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pelli e tessuti sintetici

capitolo 01 analisi Le sneak er s: fenomeno di massa

sempre più elaborati dal punto di vista della rifinitura estetica. Infatti, arrivate ad avere un ruolo sempre più centrale nella quotidianità dei consumatori, attirano anche l’attenzione dell’alta moda.

È il 1966 quando Miuccia Prada fa sfilare per la prima volta un modello di sneakers in passerella, sdoganando di fatto le scarpe da ginnastica dai classici contesti a cui si è abituati a vederle ed eleggendole ad emblema di stile. Un altro tributo importante va ricondotto a Giorgio Armani, il quale contribuisce ad un’ulteriore diffusione delle sneakers, proponendole in abbinamento a completi eleganti per sdrammatizzare anche gli outfit più formali.

L’ultima novità in materia sono proprio le sneakers couture, scarpe nate da collaborazioni con i più noti fashion brand che dimostrano di apprezzare le scarpe da ginnastica per la loro anima casual ma eclettica, rivisitabile e trasformista.

capitolo 01 analisi

L’evoluzione delle sneakers ha spinto la ricerca nel settore verso nuove sfide tecnologiche e creative.

In origine i materiali delle sneakers sono di tela, cuoio o pelle di qualità variabile. Le tomaie devono proteggere i piedi dei ginnasti da urti e infortuni, mentre le suole, già di gomma, hanno il compito di attutire l’impatto della corsa sul terreno.

Oggi le scarpe sportive sono soprattutto performanti, assecondando la massima qualità delle prestazioni richiesta in ogni disciplina.

Al contrario, le sneakers urbane puntano su comodità, design e materiali pregiati, spesso ad alto contenuto tecnologico.

In seguito all’introduzione di materiali sintetici, più resistenti e stabili di tele o nylon, è diminuito il peso delle sneakers in pelle. Un esempio è il mesh, un tessuto tridimensionale a rete, in poliestere leggero e traspirante, con il quale si producono tomaie, solette e fodere.

Le evoluzioni tecniche dei materiali delle sneakers non riguardano esclusivamente le tomaie: l’invenzione dei cuscinetti ad aria compressa e l’inserimento di gel o di schiuma nella suola (ammortizzatori sintetici che addolciscono l’impatto del piede a terra e assicurano fluidità ai movimenti) rappresentano senza dubbio un

1.4.2. Evoluzione dei materiali:

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punto di svolta nella storia delle sneakers.

Per quanto riguarda le sneakers prodotte in pelle, quelle di qualità maggiore sono in vitello primo fiore, la parte più pregiata dell’animale, anche se molte sono prodotte in pelle esotica - come ad esempio quelle in pelle di canguro di Carol Christian Poell - o addirittura in composizioni miste - in pelle, camoscio, nylon e gomma:

ne sono un ottimo esempio le Leather Crown, in pelle di cervo, velour, suede e gomma.

Molte Scarpe sportive sono realizzate con materiali tecnici, come le Camper Rolling che hanno la suola in gomma Michelin - massima aderenza al suolo e resistenza nel tempo; e ancora le Vibram, considerate sneakers high-tech, perché in poliammide, elastam e nylon con suola Vibram brevettata.

Menzione a parte meritano le più moderne sneakers da barca. In genere sono realizzate con tessuti idrorepellenti, traspiranti e suole performanti sul bagnato.

Ad esempio le Sperry sono in tessuto mesh impermeabile, anti-umidità, traspirante, suola antiscivolo e aderente su qualsiasi superficie.

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Il processo produttivo calzaturiero è lungo e complesso e quasi tutte le fasi di lavorazione delle scarpe sono caratterizzate da un impatto sull’ambiente, quantificabile in modo anche più netto rispetto ad altri settori della moda.

I materiali tradizionalmente impiegati nel settore, quali pelli, cuoio, materiali sintetici, vernici e collanti a base di solventi chimici, gomme, metallo, solventi di lavorazione sono solo in parte riciclabili e generalmente possono risultare, sia pure a diversi livelli, inquinanti.

In varie fasi del processo produttivo i solventi volatili utilizzati producono esalazioni che inquinano l’atmosfera, mentre i solventi non volatili possono facilmente inquinare le falde acquifere.

Nella scelta di un paio di scarpe sportive i principali elementi di valutazione consistono in:

• tomaia, la componente superiore (compresa

l’allacciatura) che riveste il piede, solitamente costituita da materiali sintetici quali nylon o microfibre, da

materiali naturali come la pelle o da un mix di strati sovrapposti e integrati tra loro;

• conchiglia, parte posteriore in corrispondenza del tallone per dare stabilità alla scarpa, solitamente in

1.4.3. Produzione e impatto ambientale

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materiale termoplastico e con un diverso livello di

rigidità a seconda dell’uso (più morbido per la corsa, più stabile per le scalate in montagna);

• intersuola, tra la tomaia e la conchiglia, strato fondamentale per l’ammortizzamento e la protezione dagli urti; è composta da EVA (Etil–Vinil–Acetato, un derivato del petrolio), oppure a volte può contenere poliuretano o polietilene. Nella calzature per

escursionismo l’intersuola può essere costituita da diversi strati di diversi materiali, per garantire flessibilità, rigidità, ammortizzamento e protezione in determinati punti sensibili;

• battistrada, componente solitamente in gomma vulcanizzata a diretto contatto col terreno al fine di assicurare aderenza.

In più, l’attività di produzione e distribuzione delle scarpe produce importanti effetti anche in termini di emissioni di CO2, soprattutto se si considera l’intera filiera delle calzature, dalla produzione delle materie prime sino alla vendita al dettaglio.

La filiera produttiva della produzione delle calzature è caratterizzata dai seguenti principali aspetti ambientali:

• consumo di materie prime (pelli, similpelli, tessuti),

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materiali (componenti, materiali da imballaggio) e sostanze (inchiostri, vernici, adesivi, solventi, prodotti per finitura);

• consumo di risorse energetiche, principalmente energia elettrica per il funzionamento delle macchine;

• emissioni in atmosfera contenenti composti organici volatili legati all’utilizzo di prodotti a solvente;

• rifiuti (scarti, sfridi e cascami di lavorazione, imballaggi);

• rumore da parte di alcune macchine operatrici.

Il giornalista Mauro Bossi SJ, in un articolo per

Sneakers in fase di produzione

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Aggiornamenti Sociali, fornisce dei dati rilevanti sul rilascio di sostanze tossiche di una sneaker:

“La scarpa è composta di ventisei materiali, la maggior parte dei quali concentrati sulla tomaia: pur rappresentando il 23% del volume, la sua produzione comporta il 41% delle emissioni. Tuttavia, i materiali della suola hanno un impatto maggiore: essendo composti di derivati del petrolio, durante la camminata rilasciano sul terreno sostanze tossiche che, con la pioggia, vengono assorbite dalle radici delle piante.

In totale, il 67% della scarpa da tennis è composto da materiali di origine petrolchimica, per un totale mondiale di 19000 tonnellate al giorno, metà delle quali va perso durante la fabbricazione.”

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