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Punteggi sottoscale e score totale McCloskey/Mueller Satisfaction Scale (MMSS): confronto fra professioni

Tabella D

Test U di Mann-Whitney per campioni indipendenti (significatività p< 0.05)

Da quanto possiamo osservare all’interno della Tabella D sono riportati i valori medi e le deviazioni standard sul totale e per professione relativi alla Job Satisfaction. Come detto ad inizio capitolo abbiamo optato per ridurre i 31 items presenti nella MMSS originale a 19 – eliminando difatti gli aspetti relativi alle condizioni contrattuali. Il range di valori possibili ottenibili nei vari items varia da 1-5, raggiungendo difatti un global score minimo di 19 ed un massimo di 95.

Andando ad osservare proprio quest’ultimo valore possiamo notare come la Global Job Satisfaction sia leggermente più orientata verso la professione medica che si attesta intorno alla 59,632 verso i 56,333 ottenuto dagli infermieri.

Sottos cale Item Range N Media DS. P

Inferm iere 84 2,804 ± 0,924 Medico 19 3,039 ± 0,773 Inferm iere 84 2,381 ± 0,713 Medico 19 2,000 ± 0,666 Inferm iere 84 2,827 ± 0,673 Medico 19 3,145 ± 0,830 Inferm iere 84 3,064 ± 0,829 Medico 19 3,137 ± 0,494 Inferm iere 84 3,432 ± 0,868 Medico 19 3,803 ± 0,543 Inferm iere 84 56,333 ± 12,557 Medico 19 59,632 ± 9,044 0,120 0,025 0,070 0,676 0,042 0,192 1-5 13, 14 1-5 15, 16, 17, 18 1-5 21, 22, 28, 29, 30 1-5

Elogi e riconos cim enti

Colleghi

Opportunità di interazioni s ociali

Controllo Res pons abilità

Opportunità profes s ionali 12, 23, 24, 25 19, 20, 26, 27

Global Job Satis faction

1-5

57

Questo valore ottenuto per ambo le professioni non è un valore eccellente in quanto tende ad attestarsi su un valore di tipo neutrale corrispondente alla “Né soddisfatto, Né insoddisfatto” presente sulla scala likert a 5 punti per i 19 items presenti.

Analizzando i valori relativi alla categoria “Elogi e riconoscimenti” (4 items, tra i quali – “Riconoscimento del tuo lavoro da parte dei superiori” / “Riconoscimento del tuo lavoro da parte dei tuoi colleghi”/ “Incoraggiamenti e rinforzi positivi” - ) “Opportunità di interazioni sociali” (4 items, tra i quali - “Opportunità di contatti sociali con i colleghi fuori orario di servizio” / “Opportunità d’integrazione con altre figure professionali”), “Controllo e responsabilità” (5 items, tra i quali-“ Partecipazione nel prendere decisioni organizzative” / “Opportunità d’avanzamento di carriera” / “Possibilità di dare il proprio contributo alle soluzioni di problemi lavorativi”) non si segnalano differenze statisticamente significative durante il confronto tra medie tra medici ed infermieri. Rimane problematica l’opportunità di avanzamento di carriera per i vincoli imposti dal contratto nazionale. Anche questo è un aspetto su cui investire per poter sostenere la motivazione al lavoro. Tutt’altro discorso può essere fatto per i “Colleghi” (2 items, tra i quali – “Colleghi” / “Medici con i quali lavori”) dove possiamo osservare una differenza statistica significativa nelle medie osservabile direttamente dal valore assunto dalla P, in questo caso pari a P=0,025 (ossia inferiore al valore di 0,05, ovvero significativo) che sta ad indicare una soddisfazione più marcata ( e di conseguenza un buon clima complessivo di relazioni dirette all’interno dell’ospedale) da parte degli infermieri verso i colleghi (Media 2,381) rispetto i medici (Media 2,000). Analogo discorso può essere fatto per le “Opportunità professionali” (4 items, tra i quali – “Opportunità d’interagire con Università od altri centri di formazione” / “Opportunità di far parte di progetti e gruppi di lavoro aziendali” / “Opportunità di scrivere e pubblicare articoli”) dove possiamo notare come la categoria medica tenda ad essere più soddisfatta (Media 3,803) rispetto agli infermieri (Media 3,432) per la possibilità maggiore di allargare i propri orizzonti professionali. Sono aspetti poco collegati all’incentivazione economica, ma estremamente valorizzanti per il coinvolgimento, la valorizzazione della persona e l’autostima.

