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L’estensione dei pezzi conservati nelle cornici 1-12 ammonta complessivamente a m 3,472. Seguendo calcoli matematici effettuati misurando la distanza di elementi anatomici periodicamente ricorrenti nei pezzi conservati (come fratture o avvallamenti trasversali o verticali o elementi più complessi o sovrapposti e sottoposti) dall’inizio o dalla fine dei medesimi e incrociando i risultati ottenuti con la situazione dello spazio scritto, è stato possibile, una volta noti la voluta e lo spazio intercolonnare, quantificare in alcuni casi con relativa sicurezza l’estensione delle porzioni perdute tra i pezzi conservati. Ciò vale soprattutto per i pezzi conservati nelle cornici 12 e 1-5. I pezzi contenuti nelle prime sei cornici (cornici 6-11), invece, a causa delle severe stratificazioni da cui sono interessati e della difficoltà di individuazione dei confini iniziale e finale delle colonne

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appartenenti allo strato originario, non permettono, allo stato attuale e fatta salva la loro successione, di cui si è già detto, di addivenire a risultati certi, ma solo probabili. Tenendo presenti queste cautele e adottando un criterio di economia logica, tra la cornice 6 e la cornice 7 abbiamo calcolato cm 102,4 circa di papiro perduti; tra la cornice 7 e la cornice 8 sarebbero andati perduti circa 56,85 cm; tra la cornice 8 e la cornice 9 mancherebbero all’appello circa 34,1 cm; tra la cornice 9 e la cornice 10 sarebbero perduti circa 27 cm; tra la cornice 10 e la cornice 11 abbiamo calcolato circa 112,85 cm; tra questa e la cornice 12, invece, circa 20,3 cm. Tra la cornice 12 e la cornice 1, escludendo dal computo una piccola porzione di papiro larga 3,4 cm accidentalmente staccatasi dal pezzo della cornice 12 e non più ricollocabile con esattezza, abbiamo calcolato circa 7,3 cm. Dalla cornice 1 alla cornice 3 sono andati perduti circa 5,6 cm; tra la cornice 3 e la cornice 2 nulla è andato perduto; tra cornice 2 e cornice 4, pezzo 2 (col. 107) si sono perduti esattamente 21,6 cm, corrispondente a tre colonne di scrittura (coll. 104-106), come sappiamo testimoniati dai soli disegni; tra cornice 4, pezzo 2 e cornice 4, pezzo 1 mancano soltanto 0,5 cm; infine, tra cornice 4, pezzo 1 e cornice 5 sono andati perduti 8,7 cm.

In totale, le porzioni perdute tra i pezzi dovrebbero ammontare a circa 3,938 m. Pertanto, l’estensione della porzione di rotolo originariamente contenuta nelle cornici 1-12 (m 3,472 conservati + m 3,938 perduti) doveva aggirarsi intorno a 7,410 m. Quanto all’estensione originaria del rotolo, l’Inventario del 1782 ci riferisce che prima dello svolgimento esso aveva un diametro maggiore di cm 4,85 (“once 2. 1/5”), corrispondente a una circonferenza esterna di circa 15,24 cm. Ma poiché si precisa che PHerc. 1020 si presentava schiacciato trasversalmente (“per lungo”), il valore effettivo di detta circonferenza doveva essere minore di 15,24 cm. Non specificando l’Inventario, in questo come in altri casi, il valore del diametro minore, l’unico modo per avvicinarci quanto più possibile alla verità è fare una media tra 15,24 cm e la massima voluta misurabile del papiro, cioè 13,7 cm (cornice 6), ottenendo come risultato 14,47 cm. Pur non essendo possibile ricostruirla con esattezza, la circonferenza originaria del volume non doveva allontanarsi molto da questo valore. Abbiamo poi applicato, con tutte le cautele del caso, a PHerc. 1020 le proprietà matematiche della spirale e, più precisamente, il metodo del

Michele Alessandrelli-Graziano Ranocchia PHerc. 1020, Coll.104-112

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confronto delle superfici circolari della sezione assiale del rotolo recentemente messo a punto da Holger Essler.116 Una volta note con certezza l’estensione (m 1,388) e la misura delle volute più esterna e più interna (cm 6,7 e cm 1,5 rispettivamente) della porzione di volume conservata nelle cornici 1-5 e conoscendo, sia pure approssimativamente, la circonferenza esterna originaria del rotolo che, come abbiamo detto, doveva aggirarsi intorno a 14,47 cm, è stato possibile, attraverso calcoli manuali e automatici,117 risalire, con un certo margine di errore, alla lunghezza originaria del volume, equivalente a circa m 8,425,118 e applicando la medesima procedura a tutte e dodici le cornici (dalla cornice 6 alla cornice 5), l’estensione della porzione più esterna perduta del rotolo, corrispondente a circa m 0,981.

Per ciò che concerne il testo, sappiamo che nelle cornici 1-5, di lunghezza m 1,741, sono contenute con precisione 22 colonne di scrittura seguite da un agraphon di circa 15 cm. Mediante una semplice proporzione matematica è possibile determinare il numero totale delle colonne contenute in un rotolo di lunghezza 8,425 m, ricavando il seguente valore: 116,14. Se si considera che, come accennato, nell’ultimo pezzo di PHerc. 1020 (cornice 5) lo scriba ha lasciato, dopo l’ultima colonna di testo, un agraphon di lunghezza corrispondente a circa due spazi intercolonnari e immaginando una situazione simmetrica all’inizio del volume, si devono sottrarre al computo 4 colonne in tutto. Si ottengono così circa 112 colonne totali di scrittura, un valore in linea con la media nota per i volumi greco- ercolanesi. Applicando i medesimi calcoli alla porzione iniziale perduta del rotolo ed escludendo l’agraphon iniziale, si ottengono circa 11,52 colonne perdute. Analogamente, le colonne perdute in tutte e dodici le cornici risultano circa 54,76, le quali, aggiunte alle 11,52 colonne perdute all’inizio del rotolo, fanno circa 66,28 colonne complessivamente perdute nel volume. Attualmente in PHerc. 1020 si conservano circa 46 colonne di testo. Tra il 2011 e il 2013 Michele

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Essler 2006, pp. 105-106 (“Abschätzung über den Flächeninhalt”). Ringraziamo l’Autore per aver riveduto e confermato la presente ricostruzione bibliologica direttamente sui manoscritti originali (Aprile 2012).

117 In tal senso si è rivelato utile il recente software Mathematical reconstruction of Papyrus

Scrolls - Excel Spreadsheet, “Approximation on the basis of the cross section”, dello stesso

H. Essler. Cfr. http://www.epikur-wuerzburg.de/index.php?site=downloads_publikationen. 118

Si tratta di un valore largamente in linea con la lunghezza media dei volumi greco- ercolanesi, che secondo Cavallo1983, p. 47, e Capasso 1993, pp. 204-205, oscillava tra i 6-9 e i 10-11 m (12 m al massimo secondo M. Capasso).

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Alessandrelli ha effettuato trascrizioni manuali di tutto il testo conservato. Solo 11 colonne (col. 99 e coll. 102-112) non presentano particolari problemi stratigrafici. Tutte le altre sono interessate da severe stratificazioni (sovrapposti e sottoposti).

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