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Applicazione pratica delle tecniche ID

La ginnastica secondo le tecniche ID si avvale dell’utilizzo degli attrezzi classici dell’educazione fisica come ad esempio, la spalliera svedese, palco di salita con pertiche, funi, scala di corda, scala orizzontale, anelli, trapezio, asse di equilibrio Baumann ecc. Gli esercizi sono raggruppabili in due categorie. Esercizi con il corsetto ed esercizi senza il corsetto. Tra gli esercizi col corsetto troviamo, autoallungamento, addominali eseguiti in posizione supina, inclinazioni del busto alla spalliera svedese, asse di equilibrio di Baumann, piegamenti sulle gambe e sulle braccia simmetrici. Gli esercizi senza corsetto sono invece ulteriormente classificabili in sottocategorie specifiche.

Diretti sulla colonna vertebrale:

➢ Sospensioni simmetriche agli attrezzi

➢ Trazioni cervicali al piano inclinato Baumann ➢ Esercizi tratti dal metodo Klapp

Di svincolo:

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➢ Sbloccaggio articolazioni rigide (come ad esempio spalla, anca e ginocchio)

Di controllo posturale

➢ Studio dell’equilibrio del bacino ➢ Studio della retrazione addominale ➢ Studio dell’autoallungamento

➢ Studio dell’asse di equilibrio di Baumann ➢ Studio della ginnastica respiratoria intrinseca

Di potenziamento

➢ Potenziamento addominale

Di completamento

➢ Piegamenti sulle gambe simmetrici ➢ Circonduzioni delle braccia simmetriche ➢ Piegamenti sulle braccia simmetrici.

Esercizi

In figura 17 si può vedere un esercizio di sospensione simmetrico effettuato alla spalliera svedese con lo scopo di avere un intervento diretto sulla colonna grazie all’intervento della forza di gravità

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Figura 18 Allungamento ischiocrurali alla spalliera

In figura 18 il soggetto effettua l’allungamento degli ischiocrurali alla spalliera con l’utilizzo della fascia.

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In figura 19 il soggetto esegue un esercizio di controllo e di studio concentrato sul bacino e sull’autoallungamento. Viene chiesto al soggetto, tramite retroversione del bacino, di spianare la zona lombare e di farla aderire allo specchio. Dopo di che per l’autoallungamento viene chiesto di tenere le spalle basse e di spingere il collo in alto. Un aiuto può essere mettere la mano e chiedere di spingere il peso della mano verso l’alto.

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In figura 20 si può vedere l’esecuzione di una serie di addominali con contrazioni isometriche. Durante tutta serie deve tenere in contrazione continua il muscolo trasverso dell’addome, dopo effettua una respirazione toracica, nella fase di espirazione si “soffia” quanta più aria possibile nel minor tempo possibile mantenendo sempre la contrazione addominale (pancia in dentro). Se effettuato correttamente, il muscolo trasverso si contrae ulteriormente portando ancora più in dentro l’addome.

Figura 21 Auto allungamento sull'asse di equilibrio

L’autoallungamento è di per sé un ottimo esercizio di controllo posturale, l’aggiunta dell’asse di equilibrio serve ad aumentare il

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controllo propriocettivo. L’esercizio in fase avanzata può essere eseguito anche in deambulazione mantenendo sempre il controllo dell’autollungamento e il trasverso dell’addome in contrazione.

La capriola indietro agli anelli è un esercizio importante per l’equilibrio e il trofismo dei muscoli del rachide. Una progressione della capriola indietro è quella in avanti che mediamente risulta essere di impatto più difficile da accettare, ma che nell’esecuzione risulta poi essere più naturale.

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Considerazioni

La ginnastica medica e la ginnastica correttiva, da sole, hanno un impatto minimo sulla degenerazione scoliotica il cui trattamento principale è fornito dai supporti ortopedici. Alla ginnastica non compete l’obbligo di dimostrazione di una correzione della scoliosi, non è questo che viene richiesto ad essa e non deve essere ciò che ci si aspetta. Quello che la ginnastica si pone come obiettivo è quello di; mantenere il trofismo muscolare; mantenere la mobilità articolare di tutte le articolazioni; mantenere e sviluppare la coordinazione motoria; perfezionare il controllo posturale e della percezione dell’assetto corretto del tronco; permettere il condizionamento motorio in senso correttivo; permettere che alla rimozione del corsetto il tronco possieda ancora una buona capacità muscolare di autosostegno.

