre qu’il porta successivement et
assez dignement, semble‐t‐il, à Saint‐Pol, puis à La Rochelle» (C. GAZIER, «La précieuse mondaine: Madame de Sablé», op. cit., p. 36). Per ulteriori notizie su Henri si veda J. LESAULNIER, Image de Port‐
Royal, op. cit. ed E. JOVY, Un fils de Mme de Sablé M de Laval évêque de La Rochelle et Phelippes de La
Brosse, Société française d’imprimerie et de librairie, Paris 1916. In N. IVANOFF, La marquise de Sablé
et son salon, op. cit., p. 87, viene precisato come i giansenisti attribuiranno proprio a Mme de Sablé
«d’avoir fléchi en leur faveur son fils Henri de Laval, évêque de La Rochelle».
23 «Cette veuve très consolée était une mère aussi, mère de plusieurs enfants, dont l’éducation était
Nel 1622 nasce invece Guy de Laval24 che la marchesa ebbe probabilmente
dalla sua relazione con Armentières. Tallemant racconta che da questo legame nacque anche una figlia, mantenuta segreta fino alla morte di Gilles de Souvré, nascosta a Port‐Royal dove si fece religiosa, ma della quale non si conosce il no‐ me25. Risale a questo stesso anno la separazione definitiva dal marito, il quale si
ritirò nei suoi possedimenti anche in seguito ad una disgrazia politica che lo colpì per via del suo ruolo nei complotti di partito di Maria de’ Medici: la marchesa divenne così a tempo pieno uno degli ornamenti dell’hôtel de Rambouillet26!
Nel 1626 Madeleine perde suo padre; nel 1632 Henri de Montmorency è
decapitato; e nel 1639 anche il marchese d’Armentières muore, ucciso in un duel‐ lo da Henri de Lavardin di cui aveva sedotto la sorella. Nel 1640 è poi il turno del marchese di Sablé che, dopo aver dilapidato la fortuna della propria moglie, si
spegne per un attacco di apoplessia27. Così Chapelain commenta l’avvenimento:
Mme la marquise de Sablé est donc veuve et une des plus honnêtes
veuves que j’aie jamais connues; elle ne rit, ni ne pleure, et sans grimacer son deuil ni montrer une constance scandaleuse dans un aussi important changement que celui‐là, elle garde le vrai tempé‐ rament nécessaire pour ne donner aucune prise sur soi […] L’on
demande si madame de Sablé le savait elle‐même au juste» (C. GAZIER, «La précieuse mondaine: Madame de Sablé», op. cit., p. 35).
24 «Guy, […], l’enfant chéri de sa mère, aussi beau que vaillant, l’un des compagnons d’armes préfé‐
rés de Condé, était promis, six ans plus tard, à une mort glorieuse devant Dunkerque, alors qu’il était déjà, à vingt‐quatre ans, lieutenant général et l’un des plus brillants officiers du royaume» (ivi, p. 36). Su ques’ultimo si veda quanto raccontato da T. DES RÉAUX, «M. De Laval», in Les Historiettes, a cura di G. Mongrédien, t. V, op. cit., pp. 174‐193, convinto del fatto che si tratti del secondo figlio della marchesa. Tuttavia confrontando le notizie biografiche riportate in F. DE LA ROCHEFOUCAULD,
Réflexions ou Sentences et Maximes morales et Réflexions diverses, op. cit., p. 927, si nota come questi
venga riconosciuto come il terzo figlio, o almeno il terzo figlio maschio della marchesa.
25 «Sa derniere galanterie fut avec Armentieres, petit‐filz de la vicomtesse d’Auchy, garçon qui avoit
l’esprit vif et qui disoit plaisamment les choses. Elle en eut une fille qui est à Port‐Royal, mais cette fille vint durant la vie du mari. Armentieres fut tué en duel par Lavardin, mais on disoit qu’il l’avoit tuè à terre» (T. DES RÉAUX, «La marquise de Sablé», op. cit., p. 76); potrebbe essere quella Marie de Laval, nata nel 1617.
26 C. GAZIER, «La précieuse mondaine: Madame de Sablé», op. cit., p. 35; in proposito, cfr. M. M.
ROWAN, «La conversion chez quelques grandes dames du XVIIe siècle», in La conversion au XVIIe siè‐
cle. Actes du XIIe colloque du C. M. R. 17 (janvier 1982), a cura di R. Duchêne, Marseille 1982, p. 348.
