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analisi Keds, 1892

La tracciabilità di un capo

capitolo 01 analisi Keds, 1892

capitolo 01 analisi Le sneak er s: fenomeno di massa

Le sneakers raggiungono una visibilità internazionale nel 1924, quando Adi Dassler crea il suo brand, focalizzato proprio su questo tipo di scarpa, il cui nome deriva dall’abbreviazione del suo, Adidas.

Jesse Owens, velocista, indossa proprio questo modello quando vince quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi del 1936: questo marchio diventa sinonimo della scarpa sportiva più popolare al mondo.

Ammirevole, considerato il periodo politico in Germania, è il coraggio di Adi Dassler nello sfidare Hitler e il Partito Nazista, facendo gareggiare – e vincere – Owens contro gli atleti tedeschi.

Adi Dassler, 1924

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Le Olimpiadi del 1936 segnano la storia dal punto di vista stilistico, poiché sono palcoscenico di un altro modello, già noto, ma destinato alla fama mondiale in seguito a questa occasione: è proprio in questo anno, infatti, che la Converse produce quello che resterà per sempre il suo più iconico modello, colorato di bianco con due piccole strisce blu e rosse. Furono date in dotazione alla nazionale americana di pallacanestro.

Negli stessi anni il fratello di Adi, Rudi, fonda un’altra famosa azienda di scarpe sportive, la Puma.

Jesse Owens con Adidas, Olimipiadi 1936

Chuck Taylor, 1923

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Chuck Taylor con Converse, 1923

capitolo 01 analisi Le sneak er s: fenomeno di massa

Durante la prima metà del 20° secolo, le scarpe sportive vengono indossate principalmente per fare sport, ma a partire dagli anni ‘50 i ragazzi cominciano ad indossarle per moda, grazie al modello di James Dean, attore, il quale le sfoggia in Gioventù Bruciata, dando il via all’ascesa delle sneakers.

C’è ancora una svolta nel 1964, quando vengono lanciati due miti dello sportswear: la Blue Ribbon Sports - che poi diventerà Nike - mette sul mercato i primi modelli di sneakers in pelle col famoso baffo sul lato e sempre la Adidas, che lancia uno dei modelli più emblematici di sempre, la Stan Smith. Nei trent’anni successivi molti sono i modelli appartenenti alla categoria che si susseguono, alcuni dei quali sono tutt’ora icone: le Reebok Classic e le Fred Perry (anni ’80) e le Buffalo (anni ’90).

In particolare, nel 1978, Nike lancia sul mercato il sistema Air; nel 1984 Michael Jordan firma un contratto per indossare alle partite di basket il modello Nike Air Jordan, sneakers bianche e rosse, come la divisa dei Chicago Bulls e in seguito le vendite decollano: queste scarpe da ginnastica passano alla storia come le più famose e le più vendute di sempre. Anche dopo che

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Jordan si ritira dalla NBA, le sue scarpe continuano a essere le più vendute.

La storia delle sneakers è segnata definitivamente, è cambiato il loro mondo e il modo di approcciarsi ad esse da parte dei fruitori.

i giovani cominciano ad indossarle inizialmente solo perché garantiscono loro maggior comodità, ma al contempo la reazione e il giudizio delle vecchie generazioni le rende simbolo di ribellione.

Diventano dunque parte della cultura giovanile, dalla beatnik degli anni ’60, al punk dei ’70 arrivando all’hip hop degli ’80. Rappresentano la differenza e la distinzione, incontrano la strada e della strada, della cultura urban e della trasgressione diventano emblema, ne diventano la voce, raccontandone e interpretandone tendenze, muovendosi sempre a metà tra oggetto indispensabile e moda, culto e protesta.

Quando poi si entra nell’ottica della corsa e dell’esercizio fisico, le sneakers cominciano ad essere acquistate in massa da diverse tipologia di persone, di differente età, sesso e ceto sociale, diventando parte del fashion mainstream. Questa evoluzione dell’uso delle scarpe da ginnastica porta all’immissione in commercio di articoli

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Nike Air Jordan, 1984

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sempre più elaborati dal punto di vista della rifinitura estetica. Infatti, arrivate ad avere un ruolo sempre più centrale nella quotidianità dei consumatori, attirano anche l’attenzione dell’alta moda.

È il 1966 quando Miuccia Prada fa sfilare per la prima volta un modello di sneakers in passerella, sdoganando di fatto le scarpe da ginnastica dai classici contesti a cui si è abituati a vederle ed eleggendole ad emblema di stile. Un altro tributo importante va ricondotto a Giorgio Armani, il quale contribuisce ad un’ulteriore diffusione delle sneakers, proponendole in abbinamento a completi eleganti per sdrammatizzare anche gli outfit più formali.

L’ultima novità in materia sono proprio le sneakers couture, scarpe nate da collaborazioni con i più noti fashion brand che dimostrano di apprezzare le scarpe da ginnastica per la loro anima casual ma eclettica, rivisitabile e trasformista.

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L’evoluzione delle sneakers ha spinto la ricerca nel settore verso nuove sfide tecnologiche e creative.

In origine i materiali delle sneakers sono di tela, cuoio o pelle di qualità variabile. Le tomaie devono proteggere i piedi dei ginnasti da urti e infortuni, mentre le suole, già di gomma, hanno il compito di attutire l’impatto della corsa sul terreno.

Oggi le scarpe sportive sono soprattutto performanti, assecondando la massima qualità delle prestazioni richiesta in ogni disciplina.

Al contrario, le sneakers urbane puntano su comodità, design e materiali pregiati, spesso ad alto contenuto tecnologico.

In seguito all’introduzione di materiali sintetici, più resistenti e stabili di tele o nylon, è diminuito il peso delle sneakers in pelle. Un esempio è il mesh, un tessuto tridimensionale a rete, in poliestere leggero e traspirante, con il quale si producono tomaie, solette e fodere.

Le evoluzioni tecniche dei materiali delle sneakers non riguardano esclusivamente le tomaie: l’invenzione dei cuscinetti ad aria compressa e l’inserimento di gel o di schiuma nella suola (ammortizzatori sintetici che addolciscono l’impatto del piede a terra e assicurano fluidità ai movimenti) rappresentano senza dubbio un

1.4.2. Evoluzione dei materiali:

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