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2.3 ANALISI DEI CONTESTI CERAMICI DELLA TORRE DI S CROCE DEL CORVO 1 Obiettivi e metod

2.3.3 Analisi dei contesti ceramici per periodo

 Prima metà del XIII secolo (Periodo III

Questo periodo appare caratterizzato da

di rivestimento depurate nella forma della brocca contenitore da dispensa

botteghe di Pisa (57 individui su Seguono per quantità forme (3%) ed 1 parete di tegame

6

La bassa incidenza di pentolame ceramico potrebbe essere stata compensata dall’uso di oggetti in materiale metallico, oppure potrebbe indicare che le attività di cucina erano praticate

punto del sito. 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

catini, scodelle, ciotole, piatti e boccali; decisamente inferiore è la pe di oggetti da fuoco (10%) rappresentati da olle prive di rivestimento, e

invetriati. Sono presenti poi forme intermedie da mensa/dispensa, grosse brocche con rivestimento interno invetriato

accennato in precedenza, contenitori da trasporto (3%) - anforacei riscontrata è quella degli oggetti con funzioni vari

uno scaldino ed un vaso da fiori (entrambe da strati di epoca moderna).

Fig. 13 – Rapporto funzione d’uso/n.m.i.

dei contesti ceramici per periodo

Prima metà del XIII secolo (Periodo III – Fase 1)

Questo periodo appare caratterizzato da 77 individui, tra cui prevalgono

di rivestimento depurate nella forma della brocca (77%) con funzione di contenitore da dispensa. Si tratta nella quasi totalità di oggetti prodotti

individui su 59).

Seguono per quantità forme da cucina (4%), quali olle prive di rivestimento grezze tegame in invetriata grezza (SC’06 613/18) riferibile

La bassa incidenza di pentolame ceramico potrebbe essere stata compensata dall’uso di oggetti in materiale metallico, oppure potrebbe indicare che le attività di cucina erano praticate

36 catini, scodelle, ciotole, piatti e boccali; decisamente inferiore è la percentuale da olle prive di rivestimento, e da tegami, Sono presenti poi forme intermedie da vestimento interno invetriato (3%), e come anforacei, giare e orci. riscontrata è quella degli oggetti con funzioni varie (1%), a cui è ori (entrambe da strati di epoca moderna).

prevalgono le prive con funzione di . Si tratta nella quasi totalità di oggetti prodotti nelle

quali olle prive di rivestimento grezze riferibile, in base ai

La bassa incidenza di pentolame ceramico potrebbe essere stata compensata dall’uso di oggetti in materiale metallico, oppure potrebbe indicare che le attività di cucina erano praticate in una latro

37 caratteri dell’impasto, agli ambiti produttivi della Liguria di Ponente e della Francia Sud Occidentale7.

Decisamente inferiore è la quantità di ceramiche depurate rivestite con uso da mensa.

In particolare risulta significativa la presenza di prodotti savonesi rappresentati da 2 frammenti: 1 orlo di catino con invetriatura verde su ingobbio bianco e da 1 fondo di graffita arcaica tirrenica. Nel primo caso si tratta di un orlo caratterizzato da tesa ad aletta con asse inclinato verso l’alto (SC’06 613/19), che trova confronti con i materiali provenienti dagli scavi di Lucca8 e di Genova. Il secondo reperto (SC’06 613/21) consiste in un frammento di fondo con piede ad anello, che per impasto e motivo decorativo rimanda ad oggetti rinvenuti negli scavi di Savona9.

Fig. 14 - Periodo III – Fase 1 (da sin in alto in senso orario): invetriata verde su ingobbio bianco; graffita arcaica savonese; invetriate depurate pisane.

7

BALDASSARRI,BERTI,CAPPELLI et al.2007;CAPPELLI,MANNONI,CABELLA 2007. 8

BERTI,CAPPELLI 1994.Questo tipo di orlo è caratteristico delle produzioni savonesi di graffita arcaica, cfr. VARALDO 2001, Fig. 77, rep. 663, pp. 185.

