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Un approccio manageriale: i restauri e l’obiettivo della sostenibilita

Capitolo 4: Il caso de Il Fondo Ambiente Italiano

4.2 Un approccio manageriale: i restauri e l’obiettivo della sostenibilita

economica

Il FAI nasce sotto l’influenza della Sig.ra Maria Giulia Crespi, una donna impegnata attivamente in ambito sociale, ma inserita nel mondo dell’alta borghesia milanese, un contesto elitario, inaccessibile ai piu , che restituisce l’immagine di una Fonazione legata alla mondanita , lontana dalle esigenze piu comunemente avvertite e in cerca di figure di spicco che conferiscano autorevolezza al neonato FAI. Per i suoi primi anni di vita, infatti, il FAI non vanta un’ampia schiera di conoscitori e sostenitori e le iscrizioni sembrano dover essere precedute da una selezione sulla base del proprio prestigio intellettuale o economico: della Fondazione faceva parte un’elite che oggi e , se non del tutto, quasi sparita. E da riconoscere che la disponibilita economica di questa elite , compresa quella della stessa Crespi, ha consentito al FAI di venire al mondo: le prime donazioni, anche se provenienti da pochi sostenitori sono state molto generose e hanno costituito le fondamenta economiche su cui e cresciuta la Fondazione.

A partire dalla presidenza di Ilaria Borletti (2010), e ancor di piu con l’avvento della presidenza di Andrea Carandini (2013), il FAI adotta una politica differente, indirizzata verso una raccolta fondi sempre piu parcellizzata, nella direzione del National Trust inglese che conta quasi 5 milioni di soci. A questo proposito le parole di J.F.W. Rathbone, segretario generale del Trust negli anni Settanta, riassumono i propositi dell’istituzione inglese in tema di adesione e coinvolgimento della comunita : «Credo sia molto piu importante per il Trust ricevere 10.000 sterline in quote provenienti da 10.000 persone, che la stessa somma elargita da un solo generoso benefattore» (Saibene 2019).

dei fruitori e rivolgersi ad un numero sempre crescente di interlocutori affinche il FAI adempia al compito sintetizzato nel suo attuale slogan “Per sempre, per tutti”.

Per poter invertire la rotta il FAI ha dovuto adottare un atteggiamento imprenditoriale, di cui inizialmente era privo: si e dotato di un organico, ha elaborato piani strategici di lungo termine che facessero progredire la Fondazione su piu fronti: dal fundraising, alla comunicazione, alla volonta di consegnare ai fruitori un’offerta culturale che sia esperienziale e di raccogliere dati sul grado di apprezzamento del pubblico. Tutto cio per andare incontro ad un pubblico di visitatori sempre piu ampio e diversificato che deve essere profilato con grande attenzione e per il quale e necessario creare delle proposte sempre piu articolate. A questo scopo, conoscere le preferenze dei consumatori, le abitudini diventa un’operazione cardine nella formulazione dell’offerta culturale e anche per il FAI tracciare il profilo dei visitatori dei di cui la Fondazione si occupa oppure conoscere le motivazioni che spingono a donare piu o meno a seconda del tipo di campagna di sensibilizzazione che si organizza, riveste un ruolo fondamentale (Rurale 2015). Per tanto il FAI ha iniziato a indagare sui visitatori dei suoi beni e ha deciso di focalizzare le proprie iniziative verso la definizione di target di riferimento, un’operazione che assumera un approccio metodologico e sistematico, oltre che piu strutturato, nel primo piano operativo (2015-2017) della strategia decennale (2014-2023). Conoscere i propri visitatori e , dunque, un obiettivo di assoluta priorita per il FAI.

Seguendo questa logica, all’interno dei beni FAI l’offerta culturale e stata integrata da servizi correlati per andare incontro alle esigenze di un pubblico sempre piu variegato. Questo approccio e espressione della consapevolezza della Fondazione: i beni culturali non possono considerarsi in quanto singole entita materiali sospese nel nulla, pertanto gli interventi di tutela e valorizzazione devono necessariamente dialogare con il contesto che accoglie quei beni e che attraverso di essi genera impatti positivi sulla base dell’esperienza fruitiva. Ancora una volta il focus e incentrato sul pubblico e la comunita , non solo in quanto destinataria, ma anche in quanto attrice coinvolta nei processi di valorizzazione.

