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3.1 Struttura e obiettivi dell’analisi SWOT

L’analisi SWOT serve a considerare i punti di forza (Strengths), le debolezze (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un’organizzazione. Questo processo può essere applicato anche nella valutazione delle potenzialità, limiti, opportunità e minacce relative a una nazione. In tal caso vanno considerati sia i fattori interni che quelli esterni, in quanto un’entità statale va considerata non solo isolatamente ma va contestualizzata ed inserita nel contesto internazionale, considerando quindi le relazioni con le potenze estere. I fattori interni determinano:

- i punti di forza, sui quali il governo può far leva e può sfruttare per consolidare ed accrescere la propria organizzazione e il proprio rilievo a livello internazionale; - le debolezze, che al contrario il governo deve affrontare nel tentativo di risolvere per

favorire la propria organizzazione, in quanto costituiscono una limitazione.

Entrambi i fattori sono sotto il controllo dell’organizzazione, in quanto dipendono dall’operato e dalle misure poste in essere da questa.

I fattori esterni determinano:

- le opportunità, che l’organizzazione può sfruttare per accrescere la propria importanza e le proprie relazioni internazionali;

- le minacce, che contribuiscono negativamente allo sviluppo del paese in quanto costituiscono un ostacolo.

Questi ultimi fattori non sono sotto dell’organizzazione, in quanto dipendono dalle circostanze e dal contesto internazionale in cui questa si trova ad operare.

3.2 Cina

La Cina grazie al grandissimo sviluppo che si è verificato negli ultimi 20 anni si è posizionata al vertice delle potenze internazionali. Uno dei principali punti di forza che ha permesso tale rapida crescita è sicuramente l'attuale relativa sicurezza geografica del territorio cinese: grazie al fatto che i propri confini non sono minacciati, la stabilità del Paese ha permesso una rapida industrializzazione, ha favorito l’afflusso di investimenti stranieri e l'ascesa di una classe media urbana.

114 Tra i fattori che hanno permesso la crescita dell’economia cinese vi è anche l’adozione del modello “import – assimilate – re-innovate”. Questo si è rivelato una strategia di successo in quanto, favorite anche dai bassissimi costi di manodopera, molte multinazionali hanno trasferito le proprie sedi produttive sul territorio cinese, portando peraltro con sé il proprio bagaglio tecnico e tecnologico. Per contro però questo modello ha limitato l’innovazione tecnologica dall’industria cinese: ciò sicuramente è un fattore limitante nel raggiungimento della leadership tecnologica a livello internazionale.

Per quanto riguarda la manodopera, i problemi da fronteggiare che costituiscono una debolezza all’economia riguardano l’invecchiamento della popolazione e il rapido esaurimento della manodopera a basso costo.

Per quanto riguarda le infrastrutture, se da un lato è vero che i grandi investimenti hanno contribuito alla crescita di queste e alla creazione di reti commerciali e di trasporto moderne ed efficienti, è pur vero che lo sviluppo non è stato omogeneo sul territorio. A grandi metropoli sviluppate e tecnologicamente sviluppate, si contrappongono infatti aree rurali e con infrastrutture sotto sviluppate e scarsamente efficienti.

L'economia del paese è sempre più dominata dai servizi, dai consumi e dalla tecnologia. Ciò anche grazie agli enormi investimenti avviati dal governo Xi Jinping per la realizzazione della Belt & Road Initiative. Questo grande progetto, quando ultimato, consentirà di espandere ulteriormente la sfera d’influenza del Dragone consentendo nuovi collegamenti con l'Asia, l'Europa e l'Africa, attraverso ferrovie, strade, porti e reti elettriche.

Ciò comporta la necessità di possedere un enorme potenziale militare in grado di difendere gli interessi nazionali diffusi per tutto il globo. Il governo di Pechino grazie alla riforma delle Forze Armate sta costruendo Esercito, Marina e Aeronautica di grandi dimensioni ed equipaggiati con assetti, armamenti e sensori tecnologicamente molto avanzati. La potenza bellica che ha raggiunto il Dragone la colloca al secondo posto nel ranking mondiale, alle spalle solo degli USA, con uno stanziamento nel 2019 di 26 miliardi di dollari per la difesa, realizzando aerei da combattimento, navi e missili balistici intercontinentali locali, tra gli altri sistemi di armi. La “debolezza” delle Forze Armate cinesi però è che mentre la tecnologia è stata testata, l'esercito stesso non lo è. Questo perché le Forze Armate non sono state impiegate in teatri bellici reali ma sono state impegnate in esercitazioni e pattugliamenti i quali, pur contribuendo a mantenere la prontezza operativa a un livello sufficiente, non garantiscono lo stesso livello di preparazione di quanto deriverebbe dalle operazioni reali.