9 V

38 La maiolica arcaica è presente con 2 soli individui: 1 frammento di scodella monocroma (SC ’07 722/12) e 1 frammento di un boccale con decoro a fasce (SC’07 724/13)10 entrambe di produzione pisana. Le invetriate depurate, sempre di ambiente pisano, in questo contesto risultano numericamente più consistenti (4 individui). In particolare si segnala la presenza di un fondo di piede di boccale in invetriata verde (SC’06 613/20) (Fig. 19 - forma 1) che trova confronti morfologici nelle produzioni con rivestimento a vetrina piombifera pisane11.

 Prima metà del XIII – inizio XV secolo (Periodo III – Fase 2)

In questa fase, contraddistinta dal ritrovamento di 40 individui, i rapporti tra ceramiche prive di rivestimento depurate e ceramiche a rivestimento stannifero mutano radicalmente, e la maiolica arcaica di produzione pisana diviene la classe

più rappresenta (63%). Nella maggioranza dei casi si tratta di oggetti realizzati in monocromia bianca (16 individui su 25, pari al 40%).

Dal punto di vista delle forme nel rapporto complessivo delle due tipologie

decorative, le forme chiuse (boccali e brocche) rappresentano il 60% delle

maioliche arcaiche, mentre il restante 40% è costituito da forme aperte (catini,

ciotole, scodelle).

Nello specifico nelle monocrome le forme chiuse costituiscono il 56% della classe

(8 boccali ed 1 brocca), e quelle aperte rappresentano il restante 44% (2 catini e 3 ciotole).

Tra i reperti si segnalano 1 frammento di attacco di ansa complanare all’orlo (SC’07 716/1) di un boccale apodo, con corpo troncoconico, confrontabile con alcuni esemplari provenienti da contesti pisani12, ed un boccale conservato per tutto il suo profilo (SC’07 715/1) (Fig. 19 - forma 2). Si tratta di un esemplare caratterizzato da corpo che si innesta direttamente su piede a disco rilevato; il

10

In entrambe i casi, trattandosi di frammenti di parete, non è possibile fornire un confronto morfologico; il criterio di datazione in questo caso si basa sulle caratteristiche tecnologiche del rivestimento stannifero e della vetrina interna, che risultano coerenti con quelle dei prodotti di prima metà del XIII secolo. Sull’argomento GIORGIO 2009, pp. 570-571 e EADEM 2011, p. 220.

11

GIORGIO 2009, Tav. 2 - forma 3, p. 571. 12 B

39 rivestimento stannifero interessa solo metà del corpo, mentre la parte sottostante è semplicemente coperta da vetrina13.

Tra le forme aperte va notato un orlo appiattito e leggermente pronunciato di una ciotola (SC’07 712/8) che trova precisi riscontri negli oggetti provenienti dai contesti pisani14.

Fig. 15 - Periodo III–Fase 2: Maioliche arcaiche monocrome: attacco di ansa complanare all’orlo di un boccale apodo (sin.); orlo di ciotola (des.)

Per quello che riguarda le maioliche arcaiche con decorazioni le forme chiuse

costituiscono il 67% della classe (6 boccali), mentre il rimanente 33% è costituito da forme aperte (1 catino e 2 scodelle). Si segnala la presenza di porzioni di un boccale con piede a disco15, caratterizzato da decori a fasce16 e anch’esso smaltato solo parzialmente (SC’07 715/2; SC’07 715/3; SC’07 715/4; SC’07 715/5; SC’07 715/6; SC’07 715/7). Tra le forme aperte spicca un fondo con piede ad anello di scodella (SC’07 721/1) decorata con motivo centrale a raggiera con elemento centrale circolare17 (Fig. 19 - Forma 3).

