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ANALISI DELL’OCCLUSIONE E DELLA MALOCCLUSIONE, RELAZIONE CON LA POSTURA

1) l’apparato stomatognatico è il punto di unione tra le catene muscolari anteriori e posteriori.

2) La mandibola e la lingua sono direttamente inserite sulle catene muscolari anteriori (ruolo di perno fondamentale dell’osso ioide).

3) Il mascellare superiore attraverso l’intermediario del cranio è in rapporto con le catene posteriori (asse cranio-sacrale o mandibolo-cranio-sacrale)

4) Ci sono nuclei del trigemino lungo tutto il tronco cerebrale e numerose efferenze verso delle formazioni che intervengono nell’equilibrio tonico posturale (verso i nuclei dei nervi motori oculari, verso il talamo e l’ipotalamo ecc.)

Sulle correlazioni fra apparato stomatognatico e gli altri recettori posturali sono stati condotti numerosi studi:

- Influenza dell’apparato masticatore sull’appoggio podalico (SERVIERE); - Influenza dell’apparato podalico sull’apparato masticatore (TUBOL E COL); - Influenza dell’apparato masticatore sull’occhio (MEYER E BARON)

Alcuni dati di tali studi hanno messo in evidenza che tutte le volte che la situazione di occlusione centrica non viene riscontrata ci si troverà di fronte a maloclussioni ovvero ad anomale relazioni di contatto tra i denti che genereranno traslazioni mandibolari sul piano sagittale e/o sul piano trasversale.

Attraverso l’esame extraorale, effettuato a bocca chiusa, si possono osservare vari parametri:  la simmetria del volto;

 le proporzioni scheletriche facciali sul piano verticale, considerando le tre porzioni che in un profilo armonico sono di uguali dimensioni:

1. attaccatura dei capelli – sopracciglia; 2. sopracciglia - base del naso;

3. base del naso - punta del mento;

 le proporzioni scheletriche sul piano sagittale in senso antero-posteriore, definendo in base al rapporto tra mascellare superiore e mandibola un profilo:

1. rettilineo (armonico);

2. convesso (il mascellare superiore è prominente rispetto al mento); 3. concavo (il mascellare superiore è arretrato rispetto al mento). Attraverso l’esame intraorale il dentista posturologo può valutare:

 la simmetria delle arcate (la linea mediana degli incisivi superiori deve coincidere con la linea mediana degli incisivi inferiori e con la linea mediana del mento);

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 il rapporto tra gli incisivi superiori ed inferiori per escludere:

1. morso aperto (open bite): i margini degli incisivi superiori non toccano quelli degli inferiori;

2. morso profondo (deep bite): i margini incisali degli incisivi superiori sormontano quelli degli inferiori per più di 2 mm;

3. aumentato overjet: gli incisivi superiori protrudono rispetto agli inferiori sul piano sagittale;

4. morso crociato (cross bite): l’occlusione è alterata sul piano orizzontale, mono o bilateralmente;

 la presenza di diastemi: spazi interdentali tra gli incisivi centrali superiori od inferiori;  la forma del palato, segnalando quando è ogivale;

 un’analisi dei precedenti trattamenti odontoiatrici: otturazioni, estrazioni, devitalizzazioni o altro, eseguiti su denti permanenti o decidui.

Nel caso in cui sia già in atto una terapia ortodontica si indaga su diagnosi, piano di trattamento, sul tipo di apparecchiatura e durata prevista per la terapia.

Classificazione di Angle (1899)

o I CLASSE (normocclusione): la cuspide mesiovestibolare del I° molare superiore occlude nella piccola scanalatura del I molare inferiore; la cuspide del canino superiore è situata tra quella del canino e del I premolare inferiore.

o II CLASSE: il I molare superiore occlude mesialmente al I molare inferiore; il canino superiore anteriormente a quello inferiore. La II Classe viene a sua volta divisa in: divisione 1, quando gli incisivi sono sventagliati in avanti; divisione 2, in cui gli incisivi centrali sono inclinati lingualmente e i laterali inclinati vestibolarmente. o III CLASSE: il I° molare superiore occlude

distalmente al I molare inferiore di circa la larghezza di un premolare, mentre il canino inferiore sta anteriormente a quello

superiore di circa tre quarti della larghezza di un premolare.

Il movimento mandibolare si realizza attraverso la catena cinematica chiusa del sistema

stomatognatico, della quale fanno parte i muscoli flessori ed estensori del collo, i muscoli sopra e sotto ioidei, i muscoli della masticazione, muscoli della lingua e deglutitori e i muscoli del cingolo scapolo-omerale.

