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MARINE NAZIONALI 4.1 Marina dell’Esercito di Liberazione Popolare

In accordo con il progetto di modernizzazione delle forze armate del Paese dal 2015 il governo ha avviato la riforma per la ristrutturazione della Marina, rimpiazzando le ormai obsolete unità combattenti con nuove unità multi ruolo con capacità anti – aerea, anti – superficie, anti – sottomarine grazie ai nuovi sensori e ai nuovi armamenti. Il processo ha l’obiettivo di passare da una Marina concepita per proteggere le coste e i mari prospicenti ad esse a una concepita per combattere in alto mare e proteggere gli interessi lontano dalle acque nazionali.

Per meglio gestire le operazioni navali non è più il Comando Generale a gestire le singole missioni: tale compito è stato assegnato a tre diversi Comandi dei Teatri Operativi, ciascuno dei quali ha alle proprie dipendenze una flotta. In particolare al Comando Teatro Operativo Settentrionale è assegnata la Flotta del Mar Cinese Settentrionale, al Comando del Teatro Operativo Orientale è assegnata la Flotta del Mar Cinese Orientale e al Comando del Teatro Operativo Meridionale è assegnata la Flotta del Mar Cinese Meridionale. I Comandi dei Teatri Operativi fanno parte della suddivisione del territorio in cinque Comandi dell’Esercito di Liberazione Popolare, ad ognuno dei quali è affidata una regione del Paese. Ogni flotta è articolata in flottiglie organizzate per tipo di unità e in basi navali; pertanto ci sono flottiglie delle unità di superficie, delle unità sottomarine e dei velivoli.

Figura 43 Basi Navali cinesi e distribuzione delle unità da guerra – fonte US Department of Defense, report

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Flotta sottomarina

La flotta sottomarina rappresenta una delle priorità della riforma della Marina. In particolare il numero di battelli è compreso tra 65 e 70 e l’obiettivo della Difesa è quello di sostituire i vecchi sottomarini rimpiazzandoli con quelli di ultima generazione. La flotta è composta da 50 sottomarini convenzionali d’attacco (SS) e 15 sottomarini nucleari (SSN – SSBN). I sottomarini nucleari costruiti negli ultimi 15 anni sono 6 nucleari d’attacco (SSN) di cui 2 appartenenti alla classe Shang I (Type 093), 4 della classe Shang II (Type 093) e 4 più 2 in costruzione dotati di missili nucleari balistici (SSBN) della classe Jin (Type 094). I sottomarini SSNB sono la principale arma di deterrenza di Pechino, essendo equipaggiati con 12 missili di tipo CSS-N-14.

Figura 44. Sottomarino d’attacco della classe Kilo (SSN) – fonte chinamil.com.cn

Nei piani governativi entro la fine del 2020 dovrebbe iniziare lo sviluppo di una nuova classe di SSBN, la Type 096 che verrà equipaggiata con un nuovo tipo di missili balistici. Inoltre sempre per il 2020 è prevista l’inizio dei lavori per la costruzione di un nuovo tipo di sottomarini nucleari d’attacco guida missili, la classe Type 093B.

Flotta di superficie

Al fine di aumentare le capacità di lotta anti – aerea, anti – superficie, anti – sottomarina al di fuori della portata dei sistemi di difesa basati a terra a partire dal 2015 sono state varate, impostate e progettate le nuove navi della Marina del Dragone. Tra le nuove unità combattenti della Marina del Dragone hanno un ruolo determinante le unità cacciatorpediniere lanciamissili della classe Luyang III (Type 052D), della quale sono state realizzate due versioni: 13 in versione standard da 157 metri per 7.500 tonnellate e 10 in versione “estesa” da 160m per 8.000 tonnellate. Entrambe hanno capacità di lancio di missili superficie – aria (SAM), di missili da crociera e di missili anti – sottomarino e sono dotate di lanciatori verticali a 64 celle.

