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Analisi della struttura e della dinamica produttiva

1. ANALISI DI CONTESTO

1.1 DESCRIZIONE DEL CONTESTO

1.1.5 Analisi della struttura e della dinamica produttiva

Le imprese attive in Lombardia sono quasi 800.000 (circa il 15,6% di quelle attive sul territorio nazionale) e un terzo di queste sono imprese artigiane (28,6%, la media nazionale).

Il sistema produttivo lombardo si caratterizza per un profilo estremamente eterogeneo di manifatture e servizi, accompagnato da un buon orientamento all’innovazione e da una forte apertura ai mercati internazionali, anche se questo, inevitabilmente, comporta una sua maggiore esposizione, rispetto al resto d’Italia, alle sfide della globalizzazione.

In termini statistici, le 798.400 imprese attive appartengono per il 15,6% al manifatturiero in senso stretto, per il 16,1% alle costruzioni, per il 7,4% all’agricoltura, ed infine per il 54,3% ai settori del commercio, della ristorazione, dei trasporti, dell’intermediazione finanziaria, e delle altre attività del terziario avanzato.

Lombardia (%)

Italia (%) 40,9

32,0 16,5 10,6

41,6 28,5 18,1 11,8

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Sociale Scientifica Umanistica Sanitaria

LEGENDA

SEZIONI DI ATTIVITA'ECONOMICA A: Agricoltura, caccia e silvicoltura;

C: Estrazione di minerali; D: Attività manifatturiere; E: Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua

F: Costruzioni

G: Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di finanziaria; K Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali;

M: Istruzione; N: Sanità e altri servizi sociali; O: Altri servizi pubblici, sociali e personali.

Figura 1.9 – Distribuzione delle imprese attive per sezione di attività economica (2005) Fonte: Elaborazioni IReR su dati Movimprese.

Si tratta di un sistema produttivo assai frammentato, contraddistinto dalle ridotte dimensioni medie delle imprese e delle unità produttive sia nel manifatturiero sia nei servizi. Il 97% delle unità manifatturiere lombarde sono al di sotto dei 50 addetti. Nel terziario le piccole imprese sono addirittura il 99% e occupano il 73,4% degli addetti del settore.

Questa struttura, a volte considerata un punto di debolezza (soprattutto nel confronto internazionale) presenta però una buona capacità di aggregazione, specialmente attorno alle imprese di medie dimensioni.

Per quanto si riferisce alle imprese di medie dimensioni, l'emergere di gruppi industriali trainati da alcune imprese leader di medie dimensioni è, in effetti, il dato più rilevante e promettente dell'economia italiana.

Il settore industriale lombardo ha conosciuto negli anni ’90 un ridimensionamento significativo, a fronte di una più accentuata espansione dei servizi.

L’espansione occupazionale nei servizi ha compensato la perdita di posti di lavoro nelle attività industriali.

Nonostante ciò, la Lombardia emerge tuttora nel quadro italiano, ed europeo, come un sistema a relativa vocazione industriale. Le unità di lavoro dell’industria rappresentano ancora, in Lombardia, il 36,2% della attività economiche.

Entro il settore industriale, emerge la netta preponderanza delle attività manifatturiere, che comprendono quasi l’80%

degli addetti e il 55% circa delle unità locali del comparto; il restante 20% degli addetti e 45% delle unità locali è distribuito tra attività estrattive, energetiche e delle costruzioni. I settori manifatturieri preponderanti continuano ad essere il metalmeccanico ed il complesso dei comparti tradizionali, quali alimentare, tessile, mobilio, carta e stampa.

La Regione conserva una forte presenza specialistica, detenendo una quota di addetti manifatturieri superiore almeno del 30% alla media nazionale, nei comparti dei prodotti chimici e fibre, dell’industria tessile, dei metalli e leghe, degli articoli in gomma e materie plastiche, delle macchine e apparecchi elettrici.

Rispetto ai servizi i dati disponibili, riferiti sia all’occupazione che alle unità locali, evidenziano, su tutto il territorio regionale, una crescita dei servizi tradizionali alle imprese3, in alcune province superiore al 100%. Anche nel terziario avanzato4, nel corso degli anni ’90, la crescita è stata molto sostenuta e ha seguito gli incrementi già registrati nel decennio precedente, anche per via dello scorporo, da parte di imprese manifatturiere, di alcune attività di servizio

3 I servizi tradizionali includono attività immobiliari, noleggio, manutenzione e riparazione di macchine per ufficio, attività degli studi legali e notarili, servizi di investigazione e vigilanza, servizi di pulizia e disinfestazione, attività inerenti alla fotografia, attività di imballaggio e confezionamento, servizi congressuali di segreteria e traduzione, altre attività di servizi.

4 I servizi avanzati comprendono informatica, engineering, ricerca e progettazione, consulenza organizzativa e direzionale, ricerche di mercato e pubblicità.

A

prima gestite entro i confini dell’impresa, quali logistica e trasporti, commercializzazione, informatica ed elaborazione dati, engineering e R&S.

Da un punto di vista territoriale, in termini di densità delle attività produttive, la regione è caratterizzata dalla concentrazione in due ampie aree urbane, una città compatta metropolitana (Milano e comuni di prima cintura) e una città estesa pedemontana, che si addensa tra l’autostrada Torino - Venezia e i centri pedemontani. Milano, Varese e Como hanno un orientamento terziario, mentre Bergamo, Brescia, e, in misura inferiore, Lecco si confermano ancora come asse industriale.

Tra le Province della pianura, caratterizzate da un peso relativo maggiore del settore agricolo, a Pavia le dinamiche di terziarizzazione sono più accentuate, mentre a Cremona, Mantova e Lodi si osserva stabilità o un diffuso rafforzamento della componente industriale.

Il settore agro-alimentare è centrale nel lodigiano, dove assume forme di sistema avanzato di ricerca tecnologica, e nell’area mantovana, dove si affianca un’importante componente tessile e meccanica. I processi innovativi e di diffusione, delle conoscenze e della tecnologia, trovano però ostacolo nella polverizzazione del tessuto produttivo e nella carenza di servizi in generale e servizi all’innovazione in particolare. Importante è il ruolo del settore agro-alimentare nella fascia montana, dove, a fronte di scarsità di processi formali di aggiornamento produttivo e innovazione, nel corso dell’ultimo decennio sono andate consolidandosi attività direttamente produttive, che si sono affiancate alle tradizionali attività turistiche e di servizio.

Figura 1.10 – Tasso di crescita del valore aggiunto settoriale – Industria in senso stretto e servizi finanziari – Lombardia e Italia (1996-2004).

2,1

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Industria in senso stretto LOMBARDIA

Intermediazione monetaria e finanziaria; attività imm. imprenditoriali LOMBARDIA Industria in senso stretto ITALIA

Intermediazione monetaria e finanziaria; attività imm. imprenditoriali ITALIA

Fonte: elaborazioni IReR su dati ISTAT