27 «[…] sans lui inspirer de trop vifs regrets» (C. GAZIER, «La précieuse mondaine: Madame de Sa‐
blé», op. cit., p. 35). Ecco cosa leggiamo in B. CRAVERI, La civiltà della conversazione, op. cit., p. 169: «Nel 1640 suo marito aveva avuto il buon gusto di morire e lei quello di accogliere la notizia con molta compostezza».
dit que cette condition lui sied si bien que c’est dommage qu’elle ne lui est pas arrivée plus tôt28. Nel giro di pochi anni Madeleine aveva perso quasi tutti gli uomini che avevano contato nella sua vita. E tuttavia il 1640 è un anno importante per lei perché co‐ mincia da questo momento il suo legame con Port‐Royal29, grazie soprattutto
all’intermediazione di Anne de Rohan, principessa di Guéméné, con la mère An‐ gélique Arnauld. Difficile sostenere con certezza assoluta che nel 1641 Mme de Sa‐
blé si fosse davvero pienamente convertita sull’esempio proprio della principessa di Guéméné; e di sicuro però il suo proposito di devozione divenne forte, por‐ tandola appena due anni più tardi, nel 1643, ad entrare di diritto nella storia del convento giansenista, dando l’occasione ad Antoine Arnauld di pubblicare il trat‐ tato De la fréquente communion. Lo apprendiamo dalle pagine di René Rapin – un gesuita autore di una Histoire du Jansénisme depuis ses origines jusqu’en 1664 (1861) e dei Mémoires du Père René Rapin sur l’Église, la Société et la Cour, la Ville et le Jan‐ sénisme, 1644‐1649 (1865) –, il quale sostiene che una tale opera scaturì proprio da
una conversazione tra Mme de Sablé e Mme de Guéméné, la prima che aveva per
confessore un gesuita, il già citato P. de Sesmaisons, la seconda devota al gianse‐ nista Saint‐Cyran, che nel 1633 era stato scelto dalla mère Angelique come con‐ fessore del convento di Port‐Royal a Parigi e che tre anni dopo ne sarebbe dive‐ nuto il direttore spirituale. La discussione fu riferita dalle due amiche ai rispettivi confessori finché gli sviluppi non furono sottoposti ad Arnauld il quale rispose attraverso la sua celebre opera. Fu proprio in tale occasione che Mme de Sablé ri‐
nunciò alla direzione del P. Sesmaisons indirizzandosi verso un agostiniano, il dottore Jacques de Sainte‐Beuve30.
28 Lettres de Jean Chapelain, par PH. TAMIZEY DE LARROQUE, Imprimerie Nazionale, Paris 1880, t. I, p.
640.
29 Si tratta ovviamente del monastero di Port‐Royal a Parigi e non aux‐Champs come qualcuno er‐
roneamente sostiene (cfr. F. PICCO, Salotti francesi e poesia italiana nel ‘600, op. cit., p. 62).
30 Un episodio, questo, riportato in vari studi più volte. Ad esempio in C. GAZIER, «La précieuse
mondaine: Madame de Sablé», op. cit., p. 40 e in B. CRAVERI, La civiltà della conversazione, op. cit., pp. 144‐145. E in modo del tutto ironico in F. RUFFINI, Studi sul giansenismo, op. cit., pp. 131‐132: «La Marchesa di Sablé e la principessa di Guémené, rivali non solo in Corte ma anche in Chiesa, segui‐ vano una pratica sacramentale molto diversa. Quella, che era una delle penitenti del gesuita Padre
Al difficile momento religioso – nel 1640 veniva pubblicato postumo l’Augustinus di Giansenio, condannato dall’Inquisizione nel 1641 e da Urbano VIII nel 1642, anno altresì della morte del cardinale Richelieu – si affiancarono in Madeleine anche numerosi problemi familiari in cui brevi risultarono i momenti di serenità, come ad esempio nel 1644 quando suo figlio Guy sposò segretamente Marie Séguier, figlia del famoso cancelliere, grazie anche alla complicità di sua madre, del cardinale Mazzarino, successo a Richelieu, e di Louis de Bourbon, principe di Condé31. Nel 1646 infatti la marchesa perde proprio Guy, ucciso
all’assedio di Dunkerque all’età di appena 24 anni, il giovane figlio che amava con una particolare tenerezza, quello su cui aveva riposto le sue più grandi spe‐ ranze32. E questo non è ancora abbastanza perché impoveritasi è costretta a ven‐ dere Sablé e a lasciare il suo palazzo in Faubourg Saint‐Germain. Conoscerà così anche la povertà a causa di un processo che le intenteranno alcuni dei suoi figli per assicurarsi la residenza paterna33 dalla quale la marchesa sarà costretta a se‐ pararsi nel 1648. Si installa perciò insieme alla contessa de Maure in un apparta‐ mento in Place Royale34. È qui che inizierà a ricevere molti amici sulle orme della tradizione di quell’hôtel de Rambouillet che dopo la morte della padrona di casa era stato quasi del tutto dimenticato35.