MATERIALI E METOD
Item 23: Iperattività motoria = Aumento del livello di energie, manifestato con aumento dei movimenti e della rapidità dell’eloquio.
4) Analisi statistiche
I confronti tra sottogruppi di pazienti con e senza ricaduta depressiva e pazienti con durata della remissione ≥ e < al 70% del periodo di follow- up sono stati condotti utilizzando t-test di Student e Chi-quadro, rispettivamente per le variabili continue e categoriali. Visto il numero dei soggetti e dei confronti abbiamo considerato conservativamente livelli di significatività a due code inferiori a p .05. L’analisi di sopravvivenza calcolate secondo il metodo di Kaplan-Maier erano utilizzate per definire la relazione tra ricadute totali,depressive e maniacali e la durata dell’episodio indice superiore e inferiore a 12 mesi.
RISULTATI
La TEC si è dimostrata efficace nel 68,1 % (N=201) dei pazienti: il 34,9% (N=103) sono stati definiti Responders (CGI-I uguale o minore di 2) e il 33% (N=98) Remitters (CGI-I uguale a 1). Il 31.9 % (N=94) ha presentato alla fine del ciclo un punteggio della CGI-I uguale o maggiore di 3 e sono definiti Non Responders (Tabella 1).
L’analisi statistica tra i tre gruppi ha rivelato un’età media pari a 55,1 (±12,9) anni per i Non Responders, 58,0 (±13,9) anni per i Responders e 55,7 (±13,0) anni per i Remitters.
Il sesso femminile è il genere più rappresentato in tutti i gruppi, giungendo al 60.6% nei Non Responders, al 59,2% nei Responders ed al 60,2 % nei Remitters.
L’età media d’esordio è equivalente nei Non Responders (28,03±14.6 anni) e Responders (28,9±12,9 anni) mentre è più elevata nei Remitters (31,4±14,2 anni). Tuttavia, queste differenze non sono statisticamente significative (tabella 1).
La durata dell’episodio in atto è minore nel gruppo dei Remitters 8,0 (±8,8) rispetto ai Responders 10,4 (±12,2) e Non Responders 11,2 (±12,0). Questa differenza è statisticamente significativa (F = 2.14, p = 0.011) (tabella 1). Il numero dei precedenti episodi è equivalente nei Non Responders (5,53±2,33), Responders (5,95±2,9) e Remitters (5,58 ± 3.2); Il numero medio di ospedalizzazioni è pari a 3,26 (±1,97) nei Non Responders, 4,74 (±9,85) nei Responders e 3,54 (±4,45) nei Remitters. Il
numero medio di gesti autolesivi è pari a il 0,54 (±0,86) nei Non
Per quanto riguarda la distribuzione diagnostica, il disturbo Bipolare II è maggiormente rappresentato nel gruppo dei Remitters 60,2% (N=59) e dei Responders 59,2% (61) rispetto ai Non Responders 43,6% (41) Questa differenza è statisticamente significativa (F = 6.703, p = 0.035) (tabella 1). Al contrario, i sintomi psicotici si osservano con maggiore frequenza nei Non Responders 44,7% (N=42) rispetto ai Remitters 31,6% (N=31) e ai Responders 35,0% (N=36). Tuttavia, questa differenza non è statisticamente significativa (tabella 1).
Rilevante la prevalenza della comorbidità per Disturbo di Panico, che è risultata giungere al 35,1% nei Non Responders, 46,6% nei Responders e 42,9% nei Remitters. Non riportata nel gruppo dei Non Responders e dei Remitters, la comorbidità per Fobia Sociale è risultata pari al: 1,9% nei Responders. La comorbidità con Disturbo Ossessivo-Compulsivo è stata osservata con maggiore frequenza nei Non Responders (16,0%) rispetto ai Responders (13,6%) e Remitters (10,2%). L’anoressia è stata osservata nell’ 1% dei Responders e Remitters e non è stata osservata nei Non Responders, mentre la bulimia è presente nell’ 1% dei Responders e Remitters e nel 3,2% dei Non Responders.
L’Abuso di Alcool è risultato interessare il 3,2% dei Non Responders, il 1,9% Responders e il 4,1% dei Remitters. L’Abuso di Sostanze è stato riscontrato nel 5,3% dei Non Responders, il 1,0% Responders e il 3,1% dei Remitters. Tuttavia, quando confrontiamo i 3 gruppi, tali percentuali di comorbidità non differiscono in maniera significativa.