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Punteggi sottoscale e score totale McCloskey/Mueller Satisfaction Scale (MMSS) nei diversi setting: confronto fra i setting assistenziali

Tabella E

Test di Kruskal-Wallis per campioni indipendenti (significatività p< 0.05)

Come è possibile osservare dalla tabella E siamo andati a confrontare i valori ottenuti dalla MMSS fra i vari setting assistenziali. Il valore di Global Job Satisfaction più marcato è riportato dal Blocco Operatorio (Media 68,31) e dalla Medicina 2°T, il valore invece più basso a livello di soddisfazione globale è stato ottenuto dalla Medicina 2°1. Analizzando i vari items: Elogi e riconoscimenti / Colleghi / Controllo e responsabilità / Opportunità professionali / Opportunità d’interazione sociale possiamo affermare la presenza della maggior Job Satisfaction all’interno del Blocco Operatorio ed a seguire della Medicina 2°T, mentre il valore più basso nei vari items se lo aggiudica la Medicina 2°1, tranne che per la voce “Colleghi” dove il valore più basso è registrato all’interno della Medicina 2°3 (Media 2,00).

Media DS Media DS Media DS Media DS Media DS Media DS

Elogi e riconoscimenti 1-5 3,05 ± 0,71 2,22 ± 0,79 3,52 ± 0,88 2,09 ± 0,50 2,32 ± 0,38 3,61 ± 0,78 < 0,000

Colleghi 1-5 2,46 ± 0,60 2,00 ± 0,37 2,46 ± 1,19 2,25 ± 0,65 2,09 ± 0,30 2,81 ± 0,51 0,009

Opportunità di interazioni sociali 1-5 2,82 ± 0,53 2,69 ± 0,59 3,17 ± 0,73 2,34 ± 0,67 3,05 ± 0,66 3,14 ± 0,37 0,001

Controllo Responsabilità 1-5 3,26 ± 0,58 2,40 ± 0,62 3,65 ± 0,67 2,33 ± 0,51 3,09 ± 0,46 3,75 ± 0,76 < 0,000

Opportunità professionali 1-5 3,41 ± 0,56 3,09 ± 0,53 4,02 ± 0,71 2,55 ± 0,60 3,61 ± 0,56 4,23 ± 0,62 < 0,000

Global Job Satisfaction 19-95 58,36 ± 8,41 48,00 ± 9,00 66,00 ± 9,04 44,05 ± 8,94 55,55 ± 4,36 68,31 ± 9,28 < 0,000 P Area Medica 2°2° (n.14) Area Medica 2°3° (n.8) Area Medica 2°T (n.13) Area Medica 2°1° (n.22) Neurochirurgia (n.11) Blocco Operatorio (n.16) Sottoscale e score totale Settimg range

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Punteggi sottoscale e score totale McCloskey/Mueller Satisfaction Scale (MMSS) in base alla formazione complementare degli infermieri (n. 84)

Tabella F

Test U di Mann-Whitney per campioni indipendenti (significatività p< 0.05)

Come è possibile osservare all’interno della Tabella F siamo andati a confrontare i valori ottenuti dalla MMSS in base alla presenza o meno di formazione complementare. Gli infermieri aventi tale titolo sono 17, contrariamente ai 67 sprovvisti di tale attestato. Analizzando il dato relativo alla Global Job Satisfaction non si osservano grandi differenze statistiche tra gli aventi e non aventi, nello specifico si tende ad avere una lieve propensione alla collaborazione negli infermieri che hanno avuto una formazione successiva alla laurea triennale / diploma regionale (Media 57,118 vs 56,134).

