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dell’evangelizzazione

1. Una chiesa evangelizzata ed evangelizzante

1.1 Annunciare il Vangelo nella città secolare

Una tale prospettiva risulta ancora più rilevante se collocata davanti al contesto culturale e socio-religioso nel quale oggi si pone l’opera di evangelizzazione cristiana: nella “città secolare”, come recita il titolo di questa giornata di dialogo, i cristiani riconoscono di essere una “minoranza” religiosa, portatori di una parola significativa che è di “alcuni”, e non di “tutti”, nel consesso di una società democratica, non più “tutta naturalmente cristiana”7. È una “società post-secolare” (per riprendere un’espressione di Klaus Eder), in cui si assiste alla riassunzione decisa di un ruolo pubblico delle religioni e soprattutto a un ritorno del religioso come dimensione spirituale, avvertita come definente l’identità personale8. In molte culture ci troviamo a confrontarci con quella che viene definita “seconda secolarizzazione”, segnata cioè da una diversa modalità di credenza e di appartenenza, legata alla libertà e alla scelta del singolo, a formulazioni in divenire, a modulazioni

7 Cfr. S. Dianich, Sulle condizioni di dicibilità del vangelo in una società democratica, in «Revista Catalana de Teología», n. 18 (1993), pp. 321-335;

G. Ferretti, Essere cristiani oggi. Il “nostro” cristianesimo nel moderno mondo secolare, LDC, Leumann (TO) 2016.

8 Cfr. D. Albarello, Teorie e modelli del rapporto fede-modernità. Analisi critica del fenomeno complesso della secolarizzazione, in Associazione Teologica Italiana, Le ragioni della fede nell’età secolare, Ed. Kindle, Roma

soggettive della fede9.

La città è lo spazio vitale in cui si sperimentano pluriappartenenze e ci si definisce in rapporto a contesti relazionali e operativi diversi, con una pluralizzazione del senso, delle appartenenze, dei codici di appartenenza10. È uno spazio umano, in cui si opera e si pensa in un mondo “adulto”, con uno sguardo critico e severo con ogni pretesa autorità che voglia, di per sé, delimitare gli spazi di autonomia di un essere umano che si scopre maggiorenne.

È uno spazio antropologico inedito, in cui si sperimenta il cambiamento inesausto, quello “spirito dell’eterna revisione”, come lo chiamava J. Burckhardt, che oggi segna tutti e tutto:

è finita la fase storica in cui l’identità personale era garantita e acquisita dal e nel “già dato”, grazie a un’appartenenza certa a un soggetto storicamente definitivo che ci precedeva consegnandoci una identità per certi aspetti preformata (la famiglia, la nazione, un gruppo sociale, una costellazione di idee). L’identità di ogni persona e di ogni corpo sociale è data in un processo inesausto, narrata in biografie, più che definita in “stati” e “ruoli”; è affidata

9 Cfr. Ch. Taylor, L’età secolare, Feltrinelli, Milano 2009; cfr. anche M.

Gauchet, La religione nella democrazia, Dedalo, Bari 2009; J. Casanova, Public religions in the modern world, University of Chicago Press, Chicago 1994; W. Gräb - L. Charbonnier (edd.), Secularization theories, religious identity and practical theology: developing international practical theology for 21st century, LIT Berlin 2009; M. Warner - J. Van Antwerpen - G.

Calhoun (edd,), Varieties of secularism in a secular age, Harvard University Press, Cambridge, Mass. 2010; G. Davie - D. Hervieu-Léger (edd.), Identités religieuses en Europe, La Découverte, Paris 1996; Th. Dienberg - Th. Eggensperger - U. Engel, Säkulare Frömmigkeit. Theologische Beiträge zu Säkularisierung und Individualisierung, Aschendorff, Münster 2013;

Id., Himmelwärts und Weltgewandt. Kirche und Orden in (post-)säkularen Gesellschaft, Aschendorff Münster 2014.

10 Cfr. sulla città, A. Mela, Sociologia delle città, Carocci, Roma 201610; A. Petrillo, Villaggi, città, megalopoli, Carocci, Roma 20133; sulla sfida pastorale in atto, A. Davey Cristianismo urbano y globalization. Recursos teologicos para un futuro urbano, Sal Terrae, Santander 2003; Urban Christianity and Global Order, SPCK, London 2001. Cfr. anche S. Noceti, Dio delle città. Una sfida per la teologia oggi, in «CredereOggi», n. 37 (2017) I, pp. 39-55.

alla capacità degli individui di definirsi nel tempo, in un processo continuo di costruzione di sé, attraverso passaggi successivi e identificazioni provvisorie e graduali: l’identità è biografia11. Francesco richiama la città quale spazio di autocomprensione e imprescindibile quadro di un’azione pastorale rinnovata: «Nuove culture continuano a generarsi in queste enormi geografie umane […]. Una cultura inedita palpita e si progetta nella città»12. Si tratta evidentemente di una città molto diversa da quella delineata negli studi sulla “teologia della città” degli anni Sessanta e Settanta13, ancora legati alla figura di città del XX secolo, alle periferie nate dalla seconda rivoluzione industriale e dallo sviluppo del terziario. La città di oggi, a cui il papa si riferisce a partire dalla sua stessa esperienza di vescovo di Buenos Aires, è la megalopoli post-industriale e secolarizzata, plurireligiosa e multiculturale. In uno scenario che viene dal convergere di due movimenti, il “farsi città del pianeta” e quel dinamismo per cui “la città si è fatta mondo”, con fenomeni di riurbanizzazione e gentrification, che riplasmano in profondità l’autocoscienza collettiva, declinano nuove forme di appartenenza e di espressione di cittadinanza.

Per riprendere le parole finali di un romanzo di E.L. Doctorow, La città di Dio,

«ogni città ha un museo, un parco, una chiesa con un campanile, un sistema scolastico pubblico e una squadra di baseball. Ogni città ha una banca. Ogni città ha un tribunale e una prigione. Le città più grandi hanno multipli di queste cose […]. C’è voluto del tempo, e la confusa saggezza e l’anarchica cupidigia dei nostri avi, per costruire la città moderna delle istituzioni consolidate. È una grande creazione comune che la storia ha ammassato a poco a 11 Cfr. R. De Vita, Incertezza e identità, F. Angeli, Milano 1999; Z.

Bauman, La solitudine del cittadino globale, Feltrinelli, Milano 2000; U.

Hannerz, La diversità culturale, Il Mulino, Bologna 2001.

12 Francesco, Evangelii gaudium, 73. Cfr. anche EG 71-75. 210; LS 44-45. 143. 149-154.

13 Cfr. H. Cox, La città secolare, Vallecchi, Firenze 1968; J. Comblin, Teologia della città, Cittadella, Assisi 1971; G. Frosini, Babele o

poco. […] Ti chiedi quanto c’entri Dio con tutto questo, quanto dello splendore e dell’insolenza della città moderna creativamente eretta dai disparati intenti di generazioni di uomini sia frutto dell’ispirazione di Dio. Perché è la città del Dio inosservato, il Dio qualcosa/un tempo, il Dio della storia»14.