Per quanto riguarda le caratteristiche della TEC (tabella 1), il numero
medio di sedute TEC somministrate è di 7,6 (±2,5) nei Non Responders,
7,99 (±2,13) Responders e 7,34 (±1,78) nei Remitters. L’intensità dello
stimolo alla prima seduta e alla fine del ciclo e la durata della crisi epilettica registrata all’EEG non differiscono nei tre gruppi.
Nella tabella 2 sono riportate le differenze tra i 3 gruppi per quanto riguarda i punteggi medi della CGI, HAM-D-17, YMRS, e BPRS totale e del cluster psicotico, alla valutazione basale e finale. Per quanto riguarda la YMRS si registra un punteggio medio più alto nel gruppo dei Non Responders (9,09) rispetto ai Responders (7,59) e ai Remitters (5,84), con una differenza statisticamente significativa (F = 10.75, p = 0.000). Al contrario, i punteggi medi della CGI-S, HAM-D, BPRS totale e del cluster psicotico al baseline non presentano differenze statisticamente significative tra i 3 gruppi.
Come ci saremmo aspettati, alla fine del ciclo di TEC, i punteggi totali della CGI-S, HAM-D, YMRS e BPRS totale e del cluster psicotico hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa (Tabella 2). Il confronto dei singoli items della YMRS, alla valutazione basale, sono riportati nella Tabella 3. Gli item: 1-umore elevato, 2-attività motoria, 3- sesso, 6-linguaggio, 7-pensiero, 9-comportamento aggressivo, 11-insight sono equivalenti nei tre gruppi. Mente gli item 4-sonno, 5-irritabilità, 8- contenuto del pensiero e 10-aspetto, sono più elevati nei Non Responders rispetto ai Responder e i Remitters. Per quanto riguarda il sonno, i Non responders presentano punteggi significativamente più elevati (1.47 +.76) rispetto ai reponders (1.23 ±.85) e ai Remitters (1.04 ±.93) (F=6.056, p=.002). Per quanto riguarda l’item irritabilità, i Non responders presentano punteggi più elevati (1.15 ±1.19) rispetto ai reponders (1.11 ±1.31) e ai Remitters (0.83 ±1.31), tali differenze raggiungono la significatività (F=1.854; p=.052). All’item 8, il punteggio relativo al contenuto del pensiero risulta significativamente più elevato nei Non responders (2.98 + 3.68) rispetto ai reponders (2.41±3.62) e ai Remitters (1.50 ±3.00) (F=4.505, p=.012). Infine, l’item relativo all’aspetto, mostra punteggi significativamente più elevati nei
Non responders (1.85 +.78) rispetto ai responders (1.77 ±1.14) e ai Remitters (1.47 ±1.08) (F=3.844, p=.012) (Tabella 3).
DISCUSSIONE
I nostri dati confermano l’elevata efficacia della TEC nel trattamento in acuto degli episodi depressivi nel BD, mostrando percentuali di risposta del 70%. Questi risultati sono in linea con quelli ottenuti da altri autori, che hanno osservato percentuali di risposta superiori al 50% (Bailine et al., 2010; Medda et al., 2009; Sackeim and Prudic, 2005; Sienaert et al., 2009b). Percentuali inferiori sono state riportate in un unico studio, che ha osservato una risposta alla TEC solo nel 30% dei pazienti (Ciapparelli et al., 2001).
La remissione completa è stata raggiunta in 1/3 della nostra casistica: questo dato, non deve indurre a considerare la TEC uno strumento terapeutico poco efficace. Bisogna considerare, infatti, che il nostro campione era costituito prevalentemente da pazienti con episodi depressivi di particolare gravità, di lunga durata, con sintomi psicotici e catatonici. In questi casi, anche un miglioramento della sintomatologia, anche senza arrivare ad una remissione completa, può permettere un miglioramento significativo della qualità della vita e in alcuni pazienti consentire un recupero della autonomia (McCall, 2013).
