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Appendice A

Nel documento Complementi di Geometria (2014-2015) (pagine 143-150)

10

Morfismi finiti tra curve.

Ricordiamo la definizione:

Definizione 10.1. Un morfismo f : X → Y è finito se esiste un ricoprimento

V

i

di Y con aperti affini tale che U

i

= f

−1

(V

i

) sia affine e tale che O(U

i

) sia

un O(V

i

)-modulo finitamente generato.

Vedere [15], II, p. 84. Questa definizione è valida sia nell’ambito delle

varietà che in quello degli schemi.

Proposizione 10.2. Un morfismo non costante f : X → Y tra due curve

proiettive, non sinogolari, irriducibili è un morfismo finito.

Prima di dimostrare questa proposizione ricordiamo alcuni fatti di algebra.

Siano A, B due anelli A ⊂ B. Un elemento b ∈ B è intero su A se b è radice di

un polinomio monico a coefficienti in A. L’insieme degli elementi di B interi

su A è un sotto anello di B, chiamato la chiusura integrale di A in B. L’anello

B è intero su A se ogni b ∈ B è intero su A (cioè B è la chiusura integrale di

A in B).

Se A è integro, A è integralmente chiuso se è uguale alla sua chiusura

integrale in K, il suo campo dei quozienti.

Useremo il seguente risultato ([15], I Thm. 3.9A):

Teorema 10.3. Sia A un anello integro che è un k-algebra di tipo finito (k un

campo). Sia L un’estensione finita di K, il campo dei quozienti di A. Se A

0

è

la chiusura integrale di A in L, allora A

0

è un A-modulo finitamente generato

e una k-algebra di tipo finito.

Dimostriamo adesso la Proposizione 10.2:

Dimostrazione. Sia y ∈ Y e sia V un intorno affine di y. Allora O(V ) ⊂

k(Y ) ⊂ k(X). Sia A la chiusura integrale di O(V ) in k(X). Per il Teorema

10.3, A è un O(V )-modulo finitamente generato e una k-algebra di tipo finito.

Quindi possiamo vedere A come l’anello di una varietà affine A = O(U ), dove

U è una curva affine. Siccome il campo dei quozienti di A è k(X), la curva U

è birazionale a X, pertanto possiamo identificare U a un aperto affine di X.

Per concludere la dimostrazione basta vedere che f

−1

(V ) = U .

Sia y

0

∈ V e supponiamo che esista x

0

∈ U tale che f (x/

0

) = y

0

. Mostriamo

che questo conduce ad un assurdo. Indichiamo con x

1

, ..., x

t

gli x ∈ U con

f (x) = y

0

. Possiamo trovare una funzione razionale g su X con g /∈ O

x0

ma

g regolare in x

1

, ..., x

t

. Possiamo trovare h ∈ O(V ) tale che h(y

0

) 6= 0 e tale

che gh ∈ O(U ). Infatti se g ha un polo in z ∈ U , allora g

z

= v/t

m

z

, dove t

z

è un parametro locale. Abbiamo f (z) = y 6= y

0

. Sia t un parametro locale in

y. Allora f

t

z

= t

k

z

. Sia h ∈ O(V ) con h(y

0

) 6= 0 e con ν

y

(h) = n, nk ≥ m,

allora gh (cioè g.(h ◦ f )) è regolare in z.

Quindi gh ∈ O(U ) = A e pertanto gh è intero su O(V ):

(gh)

n

+ b

1

(gh)

n−1

+ · · · + b

n

= 0

con b

i

∈ O(V ). Segue che: −(gh) = b

1

+ b

2

gh + · · · +

b

n

(gh)

n−1

. Ma gh non

è regolare in x

0

perché g non lo è e h(x

0

) 6= 0. Questo implica che 1/gh è

regolare in x

0

. Quindi nell’ultima uguaglianza il membro di sinistra non è

regolare in x

0

, mentre quello di destra lo è: assurdo. ut

Tornando alla dimostrazione

Proposizione 10.4. L’anello eO è un O

y

-modulo libero di rango d.

Dimostrazione. Mostriamo prima che eO è un O

y

-modulo finitamente

gener-ato. Riprendiamo le notazioni della dimostrazione della Proposizione 10.2.

