CAPITOLO 3 – Valutazione delle start-up innovative toscane
3.3 Analisi dei risultati
In base ai dati registrati la Toscana risulta essere un terreno fertile e ricco di opportunità per le start-up di nuova o recente costituzione soprattutto è elevato ed in incremento il numero di start-up innovative che rientrano nella categoria di “impresa giovanile”. Nonostante le forme di agevolazione e sostegno fornite a queste imprese siano molteplici, sia a livello comunitario sia a livello regionale, sono numerose le difficoltà che queste incontrano per potervi accedere. Il primo problema che si pone è quello della disinformazione, dalle interviste alle imprese si è evidenziato come questo problema sia da loro per prime percepito. Un dato sicuramente rilevate è rappresentato dalla percentuale di imprese che nonostante sia a conoscenza delle forme di agevolazione e contributi decide di non parteciparvi, le motivazioni di questa scelta risultano essere molteplici come è già stato evidenziato precedentemente; è comunque importante sottolineare che le start-up innovative percepiscono come proibitivo l’entità della documentazione richiesta per poter anche solo poter presentare la domanda di partecipazione al bando, queste imprese di recente costituzione hanno spesso risorse limitate, in quanto la loro fondazione avviene grazie alle risorse fornite dagli stessi soci, la partecipazione ai bandi si presenta quindi come un ulteriore aggravio di quelli che sono i costi che le start-up vanno a sostenere, vista anche la mancanza di risorse interne competenti e preparate per la predisposizione delle pratiche e per svolgere gli adempimenti burocratici. Le imprese si rivolgono spesso per ovviare a questi problemi a consulenti specializzati i quali si occupano della parte documentale, rappresentando tuttavia un costo ulteriore che spesso le imprese non si sentono di sostenere visti anche i lunghi tempi delle procedure di analisi e l’incertezza del buon esito, è infatti levato il
116 numero di imprese che nonostante si sia affidato a professionisti specializzati e abbia presentato più volte la domanda non ha avuto accesso ai fondi. Al di là di queste problematiche è anche da evidenziare come le imprese che hanno avuto accesso alla forma agevolativa per cui avevano presentato domanda ritengono che senza i fondi ricevuti probabilmente non avrebbero potuto realizzare il progetto di investimento per cui il contributo è stato erogato; i fondi della Comunità Europea risultano quindi essere difficili da ottenere ma fondamentali per lo sviluppo del tessuto produttivo innovativo.
117 CONCLUSIONI
La finanza agevolata rappresenta l’insieme di tutti quelli strumenti finanziari e non che sono messi a disposizione dell’impresa per fare sì che questa sia in grado di sviluppare progetti di investimento e coprire il fabbisogno finanziario che questi progetti generano. Tutti questi strumenti sono messi a disposizione delle imprese, da parte del legislatore comunitario, nazionale e regionale, in modo tale che queste possano ottenere un vantaggio competitivo altrimenti non conseguibile che favorisca e contribuisca in modo significativo allo sviluppo aziendale. Naturalmente questi interventi nell’ottica del legislatore non sono posti in essere solo per lo sviluppo della singola realtà aziendale ma per favorire la crescita qualitativa e quantitativa del tessuto produttivo nel suo complesso. Le imprese, soprattutto quelle più nuove e innovative, hanno incontrato nell’ultimo decennio difficoltà sempre maggiori nell’ottenere credito dal sistema bancario vendendo le condizioni loro praticate inasprite e irrigidite; ecco che la finanza agevolata si presenta per le imprese come una valida e conveniente alternativa alle tradizionali forme di finanziamento aziendale , rappresentate dal capitale di debito e da quello di rischio, permettendo alle imprese di reperire risorse a condizioni più convenienti di quelle esistenti nei loro mercati di riferimento.