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Figura 45. DDG Hohhot classe Luyang III – fonte chinamil.com.cn

Nel dicembre 2014 è stata impostata la Classe Renhai (Type 055), composta da otto unità cacciatorpediniere lanciamissili, di lunghezza 180 metri, larghezza 20 metri, per un pescaggio di 6,6 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 13.000 t, con capacità anti – aerea e anti – nave. La prima unità, Nanchang (101), è stata varata nel 2017 ed è entrata in servizio il 12 gennaio 2020. Altre tre unità della classe sono in fase di consegna, tre in fase di allestimento e l’ultima in fase di impostazione. Le unità di questa classe saranno equipaggiate con missili aria – superficie (SAM), missili da crociera anti – nave (ASCM), missili balistici anti – nave (ASBM), missili contro costa (LACM, land – attack cruise

missiles), nonché armi anti – sommergibile.

Figura 46. DDG Nanchang classe Renhai – fonte chinamil.com.cn

Nel 2019 la Marina ha commissionato la realizzazione della trentesima fregata lanciamissili della classe Jiangkai II per completare il progetto di tale classe di unità.

123 Uno degli obiettivi nei quali si sta impegnando la Marina Cinese è quello dell’implementazione delle capacità di combattimento costiero, in particolar modo prevedendo l’impiego nel Mar Cinese Meridionale. È per questo che è stato avviato il progetto delle fregate della classe Jiangdao (Type 056): nel 2019 sono entrate in servizio 42 unità di questa classe. Inoltre sono state impostate e varate nuove fregate con capacità antisommergibile dotate di towed array sonar.

Per dare ulteriore energia all’impulso delle operazioni costiere è stata avviata la realizzazione di 80 unità della classe Houbei (Type 022), veloci catamarani da pattugliamento costiero con capacità guida e lancia missili specifiche per operazioni veloci in acque litoranee.

Figura 48. Unità lanciamissili della classe Hubei – fonte chinamil.com.cn

Al fine di aumentare le proprie capacità missilistiche a lungo raggio e ottenere la full

capability, la Marina del Dragone sta investendo in progetti in grado di garantire capacità over the horizon (OTH); in particolare ottimizzando le capacità di riconoscimento,

sorveglianza, comando e controllo, e sistemi di comunicazione a livello strategico, operativo e tattico al fine di garantire le capacità di third party targeting per piattaforme terrestri, di superficie e subacquee. Per le nuove unità di futura costruzione la Marina sta investendo al fine di dotarle di capacità missilistiche di attacco contro costa, al fine di aumentare la versatilità di impiego delle unità della flotta potendo sfruttare anche la capacità di lanci a lungo raggio e inter – continentali.

Tra gli investimenti per ampliare la flotta di superficie, con l’intento di sviluppare ulteriormente la capacità di proiezione dal mare del potenziale bellico del paese. La Marina del Dragone può contare su sette unità anfibie (LPD) della classe Yuzhao (Type 072), di lunghezza 210 metri e dislocamento 25.000 tonnellate, capaci di trasportare elicotteri, veicoli da sbarco, mezzi pesanti e un grande quantitativo di truppe anfibie. Alle unità della classe Yuzhao si aggiungeranno quelle della nuova classe anfibia Yushen (Type 075) delle quali la prima è stata varata il 25 settembre 2019 ma ancora in fase di collaudo, e la seconda il 22 aprile 2020. Si tratta di unità d’assalto anfibio porta elicotteri (LHA), di lunghezza 250 metri

124 e dislocamento circa 40.000 tonnellate, con un bacino allagabile e capaci di trasportare elicotteri, veicoli da sbarco e truppe anfibie. Entrambe le tipologie di classe sono capaci di trasportare inoltre i moderni hovercraft da sbarco della classe Yuyi.

Figura 49. Hovercraft e mezzo da sbarco anfibio – fonte chinamil.com.cn

Dal punto di vista delle portaerei la Cina possedeva fino al 2013 l’unità Liaoning, derivata dall’ammodernamento e ristrutturazione della portaerei russa Varyag, appartenente alla classe Kuznetsov.