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L’EDUCAZIONE RESPIRATORIA

4.1 La respirazione

Una regolare funzionalità respiratoria ha sempre avuto una notevole importanza nella pratica dell’educazione fisica. Secondo la cultura orientale, grazie ad un controllo ottimale della respirazione e dei sui ritmi, l’uomo è in grado non solo di raggiungere un maggiore dominio sul corpo e sulle emozioni, ma è addirittura in grado di concentrare “il prana”, l’energia vitale, per utilizzarla quando il corpo ne sente la necessità. Un individuo che porta una qualsiasi modificazione o anomalia della statica o della dinamica morfo-funzionale, manifesta una serie di modificazioni ed alterazioni della funzione respiratoria tanto che tutti i deviati del rachide presentano una insuffcienza respiratoria. Anche se, da quanto detto, risulta evidente l’importanza della funzionalità respiratoria, è anche vero che buona parte degli individui “sani” o non sa respirare o respira in maniera antieconomica. La funzione respiratoria è il risultato di una complessa azione muscolare di tipo riflesso, sovrapposta però ad una innervazione di natura volontaria. Quindi ne risulta che tutta la meccanica respiratoria può essere influenzata dalla volontà, ovvero nei parametri di frequenza e profondità. Il tipo di intervento che si applica per modificare uno schema respiratorio errato è l’apprendimento.di una corretta educazione respiratoria di natura psicomotoria, in cui la componente neuromotoria sia prevalente

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su quello muscolare. L’atto respiratorio è essenzialmente composto da 4 fasi

1. Inspirazione 2. Apnea respiratoria 3. Espirazione

4. Apnea espiratoria

Nell’inspirazione si determina una contrazione del muscolo diaframma e una espansione della gabbia toracica come conseguenza all’ingresso di aria nei polmoni e della contrazione dei muscoli inspiratori. L’inspirazione calma viene determinata meccanicamente dai muscoli diaframma; scaleni; intercostali esterni.

L’apnea respiratoria è quella breve fase di stallo respiratorio che precede l’espirazione. Le due fasi di apnea nella ginnastica sono molto importanti, poiché in quei momenti si potrà intervenire con determinati esercizi.

Nell’espirazione quello che succede è il rilassamento e la dilatazione del diaframma con espulsione dell’aria poiché, i polmoni e la gabbia toracica, per la loro elasticità si retraggono. I muscoli espiratori, gli addominali, contraendosi bloccano la colonna in estensione e, abbassando le coste facilitano la fuoriuscita dell’aria. L’espirazione effettuata in condizioni di riposo è un fenomeno passivo e corrisponde alle distensioni del parenchima polmonare e il rilassamento dei muscoli inspiratori; se invece viene effettuata in maniera forzata, diventa un

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fenomeno attivo, che è determinato dai muscoli respiratori accessori: trasversi, obliqui interni, obliqui esterni e retti addominali. La loro azione si esprime direttamente sui visceri contenute nella cavità addominale, i quali subendo un effetto pressorio, favoriscono la risalita espiratoria del diaframma.

L’apnea espiratoria è la fase di stallo respiratorio che segue

l’espirazione.

Per ginnastica respiratoria intrinseca (GRI) viene inteso un protocollo di lavoro ben specifico che prevede il miglioramento della funzionalità respiratoria. Nel soggetto sano non si troveremo mai una respirazione pura, cioè, o solo di tipo toracica o solo di tipo addominale. Normalmente in condizioni di rilassamento, la respirazione è prevalentemente di tipo addominale. La respirazione è però condizionata dalla posizione de corpo. La posizione più favorevole è quella in piedi con il busto leggermente inclinato in avanti per lasciare mobilità alle prime coste, facilitare la salita del diaframma e diminuire la resistenza delle visceri.

La posizione in decubito supino è caratterizzata da un aumento considerevole della respirazione addominale.

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