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Per la stabilizzazione della mandibola in situazioni sia statiche che dinamiche il sistema muscolare che interviene può essere semplificato in tre sottogruppi, i muscoli elevatori, i muscoli abbassatori e i muscoli cervicali, finalizzati a funzioni diverse. Infatti per postura mandibolare distinguiamo due posizioni diverse: quella di riposo e quella di massima intercuspidazione. I muscoli utilizzati nella posizione di riposo sono principalmente i muscoli ioidei, i sovraioidei, i sottoioidei ed i muscoli correlati con clavicola, con rachide cervicale, faringe e lingua; tutti questi utilizzano l’osso ioide come una carrucola, ne determinano la posizione, quale risultante della tensione di tutti i muscoli ad esso connessi. I muscoli invece utilizzati per la posizione di massima intercuspidazione sono principalmente gli elevatori: temporali, masseteri, pterigoidei interni.

Naturalmente queste sono solamente

catene muscolari anteriori; esse non

potrebbero funzionare senza un adeguato controllo della posizione del capo ad opera dei muscoli cervicali, in primis

sternocleidomastoidei e trapezi.

L'integrazione dell'attività sinergica di questi gruppi muscolari ed in particolare dei

muscoli ioidei, permette, nella deglutizione, l'elevazione dell'osso ioide e l'abbassamento della mandibola, dando alla stessa, durante

la masticazione, la possibilità di avere ampi

movimenti, pur mantenendo l'osso ioide in una posizione relativamente stabile; in caso contrario non sarebbe possibile parlare, masticare e deglutire senza portare la testa in avanti.

Un allineamento errato della testa, causato da un problema di tipo discendente (cranio-

mandibolare, atlanto-occipitale ecc.) sarà trasferito, attraverso lo ioide e i muscoli sopraioidei, alle strutture sottostanti che dovranno adattarsi ad una diversa tensione, scatenando una serie di compensi che gradualmente potranno ripercuotersi fino al piede.Se tutto ciò lo ritroviamo in un

maratoneta possiamo solo immaginare i disturbi che potrebbe avere durante la corsa,

sicuramente un deficit che ad ogni passo consente una minore espressione di forza e un’insorgenza precoce della fatica.

3.1 LA LINGUA COME ANELLO DELLE CATENE POSTURALI

La lingua, che fa parte del pavimento della cavità orale, è un organo muscolo_mucoso molto mobile, costituito da una porzione anteriore, che termina libera, e da una porzione posteriore, o faringea, detta base, che in profondità prosegue con la radice, mediante la quale la lingua si collega alla mandibola e all’osso ioide. La lingua presenta un robusto corredo muscolare costituito da muscoli striati intrinseci ed estrinseci che assicurano una notevolissima mobilità all’ organismo, sostenuti da uno scheletro fibroso che si su fissa sul margine superiore dell’osso ioide. Nel capitolo

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sulla deglutizione e masticazione è stato descritto il movimento e il reclutamento dei muscoli per compiere questi movimenti.

La lingua è quindi strettamente collegata ad altre strutture, le catene muscolari.

Il termine catena cinetica-muscolare è spesso utilizzato in molte tecniche d'uso comune di rieducazione muscolare e posturale. Un breve cenno storico ci può fare capire meglio alcuni concetti importanti.

Baeyer nel 1924 parla di un sistema cinematico e non di singoli arti. L’uomo si muove in un rapporto di catena. Payr, dopo che Reuleaux (nella metà dell’800) aveva parlato di catena

cinematica, conia il termine di catena cinetica, inteso come insieme di organi e sistemi che danno

vita a movimenti volontari e sviluppano energia. Un elemento importante è dato dal fatto che queste catene influenzano i dispositivi mobili; infatti, una lesione a una parte della catena influenza negativamente l’intera catena stessa.

Dumpster e Brumstom coniano, in seguito, i concetti di catene cinetiche aperte e chiuse. Nel movimento, la mobilizzazione di più articolazioni determina uno spostamento di diverse

catene ossee l'una rispetto all'altra; tale sistema meccanico complesso è detto “catena articolata”. Ma lo spostamento articolare è frutto dell'attività muscolare e, pertanto, viene usato il termine di “catena cinetica muscolare”.

“Gruppi di muscoli che partecipano ad una comune azione vengono definiti catene muscolari”. Secondo l’autore cui facciamo riferimento, troviamo diversi “percorsi” basati sulle catene.

Il termine catena osteo-mio-fasciale costituisce un collegamento funzionale e fasciale tra muscoli, tendini, aponeurosi, legamenti e scheletro che risultano così correlati tra loro per caratteristiche posturali, strutturali, energetiche, e di connessione viscerale. Queste strutture vengono utilizzate dal sistema tonico posturale come le redini di un cavallo per attuare strategie compensatorie che rispondano a tre leggi:

 EQUILIBRIO fisico, biologico e mentale

 ECONOMIA delle funzioni di base (respiratorie, circolatorie, digestive etc)  CONFORT poiché il corpo deve trovare compensi a stimoli non nocivi

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Esistono molteplici classificazioni sulle catene muscolari, ma ho scelto la seguente, quella ideata da F. Clauzade, in cui si dà una grande importanza alla lingua, tanto da farvi partire una intera catena:

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