Figura 50. Portaerei Liaoning – fonte chinamil.com.cn

Fu proprio nel 2013 che grazie alle capacità acquisite con la Liaoning iniziò la progettazione di una nuova unità portaerei di realizzazione esclusivamente cinese, la cui costruzione ebbe inizio nel 2015. L’unità, nominata Shandong (Type 001A) venne varata il 26 aprile del 2017 che venne consegnata 17 dicembre 2019. L’unità è lunga 315 metri per una larghezza di 75 metri e un dislocamento di circa 65.000 tonnellate. L’unità è di tipo STOBAR (Short Take- Off But Arrested Recovery) quindi il grande ponte di volo è dotato di ski jump e consente di operare ai circa 30 caccia Shenyang J-15 Flying Shark e agli elicotteri imbarcati. La limitazione imposta dal sistema STOBAR risiede nel fatto che gli aerei devono essere leggeri per decollare, motivo per cui i jet cinesi trasportano pochi missili, hanno una capacità di carburante limitata ed inoltre la capacità di lanciare i velivoli è limitata a uno alla volta, il che rallenta le operazioni di decollo.

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Figura 52. Portaerei Shandong – fonte chinamil.com

Sulla base delle conoscenze acquisite nella realizzazione della Shandong Pechino ha avviato la costruzione di una nuova portaerei Type 002 e quattro portaerei Type 003.

La portaerei Type 002 dovrebbe essere la prima unità cinese CATOBAR (catapult – assisted take – off, barrier arrested landing) cioè dotata di sistema di lancio dei velivoli a catapulta e atterraggio tramite cavi d’arresto. Non è ancora stato reso noto se saranno installate catapulte a vapore o catapulte elettromagnetiche. Per quanto riguarda la propulsione dovrebbe essere dotata di propulsione convenzionale. Il dislocamento è stimato tra 80.000 e 85.000 tonnellate44.

Figura 52. Fotografia aerea del cantiere di Jiangnan della nuova portaerei Type 002 – fonte chinapower.csis.org

Per quanto riguarda la classe Type 003 i lavori dovrebbero cominciare entro il 2025 e con tutta probabilità si tratterà della prima portaerei cinese a propulsione nucleare e con dislocamento intorno alle 100.000 tonnellate. A similitudine della Type 002 dovrebbe essere dotata di sistema CATOBAR per il lancio dei velivoli.

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Reparti anfibi

Fino al 2019 i reparti anfibi erano composti da due brigate per un totale di circa 10.000 uomini, il cui impiego era prevalentemente limitato a operazioni di difesa degli avamposti nel Mar Cinese Meridionale.

A seguito della ristrutturazione avvenuta nel 2019 il numero delle brigate è stato elevato ad otto. Alle due già esistenti sono state aggiunte quattro brigate di movimento, una brigata per le operazioni speciali (SOF) e una brigata aerea dedicata agli elicotteri. I compiti primari assolti dai reparti anfibi comprendono la difesa delle basi terrestri sul territorio nazionale, nel Mar Cinese Meridionale, nonché la partecipazione a esercitazioni internazionali e l’impiego in operazioni non militari. Questi reparti vengono utilizzati anche per prendere possesso delle isole e degli atolli nei mari cinesi.

Un altro compito assolto dai reparti anfibi riguarda la protezione degli interessi nazionali all’estero, quali i traffici commerciali, gli interessi economici, le infrastrutture e i cittadini cinesi all’estero. Un esempio è rappresentato dalla presenza dei marines cinesi nella prima base militare nazionale all’estero, cioè la base situata in Djibouti. Oltre a salvaguardare gli interessi economici e proteggere gli oltre 1 milione di cittadini nella zona orientale del continente africano, da questa base i marines cinesi estendono la loro influenza a tutta l’area del medio oriente, sede di importanti traffici commerciali di Pechino e dove risiedono attualmente oltre 500.000 cinesi.