Tra i principali destinatari delle risorse messe a disposizione del legislatore ci sono le start-up innovative, queste imprese di nuova formazione appartengono a settori tra loro diversi e distanti ma sono comunque accomunate da una forte prepensione all’innovazione, una grande attenzione ai nuovi sviluppi tecnologici e dall’uso di modelli commerciali innovativi speso fondati su collaborazioni. Queste imprese assumono un ruolo centrale nel contesto produttivo sia a livello nazionale che a livello europeo, le start- up innovative infatti favoriscono, grazie alle loro caratteristiche, l’innovazione e lo sviluppo di tutta l’economia reale incrementando l’innovatività e la competitività dell’economia nel suo complesso, contribuendo al rilancio di settori produttivi anche tra loro diversi e stimolando le imprese tradizionali. Da queste considerazioni si capisce quindi l’elevata attenzione che viene data allo sviluppo di innovazione e alla sua diffusione dalla Commissione Europea nelle politiche da questa promosse, la volontà che emerge è sicuramente quella di definire azioni volte a favorire la creazione di un ecosistema sovranazionale integrato con le politiche di coesione per favorire le dinamiche
118 innovative. La strategia decennale dell’Unione Europea per la crescita e l’occupazione, “Europa 2020”, è stata definita nel 2010 per creare le condizioni che possano favorire una crescita, intelligente, sostenibile ed inclusiva; tra i 5 obiettivi quantitativi che la strategia si pone troviamo quello per la R&S che mira a raggiungere il livello del 3% del PIL dell’Unione Europea per gli investimenti in questa attività. L’ampiezza degli obiettivi di “Europa 2020” è molto vasta, la Commissione ha quindi proposto delle “azioni faro” che indicano la strada da seguire per raggiungere i traguardi che l’Unione si è posta per il periodo di programmazione di riferimento, queste azioni sono sette ed ognuna si collega ad una diversa priorità. La priorità di una crescita intelligente ha lo scopo di promuovere e valorizzare conoscenza e innovazione così da poter ottenere i risultati benefici che queste hanno sull’economia, le azioni faro che sono definite nell’ambito di questa priorità sono tre e concorrono tutte al fine di creare le condizioni che favoriscono lo sviluppo e l‘applicazione dell’innovazione, queste tre azioni faro sono: l’“unione dell’’innovazione”, che riguarda direttamente le start-up innovative in quanto è volta a migliorare le condizioni generali di accesso ai finanziamenti per ricerca e innovazione in modo che le nuove idee si possano effettivamente trasformare in nuovi prodotti e servizi, “youth on the move” che si concentra invece sull’istruzione e sull’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro ed infine l’ultima azione è l’“agenda digitale europea” volta a favorire invece la diffusione di internet e i vantaggi a questo connessi. Gli ultimi dati disponibili riguardo la spesa in R&S dell’Italia risalgono al 2014, a fronte di un target nazionale pari al 1,53% del PIL, si registra una spesa nazionale per questa attività pari a 1,29%, rispetto a una media UE del 2,03%. In Italia a partire dal 2009 infatti si è assistito ad una notevole riduzione della spesa nell’attività di ricerca e sviluppo soprattutto da parte delle imprese private, le misure prese dal paese non risultano tuttavia essere adeguate, vista anche la loro frammentazione infatti guardando i dati la quota della spesa pubblica destinata alla ricerca e all'innovazione è nettamente diminuita nel tempo, passando dall'1,32% nel 2007 allo 0,99% nel 2014. Gli strumenti con cui “Europa 2020” opera per il raggiungimento dei suoi obiettivi sono composti sia dai fondi stanziati per le politiche regionali e cioè attraverso i fondi SIE sia dai programmi di finanziamento europeo gestiti direttamente dalla Commissione, che nel complesso rappresentano il 20% dl bilancio dell’Unione; i fondi stanziati per l’attuazione della politica regionale ammontano ogni anno a 50 miliardi che l’Europa investe appunto per permettere agli Stati Membri di raggiungere gli obbiettivi loro affidati. La politica regionale viene realizzata attraverso i programmi operativi regionali o nazionali in cui sono descritte dettagliatamente le
