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Conclusioni al capitolo

Capitolo 5. Analisi linguistica della produzione segnica di L.

5.3 Analisi e discussione dei risultat

5.3.1 Analisi fonologica

Rispetto a quanto osservato negli studi di Bolognini (2015) e Giotto (2015), la competenza fonologica di L. sembra essersi assestata. In particolare, nel parametro delle configurazioni si è osservato un effettivo miglioramento, in quanto queste vengono articolate dalla bambina senza particolari difficoltà.

La variazione di alcuni parametri rispetto alla forma citazionale dei segni trova motivazione principalmente nel disturbo disprassico della bambina che, sebbene coinvolga maggiormente la zona oro-facciale, la porta ad attuare modifiche e semplificazioni per la ricerca di un’articolazione più comoda. La natura di tali modifiche è simile sia alle semplificazioni compiute dai bambini esposti ad una lingua dei segni precocemente, sia ai processi di cambiamento fonologico che si osservano nell’evoluzione diacronica delle lingue dei segni (Radutzky 2009).

Nei segni svolti con la configurazione B, vi è la tendenza da parte di L. ad aprire leggermente le dita della mano, rendendo la configurazione più simile a 5. Questo può essere dovuto alla difficoltà, data dal disturbo disprassico, della bambina nel controllare adeguatamente la tensione delle dita della mano. Secondo lo studio di Boyes-Braem (1990) sui diversi stadi dell’acquisizione delle configurazioni manuali, la configurazione 5 è una delle configurazioni acquisite più precocemente dai bambini, mentre la configurazione B si trova nello stadio successivo33. È possibile che, sebbene le configurazioni siano entrambe non marcate, L. attui involontariamente una semplificazione utilizzando la configurazione più simile a B, ma di articolazione più semplice.

Gli studi di Battison, Markowicz e Woodward (1975) sulla “Regola del pollice” hanno individuato forme di variazione diacronica dei segni nelle quali il pollice viene esteso per facilitare il movimento, che viene articolato a livello del primo metacarpo invece che del polso (ad esempio nei segni

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PIANGERE e VOLARE, Figura 77). In alcuni segnanti il pollice sembra essere onnipresente in configurazioni che hanno tutte le dita estese; questo fenomeno viene definito da Radutzky (2009) come “pollice pigro”. L’articolazione di L. dei segni con configurazione B potrebbe, dunque, essere spiegata come una combinazione di due forme di semplificazione: l’uso di una configurazione più semplice (5) e la costante estensione del pollice per facilitare l’articolazione manuale. Inoltre, questa tendenza sembra confermare gli studi di Boyes-Braem (1994) secondo cui i bambini sordi nelle prime fasi dello sviluppo linguistico tendono ad estendere istintivamente il pollice quando viene esteso l’indice.

Figura 77 Esempio di estensione del pollice per facilità di articolazione (Radutzky 2009: 38)

In Giotto (2015) si osservano alcune difficoltà nella produzione della configurazione F, che, all’epoca, veniva semplificata dalla bambina attraverso una strategia di “omologazione” della posizione delle dita, ovvero tutte le dita della mano rimanevano chiuse avvicinandosi a pollice e indice. Da questo punto di vista si osserva un effettivo miglioramento, in quanto L. produce chiaramente la configurazione F mantenendo correttamente estese le dita necessarie.

Si osserva una tendenza – in particolare con le configurazioni F, L e

– a perdere la tensione muscolare delle dita estese, avvicinandole tra loro con un leggero piegamento. Le osservazioni dei filmati inducono a pensare che si tratti di una modificazione causata dal disturbo disprassico, piuttosto che da una difficoltà a livello fonologico, in quanto la selezione della configurazione avviene correttamente.

La confusione nella scelta della configurazione tra V e V˙˙ (a dita piegate) riscontrata negli studi precedenti (Bolognini 2015; Giotto 2015) non si osserva in questo studio, dimostrando anche in questo caso un’evoluzione nell’acquisizione fonologica in LIS della bambina. Similmente, la semplificazione che nel 2015 la bambina attuava passando dalla configurazione 3 alla configurazione 5 non si osserva più nei segni GALLO, FEMMINA e CORRERE. Va specificato che con il segno CORRERE

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L. mostra comunque una buona competenza nell’uso della configurazione 3 in ulteriori segni, quali

VENTO, SEGNARE e BRAVA.