115 Quindi il Dragone vorrebbe diffondere sia tra le potenze internazionali che soprattutto tra i paesi limitrofi l'idea di un Esercito e di una Marina avanzati e ben addestrati, in grado di esercitare la sua influenza e il suo potere secondo il proprio volere. In realtà fino a quando le Forze Armate cinesi non dimostreranno effettivamente la capacità di usare quell'addestramento in una situazione di combattimento reale, eserciteranno “timore” solo sui loro vicini più piccoli e deboli mentre molto meno ciò avverrà sul rivale geopolitico, gli USA.

3.3 Thailandia

Il Regno di Thailandia è una delle economie a più rapida crescita a livello internazionale, e specialmente tra quelle del Sud Est Asiatico cerca di porsi come una delle potenze trainanti della regione. Tra i fattori che favoriscono tale crescita vi è sicuramente la posizione geografica, centrale rispetto alla regione del Sud Est Asiatico. Inoltre è dà considerare il fatto che le coste thailandesi siano bagnate ad ovest dall’Oceano Indiano e ad est dal Mar Cinese Meridionale: ciò costituisce un vantaggio nei termini in cui favorisce il collegamento e il controllo tra due vie di comunicazioni diverse. Tuttavia può risultare una criticità in quanto è necessario un maggior impegno della Marina per controllare contemporaneamente entrambe le zone.

L’economia thailandese è in rapida crescita grazie alla politica “Thailand 3.0” e alle riforme avviate dal governo nel 2016 con la politica denominata “Thailand 4.0”: ciò ha portato dapprima all’industrializzazione del paese e attualmente ha l’obiettivo di migliorare la prosperità economica. Tuttavia a causa dei gravi disordini interni che solo recentemente sembrano essersi stabilizzati, l’economia nazionale non è ancora riuscita ad espandersi completamente e sfruttare il potenziale insito sia nella posizione strategica che nelle risorse naturali del Paese: ciò ha comportato tassi di crescita del PIL piuttosto contenuti.

Oltre a questi elementi è da considerare anche la difficile situazione strategica internazionale di Bangkok: il governo infatti intrattiene relazioni economiche e militari contemporaneamente con Pechino e con Washington, le quali desiderano affermarsi come leader nei confronti delle potenze regionali. I rapporti con Pechino sono prevalentemente di natura commerciale, grazie alla relazione che intercorre tra la famiglia reale thailandese e i vertici della Repubblica Popolare e grazie alla neutralità di Bangkok nei confronti delle dispute territoriali del Mar Cinese Meridionale. Pechino dal canto suo tenta di sfruttare tale

116 relazione per estendere la propria zona di influenza. In ogni caso Bangkok e Pechino sono legate anche dal punto di vista militare, al punto che sono state condotte anche esercitazioni congiunte. I rapporti con Washington sono regolati dall’interesse economico di Bangkok derivante dagli aiuti e finanziamenti statunitensi e dalla necessità del governo a stelle e strisce di avere un alleato per garantirsi la sicurezza nel Sud Est Asiatico dal punto di vista della lotta al terrorismo e alla pirateria, per il contrasto alla proliferazione nucleare e per tutelare la libertà della navigazione.

Il Paese deve affrontare numerosi problemi al fine di espandere la propria economia. In primo luogo il basso livello di urbanizzazione e la carenza di infrastrutture per il trasporto delle merci e la comunicazione: a questo il governo sta cercando di provvedere grazie al programma Thailand 4.0 che dovrebbe consentire di innalzare il livello delle infrastrutture nel Paese. In secondo luogo la Thailandia è afflitta dal grave problema dell’inquinamento atmosferico e del suolo che deriva dall’industrializzazione rapida ma poco normata. È per far fronte a ciò che il governo sta varando misure per tutelare l’ambiente.