119 modalità di impiego dei fondi strutturali e di investimento, cofinanziati dallo Stato e dalle Regioni per realizzare la strategia perseguita e la priorità a cui la questa si collega. Il sostegno all’innovazione che è definito nella strategia europea è poi riportato a livello regionale attraverso i programmi operativi, come emerge dall’analisi del POR Creo FESR 2014-2020 della Regione Toscana, la stessa strategia regionale persegue una crescita qualitativa del comparto produttivo toscano fondata sull’innovazione e sullo sviluppo, in modo da promuove il rafforzamento della competitività del territorio e del sistema produttivo regionale nel suo complesso. La dotazione finanziaria del programma operativo è pari a circa 793 milioni di euro messi a disposizione dall’Europa, dallo Stato Italiano e in parte minore dalla Regione Toscana, il programma e la dotazione necessaria per la sua realizzazione sono state definiti in seguito all’analisi dei problemi e delle opportunità del territorio regionale; è forte il legame con la “strategia di specializzazione intelligente” sintomo anche questo di come la regione vede nell’innovazione il principale driver per lo sviluppo economico e sociale del territorio. La toscana concentra gli sforzi e le risorse sull’elevata qualità delle produzioni sul suo territorio, con una particolare attenzione al progresso tecnologico e allo sviluppo di conoscenze e competenze, la stessa struttura del POR è suddivisa in sei assi prioritari corrispondenti ai sei obiettivi tematici e i primi tre assi hanno come oggetto la competitività e l’innovazione della regione. Questi assi predispongono interventi a favore delle imprese sul territorio a più elevato contenuto innovativo in modo tale da ottenere un miglioramento della competitività di cui beneficerà tutto la regione, lo sviluppo delle start-up innovative è un punto centrale nella strategia toscana in quanto questo tipo di impresa basata sull’innovazione ed ad elevato tasso di crescita porta con se la contestuale crescita delle imprese di altri settori così come un miglior utilizzo dei fattori produttivi. Il primo e il terzo asse sono principalmente rivolti alle start-up, il primo punta ad incrementare l’attività di innovazione delle imprese sostenendo appunto la creazione di start-up e spin off insieme ad una infrastruttura di ricerca al sostegno di tutto il territorio regionale, la Toscana punta quindi sull’innovazione di prodotto, processo organizzativa e commerciale e sull’industrializzazione dei risultati della ricerca in modo che siano le start-up innovative a trainare la crescita dell’economia toscana; il terzo asse invece punta a promuovere la competitività delle imprese migliorando in primo luogo l’accesso al credito attraverso strumenti di ingegneria finanziaria e un sistema di garanzie, in questo modo è possibile superare la difficoltà che le imprese e in particolare le start-up innovative incontrano nell’ottenere finanziamenti per sviluppare la propria attività e sopravvivere nei primi anni di vita, è infatti durante
120 questi anni che le start up incontrano maggiori difficoltà e in cui si registra un maggior tasso di imprese che cessano la loro attività. Le opportunità che i bandi regionali così come quelli posti in essere in riferimento ai programmi comunitari mettono le nuove imprese innovative nella condizione di effettuare nuovi investimenti in ricerca ed innovazione, che altrimenti per le imprese non sarebbero possibili, riducendone allo stesso tempo il rischio di fallimento.
In Toscana attualmente hanno sede 333 start-up innovative iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese, in base ai risultati ottenuti dall’analisi dei dati dal campione scelto di start-up che appartengono a settori tra loro diversi sono diverse le considerazioni che possono essere fatte. Il settore a cui a appartengono il maggior numero di start-up innovative è quello dei servizi di informazione e comunicazione, queste sono particolarmente impegnate nella produzione di software, consulenza informatica e attività connesse e nell’attività dei servizi di informazione ed altri servizi informatici, per numerosità segue poi il settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche, la maggior parte delle imprese è impegnata nello sviluppo di innovazioni di prodotto e quindi direttamente legate a un bene o a un sevizio. Nonostante lo sforzo della regione sul piano dell’innovazione sia rivolto alla creazione di piattaforme di collaborazione la maggior parte delle imprese svolge l’attività di ricerca e sviluppo internamente applicandola poi al proprio processo produttivo oppure per conto di enti pubblici o imprese di altri settori, difficilmente le start-up innovative affidano l’attività di ricerca a un soggetto esterno, più della metà delle imprese non partecipa a forme collaborative di ricerca sintomo del fallimento almeno temporaneo dell’impegno della Toscana per quanto riguarda questo aspetto. I dati del campione confermano poi le difficoltà più volte ricordate che le start-up innovative incontrano nel reperire risorse sul mercato, la quasi totalità della imprese dichiara infatti che l’avviamento dell’attività è stato possibile solo grazie alle risorse investite direttamente dai soci ed è ristretto il numero di quelle che hanno potuto contare sul finanziamento pubblico, nei casi in cui alle imprese sono state fornite risorse finanziarie dalle autorità, comunque queste hanno avuto un ruolo marginale nella fondazione delle imprese e non sono mai state determinanti. Questa dinamica appena descritta muta con lo sviluppo delle start-up, le risorse proprie infatti pur rappresentando sempre la parte maggioritaria dei fondi che finanziano l’impresa vengono affiancate in un numero maggiore di imprese da finanziamenti pubblici forniti dalle autorità a livello europeo, nazionale o regionale, significativo è anche l’aumento del
