1/Q come un elemento della spiga O(−d)
x. Il germe di s fornisce s
x∈ F (d)
x.
Quindi 1/Q ⊗ s
x∈ F
x= β
F ,x(s/Q). (La definizione di β
F ,Usu un aperto U
è analoga.)
Abbiamo ([15], II Prop. 5.15):
Proposizione 4.19. Se F è coerente β
F: (H
∗0(F ))
∼→ F è un isomorfismo.
Adesso se M è un S-modulo graduato definiamo α
M: M → H
0∗
(M
∼)
nel modo seguente. Sia m ∈ M
dun elemento di grado d. Possiamo vedere m
come un elemento di grado zero in M (d). Se x = p, m/1 ∈ M (d)
(p), quindi
m/1 definisce un elemento in M (d)
∼xper ogni x, ossia una sezione di M
∼(d).
Questa sezione è α
M(m). Abbiamo ([15], II Ex. 5.9, Theorem 5.19):
Proposizione 4.20. Sia M un S-modulo graduato. Per ogni d abbastanza
grande α
M(d) : M
d→ Γ (M
∼(d)) è un isomorfismo, ma in generale α
Mnon
è un isomorfismo.
Per quanto riguarda l’ultima asserzione, abbiamo già visto che se M ∈ C,
allora M
∼= 0, quindi H
0∗
(M
∼) = 0.
Definizione 4.21. Due S-moduli graduati, M, N sono quasi-isomorfi se
es-iste un intero d tale che M
≥de N
≥dsiano isomorfi.
Quindi M, N sono quasi-isomorfi se esiste un morfismo f : M → N , con
Ker(f ) ∈ C e Coker(f ) ∈ C. L’essere quasi isomorfi è una relazione
d’e-quivalenza. Un modulo di tipo TF è quasi isomorfo a un modulo finitamente
generato.
Da quanto detto prima otteniamo:
Proposizione 4.22. I funtori −
∼e H
∗0stabiliscono un’equivalenza di
cate-goria tra i moduli di tipo TF modulo la relazione di quasi-isomorfismo e gli
O-moduli coerenti su P
nk
.
4.5 Sotto schemi chiusi di P
nke ideali omogenei.
Ricordiamo (cf Sezione 3.3) la seguente definizione:
Definizione 4.23. Un sotto schema chiuso X di P
nkè (modulo isomorfismo)
uno schema X = (|X|, O
X) tale che |X| ⊂ P
nk
sia un chiuso di P
nke tale che ci
sia un morfismo suriettivo O → O
X→ 0 (O = O
PnSpesso si nota X,→ P
i nk
il morfismo di inclusione (è un’immersione chiusa)
del sotto schema chiuso X ⊂ P
nke si nota i
∗(O
X) il fascio O
X, visto come
O-modulo. Noi noteremo semplicemente O
X.
Se X ⊂ P
nk
è un sotto schema chiuso il ker del morfismo O → O
X→ 0
è un fascio di ideali di O, indicato con I
X(per ogni aperto U , I
X(U ) è un
ideale di O(U )).
Un fascio d’ideali è coerente. Infatti siccome P
nk
è noetheriano se U =
Spec(A) è un aperto affine, A è noetheriano e l’ideale Γ (U, I
X|U ) = I ⊂ A è
finitamente generato. Abbiamo una successione esatta di fasci coerenti:
0 → I
X→ O → O
X→ 0 (4.1)
Infatti siccome I
X, O sono coerenti, anche O
Xlo è.
Definizione 4.24. Con le notazioni precedenti la successione (4.1) è la
suc-cessione di definizione del sotto schema chiuso X.
Vediamo adesso come associare un sotto schema chiuso ad ogni ideale
omogeneo I ⊂ S = k[x
0, ..., x
n].
Se I ⊂ S = k[x
0, ..., x
n] è un ideale omogeneo, allora V(I) = {p ∈
P roj(S) | I ⊂ } è un chiuso, |X|, di P roj(S) = P
nk
. Siccome I ⊂ S, abbiamo
I
∼⊂ O = S
∼. In altre parole se applichiamo il funtore −
∼alla successione
di S-moduli graduati:
0 → I → S → S/I → 0
otteniamo:
0 → I
∼→ O → (S/I)
∼→ 0
Il fascio (S/I)
∼ha supporto su |X| (cioè se x /∈ |X|, (S/I)
∼x
= 0) e definisce
una struttura di spazio localmente anellato su |X|. Poniamo (S/I)
∼=: O
X.
Abbiamo quindi uno spazio localmente anellato X = (|X|, O
X) e X è un sotto
schema chiuso di P
nk
. Si ha I
∼= I
X.