La presenza dei reparti anfibi in Djibouti rappresenta anche l’impegno al contrasto alla pirateria nel Golfo di Aden ed è un esempio di naval diplomacy in quanto i reparti sono impiegati in addestramenti congiunti con i reparti russi e thailandesi nonché in operazioni con le forze statunitensi e australiane.

4.2 Marina Reale thailandese

La Marina thailandese è articolata in tre grandi comandi territoriali (denominati NAC, naval

area commands): il Primo Comando, situato nell’area settentrionale del Golfo di Thailandia;

il Secondo Comando, nell’area meridionale del Golfo di Thailandia; il Terzo Comando, nell’area del Mar delle Andamane (nella parte del territorio che affaccia sull’Oceano Indiano). A ciascun Comando corrisponde una divisione navale, per cui vi sono tre flotte: la Prima Flotta, nell’area settentrionale del Golfo di Thailandia, la Seconda Flotta nell’area meridionale dello stesso e la Terza Flotta nel Mar delle Andamane. Oltre alla flotta navale,

127 sono incardinati nella struttura della Marina il Corpo Reale dei Marines e il Comando per la Difesa Aerea e Costiera.

Figura 53. principali basi della Marina Thailandese

Flotta sottomarina

A partire dagli anni ’50 la Marina Thailandese non è più stata dotata di alcun sottomarino. Solo nell’aprile 2017 il Parlamento ha approvato l’acquisto di tre sottomarini della classe Yuan dalla Cina, per un costo totale di circa 430 milioni di dollari per ciascun battello, anche se il contratto della fornitura prevede il pagamento di soli due battelli. A settembre dello stesso anno il primo dei tre sottomarini è stato impostato e secondo le previsioni dovrebbe essere consegnato nel 2023. Il programma di acquisizione dei sottomarini tuttavia è molto criticato da alcuni politici thailandesi a causa dell’instabilità finanziaria del paese. Il governo, da parte sua, continua invece a sostenere l’acquisizione del primo sottomarino in quanto al momento la Thailandia è l’unico paese del Sud Est Asiatico a non possederne. I battelli appartengono alla classe S26, versione export del sottomarino diesel – elettrico Yuan Type 039A cinese; sono equipaggiati con un sistema AIP (Air Independent Propulsion) in grado di operare fino a 21 giorni in immersione senza l’utilizzo di aria esterna, e raggiungono una profondità di 400 metri; il dislocamento è di 3.600 tonnellate, con una lunghezza di 78 metri e larghezza 9.

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Figura 54. sottomarino della classe Yuan Type 039A in dotazione alla Marina Cinese – fonte chinamil.com.cn

Flotta di superficie

La flotta di superficie thailandese è composta da 1 portaerei, 7 fregate, 3 unità anfibie, 7 corvette,e 53 unità per il pattugliamento costiero.

La Thailandia possiede solo un’unità portaerei, la HTMS Chakri Naruebet, costruita nei cantieri navali spagnoli, sul progetto della portaerei Principe de Asturias della Marina Spagnola: l’unità venne impostata nel 1992 e consegnata nel 1997. La lunghezza è 182 metri, per 22 di larghezza, un dislocamento a pieno carico di circa 11500 tonnellate ed ha una propulsione di tipo COGOD. Inizialmente veniva impiegata come porta aeromobili e porta elicotteri maa partire dal 2006 la Marina Thailandese non è più dotata di velivoli AV – 8, pertanto attualmente imbarca solo elicotteri.