Il riscontro di elevati punteggi della YMRS alla valutazione basale, nel gruppo dei non-responders, è in linea con quanto precedentemente osservato in campioni di pazienti con depressione unipolare e bipolare (Medda et al., 2014) (Perugi et al., 2012) e con stato misto (Medda et al., 2015). In particolare, dall’analisi dei singoli items della YMRS, abbiamo riscontrato che il gruppo dei non responders presenta punteggi più
elevati negli item relativi al ridotto bisogno di sonno, irritabilità, contenuto di pensiero e l'aspetto. Questi risultati suggeriscono che i sintomi eccitativi come ridotto bisogno di sonno e irritabilità, indicativi di uno stato misto attenuato, rispondono meno alla TEC. Possiamo ipotizzare che la TEC abbia prevalentemente un effetto antidepressivo più che antimaniacale. Inoltre, la correlazione tra presenza di disturbi del contenuto del pensiero e mancata risposta alla TEC, è in linea con quanto osservato in altri studi (Medda et al., 2014) e da altri autori (de Vreede et al., 2005). Tuttavia, la letteratura su questo tema non è univoca. Alcuni studi riportano una risposta superiore nei pazienti con sintomi psicotici rispetto a quelli non psicotici (Birkenhager et al., 2003; Buchan et al., 1992; Petrides et al., 2001), mentre altri non trovano differenze significative (O'Connor et al., 2001; Perugi, 2012; Prudic et al., 1996). Sono stati effettuati numerosi studi per valutare le differenze di risposta alla TEC fra depressione Unipolare e Bipolare (Bailine et al., 2010; Daly et al., 2001; Grunhaus et al., 2002) mentre, la distinzione fra depressi Bipolari I e Bipolari II, è stata meno studiata. In un lavoro condotto presso la nostra clinica, abbiamo osservato una differente risposta alla TEC nei pazienti UP, BPII e BPI. Gli UP hanno riportato la migliore risposta mentre i BPI mostravano percentuali di risposta più basse e con maggiori sintomi residui, di tipo maniacali e psicotici, alla fine del ciclo (Medda et al., 2009). Il sottotipo bipolare II presentava una risposta alla TEC maggiore rispetto al bipolare I, pur senza differenze statisticamente significative, collocandosi in una posizione intermedia tra il gruppo UP e BIP I. Questi dati, mostrando nel gruppo dei Remitters un maggior numero di bipolari II rispetto ai bipolari I, sembrano confermare queste differenze. D’altro canto, la discriminazione tra Bipolari di I e di II tipo ha sicuramente un rilevante impatto clinico, oltre che prognostico (Vieta
and Suppes, 2008) e questo può verosimilmente condizionare la risposta alla TEC. La diversa efficacia della TEC, tuttavia, potrebbero essere correlata ad altre caratteristiche del decorso, come la durata dell'episodio e i sintomi interepisodici, piuttosto che al differente sottotipo.
Per quanto riguarda la durata dell’episodio, questo risultato è in linea con la maggior parte dei dati presenti in letteratura secondo cui una maggiore durata dell'episodio indice sarebbe predittiva di una risposta inferiore alla TEC (Birkenhager et al., 2003; Black et al., 1989; Kho et al., 2005; Kindler et al., 1991; Koukopoulos A, 1995; Magni et al., 1988; Perugi, 2012; Prudic et al., 1996). Diversi autori hanno suggerito che potrebbe esserci una durata limite superata la quale aumenterebbe la probabilità di una ridotta risposta alla TEC (Dombrovski et al., 2005; Kho, 2005; Perugi et al., 2012). Questa ipotesi solleva il problema di capire se alcuni pazienti siano “predisposti” ad una resistenza al trattamento e ad avere episodi di più lunga durata o se la somministrazione di trattamenti non adeguati sia responsabile del prolungamento dell'episodio depressivo, che a sua volta indurrebbe delle modificazioni neurobiologiche responsabili della farmacoresistenza. La depressione cronica è infatti stata associata a una riduzione del volume della corteccia frontale e dell'ippocampo e a una concomitante riduzione nel numero e nelle dimensioni dei neuroni e delle cellule gliali (Dombrovski et al., 2005; Sheline et al., 2003). I dati della ricerca degli ultimi anni suggeriscono che l’azione terapeutica della TEC possa essere mediata dai fattori neurotrofici e in particolare dal BDNF che è coinvolto nell’eziopatogenesi dei disturbi dell’umore (Piccinni et al., 2009). Tuttavia, il meccanismo d’azione della TEC è strettamente correlato alle sue molteplici azioni a diversi livelli del SNC, dal livello molecolare e di trasmissione del segnale, fino a livello di aree cerebrali, sistemi
funzionali e di connessione interemisferica (Michael, 2009). L’effetto terapeutico della TEC, più che alla crisi convulsiva in se stessa, sembra essere strettamente legato al ripristino dell’equilibrio funzionale del SNC attraverso modificazioni neurochimiche, neurotrofiche e funzionali. Questa ipotesi spiegherebbe come mai la TEC è maggiormente efficace in tutte le sindromi sostenute da un alterazione funzionale del SNC, come catatonia, forme affettive e psicotiche acute, piuttosto che nelle condizioni psicopatologiche correlate a modificazioni strutturali del SNC, come le forme depressive e psicotiche croniche e in presenza di sintomi negativi (Michael, 2009).