In altri termini il morfismo suriettivo S → S/I induce un’immersione
chiusa P roj(S/I) ,→ P roj(S) e P roj(S/I) è (isomorfo) a (|X|, O
X).
Definizione 4.25. Il sotto schema chiuso X ⊂ P
nkè definito da l’ideale I ⊂ S
se I
X= I
∼.
Attenzione:
1) Uno sotto insieme chiuso |X| ⊂ P
nk
può avere varie strutture di sotto schema
chiuso. Ma, contrariamente a quanto succede nell’affine:
2) Una stessa struttura di sotto schema chiuso può essere definita
da diversi ideali I ⊂ S.
4.5 Sotto schemi chiusi di P
nke ideali omogenei. 49
Esempio 4.26. In P
1kconsideriamo il sotto insieme chiuso |X| = V(x
0) = {p ∈
P roj(S) | x
0⊂ p}. Gli ideali primi non banali (non necessariamente
omo-genei) di k[x
0, x
1] sono gli ideali massimali (x
0− a, x
1− b) e gli ideali
prin-cipali (F (x
0, x
1)), F irriducibile. Supponiamo k = k. Se F è un polinomio
omogeneo di grado d, allora F si scrive come un prodotto di forme lineari:
F (x
0, x
1) = Q L
i(x
0, x
1)
ai, P a
i= d, L
i(x
0, x
1) = α
ix
0+ β
ix
1. Questo
per dire che P roj(S) consiste nell’ideale (0) (punto generico) e negli ideali
p = (L(x
0, x
1)), L forma lineare (punti chiusi). Quindi |X| si riduce a un
punto (|X| = {p}, p = (0 : 1)).
• Se I = (x
0), il fascio O
X= (S/I)
∼ha supporto sul punto p e la sua
spiga in p è l’anello locale k (fascio grattacielo in p). Infatti O
X,p= O
p/I
X,p,
cioè stiamo facendo il quoziente dei germi in p con l’ideale dei germi che si
annullano in p, cioè con l’ideale massimale di O
p. Il quoziente è il campo
residuo. (Osservare che I
((x0))= {P/Q | P (p) = 0, Q(p) 6= 0, deg P = deg Q},
modulo le solite identificazioni).
• Se I
1= (x
20
), allora V(I
1) = {p ∈ P roj(S) | (x
0)
2⊂ p} è ancora |X|,
cioè il nostro punto p. Il fascio (S/I
1)
∼=: O
X1ha sempre supporto in p, ma
la sua spiga in p è O
p/m
2p, dove m
p⊂ O
pè l’ideale massimale. Questo anello
locale ha un elemento nilpotente corrispondente alla classe di x
0. Quindi i due
schemi (p, O
X) e (p, O
X1) non sono isomorfi.
• Sia J = (x
20
, x
0x
1). Allora V(J) è ancora il nostro punto p. Infatti J ⊂
p = (L), implica che la forma lineare L divida x
20, quindi L = x
0. Chi è il
fascio (S/J )
∼= O
Y? Osserviamo che I
d= J
dse d ≥ 2. Quindi I
∼= J
∼.
Pertanto i due schemi (p, O
X) e (p, O
Y) sono uguali
Per riassumere abbiamo tre sotto schemi di P
1k
, X, X
1e Y , tutti con lo
stesso spazio topologico sotto giacente (il punto p), definiti da tre ideali diversi,
inoltre X = Y , mentre X 6= X
1. Lo schema X
1è il punto p doppiato in P
1(o primo intorno infinitesimale di p in P
1k
). Guardando l’ideale J , vediamo
che Y è l’intersezione di Z = {p, q} con X
1, quindi Y = p (come schema).
Infatti per due sotto schemi chiusi X, Y lo schema intersezione è definito da
I
X∩Y= I
X+ I
Y.
La situazione è quindi un po’ confusa e ci rimane da capire quando due
ideali definiscono lo stesso schema.
Prima di tutto mostriamo che ogni sotto schema chiuso di P
nk
può essere
definito da un ideale omogeneo.
Proposizione 4.27. Ogni sotto schema chiuso, X, di P
nkpuò essere definito
da un ideale omogeneo (per esempio H
∗0(I
X)).
Inoltre H
0Dimostrazione. Siccome I
Xè coerente, (H
∗0(I
X))
∼' I
X(Proposizione 4.19).
Quindi l’ideale I = H
0∗
(I
X), definisce X.