Figura 55. portaerei thailandese HTMS Chakri Naruebet – fonte military today

Al fine di modernizzare la flotta, nel 2012 è stato approvato il piano per l’acquisizione di due fregate di nuova generazione, sulla base del progetto del costruttore sudcoreano DSME Shipyard di Okpo. La prima unità, nominata HTMS Bhumibol Adulyadej FFG – 471 in onore del monarca thailandese a lungo in carica e deceduto nell'ottobre 2016, è stata impostata nel 2017 e consegnata il 14 dicembre dell’anno successivo. La seconda unità, HTMS Prasae, è in fase di costruzione. Le unità hanno una lunghezza di 122 m, una

129 larghezza di 14,4 m, un dislocamento a pieno carico di 3.640 tonnellate e la propulsione è di tipo CODAG. Sono equipaggiate con sistema missilistico superficie – superficie che conta 8 missili contenuti in 2 complessi di lancio ubicati a centro nave. Il sistema difensivo principale utilizza 32 missili superficie – aria inseriti in un modulo di lancio verticale (VLS) a prua. L’impianto di artiglieria principale è il 76/62 mm sviluppato da Leonardo; a questo si unisce l’impianto da 30 mm sistemato a poppa. Per la lotta sotto la superficie le unità sono dotate di 2 tubi lanciasiluri trinati per siluri MK 46.

Figura 56. HTMS Bhumibol Adulyadej FFG – 471 – fonte Royal Thai Navy

Le nuove unità devono integrare e migliorare le capacità delle vecchie fregate, di diversa acquisizione. Infatti la flotta conta 2 fregate della classe Naresuan, derivate dalle unità Type 053 cinesi e acquisite nel 1995 e 4 unità della classe Chao Phraya, sempre di derivazione cinese dalle unità Type 053H2, anch’esse acquisite nel 1995.

Figura 57. HTMS Naresuan – fonte Royal Thai Navy

Le unità anfibie attualmente in servizio sono 3 di cui una, la più recente, è basata sul progetto delle LPD della classe Endurance (della Marina di Singapore) e le altre due appartengono alla classe Sichang. A queste si aggiunge una unità della classe Yuzhao Type 071 acquisita tramite commissione ai cantieri cinesi, la cui consegna è prevista nel 2022. Quest’ultima avrà una lunghezza 210 metri e dislocamento 25.000 tonnellate, e trasporterà elicotteri, veicoli da sbarco, mezzi pesanti e un grande quantitativo di truppe anfibie.

130 Il progetto dell’acquisizione dell’unità LPD della classe Endurance venne approvato nel 2008 con uno stanziamento di 200 milioni di dollari, e nel 2009 venne impostata con la denominazione di HTMS Angthong (LPD – 791); la costruzione venne ultimata nel 2011 e la consegna avvenne nel 2012. L’unità ha una lunghezza di 141 metri per 21 di larghezza, con un dislocamento a pieno carico di circa 8500 tonnellate e una propulsione di tipo CODAG. L’unità rispetto alle precedenti ha un alto grado di automazione e di integrazione di tutti i sistemi di bordo, per facilitare la gestione dei numerosi mezzi anfibi, delle truppe imbarcate e dei due elicotteri imbarcati.

Figura 58. HTMS Angthong LPD – 791 – fonte US Navy

Le altre unità anfibie, appartenenti alla classe Sichang, risalgono alla fine degli anni ’80: di queste una, la HTMS Surin, fu acquisita dai cantieri della Marina francese e l’altra, la HTMS Sichang, fu costruita dai cantieri thailandesi. Queste unità hanno una lunghezza di 110 metri per circa 16 di larghezza ed un dislocamento a pieno carico di circa 4500 tonnellate.

La flotta thailandese consta inoltre di 7 corvette: costruite tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, si tratta di 2 unità guida missili della classe Ratanakosin e acquisite dalla US Navy (1986), e 3 in configurazione anti sommergibile della classe Khamronsin (1991); le unità più datate sono le 2 in configurazione anti sommergibile della classe Tapi (1971). Tutte le unità sono dotate di impianto 76/62 Otomelara. Per quanto riguarda le unità guida missili sono dotate di missili superficie – superficie Harpoon e di missili anti aerei Aspide.

