Le procedure deconvoluzione possono essere risolte nei casi pratici di spettrometria da due punti di vista: utilizzando le cosiddette tecniche “few-channel” e “multichannel”. Un esempio di Spettrometria few-channel sono le misure dosimetriche del reattore, dove devono essere considerati le attività o i rateo di reazione di differenti sonde ad attivazione. Come è stato accennato nel paragrafo precedente e dimostrato in alcuni lavori (Zijp, 1988 e Mister, 1996) in questo tipo di problemi è possibile valutare esattamente la propagazione dell'incertezza, se si ha a disposizione una pre-informazione sullo spettro reale. Due esercizi pubblicati: REAL 84 e REAL 88 lo hanno confermato, essi riguardavano la valutazione parametri di danneggiamento per il contenitore in pressione dei reattori di potenza (vessel), a partire dalla conoscenza dei valori dosimetrici al suo interno. Emerse allora che non era possibile la determinazione di tali parametri con un basso grado di incertezza, senza includere una certa pre-informazione, fu anche scoperto che, qualora siano utilizzati spettri di tentativo al posto della pre-informazione, le incertezze risultanti possono essere sbagliate. E’ stato quindi raccomandato solamente di informazioni consistenti, nell’utilizzo di codici di unfolding, come ad esempio risultati di simulazioni Monte Carlo del problema in oggetto, con un'appropriata stima delle incertezze. E’ stato anche trovato che il rango della matrice di correlazione della dello spettro di pre- informazione si conserva durante il processo di deconvoluzione, il che è una conseguenza matematica dell'aggiustamento ai minimi quadrati. Inoltre se non si sa nulla riguardo le matrici di correlazione può essere utilizzata una matrice di correlazione diagonale, piuttosto che correlazione artificiali.
Un importante esempio di deconvoluzione “few-channel” si trova nella dosimetria neutronica, si applica in particolare ai rivelatori a sfere di Bonner e ai rivelatori a emulsioni surriscaldate, anche in questo caso le valutazioni della dosimetria del reattore restano valide. Comunque nella dosimetria del reattore, è comunque possibile valutare in maniera consistente la propagazione delle incertezze delle funzioni di risposta, invece una descrizione delle incertezze delle funzione di risposta non è ancora stata attestata in pratica per i due sistemi sopra menzionati.
73 Non è facile, in pratica, ottenere una pre-informazione consistente sullo spettro per misure in campi arbitrari. In molti casi sono stati stati introdotti spettri di tentativo, a volte senza privi di fondamenti fisici corretti. L’uso di spettri di tentativo, come pre-informazione, senza poter quantificare l'incertezza loro associata, può portare a determinazione di incertezze inconsistenti dei risultati. E’ quindi necessario approfondire la conoscenza algoritmica per poter quantificare meglio la pre-informazione e le sue incertezze.
La pre-informazione non è, comunque, un grosso problema nella deconvoluzione “multichannel”, perché è disponibile molta più informazione dai dati misurati. Il problema di quantificare l'incertezza della matrice di risposta non ha è stato risolto fondamentalmente per la grossa mole di dati da gestire. Per esempio, con una matrice di risposta definita su 1000 intervalli energetici e per 1000 canali risultano 106 elementi da descrivere con una matrice delle incertezze di 1012 elementi.
Si deve notare che una procedura di deconvoluzione, trascurando l’incertezza della matrice di risposta, può portare a risultati errati nel caso in cui le incertezze dello spettro misurato, con tecnica “multichannel”, siano inferiori a quelle della matrice delle incertezze delle funzioni di risposta. Questo significa che misure con una buona statistica non possono essere usate, se corrispondono a funzioni di risposta che non abbiano una incertezza dello stesso ordine di grandezza o inferiore. Si deve inoltre sottolineare che il problema della “buona statistica”, relativa alle funzioni di risposta, resta comunque legato all'attribuzione di incertezze realistiche alle misure. Questo può essere fatto semplicemente aggiungendo una stima addizionale per quadratura all'incertezza ogni misura, per tenere conto della imprecisione sulle funzioni di risposta, o, in alternativa, eseguendo la deconvoluzione ad un valore di chi-quadro per unità gradi di libertà maggiore di 1. Esiste la possibilità per l’utente, all'interno dei codici HEPRO, e anche in MAXED, di scegliere il valore finale desiderato di . Questi metodi non sono rigorosi ma possono aiutare nell’individuazione di una soluzione ragionevole.
Una considerazione importante riguarda il calcolo delle funzioni di risposta dei rivelatori in una forma opportuna per l’utilizzo in codici di deconvoluzione.
Affinché quindi il procedimento di unfolding vada a buon fine, le funzioni di risposta relative al rivelatore ai rivelatori impiegati devono essere note in ciascun intervallo energetico. Negli ultimi anni ci sono stati molti sviluppi nei calcoli delle funzioni di risposta tramite codici Monte Carlo e questi hanno consentito un conseguente sviluppo delle tecniche di deconvoluzione. Per quanto riguarda i rivelatori per neutroni a gas, deve essere menzionato il codice GNSR che calcola le funzioni di risposta ai neutroni per diverse configurazioni di fascio per i rivelatori cilindrici utilizzando tecniche Monte Carlo. Sono trattati anche i rivelatori a gas come quelli ad H2, 3He, 4He e le loro soluzioni con gas di quenching comunemente utilizzati.
Per gli scintillatori organici, si possono invece utilizzare codici quali EGS4 e MCNPX, utilizzati per calcolare le funzioni di risposta ai neutroni e ai fotoni per l'NE 213.
In pratica, la così detta funzione di risposta ideale per un'energia En relativa a una particella incidente è calcolata dalla determinazione della distribuzione dell’energia Ev, depositata all'interno del rivelatore. Gli altri parametri, relativi a calibrazione e risoluzione, devono essere determinati separatamente per via sperimentale. La funzione disposte ideale W (En Ev) deve essere trovata dalla deconvoluzione con le cosiddette funzioni di risoluzione G(Ev Ei) al fine di ottenere la matrice di risposta per il canale i-esimo:
7 = ∑ "- -→ !7→ - ( 45 )
G (Ev Ei) è la probabilità che un evento che rilascia una certa energia nell'intervallo Ev corrispondente sarà registrato nel contatore nel canale i-esimo all’energia Ei. La relazione funzionale tra Ei e il numero di canale i generalmente non è lineare; a volte può essere approssimata da una calibrazione energetica lineare Ei = A + Bi, dove A e B sono parametri di calibrazione. la funzione di risoluzione può essere approssimativamente rappresentata come una distribuzione gaussiana intorno ad Ev, la cui FWHM piò essere parametrizzata come:
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74 I parametri a, b e c devono essere determinati ancora una volta per via sperimentale. Per l'utilizzo pratico della deconvoluzione si deve porre il problema di quale sia il numero di canali e gruppi di fluenza in energia ragionevole. È stato trovato (Matzke, 1994) che l'ampiezza del bin deve essere dell'ordine di grandezza di 1/5 di FWHM e lo stesso vale per i corrispondenti gruppi di fluenza.