Sia I un ideale che definisce X. Abbiamo un diagramma commutativo:
I →
iS
α
I↓ α
S↓
H
0∗
(I
∼) → H
0 ∗(S
∼)
Siccome α
Sè un isomorfismo e i è iniettiva abbiamo che α
I: I → H
0 ∗(I
X) è
iniettiva (I
∼= I
X, perché I definisce X). ut
Vale la pena soffermarsi un attimo sull’ultima affermazione. Sia I che
definisce X e sia P ∈ I
d. Allora P ∈ H
0(O(d)) e la sua immagine in
H
0(O
X(d)) è zero. Più precisamente se applichiamo il funtore −
∼alla
successione
0 → I → S → S/I → 0
e prendiamo la coomologia otteniamo:
0 → H
∗0(I
X) → H
∗0(O) → H
∗0(O
X)
In grado d:
0 → H
0(I
X(d)) → H
0(O(d))
rd→ H
0(O
X(d))
La mappa r
dnon è necessariamente suriettiva (lo è se e solo se H
1(I
X(d)) =
0). L’immagine di r
dè (S
d/I
d), dove I := H
∗0(I
X). Il polinomio P ∈ I
d⊂ S
d=
H
0(O(d)) ha un’immagine nulla in H
0(O
X(d)), quindi P ∈ I
d. L’applicazione
r
dpuò essere interpretata come la restrizione a X dei polinomi omogenei di
grado d; P si annulla sullo schema X (cioè anche come sezione del fascio
O
X(d)) se e solo se r
d(P ) = 0.
Quindi se I definisce X, I ⊂ I fornisce S/I → S/I → 0 e l’immagine di
S
d= H
0(O(d)) in H
0(O
X(d)) è isomorfa a S
d/I
d.
Ci sono sempre tanti ideali che definiscono lo stesso sotto schema chiuso
X. Infatti se I = H
0∗
(I
X), allora ogni ideale I
≥ddefinisce X. Cerchiamo di
capire quando due ideali definiscono lo stesso X.
Definizione 4.28. Sia I un ideale omogeneo, il saturato di I è I
sat:=
S
k≥1
(I : m
k) = {P ∈ S | ∀i, ∃n t.c. x
niP ∈ I}. L’ideale I si dice saturo
se I = I
sat.
Osservazione 4.29. (i) Osserviamo che I
satè un ideale omogeneo. Infatti I ⊂
(I : m) ⊂ · · · ⊂ (I : m
k) ⊂ · · · , visto che S è noetheriano, esiste k tale che
I
sat= (I : m
k), quindi I
satè un ideale. Inoltre se I, J sono ideali omogenei
allora (I : J ) è omogeneo (perché se P ∈ S, (I : P ) = {Q ∈ S | QP ∈ I} è
omogeneo e (I : J ) = ∩(I : P
i) dove J = (P
1, ..., P
r)).
4.5 Sotto schemi chiusi di P
nke ideali omogenei. 51
Lemma 4.30. Sia I ⊂ S un ideale omogeneo. Allora I ⊂ I
sate I
d= I
sat dse
d >> 0.
Dimostrazione. Siccome I
sat= (I : m
k) per un qualche k, è chiaro che I ⊂
I
sat. L’ideale I
satè finitamente generato. Sia {G
j} un sistema di generatori.
Sia m = max {deg G
j}. Se P ∈ I
satd
, allora P = P P
jG
j, deg P
j= d −
deg G
j≥ d − m. Abbiamo P
j= P a
Ix
i00
...x
inn
, con i
0+ · · · i
n= deg P
j≥
d − m. Se deg P
j≥ (n + 1)k, allora esiste i
t≥ k e x
itt
G
j∈ I. Quindi per
d ≥ (n + 1)k + m, abbiamo I
d= I
dsat. ut
Corollario 4.31. (1) Se X ⊂ P
nk
è un sotto schema chiuso, l’ideale H
0 ∗(I
X)
è saturo.
(2) Due ideali omogenei, I, J , definiscono lo stesso sotto schema chiuso se e
solo se I
sat= J
sat.
Dimostrazione. (1) Sia I := H
0∗
(I
X). Per il Lemma 4.30, I
∼= (I
sat)
∼. Quindi
I
satdefinisce X. Siccome I è il più grande ideale che definisce X, I
sat⊂ I.
Quindi I
sat= I.
(2) Se I definisce X, allora I
∼= I
Xe per il Lemma 4.30, anche I
satdefinisce
X. Segue che I
sat⊂ I. D’altra parte visto che I
∼= I
∼, I
d= I
dse d >> 0
(sono quasi isomorfi). Sia P ∈ I
t. Per m >> 0, x
miP ∈ I
m+t= I
m+t, quindi
P ∈ I
sat. Pertanto I
sat= I. ut
Possiamo finalmente raccogliere il frutto del nostro lavoro:
Corollario 4.32. Esiste una corrispondenza perfetta:
{ ideali omogeni saturi } ↔ { sotto schemi chiusi di P
n}
(Naturalmente il vuoto corrisponde all’ideale massimale irrilevante m).