Singolarmente gli items fanno trapelare che la soddisfazione lavorativa relativa alle Opportunità Professionali tendono ad essere maggiori per chi presenta tale formazione rispetto a chi ne è sprovvisto(Media 3,691 vs Media 3,366), così come il

Sottoscale e score totale Formazione complementare N Media DS P SI 17 2,618 0,668 No 67 2,851 0,978 SI 17 2,294 0,532 No 67 2,403 0,755 SI 17 2,897 0,593 No 67 2,810 0,695 SI 17 3,141 0,720 No 67 3,045 0,859 SI 17 3,691 0,763 No 67 3,366 0,886 SI 17 57,118 9,746 No 67 56,134 13,232 ns ns ns 1-5 1-5 1-5 1-5 1-5 19-95 Elogi e riconoscimenti Colleghi Opportunità di interazioni sociali Controllo Responsabilità Opportunità professionali

Global Job Satisfaction

ns

ns

66

Controllo e Responsabilità (Media 3,141 degli aventi formazione complementare vs 3,045).

Lieve tendenza inversa si può notare nella soddisfazione relativa agli Elogi e Riconoscimenti: dove nello specifico chi non presenta una formazione complementare tende ad essere più soddisfatto per tale items (Media 2,851 vs Media 2,618) di chi presenta master e/o altro; e nella soddisfazione derivata dai Colleghi (Media 2,294 per gli aventi vs Media 2,403 per gli sprovvisti).

Punteggi sottoscale e score totale McCloskey/Mueller Satisfaction Scale (MMSS) in base alla attitudine alla collaborazione degli infermieri

Tabella G

Test U di Mann-Whitney per campioni indipendenti (significatività p< 0.05)

Come è possibile osservare all’interno della Tabella G siamo andati a vedere come la

Sottoscale e score totale Attitudine alla collaborazione N Media DS P Ridotta (JS Score ≤ 50) 37 2,872 0,989 Buona (JS Score > 50) 47 2,750 0,878 Ridotta (JS Score ≤ 50) 37 2,527 0,772 Buona (JS Score > 50) 47 2,266 0,650 Ridotta (JS Score ≤ 50) 37 2,791 0,732 Buona (JS Score > 50) 47 2,856 0,629 Ridotta (JS Score ≤ 50) 37 2,859 0,828 Buona (JS Score > 50) 47 3,226 0,803 Ridotta (JS Score ≤ 50) 37 3,149 0,849 Buona (JS Score > 50) 47 3,654 0,825 Ridotta (JS Score ≤ 50) 37 54,595 13,767 Buona (JS Score > 50) 47 57,702 11,483 Opportunità professionali 1-5 0,009

Global Job Satisfaction 19-95 0,160

Opportunità di interazioni

sociali 1-5 0,647

Controllo Responsabilità 1-5 0,019

Elogi e riconoscimenti 1-5 0,765

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Collaborazione tenda ad incidere sulla Soddisfazione e per fare questo abbiamo dicotomizzato l’attitudine alla collaborazione - derivante dalla scala di Jefferson - in 2 variabili categoriche nominali: Ridotta attitudine alla collaborazione (JS Score < 50) e Buona attitudine alla collaborazione (JS Score >50). Dai dati ottenuti si può osservare come chi tenderà ad avere una buona attitudine alla collaborazione e perciò tenderà a rapportarsi in modo migliore (come team) protenderà a presentare punteggi migliori verso gli items della soddisfazione. Nello specifico possiamo notare come punteggi significativi siano stati ottenuti all’interno del Controllo e responsabilità (P=0,019) dove chi presenta Buona attitudine alla collaborazione (Media 3,226) avrà soddisfazione maggiore rispetto a chi tende ad averne meno (Media 2,859) – “Possibilità di dare il proprio contributo alle soluzioni dei problemi lavorativi” e “Partecipazione nel prendere decisioni organizzative” e all’interno delle Opportunità professionali (P=0,009), nello specifico una buona attitudine alla collaborazione (Media 3,654) avrà soddisfazione maggiore rispetto a chi tenderà ad averne meno (Media 3,149) - “Opportunità di far parte di progetti e gruppi di lavoro aziendali”.