121 numero di investitori privati che investono risorse nel capitale proprio dell’impresa, anche se la loro partecipazione avviene nella fase successiva a quella iniziale e una volta superate le maggiori difficoltà dei primi anni. Focalizzando l’attenzione sui fondi che la Comunità Europea mette a disposizione delle start-up innovative si vede come non per tutte le imprese questi rappresentano un allettante opportunità, in generale però le start- up riscontrano diverse problematiche prima tra tutti la mancanza di informazione sui finanziamenti e agevolazioni offerte a questa categoria di imprese, a cui si aggiungono la complessità dei bandi, i lunghi tempi di attesa e la bassa probabilità di successo. Questi elementi devono quindi essere considerati dalle autorità agevolanti in quanto è sì vero che è compito proprio dell’imprenditore conoscere gli strumenti disponibili, conoscerne le caratteristiche e i potenziali vantaggi per la sua attività è altrettanto vero però che l’eccessiva frammentazione della normativa italiana e l’asincronia temporale tra il momento in cui il contributo a favore dell’impresa viene deliberato e l’effettivo conseguimento delle risorse non mettono le imprese nella condizione di conoscere le effettive opportunità che gli vengono offerte e gli stessi tempi lunghi riducono l’impatto del vantaggio competitivo che le imprese potrebbero effettivamente ottenere. La bassa probabilità di successo appena ricordata tra gli elementi che disincentivano le imprese a partecipare ai bandi di finanziamento è confermata dal campione in quanto solo un terzo delle imprese che ha partecipato è poi risultata vincitrice delle risorse, nonostante molte di esse abbiano presentato più volte la domanda di partecipazione, è qui che nuovamente invece riaffiora lo scoglio dell’eccessiva burocrazia, le start-up innovative non sempre hanno al loro interno risorse specializzate nell’adempiere a tutta la documentazione richiesta ed è per questo consigliabile che le nuove imprese che intendano partecipare ai bandi si rivolgano a consulenti esterni.
A fronte delle evidenze appena descritte si può concludere che in un periodo come quello attuale di lenta ripresa dalla crisi economica, l’opportunità di effettuare nuovi investimenti in ricerca e innovazione grazie ai fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea è un importante fattore propulsivo della crescita economica e sociale, le risorse comunitarie infatti permettono anche di ovviare alle difficoltà di finanziamento che le start-up innovative incontrano per il razionamento del credito sul mercato bancario o per la diffidenza degli investitori privati. È necessario valorizzare il tessuto di start-up toscane in funzione anche dell’effetto benefico che queste hanno per tutto il sistema industriale, incrementando l’innovazione nell’economia e creando allo stesso tempo nuovi posti di
122 lavoro, per questi motivi la programmazione regionale 2014-2020, in coerenza con quella comunitaria punta a rilanciare la competitività della regione, focalizzandosi maggiormente sulle imprese innovative di nuova costituzione cercando allo stesso tempo di favorire la collaborazione tra queste in modo da ottenere lo sviluppo di innovazioni ancora più significative, anche se per quanto riguarda la collaborazione molto sembra ancora da fare soprattutto per superare la diffidenza che aleggia tra le imprese innovative e in particolare tra quelle che sono tra loro dirette concorrenti. Nonostante i punti da rivedere soprattutto da un punto di vista della burocrazia e della complessità delle procedure senza dimenticare la tempistica, le agevolazioni che sono messe a disposizione delle start-up innovative permettono a queste imprese di ottenere risorse che avrebbero difficilmente in altro modo ottenuto, tali risorse permetto anche di riportare in equilibrio la struttura finanziaria di queste imprese che spesso risultano essere sottocapitalizzate. In conclusione possiamo affermare che i fondi europei e la finanza agevolata nel suo complesso rappresentano comunque un’opportunità da cogliere per le start-up innovative in quanto se queste risorse sono utilizzate in maniera strategica comportano una maggiore creazione di valore e una maggiore competitività per tutta l’economia regionale, nazionale ed europea, nonostante vi siano aspetti da rivedere, a mio avviso e in base a quanto riscontrato dai dati i benefici conseguibili con questi fondi sono nettamente maggiori delle difficoltà da superare per il loro ottenimento.