13

Per confronti, cfr. BERTI 1997, Tav. 119 - Tipo Ca.5.1/d, p. 180. 14

BERTI 1997, Tav. 25 - Tipo Ab “i” -1.5, p. 85; Giorgio 2011 - Tav 1 – forma A.1. 15

Per la morfologia, cfr. BERTI 1997, Tav. 119 - Tipo Ca.5.1/c, p. 180. 16

Per il motivo decorativo, cfr. BERTI 1997, Tav. 129 - Motivo VII° a 2.2, p. 190. 17

Per confronti morfologici, cfr. BERTI 1997, Tav. 35 -Tipo Ac “i” -1.5/ a, p. 90. Per la decorazione, cfr. IBIDEM 1997, Tav. 77 - Motivo V° c.2, p. 119.

Fig. 16 - Periodo III–Fase 2: Boccali (monocromo e decorato a fasce) e scodella con decoro a Fase 2: Boccali (monocromo e decorato a fasce) e scodella con decoro a raggiera.

40 Fase 2: Boccali (monocromo e decorato a fasce) e scodella con decoro a

41 Completano il quadro di questa fase cronologica le prive di rivestimento depurate (9 individui; 22% del totale), rappresentate da brocche da dispensa (Tav.

1 - forma 4) che nella maggioranza sono riferibili alle botteghe pisane (7 individui su 9). Decisamente inferiore la presenza di forme da cucina quali il tegame,

rappresentato da 3 individui in invetriata grezza di produzione attribuibile all’ambito della Liguria di Ponente/Francia Sud Occidentale18. Da segnalare la presenza di un contenitore da trasporto (giara) con interno invetriato riferibile ai centri di produzione del mondo arabo del mediterraneo occidentale (SC’07 715/10).

 Inizio - seconda metà del XV secolo (Periodo III – Fase 3)

Questa fase è caratterizzata da una bassa incidenza di individui, solo 6, a fronte di un elevato numero di frammenti: si tratta di un totale di 64, 59 dei quali provenienti da due individui19.

Decisamente interessante è l’associazione tra 1 scodella di maiolica arcaica

monocroma smaltata su entrambe le superfici, di cui si conserva il fondo con piede ad anello (SC’714/13)20 (Fig. 19 - forma 5) ed un boccale in ingobbiata graffita a punta policroma (SC’07 714/4-13) (Fig. 19 - forma 6). L’oggetto,

fortemente frammentario in fase di prelievo stratigrafico21, presenta orlo arrotondato, collo stretto, corpo sferoidale, ansa a nastro e fondo a risparmio leggermente svasato. Le caratteristiche tecnologiche e la decorazione permettono di attribuirlo ad una bottega pisana e trovano riscontro sia in materiali rinvenuti a Pisa22, sia nel finitimo complesso monastico dell’isola del Tino23.

Coerenti con una cronologia di XV secolo, la presenza di una brocca da dispensa di produzione pisana, di un pignatto da fuoco (SC’07 714/1) e di anforaceo da trasporto riferibile a centri produttivi del mondo arabo del mediterraneo occidentale (714/3).

18

BALDASSARRI,BERTI,CAPPELLI et al. 2007; CAPPELLI,MANNONI,CABELLA 2007. 19

Rispettivamente 50 da SC’07 714/5-13 e 9 da SC’07 714/1. 20

Per la morfologia, cfr. BERTI 1997, Tav. 16 – Tipo Ab “i” da + 0.5 a -3/III. b1, p. 80; GIORGIO 2011,

Tav. 2 - Forma a.3, p. 22. 21

Cfr. nota 15. 22

Per morfologica e decorazioni cfr. BERTI,TONGIORGI 1982, Fig. 14 - 1, p. 170 ; l’individuo esaminato

corrisponde alla dimensione intermedia delle 3 identificate a Pisa nello studio citato. 23 F

42 Infine, due pareti di boccale in maiolica arcaica monocroma (714/14A-B) appartengono all’individuo SC’07/715/1 descritto nel paragrafo precedente e sono quindi da considerare residuali.

Fig. 17 - Periodo III-Fase 3: Boccale in ingobbiata graffita policroma di produzione pisana.