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Punteggi sottoscale e score totale McCloskey/Mueller Satisfaction Scale (MMSS) in base alla attitudine alla collaborazione degli infermieri

Tabella G1

DISCUSSIONE

Attitudine alla collaborazione:

Dai risultati emersi da questo studio si può evincere che per quanto riguarda i valori ottenuti nella JSAPNC, relativi alla collaborazione (Tabella B), sia i medici che gli infermieri tendono ad avere una buona attitudine generale alle collaborazione, infatti le medie dei risultati ottenuti da entrambe le categorie tendono ad essere similari: Medici (49,737) - Infermieri (49,893). Tenendo presente che il valore massimo ottenibile è di 60 punti, questo punteggio è si positivo, ma non è però eccellente se comparato sulle (poche) ricerche presenti in letteratura (specialmente in lingua anglosassone).

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Una ricerca tutta Italiana, effettuata su 14 medici e 16 infermieri nel 2007, provenienti dai reparti di medicina dell’Ospedale di Trento, mediante la somministrazione della Jefferson Scale of Attitudes Toward Physician Nurse Collaboration, ha prodotto un valore di soddisfazione maggiore rispetto a quello ottenuto nel nostro studio, nello specifico nei 14 medici aderenti allo studio si registra Global JS media di 50,1, mentre per quanto riguarda gli infermieri si annovera un valore nettamente più positivo di Global JS con media di 54,4. Per quanto differenti siano i risultati di questa analisi c’è da specificare che essendo i partecipanti a questo studio in numero così esiguo e perciò non proprio statisticamente attendibili una dimensione del campione più ampio avrebbe prodotto senz’altro un’ampia gamma di analisi più accurate e quindi affidabili. Analizzando singolarmente i vari items presenti all’interno della JSAPNC possiamo notare che all’interno della “Condivisione e collaborazione” sia i medici che gli infermieri tendono a riportare valori similari, valori della P non significativa (0,850) e questo sta a significare che entrambe le figure tendono a guardare positivamente alla formazione interdisciplinare. “Prendersi cura e curare”: dai valori emersi si denota una buona comprensione del ruolo infermieristico nell’educazione sanitaria e nel sostegno psicologico al paziente. “Autonomia degli infermieri”: si riscontra accordo generale nell’attribuire agli infermieri un autonomia professionale e decisionale. Ultima, ma non per importanza andiamo ad analizzare la sottoscala: “Autorità del medico”: analizzando la differenza dei valori emersi tra medico ed infermiere possiamo notare come il valore della P sia di 0,04, perciò significativo, e questo sta ad indicare come ci sia un rifiuto a considerare il medico come figura dominante in tutti gli ambiti dell’assistenza. Dal valore ottenuto si evince come ci sia sempre una differenza di visioni tra queste due professionisti infatti gli infermieri tendono ad essere fortemente in disaccordo sull’autorità assoluta predominante del medico ed essere relegati ad essere i loro “meri esecutori”; altro discorso per i medici (alcuni) che tendono ad avere una visione ancora gerarchica, generata probabilmente dai modelli organizzativi in auge nel reparto in cui lavorano (ad esempio presenza del modello organizzativo funzionale per compiti che porta inevitabilmente ad una standardizzazione e rigidità di ruoli e di conseguenza fa si che si tralascino tutti quei rapporto interprofessionali che richiedono impegno, ma che si riflettono