L’impegno della fondazione di restaurare ed aprire al pubblico luoghi storici in tutta Italia impone un impegno continuo e una serie di analisi e di azioni che coinvolgono direttamente e indirettamente i beni, la loro corretta conservazione programmata, la loro gestione e la loro sostenibilita economica. La difficile sfida che si pone davanti e

quella di realizzare e mantenere un equilibrio, molto delicato e differente per ogni bene, tra condivise modalita gestionali e di fruizione da parte del pubblico e continue attivita di conservazione e valorizzazione (Lucchi et al. 2015). Di conseguenza anche i progetti di restauro, tra le attivita salienti della Fondazione sono strutturati seguendo una logica manageriale: l’ufficio competente segue tutte le fasi del progetto, dalla valutazione dell’acquisizione di un nuovo bene, alle analisi e indagini preliminari, alla progettazione, alla gara d’appalto per selezionare l’impresa, fino alla direzione lavori e operativa. La gestione del processo di progettazione e realizzazione di tutti gli interventi e in carico ai professionisti della Fondazione, in modo che siano rispettati sia il livello di qualita , sia i costi e i tempi dell’intervento, in una logica di efficacia ed efficienza, che tuttavia, non pregiudichi il valore storico-artistico del bene oggetto del restauro, il suo significato originale e rispetti lo “spirito del luogo” che il FAI si impegna a riconoscere, conservare e valorizzare affinche tutti possano riviverlo. A tal fine ogni progetto di restauro e preceduto da un’analisi conoscitiva del bene, per capirlo, riportarne alla luce e valorizzare la sua vocazione specifica. L’approccio manageriale, quindi, non inficia in alcun modo il valore intrinseco del bene che e riconosciuto ed esaltato affinche il pubblico possa fruirne attraverso un’esperienza di visita che, in quanto interessante e coinvolgente, conferisca un valore aggiunto al bene stesso andando incontro alle esigenze e ai desideri dei consumatori.

Tutto questo puo trovare attuazione soltanto per mezzo di un approccio completamente manageriale: se e vero che la tutela e il primo scopo e l’offerta al pubblico (la valorizzazione) l’altra faccia della medaglia, e vero anche che il raggiungimento di questi obiettivi non puo prescindere dall’autonomia economica, poiche consente di garantire la sopravvivenza del bene anche nel futuro di lungo periodo. A questo scopo, ogni anno, gli uffici dell’area beni, insieme al personale dei beni, analizzano la performance dell’anno passato o in corso e fissano nuovi obiettivi, piani di sviluppo e budget per l’anno successivo. I budget vengono approvati dalla Direzione e uno dei compiti più importanti dei responsabili operativi dei Beni è proprio il rispetto di obiettivi e budget.

Negli ultimi anni, sempre perché le politiche di sostenibilità economica sono diven- tate fondamentali per la Fondazione, la performance dei beni viene valutata anche con un indice che misura il tasso di copertura delle spese di gestione e manutenzione ordi- naria dei Beni tramite i soli proventi diretti, indice che nel 2019 ha raggiunto il 94,3%

di copertura: un risultato che conferma la capacita dei beni di autofinanziarsi. Nell’ul- timo anno, infatti sono cresciute le entrate derivanti da proventi diretti (Relazione di gestione FAI 2019), quali: le biglietterie dei beni (5.551.868 €, +6,7% vs 2018); i pro- venti derivanti dalle vendite di prodotti nei negozi (1.217.702 €, +18,6% vs 2018); e le entrate generate dall’utilizzo delle proprieta FAI come sedi per eventi privati e aziendali (2.588.409 €, +4,2% vs 2018). Nello stesso anno si registra anche una crescita delle iscrizioni, 213.815, che vede un aumento del 12% rispetto all’anno precedente (2018), con 23.000 nuove iscrizioni (Relazione di gestione FAI 2019).