 Prima metà del XVI secolo (Periodo IV – Fase 2)

Questo periodo risulta caratterizzato da un elevato grado di residualità di prodotti tardo medievali (oltre il 50% degli individui pari a 27/36) riferibili al XIV-XV secolo (maioliche arcaiche monocrome e non, prive di rivestimento depurate, ingobbiate a punta policrome e una parte delle invetriate grezze).

Caratterizzano questo momento cronologico alcuni esemplari in maiolica policroma (8% del contesto); si tratta di un piatto a tesa con orlo assottigliato,

fondo con piede a disco e decorazione del tipo “blu graffito” (SC’07 711/29, SC’07 711/30) (Fig. 19 - forma 7 ) proveniente dalle fornaci di Montelupo Fiorentino24 e

24 Confronti in B

43 di un piatto con orlo a tesa arcuata (SC’07 711/28) del tipo a smalto berettino con decorazioni calligrafiche del tipo C di produzione savonese25 (Tav. 1 - forma 8). Completano il panorama di questa classa 2 pareti di un boccale bianco con decorazione blu e tracce di medaglione in giallo (SC’07 711/26, SC ’07 711/27). Le caratteristiche dell’impasto, del rivestimento e della decorazione inducono ad attribuire l’oggetto ad un ambito produttivo Laziale26.

Coerente ad un range cronologico compreso nella prima metà del ‘500, risulta la presenza di 2 frammenti (SC’07 711/19, SC’07 711/20 ) di ingobbiata graffiata “a stecca”; l’individuo, una scodella con orlo a tesa e fondo a ventosa, è connotato da decorazione a girandola centrale di prima fase e trova confronti nel repertorio dei materiali prodotti a Pisa e largamente attestati negli scavi archeologici27. Le ceramiche da cucina sono rappresentate da 6 pignatti (16% degli individui), di cui almeno due individui risultano residuali in quanto pertinenti al reperto SC’07 714/1 citato nel precedente paragrafo.

Come accennato in precedenza, la residualità risulta molto elevata, con molti elementi riconducibili al pieno ‘300. Sulla base di questo si nota che la classe maggiormente rappresentata del contesto è la maiolica arcaica (13 individui su 37 reperti pari al 25%), seguita dalla priva di rivestimento depurata (11 brocche, di cui 5 di produzione pisana, 5 non di produzione non definibile e 1 anforaceo di ambito islamico occidentale). Tra le maioliche arcaiche si segnala la presenza di un boccale in monocromia bianca (SC’07 711/1-6), rivestito con smalto soltanto nella porzione superiore e con vetrina trasparente in quella inferiore . L’individuo risulta morfologicamente assimilabile al reperto SC’ 715/1 (cfr. supra), ma è contraddistinto da una maggiore capienza, come testimoniato dalle dimensioni del diametro e dello spessore delle pareti28.

Tra i materiali residuali sono presenti anche frammenti pertinenti al boccale sferoidale SC’07 714/4-13 già citato tra i materiali della seconda metà del XVI secolo (cfr. paragrafo precedente).

25

Per la definizione tipologica ed il decoro, cfr. FARRIS,FERRARESE 1969; LAVAGNA 1992, Fig. 8, p. 142.

Per la morfologia, cfr. IBIDEM 1994, Fig. 20, p. 146. 26

Su questa produzione, cfr. GÜLL 2003; MILANESE 2008. Possibili confronti per il decoro in IBIDEM, Fig. 4, p. 249.. Confronti per gli impasto sono riscontrabili con alcune forme aperte rinvenute negli scavi del Priamàr a Savona, cfr. VARALDO 2001, pp. 292-293.

27

Per confronto (morfologica e decoro), cfr. BERTI 2005, Tav. 77 (Motivi del II° (II°), p. 64. 28 Si vedano le relative schede riportate in Appendice.