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positivamente nel clima operativo, nella qualità dell’assistenza e delle relazioni professionali coi pazienti, familiari e colleghi). Analizzando successivamente i punteggi sottoscale e score totale Jefferson Scale of Attitudes Toward Physician Nurse Collaboration relativo al confronto fra setting assistenziali (Tabella B1) possiamo notare come ogni sottoscala presenti un valore della P significativo, infatti si attestano tutte sotto il valore di 0,05. Questo può essere sicuramente dovuto al fatto che l’attitudine alla collaborazione tende ad essere influenzata dal setting lavorativo in cui ogni professionista è chiamato ad espletare il suo ruolo poiché ogni U.O è composta da una moltitudine di dinamiche interne multifattoriali che tenderanno alla lunga a far protendere i professionisti verso ad una collaborazione maggiore o minore. Dalla tabella si può notare come ci sia una propensione maggiore alla collaborazione all’interno della Neurochirurgia ed a seguire dall’Area Medica 2°2. Punteggi più bassi invece si registrano all’interno dell’Area Medica 2°T. I valori registrati, calcolati su un massimo di 60 punti (NCH=54,64 / 60), sono in linea generale soddisfacenti, ma come abbiamo detto precedentemente sono fortemente legati al setting lavorativo / assistenziale preso in esame.

Prendendo in esame invece la Tabella C Punteggi sottoscale e score totale Jefferson Scale of Attitudes Toward Physician Nurse Collaboration in base alla formazione complementare degli infermieri si può notare facilmente come il proseguimento degli studi oltre al diploma di laurea triennale / o diploma regionale porti il professionista ad avere un’attitudine maggiore (e perciò migliore) alla collaborazione rispetto ai colleghi infermieri sprovvisti di tale titolo. Nello specifico si registrano valore della P significativi in quasi tutte le sottoscale presenti, specialmente nello score totale si rileva P=0,000, dove nel particolare segnaliamo infermieri con formazione complementare con valore medio pari a 54,412 rispetto ai colleghi infermieri sprovvisti di tale titolo pari a 48,746. Punteggi elevati verso la collaborazione degli infermieri con formazione complementare si rilevano in tutte le sottoscale presenti all’interno della JSAPNC. E’ una differenza significativa che deve far riflettere in quanto denota come l’avanzamento degli studi dia la possibilità a ciascun professionista di ampliare la propria visione d’insieme (oltre ad un costante aggiornamento) permettendo perciò la collaborazione con i colleghi al fine ultimo di rendere eccellente il caring verso la persona assistita.

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Job Satisfaction:

Passando adesso a vedere gli aspetti salienti derivanti dall’analisi dei dati della Job Satisfaction dobbiamo ricordare che gli items totali sono stati ridotti a 19 verso i 31 originali in quanto sono state eliminate le voci relative alle condizioni contrattuali, che ben poco era significative all’interno di questo studio (stipendio / ferie / incentivi per lavoro festivo / permessi per maternità / permessi per i figli). E’ bene sottolineare che per quanto riguarda la soddisfazione non esiste in letteratura un range di valori entro i quali poter basarsi per sapere se un valore è buono oppure migliore rispetto ad altri ottenuti in altri studi. Analizzando la Tabella D Punteggi sottoscale e score totale McCloskey/Mueller Satisfaction Scale (MMSS): confronto fra professioni si evince come i valori di Global Job Satisfaction siano leggermente più elevati per la professione medica (59,632) verso i valori ottenuti dagli infermieri (56,333). Entrambi i valori di soddisfazione ottenuti dai professionisti non sono molto elevati tendendo in considerazione che il valore massimo ottenibile era di 95 punti. Analizzando invece singolarmente i vari items si denota un valore significativo della P=0,025 per l’items dei “Colleghi” dove nello specifico gli infermieri sono più soddisfatti rispetto ai medici (Media di 2,381 dei primi rispetto 2,000 ai medici). Così come le “Opportunità professionali” (“Opportunità di interagire con Università od altri centri di formazione” / “Opportunità di far parte di progetti e gruppi di lavoro aziendali” / “Opportunità di partecipare a ricerche od attività di aggiornamento / formazione” / “Opportunità di scrivere e pubblicare articoli”) dove possiamo notare una P significativa di 0,042 dove nello specifico avremo medici con valori più elevati (3,803) rispetto agli infermieri (3,432) per la possibilità maggiore di allargare i propri orizzonti professionali. Sono aspetti poco collegati all’incentivazione economica, ma estremamente valorizzanti della persona e dell’autostima. Meritevole di accenno è la problematica relativa all’opportunità di avanzamento carriera che era presente fino a poco tempo fa per i vincoli imposti dal contratto nazionale. Finalmente adesso, con la stipula del nuovo CCNL, siamo arrivati ad una implementazione delle competenze delle professioni infermieristiche che altro non sono che una necessità strategica del Servizio Sanitario Nazionale per far fronte ai mutevoli cambiamenti che una sanità d’avanguardia richiede. Con gli incarichi di funzione previsti nel nuovo contratto con la presenza dell’Infermiere

