Conclusioni al capitolo
Capitolo 5. Analisi linguistica della produzione segnica di L.
5.1 Metodologia di raccolta dat
Per condurre l’analisi, è stato utilizzato un metodo di raccolta dati che prevede l’elicitazione, tramite immagini, di singoli segni e di semplici frasi in LIS. Inoltre, per ottenere dati di tipo naturalistico, sono state registrate alcune conversazioni spontanee e semi-spontanee in LIS, nelle quali domandavo
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a L. di raccontarmi la sua giornata o le sue vacanze, oltre a lasciare libera la bambina di farmi domande e raccontarmi ciò che preferiva.
Tutta la raccolta dati è avvenuta a distanza, nel rispetto delle misure di sicurezza introdotte per la gestione dell’emergenza sanitaria da COVID-19. Gli incontri con L. si sono svolti tramite la piattaforma virtuale Zoom, attraverso cui è stato possibile registrare le sue produzioni mentre le venivano mostrate, per mezzo della condivisione schermo, le immagini preparate in una presentazione PowerPoint. Durante ogni incontro (che mediamente aveva la durata di un’ora), a L. veniva richiesto di osservare l’immagine presentata e segnare il nome di ciò che vedeva (l’attività, proposta come gioco, è stata chiamata Conosci il segno?), oppure di formare una frase in LIS per descrivere la scena rappresentata (in questo caso, venivano poste in LIS le domande Cosa succede?
Cosa vedi?).
I dati sono stati, infine, analizzati attraverso il programma di annotazione linguistica ELAN nella versione 5.9: un software che permette di analizzare ed annotare corpora linguistici di tipo audiovisivo. Tale software permette di manipolare velocità e zumata del video, individuare con precisione l’inizio e la fine dei segni prodotti e annotarli sulla barra temporale sottostante al video. Il programma offre la possibilità di annotare più elementi che avvengono in contemporanea (tratti soprasegmentali dell’enunciato, CNM, uso della mano dominante e non dominante in maniera asincrona…).
Figura 27 Utilizzo del software ELAN per analisi ed annotazione dei dati
Nella prima attività, Conosci il segno?, i segni target che le immagini miravano ad elicitare sono stati scelti sulla base della semplicità di raffigurazione e sulla base dei cheremi descritti in §3.1, prestando particolare attenzione alle diverse configurazioni manuali ed ai luoghi di articolazione,
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parametri che creavano una maggiore difficoltà di articolazione per L. (Bolognini 2015; Giotto 2015). Sono stati scelti segni target con configurazioni più o meno marcate (come MAMMA, SCOPA, TRENO,
FOGLIO, e così dicendo) e segni target svolti sul corpo (VERDE, BINOCOLO, FRAGOLA) o nello spazio
neutro (AGRICOLTORE, FILO, OMBRELLO). Alcuni segni sono stati appositamente scelti perché vengono articolati al di sopra del capo o degli occhi (CONIGLIO, MUCCA) o, più in generale, in zone più distanti
per il controllo visivo delle mani (GONNA, GINNASTICA, ANGELO). Infine, alcuni segni sono stati scelti
per le CNM lessicali che li contraddistinguono (VENTO, SORRISO). Tra i diversi segni target, sono stati
inseriti anche i segni – di semplice rappresentazione – analizzati da Bolognini (2015): BALENA, CORRERE, GALLINA, CIELO, ASINO, ERBA, COLAZIONE.
Per assicurare la produzione di almeno un segno con ciascun parametro significativo (configurazioni, luoghi di articolazione e CNM), sono state selezionate un totale di 51 immagini, ognuna delle quali veniva presentata in una diapositiva separata; alcuni esempi di immagini utilizzate sono riportati nella Figura 28.