A questo proposito è importante sottolineare che secondo la maggior parte delle linee guida internazionali la TEC è considerata un trattamento di terza o quarta scelta, nonostante la provata efficacia nei disturbi affettivi e nonostante sia ormai noto che la cronicità della depressione riduca le probabilità di risposta. La maggior parte dei pazienti sottoposti a TEC presentano infatti una lunga durata di malattia e di trattamenti non sempre adeguati. La TEC non può essere relegata, tuttavia, al ruolo di “ultima spiaggia”. Sarebbe un errore prenderla in considerazione come l’ultimo trattamento disponibile e utilizzarla solo quando tutte le altre strategie terapeutiche hanno fallito: in questo modo si rischia di privare i nostri pazienti di un trattamento efficace, ritardando la remissione, prolungando le sofferenze e contribuendo allo sviluppo di forme resistenti. È stato dimostrato, infatti, che il protrarsi di un episodio depressivo o misto, perché non curato o perché curato in modo non adeguato, può contribuire, allo sviluppo della resistenza ai trattamenti (Dombrovski et al., 2005; Perugi et al., 2012; Sackeim, 2001).
La pratica comune e diffusa in tutto il mondo di riservare questo trattamento solo ai pazienti più gravi e farmacoresistenti potrebbe quindi
ridurre le probabilità di risposta in alcuni pazienti che invece avrebbero avuto un esito positivo se la TEC fosse stata utilizzata prima.
LIMITI
Tra le limitazioni del nostro studio, la più rilevante è sicuramente rappresentata dalla mancanza di un gruppo di controllo. Tuttavia, riteniamo che la possibilità di un effetto placebo o di una remissione spontanea abbia avuto un’influenza marginale sui risultati. Infatti, il nostro campione è costituito da pazienti con storia clinica pregressa che deponeva per un grave disturbo, con un decorso pressoché continuo e – in base agli stessi criteri di inclusione nello studio – resistente ai trattamenti farmacologici tradizionali. Altre limitazioni sono l'assegnazione non casuale e l’osservazione a breve termine. Tuttavia, la valutazione sistematica delle caratteristiche cliniche e dell’outcome riduce parzialmente queste carenze. Un'altra limitazione importante è che solo gli anticonvulsivanti sono stati sospesi prima del trattamento ECT, mentre sono stati consentiti tutti gli altri trattamenti farmacologici sulla base del giudizio clinico del medico. Tuttavia, la probabilità che le differenze nella risposta possano essere attribuite al trattamento farmacologico è improbabile dato che tutti i pazienti sono stati considerati farmacoresistenti.
CONCLUSIONI
In conclusione, possiamo affermare che, nel nostro campione di pazienti bipolari farmacoresistenti, la TEC si dimostrata un trattamento efficace con percentuali di risposta intorno al 70%. Il gruppo dei Non Responders è caratterizzato dalla presenza di sintomi eccitativi, come il ridotto bisogno di sonno, l’irritabilità e i sintomi psicotici. Mentre nei Remitters si osservano con maggiore frequenza un decorso di tipo bipolare II e una durata inferiore dell’episodio depressivo in atto. Per questo motivo la TEC, non deve essere considerata come ultimo trattamento disponibile, ma deve essere utilizzata tempestivamente, in particolare nei pazienti farmacoresistenti, in quanto, il trascorrere periodi prolungati in fase attiva di malattia potrebbe ridurre le probabilità di ottenere una remissione.