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specialista e dell’Infermiere esperto si aprono scenari che fino ad ora erano impensabili e che certamente porteranno risultati positivi in termini di assistenza alla persona in senso olistico. Analizzando invece la Tabella E relativa alla Job Satisfaction mediante la MMSS nei diversi setting assistenziali possiamo osservare che il valore del P Value è significativo per ogni items presente nella McCloskey/ Mueller Satisfaction Scale poiché ogni valore è inferiore a 0,05 e questo denota che nonostante i valori di soddisfazione non siano elevati generalmente (Valore massimo di GJS rilevato è del Blocco Operatorio – media di 68,31 / 95) sono strettamente legati al setting lavorativo in cui i vari professionisti sono calati quotidianamente. Il Blocco operatorio è l’unità operativa che presenta maggior soddisfazione lavorativa in quasi tutti gli items a disposizione della scala, mentre è l’Area medica della medicina 2°1 a presentare una soddisfazione peggiore (GJS score pari a 44,05 /95). Per quanto riguarda la soddisfazione legata alla formazione complementare degli infermieri (Tabella F) su un totale di 84 partecipanti solamente 17 avevano tale titolo contro i 67 sprovvisti, dai risultati ottenuti non c’è una differenza statisticamente significativa tra gli aventi ed i non aventi, la soddisfazione finale riporta GJS per i 17 infermieri pari a 57,118 contro il 56,134 dei restanti 67 infermieri (valore di P non significativo). In ultima analisi riportiamo la Tabella G Punteggi sottoscale e score totale McCloskey/Mueller Satisfaction Scale (MMSS) in base alla attitudine alla collaborazione degli infermieri (n. 84) che permette di vedere come la collaborazione tenda ad incidere sulla soddisfazione e per fare quest’analisi abbiamo dicotomizzato l’attitudine alla collaborazione – derivante dalla Jefferson Scale – in due variabili categoriche nominali: Ridotta attitudine alla collaborazione (JS Score <50) e Buona attitudine alla collaborazione (JS Score >50). Dai dati ottenuti possiamo notare come chi tenderà ad avere una buona attitudine alla collaborazione e perciò tenderà a rapportarsi in modo migliore (come team) presenterà valori migliori verso gli items della soddisfazione. Si denota nello specifico punteggi più elevati su Controllo e responsabilità’(“Possibilità di dare il proprio contributo alle soluzioni dei problemi lavorativi” e “Partecipazione nel prendere decisioni organizzative”) e sulle Opportunità professionali (Opportunità di far parte di progetti e gruppi di lavoro aziendali”.)

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LIMITI

Al di là dei risultati ottenuti questa indagine tende a presentare dei limiti, dove in primo luogo possiamo andare ad identificare la piccola dimensione del campione oggetto di studio. I partecipanti, infatti, sono stati 103, di cui 84 infermieri e 19 medici provenienti dall’Area Medica e dall’Area Chirurgica del Presidio Ospedaliero di Livorno. Una dimensione del campione più ampio, specialmente per quanto riguarda la partecipazione dei medici, avrebbe senz’altro offerto un’ampia gamma di analisi più accurate e quindi attendibili per quanto riguarda sia le variabili demografiche sia le variabili legate alla collaborazione e soddisfazione.