3.4 Filippine

Le Filippine costituiscono il naturale confine orientale del Mar Cinese Meridionale, per cui la posizione strategica è particolarmente rilevante per il controllo delle acque citate e dello Stretto di Luzon. Essendo però uno stato prettamente insulare composto da oltre 7.600 tra isole, arcipelaghi e reef, la frammentazione costituisce un grande limite sia dal punto di vista infrastrutturale sia dal punto di vista delle possibilità di controllo delle acque territoriali. Proprio per questo il governo, in particolar modo a partire dal 2018, ha adottato una serie di misure e varato un pacchetto di riforme per lo stanziamento di fondi da destinare al settore della Difesa. L’obiettivo del governo filippino infatti è la salvaguardia della sovranità nazionale e della integrità territoriale, che discende dalla sicurezza degli spazi aerei e marittimi, dal rafforzamento delle relazioni internazionali e dal miglioramento delle infrastrutture. La posizione del governo è per lo più di neutralità nella contesa tra Cina e USA, questo per cercare di mantenere la propria indipendenza.

Oltre ai problemi legati alle dispute internazionali, il paese deve affrontare anche il grande problema della pirateria, che impegna le Forze Armate nazionali.

Tra i punti di forza che può sfruttare l’amministrazione filippina vi è sicuramente il fatto che l’età media della popolazione è particolarmente bassa. Ciò può essere un vantaggio se

117 tramite misure di urbanizzazione, formazione dei cittadini ed in generale riguardanti le infrastrutture, venisse aumentata la qualità della vita della popolazione.

Tra le altre misure che il governo dovrebbe adottare per implementare la propria rilevanza a livello internazionale rientrano quelle riguardanti la trasparenza dell’amministrazione nonché l’uguaglianza dei cittadini nei confronti dell’amministrazione e della legge. Ciò costituisce infatti un limite allo sviluppo della società ed anche una debolezza a causa delle proteste che possono svilupparsi nei confronti del governo.

3.5 Taiwan

La posizione strategica della Repubblica di Cina è sicuramente rilevante, in quanto si affaccia contemporaneamente sul Mar Cinese Orientale a nord, sul Mar delle Filippine ad est, sullo Stretto di Luzon a sud, sul Mar Cinese Meridionale a sud – ovest e sullo stretto di Taiwan ad ovest. È posizionata quindi al centro delle rotte commerciali che consentono il transito delle merci da e per tutti i paesi del Sud Est Asiatico, e pertanto potrebbe sfruttare tale posizione per controllare i traffici di tutta la regione.

A causa però del conflitto con la Repubblica Popolare Cinese riguardante la legittimità della rappresentanza di tutta la Cina, la sovranità e l’indipendenza di Taiwan è minacciata dall’Esercito della RPC. Inoltre le Forze Armate di Taipei sono piuttosto limitate in un eventuale confronto diretto con le corrispettive di Pechino: è per questo che nel 2020 è stata aumentata la spesa nel comparto della Difesa. Gli sforzi di Taipei si sono concentrati nella guerra offshore, con l'obiettivo quindi di mantenere il più possibile gli eventuali combattimenti lontano dal territorio nazionale. In tal senso appare fondamentale il ruolo della Marina e dell’Aeronautica.

L’economia di Taipei, non essendo riconosciuta dalla maggior parte della comunità internazionale la sovranità dello Stato, fino ai primi anni 2000 ha risentito in modo pesante dei limitati scambi commerciali. Solo a partire dal 2010 infatti grazie ad una maggiore apertura dei mercati l’economia taiwanese ha cominciato a crescere. L’obiettivo del governo di Taipei infatti è quello di far fronte alla precaria posizione che riveste a livello internazionale, ponendosi come potenza guida nei confronti dei paesi del Sud Est Asiatico. E ciò può essere fatto solo se la base economica è solida e affermata a livello internazionale. Taiwan però intrattiene forti relazioni, in via più o meno ufficiale, con Washington. Ciò riveste sicuramente un ruolo fondamentale nel confronto tra Taiwan e Repubblica Popolare

118 Cinese e tra quest’ultima e gli Stati Uniti. Ciò è particolarmente vero a seguito delle dichiarazioni del governo a stelle strisce riguardo l’intenzione di approfondire ulteriormente i rapporti con Taipei: questa senza dubbio gioverebbe del rinnovato impegno statunitense e degli investimenti e finanziamenti provenienti dal governo USA e dalle multinazionali estere.