Quindi tutto sommato un sotto schema chiuso di P
nk
non è una cosa così
terribile!
Definizione 4.33. Uno schema X è proiettivo su Spec k se è isomorfo a un
sotto schema chiuso di P
nk
per un qualche n.
Da quanto abbiamo fatto risulta che X su Spec k è proiettivo se e solo se
X = P roj(A) per un qualche anello graduato A, con A
0= k e con A generato
da A
1come k-algebra.
Infatti se X è un sotto schema chiuso di P
ne se I = H
0∗
(I
X), abbiamo
X = P roj(S/I) (S = k[x
0, ..., x
n]).
Viceversa se A è un anello graduato con A
0= k, generato da A
1come
k-algebra, allora A è un quoziente di un qualche anello di polinomi S =
k[x
0, ..., x
n]. Se I è il ker di S → A → 0, allora X è isomorfo al sotto schema
di P
ndefinito da I.
Esercizi.
Esercizio 35 ([15] II. Ex. 5.7)
Sia X uno schema noetheriano e sia F un O
Xmodulo coerente. Si dice che
F è localmente libero se esiste un ricoprimento aperto di X, ∪U
i, tale che
F |U
i' r.O
Ui(r può dipendere da U
i).
1) Mostrare che se F
xè un O
xmodulo libero di rango r, allora esiste un
intorno aperto di x, U , tale che F |U ' r.O
U2) Concludere che F è localmente libero ⇔ F
xè un O
x-modulo libero per ogni
x ∈ X.
Esercizio 36 ([15] II. Ex. 5.8)
Sia X uno schema noetheriano e sia F un O
X-modulo coerente. Si pone
ϕ(x) = dim F (x), dove F (x) := F
x⊗
Oxk(x) è la fibra ridotta (o vettoriale)
di F in x.
Mostrare che ϕ è semi-continua superiormente, cioè se dim F (x) = r, esiste
un intorno aperto U di x tale che dim F (y) ≤ r, ∀y ∈ U .
Esercizio 37 Sia A un anello integro e sia M un A-modulo finitamente
gen-erato. Un m ∈ M è di torsione se Ann(m) 6= 0 (cioè esiste a 6= 0, a ∈ A tale
che am = 0). Sia T (M ) l’insieme degli elementi di M di torsione.
1) Mostrare che T (M ) è un sotto modulo di M . Se T (M ) = 0, si dice che M
è senza torsione.
2) Mostrare che M/T (M ) è senza torsione.
3) Mostrare che T (M ) è il nucleo dell’applicazione ψ : M → M ⊗
AK, dove
K è il campo dei quozienti di A e dove ψ è ottenuta tensorizzando con M
l’inclusione A ,→ K.
4) Se N è un A-modulo finitamente generato, senza torsione, allora N è un
sotto modulo di un modulo libero di tipo finito.
5) Sia M
∗= Hom
A(M, A). Mostrare che T (M ) è il nucleo dell’applicazione
naturale µ : M → M
∗∗.
6) Un A-modulo M è di torsione se ogni elemento m ∈ M è di torsione (cioè
T (M ) = M ), invece M ha torsione se T (M ) 6= 0. Il modulo M è riflessivo
se µ : M → M
∗∗è biiettiva. Dare degli esempi di moduli di torsione, con
torsione ma non di torsione, riflessivi.
Esercizio 38 Sia X uno schema integro, noetheriano e sia F un O
X-modulo
coerente. Si definisce un prefascio T (F ) nel modo seguente: per ogni aperto U ,
T (F )(U ) è il sotto modulo di torsione di F (U ). Mostrare che T (F ) è un fascio
coerente e che si ha una successione esatta: 0 → T (F ) → F → F /T (F ) → 0,
dove F /T (F ) è coerente, senza torsione.
4.5 Sotto schemi chiusi di P
nke ideali omogenei. 53
Esercizio 39 ([15] II. Ex. 5.8)
Si riprendono le notazioni dell’Esercizio 36. Mostrare che se X è ridotto e
se ϕ(x) è costante allora F è localmente libero.
In particolare se 0 → F → G → H → 0 è una successione esatta di O
X-moduli coerenti, dove G e H sono localmente liberi, allora anche F è localmente
libero.
Nel documento
Complementi di Geometria (2014-2015)
(pagine 53-61)