Un forte limite è legato dal fatto che la (scarsa) letteratura esaminata è di prevalenza anglosassone emerge perciò la necessità di rivederla alla luce della situazione organizzativa e professionale italiana, per indirizzare la prassi sanitaria del nostro Paese ad intraprendere validi ed efficaci rapporti multiprofessionali. Non è fattibile applicare direttamente alla realtà del nostro paese scale di valutazioni costruite per altri paesi poiché per il particolare contesto in cui l’Italia è calata c’è la necessità di ponderare i vari items alla complessità del nostro Sistema Sanitario.

CONCLUSIONI

Prima di andare a stillare le dovute conclusioni è doveroso andare a rivedere le caratteristiche definenti dei partecipanti a questo studio, che come possiamo ricordare sono stati 103, di cui 84 infermieri (81,5%) e 19 medici (18,5%).

Degli 84 infermieri partecipanti allo studio abbiamo ottenuto l’adesione di 35 uomini (41,7%) e 49 donne (58,3%) tutti afferenti dai reparti di Area Medica, dove nello specifico troviamo le Medicine: 2°T (N=13 pari al 15,5%), 2°1 (N=22 pari al 26,2%), 2°2 (N=14 pari al 16,7%), 2°3 (N=8 pari al 9,5%), Neurochirurgia (N=11, pari al 13,1%) ed infine il Blocco Operatorio (N=16, pari al 19,0%). La stragrande maggioranza degli operatori presenta una formazione di tipo universitaria con rilascio di laurea triennale pari al 84,5 %, N=71, mentre valori più bassi si ottengono

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negli infermieri che presentano un master clinico (N=17 pari al 20,2%) mentre sono un numero nettamente superiore i colleghi sprovvisti di tale titolo (N=67 pari al 79,8%). Per quanto riguarda il master per le funzioni di Coordinamento possiamo trovare N=8 pari al 9,5% mentre per il possesso della Laurea Magistrale registriamo N=3 con percentuale relativa del 3,6%. Valori inferiori si registrano negli operatori che hanno conseguito una formazione di tipo professionale con relativo rilascio di Diploma Regionale (N=13 pari al 15,5%). Passando ad analizzare i Medici dei 19 aderenti allo studio abbiamo ottenuto la partecipazione di 7 uomini (N=7 pari al 36,8%) e 12 donne (N=63,2%) afferenti maggiormente dall’area medica, dove nello specifico medicina 2°2 N=9, 2°3 N=1 / 2°T N=2 / 2°1 N=2. I medici partecipanti dal blocco operatorio sono stati 4 pari al 21,1%, mentre si registra un’unica adesione dalla NCH con 5,3%. Le specializzazioni intraprese dai medici sono tra le più disparate, possiamo infatti trovare: Medicina interna (N=7 pari al 41,2%), Geriatria (N=4 pari al 23,5%), Anestesia e rianimazione (N=3 pari al 17,6%), Chirurgia Generale (N=1 pari al 5,9%) e Neurochirurgia (N=1 pari al 5,9%).

I risultati ottenuti, pur nei limiti legati al campione ridotto, esplorano un problema che attualmente ha ancora poca importanza rispetto a quella che dovrebbe avere e questo è dimostrato soprattutto dalla carenza di adeguata bibliografia che come possiamo ricordare è di prevalenza anglosassone e perciò emerge la necessità di rivederla alla luce della situazione organizzativa e professionale italiana, per indirizzare finalmente la prassi sanitaria del nostro Paese ad intraprendere validi ed efficaci rapporti multiprofessionali. Non è fattibile perciò applicare direttamente alla realtà del nostro paese scale di valutazioni costruite per altri paesi poiché per il particolare contesto in cui l’Italia è calata c’è la necessità di ponderare i vari items alla complessità del nostro Sistema Sanitario. La collaborazione tra figure professionali è una strategia che dovrebbe essere adottata in tutti quei luoghi di lavoro in cui vengono a reciproca interazione professionisti che puntano ad ottenere un risultato comune, che nello specifico è rappresentato dalla centralità che il paziente riveste. E’ importante sottolineare, per comprendere a pieno la necessità di questa indagine che la collaborazione e l’integrazione fra infermiere e medico sono fondamentali nella presa in carico del paziente, nella riduzione delle degenze e, non

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