Capitolo 4: Il caso de Il Fondo Ambiente Italiano
4.1 Presentazione del FA
4.1.2 La struttura reticolare: dalla Cavallerizza di Milano, alle direzioni regionali, alle
Il Fondo Ambiente Italiano si caratterizza per una struttura reticolare che, partendo dalla sede centrale della Cavallerizza di Milano si diffonde capillarmente lungo tutto il territorio nazionale attraverso 125 Delegazioni di volontari, che costituiscono il motore del FAI e il punto di riferimento per la comunita di iscritti sul territorio. Sono composte da iscritti attivi che, nello spirito del principio di sussidiarieta orizzontale, operano come volontari in un territorio definito in sintonia con le linee politiche e strategiche della Fondazione.
Le Delegazioni contribuiscono al radicamento della Fondazione in tutta la Penisola dedicandosi alla diffusione dei suoi valori e del suo operato (Rapporto annuale 2019);
sono coadiuvate da 99 Gruppi FAI, 91 Gruppi FAI Giovani e 1 Gruppo FAI Ponte tra culture e coordinate, nello svolgimento delle attivita , da 19 Direzioni Regionali.
Sono proprio le Delegazioni il cuore pulsante dell’attivita della Fondazione: danno vita ai grandi eventi nazionali (Giornate del FAI), si occupano di creare iniziative culturali per gli iscritti al FAI, aprono al pubblico numerosi beni di cui si occupano con grande cura anche attraverso il progetto “Sotto i riflettori” con cui portano all’attenzione beni particolarmente significativi per la comunita che versano in condizioni di abbandono o degrado, li valorizzano attraverso eventi e conferenze e, se necessario, sostenendo piccoli restauri, in piena consonanza con il principio di sussidiarieta previsto all’art. 118 della nostra Costituzione che promuove « l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attivita di interesse generale».
Per gestire correttamente le iniziative sotto il profilo economico-fiscale, la Delegazione si dota di uno strumento meramente amministrativo, il Comitato FAI.
I volontari stabili che compongono la delegazione condividono i valori e la missione FAI e assumono incarichi sulla base delle competenze professionali, delle attitudini e della disponibilita di tempo (Capo Delegazione, Vice Capo Delegazione, Delegato Scuola, Delegato Comunicazione, Delegato Coordinamento Volontari, etc.)
Nello spirito del principio di sussidiarieta che le governa, le delegazioni si impegnano a trasmettere la stessa passione ai piu giovani: attraverso una collaborazione con numerose scuole di Italia, gli studenti vengono coinvolti in progetti di cittadinanza attiva e formazione che si sviluppano dentro e fuori la scuola, come quello degli Apprendisti Ciceroni12.
Per garantire la presenza di attività del FAI in modo sempre più capillare sul terri- torio nazionale, il Presidente regionale e il Capo Delegazione, in accordo con la sede centrale, possono decidere, dopo aver valutato le possibilità di crescita e di manteni- mento degli iscritti, le esigenze e le caratteristiche e potenzialità del micro-territorio, di creare gruppi di azione volontaria chiamati Gruppi FAI.
Il Capo Gruppo FAI entra a far parte della Delegazione. Tutte le attività devono es- sere proposte e concordate dal Gruppo con la Delegazione di riferimento. Il Gruppo FAI non costituisce un nuovo Comitato: la gestione amministrativa delle sue attività fa capo
al Comitato della Delegazione di riferimento oppure al Comitato della Presidenza re- gionale -se si tratta di un Gruppo di Presidenza- che tengono una voce dedicata nei ri- spettivi bilanci di esercizio. Oltre ai Gruppi FAI esistono i Gruppi FAI Giovani e i Gruppi FAI ponte tra culture.
I Gruppi FAI Giovani nacquero con lo scopo di reclutare leve che fossero più vicine alla popolazione: con il tempo ci si è resi conto che abbassare l’età dei volontari impe- gnati nelle Giornate di Primavera e non ostentare una distanza piuttosto marcata tra il FAI e i suoi visitatori, avrebbe contribuito a rendere più vicina la Fondazione ai citta- dini. Quest’esigenza ha creato il bisogno di nuove risorse e deleghe nei confronti dei più giovani, più vicini all’evolversi quotidiano della storia e più operativi nella gestione degli eventi (Rurale 2015).
I Gruppi FAI Giovani coinvolgono risorse tra i 18 e i 35 anni che mettono a disposi- zione il proprio tempo, la propria formazione e professionalità in modo volontario per realizzare eventi e progetti che diventino momenti di convivialità e di riflessione sulla cultura e sull’ambiente e che abbiano come finalità quella di avvicinare il target giovane fidelizzandolo con l’iscrizione.
Il Capo Gruppo FAI Giovani entra a far parte della Delegazione. Tutte le attività del Gruppo FAI Giovani devono essere proposte e concordate con la Delegazione di riferi- mento.
Come avviene per i Gruppi FAI, la gestione amministrativa delle attività dei Gruppi FAI Giovani fa capo al Comitato della Delegazione di riferimento, che tiene una voce dedicata nel bilancio di esercizio.
Oggi, i membri del FAI Giovani sono i principali attori di campagne di sensibilizza- zione e sono, per antonomasia, più sensibili alle tematiche ambientali e maggiormente orientati a lavorare per obiettivi (Rurale 2015), per tanto costituiscono una risorsa pre- ziosa per la Fondazione, anche in termini di ricambio generazionale.
I Gruppi FAI ponte tra culture sono formati da volontari che provengono da diverse parti del mondo e che prestano il loro tempo per promuovere la conoscenza del terri- torio tra i propri connazionali d’origine, anche offrendo percorsi di visite in lingue stra- niere, e più in generale, organizzando attività aperte a tutti i cittadini e volte a eviden- ziare i legami e intrecci tra l’Italia e il resto del mondo. Anche in questo caso il Capo Gruppo entra a far parte della Delegazione di riferimento e, come per i gruppi Giovani, anche qui le attività promosse dal Gruppo sono concordate con la Delegazione.