123 APPENDICE - QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE SULLO SVILUPPO DELLE START-UP INNOVATIVE IN TOSCANA E SULL’UTILIZZO DELLE AGEVOLAZIONI A QUESTE RIVOLTE
Impresa
Anno di fondazione
Forma giuridica dell’impresa
Settore economico di appartenenza in base alla codifica ATECO2007
SETTORE SEZIONI DI ATTIVITA’ ECONOMICA
COMPRESE
Agricoltura ‘A’ Agricoltura, silvicoltura e pesca
Attività manifatturiere ‘B’ Estrazioni di minerali da cave o miniere ‘C’ Attività manifatturiere
‘D’ Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata
‘E’ Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento
Costruzioni ‘F’ Costruzioni
Commercio ‘G’ Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli
Trasporto ‘H’ Trasporto e magazzinaggio Turismo ‘I’ Attività dei servizi di alloggio e
ristorazione
Assicurazioni e credito ‘K’ Attività finanziarie e assicurative
Servizi alle imprese ‘J’ Servizi di informazione e comunicazione ‘L’ Attività immobiliari
‘M’ Attività professionali, scientifiche e tecniche
‘N’ Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
Altri settori ‘O’ Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria ‘P’ Istruzione
‘Q’ Sanità e assistenza sociale ‘R’ Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento
124 ‘S’ Altre attività di servizi
‘T’ Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico; produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze
‘U’ organizzazioni e organismi extraterritoriali
Tipologia di start-up innovativa
A prevalenza femminile
(partecipazione di donne, calcolata mediando le quote di possesso e le cariche amministrative detenute, risulta complessivamente superiore al 50%)
Con presenza femminile
(almeno una donna detiene una carica amministrativa o possiede una quota della società)
A prevalenza giovanile
(partecipazione di persone di età non superiore ai 35 anni, calcolata mediando le quote di possesso e le cariche amministrative detenute, risulta complessivamente superiore al 50%)
Con presenza giovanile
(almeno una persona di età non superiore ai 35 anni detiene una carica amministrativa o possiede una quota della società)
A prevalenza estera
(partecipazione di persone nate all'estero, calcolata mediando le quote di possesso e le cariche amministrative detenute, risulta complessivamente superiore al 50%)
Con presenza straniera
(almeno una persona straniera detiene una carica amministrativa o possiede una quota della società)
INNOVAZIONE
Tipologia di innovazione di prodotto
(riguarda direttamente il bene o servizio oggetto della produzione)
di processo
(riguarda le modalità di produzione o erogazione di un bene e servizio)
di tipo organizzativo
(riguarda le modalità di organizzazione del team coinvolto nel processo produttivo)
di marketing
(riguarda le pratiche di commercializzazione)
Quota di spese in R&S della start-up in rapporto al maggiore tra fatturato o costi
125 Destinatario delle attività di
R&S condotte dalla start-up
La start-up
Impresa dello stesso settore Impresa di altri settori Enti pubblici
L’attività di R&S è svolta internamente o affidata a soggetti terzi?
Se è affidata a soggetti terzi, la start-up si rivolge nello specifico a: Imprese stesso settore
Imprese altro settore
Università pubbliche e private
Centri di ricerca e laboratori pubblici o privati
MODALITA’ DI FINANZIAMENTO
Le fonti di finanziamento che hanno contribuito alla fondazione della start-up sono:
(se si indicare la %)
Risorse proprie
Risorse di familiari, amici… Finanziamento pubblico nazionale Finanziamento pubblico regionale/locale
Investimento in capitale da parte di un privato (fondo di Venture capital, business angel, azienda o altro privato)
Prestito bancario Prestito privato Altro
126 Le fonti di finanziamento che attualmente finanziano