3.6 Vietnam

A causa del lungo periodo di guerre interne che ha devastato il paese per quasi cinquanta anni nel corso del XX secolo, l’economia vietnamita è stata paralizzata ed isolata rispetto al contesto internazionale fino alla metà degli anni ’90, quando con la fine dei conflitti si è realizzata la progressiva apertura ai mercati internazionali. Solo grazie a questo l’economia nazionale è riuscita a espandersi e ha permesso al PIL di aumentare considerevolmente. In conseguenza di ciò l’aumento del PIL ha consentito di aumentare il livello delle infrastrutture e la rilevanza del Paese.

Tra le grandi sfide che il governo di Ha Noi deve affrontare, che costituisce uno dei fattori limitanti della crescita dell’economia, vi è il basso livello delle infrastrutture sul territorio del paese. Per far fronte a questa debolezza, per il periodo 2020 – 2027 il governo ha approvato un grande piano per la modernizzazione della rete stradale, per un valore stimato di circa 15 miliardi di dollari.

La politica estera vietnamita è concentrata nel tentativo di risolvere i contenziosi in modo pacifico piuttosto che con l’uso della forza. Ha Noi infatti intrattiene relazioni sia con i paesi del Sud Est Asiatico sia contemporaneamente con Pechino e con Washington. Il tutto nel tentativo di bilanciare la situazione strategica e politica della regione.

Nonostante la postura estera orientata al bilanciamento della regione, le Forze Armate vietnamite risultano essere molto numerose e ben equipaggiate e al livello dei paesi vicini, eccetto rispetto alla Repubblica Popolare Cinese, e ciò costituisce sicuramente un punto di forza per Ha Noi che in caso di intervento armato sarebbe in grado di difendere la propria sovranità.

3.7 Malesia

Fino agli anni ’70 del XX secolo la Malesia versava in condizioni di grande arretratezza, dal punto di vista economico, sociale ed infrastrutturale. Grazie a numerose riforme e

119 investimenti, occorsi in particolar modo a partire dagli anni 2000, l’economia malese è in rapida crescita. Pertanto il governo può sicuramente sfruttare il grande potenziale fornito dal settore terziario e dal secondario per accrescere ulteriormente la posizione di Kuala Lumpur a livello internazionale. Il contributo delle industrie nazionali risulta particolarmente rilevante nel PIL grazie all’elevato tasso di esportazioni del paese. Questo è favorito dalla posizione centrale della Malesia, in comunicazione sia con l’Oceano Indiano che con il Mar Cinese Meridionale: ciò, se opportunamente supportato dalle infrastrutture, consentirebbe sicuramente un grande potenziale a livello di traffici commerciali da e per il paese. È per questo che il governo grazie a ingenti investimenti sta cercando di modernizzare le infrastrutture.

Un altro rilevante problema riguarda la condizione di grande disparità che intercorre tra la Malesia Occidentale, più sviluppata e più ricca, e la Malesia Orientale ed in particolare le regioni dello Sabah e Sarawak, che risultano particolarmente arretrate sia dal punto di vista sociale che economico ed infrastrutturale.

La politica estera malese è essenzialmente basata sulla neutralità nei confronti dei conflitti della regione del Sud Est Asiatico, ed infatti considera la cooperazione regionale come fondamentale. Per il governo infatti, per accrescere l’economia nazionale e il proprio rilievo internazionale, è prioritaria la sicurezza e la stabilità del Sud – Est Asiatico.

Oltre a ciò è da considerare anche la debolezza delle Forze Armate malesi. Queste risultano infatti meno numerose, più arretrate e dotate di pochi assetti rispetto ai paesi vicini. Il governo di Kuala Lumpur coscio della propria debolezza sul fronte militare e sull’importanza di avere Forze Armate efficienti, ed in particolar modo una Marina in grado di difendere le proprie acque territoriali e i propri interessi, sta cercando tramite investimenti di incrementare la propria prontezza bellica e di allinearsi con quella degli altri paesi del Sud Est Asiatico.

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CAPITOLO IV: MARINE NAZIONALI

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