Un altro segno che risultava prodotto con una configurazione errata negli studi di Bolognini (2015) e Giotto (2015) è il segno ERBA, con il quale si osservava l’uso della configurazione 5 invece di 4

(più raffinata), probabilmente per una necessità di semplificazione articolatoria. Lo stesso risultato si ripresenta in questo studio, sebbene sia anche evidente che L. non ha difficoltà nell’uso della configurazione 4 in segni quali QUATTRO e VOMITARE. Questo induce a pensare che il segno ERBA

possa essere entrato a far parte del bagaglio lessicale della bambina con la configurazione 5 e che non si tratti più di un vero e proprio fenomeno di semplificazione fonologica.

L’articolazione della configurazione Y mostra una forma di omologazione (simile a quella osservata per altri segni da Giotto (2015)), in quanto le dita tendono a posizionarsi allineate tra loro. Rispetto ai dati raccolti da Bolognini (2015), sembra comunque esserci un miglioramento nella precisione dell’articolazione, poiché la mano non viene aperta a 5.

Un’ultima osservazione può essere fatta sulla configurazione S, prodotta sempre correttamente (segni SORELLA, CAMPANELLO), fatta eccezione per il segno OLIO. Questo segno, che si svolge con l’orientamento del palmo in avanti e la direzione del pollice verso il basso, viene prodotto con maggiori difficoltà articolatorie. La mano della bambina, in questo caso, non si chiude completamente e il pollice esteso mostra una tensione muscolare minore. Questo può essere dovuto allo sforzo articolatorio richiesto dalla posizione più complessa assunta dall’avambraccio, dal polso ed infine dalla mano stessa. Non è osservato l’utilizzo della cosiddetta “Regola del mignolo” (Boyes-Braem 1981), osservata nella variazione diacronica delle lingue dei segni in quanto aiuta ad alleviare la tensione creata dal solo sollevamento del pollice.

Il parametro del movimento è quasi sempre rispettato. Solamente due segni (TRENO e SOLE) sono stati prodotti in maniera imprecisa da L., a conferma di quanto osservato in Giotto (2015) e Bolognini e Giotto (2016). Il movimento di SOLE viene, comunque, corretto autonomamente da L. e potrebbe

trattarsi di un caso di confusione con il segno ELEGANTE, che presenta gli stessi parametri manuali,

variando leggermente il luogo di articolazione e la direzione del movimento (Figura 78). Per quanto riguarda il segno TRENO, il movimento della mano dominante viene generalizzato alla mano non

dominante. Questo fenomeno è simile ai processi di variazione diacronica generati per simmetria di articolazione, nei quali entrambe le mani vengono impiegate nello stesso modo simultaneamente e similmente per facilitarne la gestione dal punto di vista cognitivo (Radutzky 2009). La tendenza dei segni a diventare simmetrici nel corso del tempo è stata osservata per i parametri di configurazione, movimento ed orientamento. La stessa tendenza è stata osservata da Meier et al. (2008) negli errori

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commessi dai bambini sordi che apprendono una lingua dei segni dalla nascita e viene definita mirror

movements (si veda il §3.4.1).

(a) ELEGANTE (rotazione verso l’esterno) (b) SOLE (rotazione verso l’interno) Figura 78 (Spreadthesign, n.d.)

I parametri di luogo e orientamento vengono sempre rispettati. Si osserva una tendenza ad abbassare leggermente i segni prodotti sopra il livello degli occhi come GINNASTICA e MUCCA e non sono state osservate significative modifiche ai segni dovute all’allontanamento dal controllo visivo (come osservato in Bolognini (2015)).Sono, infatti, prodotti correttamente segni come GONNA, CIELO,

CONIGLIO, ASINO.

Un caso particolare riguarda il segno GALLO, prodotto con configurazione 3 sopra la testa. L. non segue il movimento della forma citazionale di questo segno (che parte dal polso), ma muove solamente le dita. In questo caso, è probabile che per la bambina risulti più semplice utilizzare articolazioni più piccole. Fenomeni simili sono riscontrati nella variazione diacronica delle lingue dei segni, in quanto il passaggio dal piegamento di articolazioni più grandi (polsi) al piegamento di articolazioni minori (metacarpi) favorisce la facilità di articolazione (Radutzky 2009).