Quindi f : U → V , U, V affini, y ∈ V , f

−1

(y) = {x

1

, ..., x

r

}, O(V ) ⊂ O(U )

e O(U ) è un O(V )-modulo finitamente generato. Sia g ∈ eO e siano z

i

i

poli di g in U . Possiamo trovare h ∈ O(V ) tale che: h(y) 6= 0, h(y

i

) = 0

(y

i

= f (z

i

), quindi y

i

6= y) e gh ∈ O(U ). Siccome h(y) 6= 0, 1/h ∈ O

y

. Quindi

g ∈ (1/h).O(U ). Questo mostra eO ⊂ O

y

.O(U ). L’inclusione opposta è chiara

(pensare a O

y

= {(f

−1

(V

i

) = U

i

, g

y

◦ f )}, dove (V

i

, g

y

) ∈ O

Y,y

è un germe in

y). Siccome O(U ) è generato da, diciamo, h

1

, ..., h

m

su O(V ), ogni elemento

di eO = O

y

.O(U ) si scriveP(s

i

b

i

)h

i

, con s

i

b

i

∈ O

y

. Quindi eO è un O

y

-modulo

finitamente generato.

Per il teorema di struttura dei moduli su un P.I.D. eO è somma diretta

di un modulo libero di tipo finito con un modulo di torsione. Siccome eO e

O

y

sono contenuti nel campo k(Y ), il modulo di torsione è nullo. Segue che

e

O ' O

m

y

. La dimensione m è il massimo numero di elementi di eO indipendenti

su O

y

. Siccome il campo dei quozienti dell’anello integro O

y

è k(Y ), m è

10 Morfismi finiti tra curve. 141

anche il massimo numero di elementi indipendenti su k(Y ). Siccome eO ⊂

k(X), abbiamo m ≤ d := [k(X) : k(Y )]. Sia (g

1

, ..., g

d

) una base di k(X) su

k(Y ). Sia p il massimo degli ordini dei poli dei g

j

nei punti x

i

. Allora g

j

t

p

è

regolare in x

i

, ∀i. Infatti da t = t

k1

1

...t

kr

r

.v, segue che ν

xi

(g

j

t

p

) > 0. Quindi

g

1

t

p

, ..., g

d

t

p

∈ eO. Chiaramente i g

j

t

p

sono indipendenti su k(Y ) perché i g

j

lo sono. Quindi m = d. ut

Possiamo finalmente dimostrare il nostro teorema:

Teorema 10.5. Sia f : X → Y un morfismo non costante tra due curve

proiettive, non singolari, irriducibili. Il morfismo f induce k(Y ) ⊂ k(X),

estensione finita. Sia d = [k(X) : k(Y )]. Sia y ∈ Y e sia f

(y) =P m

i

x

i

il

divisore associato. Allora P m

i

= d (cioè ogni fibra di f consta di d punti,

contati con molteplicità).

Dimostrazione. Riprendiamo le notazioni precedenti: t ∈ O

y

è un parametro

locale. Allora t ∈ O

y

⊂ eO e quindi (Teorema 5.5) t = t

m1

1

...t

mr

r

.v, v

invertibile. Siccome i t

i

sono due a due primi tra di loro, per il

teore-ma cinese: eO/(t) ' L

e

O/(t

mi

i

). Adesso non è troppo difficile vedere che

dim

k

( eO/t

mi

i

) = m

i

. Quindi dim

k

( eO/(t)) = P m

i

. Per la Proposizione 10.4,

e

O/(t) ' (O

y

/(t))

d

. Ma O

y

/(t) = O

y

/m

y

' k. QuindiP m

i

= d. ut

Un altro modo di arrivare a questo risultato è il seguente. Il morfismo

f : X → Y è piatto per [15], III, Proposition 9.7 (osservare l’ipotesi Y non

singolare). Siccome X ⊂ P

n

, abbiamo

X ⊂ P

n

× Y

f & ↓

Y

Quindi le fibre di f formano una famiglia piatta di sotto schemi chiusi

zero-dimensionali di X, quindi di P

n

, parametrizzata da Y . Quindi il polinomio di

Hilbert delle fibre è costante ([15], III, Thm. 9.9). Questo significa che il grado

delle fibre è costante. Rimane da vedere che questo grado è genericamente d.

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