Il costante aumento del numero degli iscritti testimonia l’innalzamento del livello di credibilita della Fondazione e una fiducia crescente della comunita verso l’operato del FAI. Quest’ultimo aspetto trova conferma in un dato interessante: il FAI risulta il primo ente scelto nella casella rivolta al finanziamento della cultura nella dichiarazione del 5 per mille del 2017: conta 8.356 preferenze espresse e un importo destinato di 1.542.854 € (Relazione di Gestione FAI 2019). Il risultato conferma che le attivita del FAI a sostegno del patrimonio culturale e ambientale italiano sono percepite dalla comunita come valide e degne di fiducia. Il merito e da attribuire all’efficacia della comunicazione della propria missione e del proprio operato e alla gestione efficiente dei beni FAI, tale da garantire un alto livello qualitativo alla fruizione degli stessi.

Quest’ultimo e confermato dai risultati riscontrati nelle valutazioni del grado di soddisfazione dei consumatori: la Fondazione ha somministrato ai visitatori di 22 beni FAI un questionario di gradimento al termine della visita; i dati raccolti restituiscono un indice medio di soddisfazione, rispetto all’esperienza di visita, di 4,6 su 5, un punteggio che si conferma stabile rispetto ai risultati del 2018 (Relazione di gestione FAI 2019).

L’orientamento alla domanda, alle esigenze dei consumatori, (confermato dai risultati dei questionari di gradimento), quindi al mercato conferma la validita dell’approccio manageriale della Fondazione: seguendo il modello imprenditoriale la Fondazione studia i comportamenti e i desideri dei suoi potenziali consumatori e sulla base delle informazioni raccolte costruisce un’offerta culturale quanto piu completa e adatta a piu target. In questo senso, ancora una volta il National Trust rappresenta, per la Fondazione, un esempio a cui guardare: grazie al Trust britannico il FAI ha compreso che il target della cultura non puo essere uno solo, quello degli amatori e conoscitori di storia e di arte, ma che deve essere vasto e variegato. Ci sono famiglie con bambini,

amanti della natura, del movimento e gli amanti dell’esplorazione, e la cultura deve garantire un’offerta che sia versatile, in grado di soddisfare le esigenze di tutti; percio la Fondazione ha commissionato ad una societa specializzata in Scozia14, un’indagine

sui desideri degli italiani che ha fornito informazioni utili a costruire un’offerta di patrimonio culturale in grado di soddisfare quei desideri. Ampliando il range di consumatori e di fruitori la Fondazione alza il suo livello di redditivita e, di conseguenza, dispone di maggiori risorse per conservare e valorizzare i propri beni.

L’orientamento alla sostenibilita e l’approccio manageriale adottato per raggiungerla sono confermati dalla messa a reddito di alcuni beni ricevuti in eredita o in donazione, una strategia strettamente imprenditoriale. Questa attivita garantisce alla Fondazione un sostegno significativo per le attivita di tutela e valorizzazione dei beni istituzionali: nel 2018 la gestione di beni in locazione ha permesso di generare ricavi pari a 896.412 €, mentre dalle alienazioni dei beni a reddito il FAI ha ricavato 865.500 €.

Le attivita e le scelte strategiche del FAI testimoniano che una gestione di tipo manageriale e strategie imprenditoriali, finalizzate all’autosostentamento dei beni, possono essere adottate pur senza inficiare la vocazione naturale del bene, la sua storia e il suo significato: la messa a reddito di alcuni beni, dei quali la Fondazione si prende comunque cura attraverso interventi di restauro che gli restituiscano dignita e bellezza, garantisce la copertura quasi totale dei costi di gestione e manutenzione ordinaria dei beni istituzionali, dimostrando che la sostenibilita economica non e un miraggio, ma un obiettivo alla portata del nostro patrimonio culturale, e testimoniando che il modello anglosassone del National Trust e importabile e applicabile anche al contesto italiano.

14 Paesano V., Cultura, pesaggio e punti di ripartenza per il rilancio dei territori, https://www.grey-

panthers.it/senza-categoria/cultura-e-paesaggio-punti-di-partenza-per-il-rilancio-dei-territori/, ultimo accesso: 21 giugno 2020

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