Per il pattugliamento costiero la marina thailandese si è dotata di 5 unità di nuova concezione: 1 unità della classe M58 (2016), le 2 unità della classe Krabi (2013), 2 unità della classe Pattani (2005), 3 unità della classe Hua Hin (2001). Si tratta di veloci unità leggere, infatti le unità della classe Krabi e quelle della classe Pattani hanno un dislocamento compreso tra 1500 e 2000 tonnellate e sono armate con impianto 76/62 Otomelara. Le altre unità invece hanno un dislocamento compreso tra 500 e 600 tonnellate. Per il pattugliamento

131 costiero sono largamente impiegate anche le 48 unità veloci da attacco che hanno un dislocamento inferiore alle 500 tonnellate e sono equipaggiate con armamenti più leggeri.

Reparti anfibi

Il Royal Thai Marine Corps venne fondato nel 1932 con lo scopo di fornire difesa armata dal mare ed in mare. Il reparto anfibio è sempre stato supportato dagli USA nell’organizzazione e nella preparazione del personale. A partire dagli anni ’50 trova impiego anche nella difesa dei confini nazionali dalle minacce arrecate dai paesi esteri. Attualmente è composto da 4 brigate, per un totale di circa 23.000 uomini; il personale è impiegato principalmente nella difesa delle unità navali e nelle missioni internazionali sotto la guida delle Nazioni Unite.

4.3 Marina Filippina

L’organizzazione della Marina prevede la suddivisione in due comandi: la Flotta Filippina e il Corpo dei Marines delle Filippine. La Flotta è sotto il diretto comando del Comandante della Flotta Filippina mentre i marines sono alle dipendenze del Comandante del Corpo dei Marines. Il Comandante in Capo della Marina ha il controllo amministrativo e operativo su entrambi i comandi. Il Comando della Flotta è ulteriormente organizzato in: sette Comandi Operativi Navali, cinque Comandi di Supporto Navale e sette Unità di Supporto Navale.

Flotta sottomarina

La Marina filippina non è ancora dotata di sottomarini, il che costituisce una debolezza in quanto la maggior parte dei paesi vicini ne è provvista o ha avviato processi di acquisizione. Per questa ragione a partire dal 2018 il governo ha cominciato a valutare l’acquisizione di battelli da diverse nazioni. Inizialmente Manila si era interessata all’acquisizione di due sottomarini russi, ma il progetto è cambiato: nel corso del 2020 infatti il governo filippino ha avviato trattative con la Francia per l’acquisizione sia di sottomarini della classe

Scorpène. Il cantiere navale francese oltre alla costruzione dei sottomarini provvederebbe

anche alla realizzazione delle infrastrutture, delle competenze tecniche e all’addestramento del personale.

Flotta di superficie

La flotta di superficie filippina non è attualmente dotata di unità portaerei, tuttavia il governo non ha ancora avviato i lavori per l’acquisizione di tale tipologia di navi. La flotta infatti in

132 primo luogo non è sufficiente per costituire un gruppo navale attorno a una portaerei ed inoltre non è dotata di aeromobili da poter utilizzare con tali unità.

Al fine di espandere e modernizzare la flotta di superficie la Marina filippina45 si è dotata di due fregate della classe Jose Rizal realizzate dai cantieri navali sudcoreani Hyundai Heavy Industries. La prima unità nominata Jose Rizal (FF – 150) è stata consegnata ad aprile 2020 mentre la seconda nominata Antonio Luna (FF – 151), varata a novembre 2019, è previsto venga consegnata nei primi mesi del 2021. Le unità hanno una lunghezza di 107 m e larghezza 14 m, con un dislocamento di 2.600 tonnellate. L’impianto di artiglieria principale è un cannone Oto Melara da 76 mm, al quale si aggiunge un sistema missilistico a lancio verticale con otto celle (VLS) a prora, dotato di missili antiaerei e missili anti – superficie. Le unità sono dotate inoltre di tubi lanciasiluri che possono lanciare siluri di tipo MK 44, MK 46 e MK 54.

Figura 59. BRP José Rizal FF – 150 – fonte Philippines Navy

Per il pattugliamento costiero la Marina filippina si è dotata di una corvetta della classe

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