Figura 28 Esempi di immagini utilizzate per l’elicitazione di singoli segni
Una seconda batteria di item era composta da coppie di immagini messe a confronto sulla stessa diapositiva. Questi item avevano l’obiettivo di elicitare:
- Ulteriori CNM lessicali, in segni come MAGRO e GRASSO, SPESSO e SOTTILE, che si possono
ben osservare tramite il confronto di due referenti. Si veda, a titolo esemplificativo, la Figura 29 per le immagini proposte;
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Figura 29 Item "GRASSO vs MAGRO" e "SPESSO vs SOTTILE"
- La flessione nominale al plurale. Per verificare se e come L. producesse la flessione al plurale dei nomi flessivi e non flessivi, si sono presentati item composti dall’immagine di un referente singolo affiancata dall’immagine del medesimo referente replicato più volte (Figura 30);
Figura 30 Esempi di item per la formazione del plurale
- L’utilizzo di classificatori. Oltre a voler verificare il possibile utilizzo dei classificatori numerali per la formazione del plurale, sono state inserite diapositive con due immagini del medesimo referente, che si distinguevano solo per alcune caratteristiche di forma e/o pattern decorativo (Figura 31a) per verificare l’uso di classificatori nella descrizione di tali referenti. Si è voluto osservare anche l’utilizzo di classificatori locativi attraverso item che mostravano gli stessi referenti in diverse relazioni spaziali tra di loro (Figura 31b).
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Figura 31a Vasi diversi per forma e pattern Figura 31b Tavolo e mela in relazioni spaziali differenti
Per analizzare la produzione di brevi frasi, sono state utilizzate immagini che rappresentavano delle situazioni con uno o più referenti che interagivano nella scena. Le immagini miravano ad elicitare le seguenti tipologie di frasi in LIS:
- Frasi con verbi della prima classe (non flessivi), ad esempio, nell’immagine di una bambina che mangia una mela (Figura 32a), il verbo in LIS MANGIARE può essere articolato utilizzando
la configurazione manuale più adatta al referente “mela”, ma viene sempre articolato sul corpo del segnante, indipendentemente da chi svolge l’azione;
- Frasi con verbi della seconda classe (flessivi a due punti di articolazione). Si sono utilizzate immagini come quella riportata nella Figura 32b, che mira ad elicitare una frase con il verbo direzionale REGALARE.Altre immagini mostravano referenti plurali (come una maestra che dà i libri agli alunni) in modo da verificare se l’accordo verbale venisse realizzato con i referenti plurali;
- Frasi con verbi della terza classe (flessivi ad un punto di articolazione) come il verbo in LIS
ROMPERE, elicitato tramite l’immagine riportata nella Figura 32c. A tal riguardo, per verificare
in che modo (e se) l’accordo verbale venisse realizzato sono state utilizzate immagini con più di un referente, uno dei quali costituiva il paziente semantico del verbo (in figura si possono osservare due vasi, solo uno dei quali è stato rotto dal gatto);
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Figura 32a MANGIARE Figura 32b REGALARE Figura 32c ROMPERE
Un’ultima batteria di item è stata creata con lo scopo di elicitare frasi interrogative Wh-. Le immagini rappresentavano diversi referenti che interagivano tra loro in una scena, ma uno dei referenti era nascosto. Ad esempio, in Figura 33 si può osservare un’immagine volta ad elicitare la domanda corrispondente a “Chi spinge il leone?”. Trattandosi di un task meno intuitivo rispetto alla descrizione di immagini, ho provato a spiegare a L. ciò che doveva fare nel modo più chiaro possibile, anche attraverso degli esempi iniziali svolti da me.
Figura 33 Item "Chi spinge il leone?"
Purtroppo, questo task si è rivelato fallimentare. Anche dopo diverse spiegazioni ed esempi ulteriori, il compito risultava ancora non compreso dalla bambina, la quale cercava di ripetere quanto fatto nelle sessioni precedenti, descrivendo le immagini con frasi dichiarative.
Fortunatamente, la curiosità e la voglia di comunicare di L. si sono rivelate un’utilissima fonte di dati ed hanno permesso di raccogliere molti esempi di frasi interrogative Wh- e polari, prodotte durante momenti di conversazione spontanea e semi-spontanea.
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