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4) I DIPINTI

4.1. Anni ’30

A cominciare dagli anni Trenta, mentre Ratini era impegnato nell’illustrazione poemi classici, cresce in maniera esponenziale la produzione di ritratti, forse in seguito al successo della “Mostra

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“Egregio Sig. Dottore, Finalmente in ritardo, e gliene chiedo scusa, Le partecipo l’ottimo esito del tema. Ritornai da

Vienna la scorsa settimana dopo (aver) dato una parte di esame; ora mi resta ancora l’ultimo stadio che verrà anche quello. Riguardo l’importo che Le devo, La prego voglia attendere ancora che stanti le grandi spese alle quali ho dovuto far fronte, le mie finanze pel momento sono esaurite. Farò il possibile di soddisfarLe quanto prima. Per ora L a ringrazio infinitamente ed accetti i più distinti saluti dal di Lei devoto LRatini. Rovereto I maggio 1915”. La seconda da Wels: “Egregio Sig. Dottore! Ritornato da Vienna il giorno 3 c.m. venni in possesso del suo pregiato scritto in data del 28 IV 17 mi fa piacere l’avere Sue notizie. In primo luogo La ringrazio della bontà che esprime nel Suo scritto al quale riscontro in relazione, partecipandoLe con questo, che è e fu sempre mio pieno dovere il soddisfare il debito incontrato verso di Lei, non solo pel Suo merito, ma anche per dignità di me stesso. Il 25 maggio 1915, giorno della partenza di me e famiglia alla volta della Boemia, in tale sconvolgimento di cose non pensai pronto (?) ne ad affari né ad affari né ad obblighi. Pochi giorni dopo fui arruolato nell’esercito e, arruolatomi, fui più tardi rilasciato per riconsegnarmi nel novembre del 1916, e non poco mi costarono le cure che mi abbisognarono per oltre un anno. Fatalità volle che in questi frattempo si ammalasse gravemente anche mia mamma. Dal I giugno 1915 mi fu ridotta la remunerazione e cioè le 4 ore settimanali d’insegnamento al ginnasio di Rovereto, come pure le sei ore alla scuola Professionali, (nei cui istituti insegnavo come docente esterno) non mi vennero più pagate. Ricevo solo l’importo mensile complessivo di Cor: 188.32 per le 19 ore settimanali di insegnamento alla scuola reale e per le cinque ore all’istituto magistrale. La nomina in via definitiva seguiva più tarda. Perciò non godo ora che i diritti di i. r. supplente. Consideri adunque, che dati i tempi, le condizioni in cui mi trovo, l’obbligo di pensare al mantenimento dei miei vecchi genitori, e trovandomi nell’impossibilità di guadagnarmi qualche cosa in più di ciò che percepivo mensilmente, pensi fin dove posso arrivare. Restringerò quel tanto che mi è possibile i nostri bisogni familiari e mi obbligherò di fare il saldo di Cor. 263,00 mediante pagamento in rate mensili. Il mio salario mi recapita (?) di solito verso la metà di ogni mese, e cominciando col presente Le invierò la I rata nell’importo di Cor. 25,00 (venticinque). Altro non mi resta che pregarLe benignamente adattarvi alle condizioni che qui sopra mi permetto proporLe. Colla massima osservanza e ringraziamento mi firmo Devotissimo LRatini (…)Wels, li 4 maggio 1917”. La terza ancora da Wels: “Egregio Sig. Dottore. Innsbruck. In relazione alla di Lei pregiata in data dei 29 aprile m. c., Le inviai la risposta in data dei 4 c. m., che spero Le sia pervenuta. A malincuore però, Le devo riferire che, fatalità volle, che col primo corr. m. mi venne ridotta la remunerazione , e cioè dell’importo di Cor. 41,66 mensili, per le quattro ore settimanali di insegnamento presso l’istituto magistrale di Rovereto.Ora non possiedo che la sola remunerazione delle reali, e cioè nell’importo di Cor. 146.66 mensili. Dato questo caso, devo ritirarmi dai patti, espressigli da me ( e cioè nella risposta in data dei 4 c. m.) Cercherò il mezzo possibile per farLe almeno avere l’importo di Cor. 63,00, prendendole ad imprestito da qualche mio conoscente. La prego però di voler aspettare, poiché trovandomi dagli 8 maggio a tutt’oggi, degente all’ospitale militare di qui (qui), mi mancano i mezzi di procurarle. Con distinta stima. Devoto. LRatini. Wels, 22-V-1917. K.K. Reserve Spital III Obtailung Zimmer N 69”.

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del Circolo Sociale” tenuta nel 1930, o a causa del rallentamento dell’esecuzione delle tavole dell’Eneide, conseguente al fatto di non poterle terminare per il bimillenario virgiliano del 1930. Alla mostra “Sei ritrattisti trentini” il nostro espose “una bella testa di ragazza…singolare per nitidezza…con un sorriso appena accennato, momentaneo eppur vivissimo; v’è un ritratto della signora Onestinghel, sobrio e pensoso, che definisce profondamente un carattere e un arioso ritratto di G.P.”77.

Delle tre opere si può risalire solamente a quella di G.P., che in realtà identifica il nome di Gina Pallanch, ritenuta la donna più bella di Trento di allora; il quadro ha preso poi il nome di Modella (fig. 22) poiché la signora Ratini, in una lettera a Maroni, esprimeva la volontà di lasciare il soggetto incognito78.

Questo ritratto, risalente al 1928, è eseguito con tocchi veloci ad olio quasi di matrice impressionista.

Il Ritratto della signora Onestinghel citato nella mostra, non pubblicato da Maroni, rimane oggi di ignota proprietà.

Del 1930 è il Ritratto di Armida Cescotti (fig. 23), di grandi dimensioni, con la moglie seduta e il piccolo cane accovacciato sulle ginocchia caratterizzato da “…un occhio nero ed uno azzurro con riflessi rossi”79.

Risalgono poi al 1930 il Ritratto della signora Giuseppina De Bertolini, moglie dell’ingegnere Albertini ,vestita di un elegante visone, sorridente e dal portamento signorile.

Il Ritratto del professor Antonio Zeiger del 1930 e il Ritratto dello storico Antonio Pranzelores del 1931 sono il frutto di una lunga amicizia e collaborazione professionale; per lo Zieger infatti il Ratini aveva realizzato nel 1925 la copertina per la Storia del Trentino e dell’Alto Adige (fig. 33) edito da Monauni a Trento nel 1926.

Per Antonio Pranzelores invece l’artista aveva creato la copertina per una guida alpina, ovvero La

porta delle Dolomiti; Zambana, Fai e Paganella (fig. 34) edita dalla casa editrice Seiser , e ancora

il frontespizio per L’ora di Trento (fig. 35) sempre edita da Monauni entrambe del 1929.

Dello stesso anno è il Ritratto di Enrico Unterveger , figlio di Giovanni Battista Unterveger, il più famoso fotografo di Trento che svolgeva la sua attività nel capoluogo addirittura dal 1854.

Il Ritratto di Romeo Tacchi e di Fortunato Slomp risalgono rispettivamente al 1932 e 193380.

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A. Turati, Ritratti e ritrattisti Trentini alla Mostra del Circolo Sociale, “Adige”, 20 febbraio 1930. 78

Rovereto, Mart, Archivio del ‘900. Fondo Ratini. Lettera di Armida Cescotti a Riccardo Maroni, Trento, 30-01-1953.

79 Ibidem.

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