Tabelle
Tabella 1. Differenze delle caratteristiche demografiche, cliniche e sintomatologiche tra Non Responders, Responders and Remitters al trattamento TEC in 295 pazienti
Non Responders (n=94) Responders (n=103) Remitters (n=98) Analysis F/χ2 P
Età media (anni) 55.10 (12.94) 58.09 (13.99) 55.77 (13.09) 1.38 .254
Età media d’esordio (anni) 28.03(14.68) 28.98(12.96) 31.45(14.28) 1.55 .215
Genere, Femmine n (%) 57(60.6) 61(59.2) 59(60.2) .44 .978
Durata dell’episodio in atto
(mesi) 11.28 (12.08) 10.46 (12.20) 8.08 (8.87) 2.14 .011a
Precedenti episodi 5.53(2.33) 5.95(2.90) 5.58(3.20) .653 .521
Precedenti ospedalizzazioni 3.26 (1.97) 4.74(9.85) 3.54(4.45) 1.484 .228
Gesti autolesivi, n (%) .54(.86) .70(1.20) .50(1.32) .843 .431
Disturbo Bipolare tipo II, n (%) 41 (43.6) 61 (59.2) 59 (60.2) 6.703 .035 b
Sintomi psicotici, n (%) 42 (44.7) 36 (35.0) 31 (31.6) 3.777 .151
Comorbidità, n (%)
Disturbo di panico / Agorafobia 33(35.1) 48(46.6) 42(42.9) 2.753 .252
Fobia Sociale 0(0.0) 2(1.9) 0(0.0) 3.754 .153
Disturbo Ossessivo Compulsivo 15(16.0) 14(13.6) 10(10.2) 1.403 .496
Anoressia nervosa 0(0.0) 1(1.0) 1(1.0) .944 .624
Bulimia nervosa 3(3.2) 1(1.0) 1(1.0) 1.855 .395
Abuso di Alcool 3(3.2) 2(1.9) 4(4.1) .787 .675
Abuso di sostanze 5(5.3) 1(1.0) 3(3.1) 3.142 .208
Caratteristiche del ciclo TEC
Sedute TEC totali, media (sd) 7.67 (2.50) 7.99 (2.13) 7.34 (1.78) 2.32 .100 Intensità dello stimolo alla prima
seduta, mcoul 168.38 (44.83) 177.55(54.07) 162.83(46.51) 2.34 .098
Intensità dello stimolo all’ultima
seduta, mcoul 289.13 (114.04) 275.69(111.05) 253.59(108.17) 2.52 .083
Durata della crisi all’EEG, s. (sd) 38.39(18.13) 39.22(13.84) 42.10(17.93) 1.32 .268
Scheffe’s test: a: Remitters < Responders, Non Responders; b: Remitters Disturbo bipolare tipo II > Remitters Disturbo Bipolare tipo I
Tabella 2. Differenze dei punteggi medi alla CGI, Ham-D, Young Mania, BPRS, BPRS psychotic cluster alla
valutazione basale e finale in pazienti Non Responders, Responders e Remitters trattati con la TEC
Totale (n=295) Non Responders (n=94) Responders (n=103) Remitters (n=98) F p CGI-Severity Baseline 5.94(.61) 6.03(.40) 5.95(.47) 5.85(.84) 2.27 .105 Finale 3.33(1.22) 4.44(.80) 3.40(.72) 2.18(.93) 181.50 .000a Ham D Baseline 23.81(4.15) 23.51(3.81) 23.84(4.05) 24.07(4.57) .439 .645 Finale 11.06(4.90) 15.20(4.42) 10.91(3.56) 7.26(3.08) 109.85 .000a Young mania Baseline 7.48(5.02) 9.09(5.15) 7.59(4.75) 5.84(4.69) 10.75 .000 Finale 4.58(4.26) 6.81(4.69) 4.52(3.36) 2.49(3.21) 29.59 .000a BPRS totale Baseline 53.39(10.67) 53.21(10.03) 52.86(8.75) 54.12(12.93) .367 .693 Finale 36.07(7.81) 42.35(8.39) 35.29(5.66) 30.86(4.19) 81.55 .000a BPRS psychotic cluster Baseline 7.06(4.43) 7.59(4.68) 6.91(4.00) 6.72(4.62) .997 .370 Finale 5.21(2.11) 6.18(2.91) 5.04(1.55) 4.47(1.16) 18.23 .000a
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Tabella 3. Confronto dei singoli items della YMRS al baseline tra pazienti Non Responders, Responders e Remitters trattati con la TEC
Items, media(SD) Total
(n=295) Non Responders (n=94) Responders (n=103) Remitters (n=98) F p Umore elevato .02(.19) .02(.21) .01(.10) .04(.25) .669 .442 Attività motoria .69(.04) .32(.87) .14(.63) .14(.54) 2.186 .148 Sesso .01(.08) .00(.00) .01(.10) .01(.10) .468 .625 Sonno 1.24(.87) 1.47(.76) 1.23(.85) 1.04(.93) 6.056 .002 Irritabilità 1.03(1.28) 1.15(1.19) 1.11(1.31) .83(1.31) 1.854 .052 Linguaggio .31(.81) .45(1.02) .31(.78) .17(.56) 2.765 .123 Pensiero .24(.61) .26(.57) .17(.43) .31(.79) 1.178 .617
Contenuto del pensiero 2.29(3.50) 2.98(3.68) 2.41(3.62) 1.50(3.0) 4.505 .012
Comportamento aggresivo .04(.27) .04(.29) .04(.28) .03(.23) .051 .996
Aspetto 1.69(1.02) 1.85(.78) 1.77(1.14) 1.47(1.08) 3.844 .012
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