44 Fig. 18 Periodo IV-Fase 2: Piatto in maiolica policroma con decoro “blu graffito”.

 Inizio del XVII (entro 1630) secolo - 1892 (Periodo V)

La maggioranza degli individui (8 elementi) appartiene alla categoria delle

ingobbiate e graffite, articolate in monocrome (1), a stecca (1), a fondo ribassato

(1), a punta monocroma (3) e policroma (2) e copre un intervallo cronologico esteso a tutto il XVII secolo; i centri di produzione sono da individuarsi presso Pisa e nel Valdarno.

Si segnala inoltre la presenza di due frammenti di boccali di maiolica policroma

con decoro floreale (SC’07 709/12, 709/13) di ambito laziale e databili alla fine del ‘500/pieno ‘60029.

La presenza di maiolica monocroma bianca di ambito savonese (1 fondo di piatto)30 e di pentolame invetriato del medesimo ambito produttivo (3)31 consente di estendere l’estremo cronologico più recente del contesto al XVIII e XIX secolo.

29

Su questa produzione, cfr. GÜLL 2003;MILANESE 2008. 30 Su questa produzione, cfr. L

AVAGNA 1996, pp. 68-72; VARALDO 2001, pp. 298-302. 31

45 Anche in questo periodo la percentuale di residualità risulta piuttosto consistente (8 individui su un totale di 26, pari la 30% del contesto): i materiali appartengono alle classi della depurata priva di rivestimento (3 individui), della maiolica arcaica monocroma (2 individui) e delle invetriate grezze da fuoco (3 individui) e coprono un periodo compreso tra XII e XVI secolo.

Tra questi vale la pena porre l’attenzione su due fondi di ciotola di maiolica arcaica monocroma riferibili alla prima metà del XV secolo: il primo smaltato bianco all’interno e con vetrina all’esterno (SC’07 709/1); il secondo smaltato su entrambe le superfici (SC’07 709/1). Entrambi gli individui presentano un segno distintivo inciso a punta nella parte interna del piede al anello: si tratta di una E rovesciata sormontata da una croce apposta in fase successiva alla realizzazione del pezzo. Come proposta di lavoro possiamo ipotizzare che questa simbologia sia identificabile con una stilizzazione del “il calvario” e che sia dunque collegabile al luogo di destinazione degli oggetti – il monte di Santa Croce.

 1892-1935 (Periodo VI)

I materiali di questo periodo consistono in 8 individui. La classe più significativa risulta quella della terraglia monocroma, rappresentata da un frammento

rivestito in giallo e soprattutto da un piatto con orlo a tesa (Fig. 19 - forma 9) di cui è stato possibile ricostruire un intero profilo (SC’07 701/3, SC’07 707/2, SC’07 707/3, SC’07 708/1)32; la mancanza del marchio di fabbrica rende impossibile individuarne il centro di produzione.

Alla terraglia a decalcomania appartengono 2 frammenti dello stesso piatto con

decori del tipo “willow pattern”33. Il marchio di fabbrica, parzialmente leggibile, consiste in cavallo rampante (tracciato in blu) sopra un festone.

32

I frammenti sono stati rinvenuti in 3 differenti US (703, 707, 708) tutte pertinenti all’attività (a. 701) di costruzione e messa in opera della pavimentazione in laterizio che in questo periodo caratterizza il volume interno della torre.

33

Per confronto sul motivo decorativo decorazione, cfr. CIAMPOLTRINI ,FIORAVANTI,NOTINI et al.2011,

46 Completano la panoramica di questo contesto un frammento di tegame da fuoco invetriato ed un vaso da fiori in priva di rivestimento depurata, entrambe riferibili al XIX secolo.

Tra i reperti residuali (3 individui) si segnala il frammento di uno scaldino in taches noires di Albisola (SV) e un frammento di spalla di giara decorata a rotellature con motivi pesudocufici databile al XIII secolo che per tipologia può essere ricondotta a centri di produzione islamici occidentali34.

34 M

47 Fig. 19 - Il contesto della torre di Santa Croce di Bocca di Magra: Tavola riassuntiva.

48

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