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Introduzione

Secondo gli standard internazionali i programmi di giustizia minorile coinvolgono svariate categorie di operatori provenienti da diverse istituzioni, dipartimenti gover-nativi, associazioni a scopo sociale, inclusi gli agenti di polizia, autorità giudiziarie, polizia penitenziaria, società civile, gruppi e comunità, i genitori dei minori, la scuola ed i pari dei minori in conflitto con la legge e gli operatori sociali del welfare.

La preparazione dei programmi di giustizia minorile necessita pertanto di un approc-cio multi disciplinare.

Sommario

Sessione 1: Networking

Scopo del metodo

Le linee guida internazionali sottolineano l’importanza della cooperazione tra tutti i soggetti a vario titolo coinvolti (inter-ministeriale, interdipartimentale, istituzionale e non) al fine di migliorare l’amministrazione della giustizia minorile, nonché per migliorare la qualità del trattamento istituzionale dei minori in conflitto con la legge.

Questo metodo di intervento mira dunque a creare una rete tra i diversi settori del sistema di giustizia minorile al fine di intervenire con un approccio multidisciplinare coordinato e una interazione intra-disciplinare.

Concetti chiave

Molti esperti nel campo della giustizia minorile hanno auspicato una migliore inte-grazione dei sistemi di giustizia minorile della rete di istituzioni pubbliche e delle agenzie del privato sociale che si occupano di minorenni, giovani e famiglie. Ad es-empio, la letteratura sostiene la necessità di un migliore coordinamento in particolare tra quelle agenzie che si occupano di istruzione, servizi di protezione dell’infanzia e trattamento della salute mentale. Il coordinamento multi-agenzia è necessario perché la devianza giovanile è spesso collegata con altri problemi che sovente il sistema di giustizia minorile non è in grado di affrontare isolatamente con efficacia – per esem-pio la malattia mentale, l’abuso di sostanze, i maltrattamenti e le difficoltà a scuola.

La mancanza di capacità da parte dei governi di affrontare queste problematiche tramite un approccio multi agenzia coordinato è uno dei motivi per cui molti giovani entrano e rientrano nel sistema penale minorile.

Le prassi raccolte nell’ambito del progetto JUST sottolineano l’eccessiva frammen-tazione di tutti gli operatori e degli attori coinvolti nell’assistenza e nel trattamento dei minori. Spesso la mancanza di coordinamento e di comunicazione anche all’in-terno degli stessi servizi della giustizia minorile non consente uno scambio di infor-mazioni aggiornate.

MODULO

SESSIONE I

Networking

MODULO

Per un efficace trattamento del minore in conflitto con la legge sarebbe utile, per esempio, una stretta cooperazione tra i servizi della giustizia minorile e le autorità giudiziarie. Nella creazione di una rete inter-istituzionale ogni attore dovrebbe sem-pre condividere le informazioni, e al di là dei rapporti istituzionali occorrerebbe fa-vorire i contatti con il privato sociale, al fine di condividere anche con tali soggetti le proprie conoscenze del fenomeno.

Dal momento che la realtà dei minori in conflitto con la legge è in continua evoluzione, sarebbe assai utile avviare incontri periodici con tutti gli attori della gius-tizia minorile per favorire lo scambio di informazioni aggiornate.

In particolare per i minori stranieri è essenziale creare una solida rete per coordinare gli interventi dei diversi attori presenti nelle diverse realtà territoriali. Questo con-sentirebbe agli operatori di avere un quadro completo sul movimento dei minori migranti sul territorio e informazioni precise dagli altri operatori che in precedenza si sono relazionati allo stesso minore. Sarebbe utile, inoltre, un maggiore scambio di informazione fra gli operatori, istituzionali e no, attivi nel campo della giustizia mino-rile e quelli che operano più propriamente nel campo della prevenzione primaria (scuola, unità di strada, servizi degli enti locali, etc...) in modo da poter riconoscere con anticipo il verificarsi di determinati fenomeni devianti.

Buone prassi in:

ITALIA

Progetto “RETE OLD” – Dipartimento Giustizia Minorile www.reteold.it/FaseI/B/03.asp

Questo network è stato istituito dal Dipartimento di Giustizia Minorile italiano e mira a creare, rafforzare e organizzare tutti gli attori pubblici e privati coinvolti a vario titolo nel percorso di reinserimento sociale dei minori stranieri sul territorio di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trento e provincia autonoma di Bolzano e nel Lazio. La rete OLD (Oltre Le Discriminazioni) permette alle organizzazioni interessate di collaborare al progetto e inter-agire in rete per poter distribuire materiale informativo e promuovere la conoscenza, l’utilizzo e la gestione delle opportunità offerte dal sistema di Giustizia Minorile ai minori stranieri in conflitto con la legge e alle loro famiglie.

La rete è composta da soggetti pubblici e privati quali: gli Uffici Amministrativi, le Procure della Repubblica, i Tribunali per i minorenni, le associazioni del privato sociale e le altre realtà de l contesto territoriale di riferimento nel campo della formazione, lavoro, welfare, etc.

GRECIA

Network – Commissario di vigilanza dei servizi per i minorenni

Una rete di collaborazione è stata istituita tra il Commissario di vigilanza dei servizi per i minorenni, le organizzazioni della società civile, l’autorità di polizia, i pubblici ministeri, le scuole, le istituzioni pubbliche e private di terapia e prevenzione della

dipendenza da sostanze e le ONG che lavorano nel campo del sostegno sociale della gioventù. La rete può sostenere diversi attori e offrire un supporto sociale sistem-atico per i minori in conflitto con la legge e per i minori a rischio. Il vantaggio prin-cipale derivante dall’istituzione della rete è stato una maggiore efficacia nel funzionamento complessivo del sistema.

Bibliografia

L. Steinberg, Juvenile justice: Introducing the issue. The Future of Children, 18:2, Fall, 2008.

Jk Wiig – Ja Tuell Ja.,Guidebook for Juvenile Justice & Child Welfare System Coordination and Integration – A Framework for Improved Outcomes. CWLA Press: Arlington, VA, 2008.

Ulteriori fonti di approfondimento

• www.giustiziaminorile.it/pubbl/metodologie_rete.pdf – link ad un articolo pubblicato dal Dipartimento Italiano di Giustizia Minorile sulle migliori metodologie per la creazione di una rete interistituzionale.

• www.giustiziaminorile.it/public/news/2009/pea2008.pdf – link ad una pubblicazione del Dipartimento Italiano di Giustizia Minorile contenente un’analisi del sistema di rete nella cooperazione sociale.

MODULO

MODULO

MODULE 8:

TRAINING

Introduzione

Il personale della giustizia minorile, così come tutto il personale che per qualsiasi ra-gione è in contatto con i minori in conflitto con la legge, dovrebbe essere qualificato e prevedere all’interno del suo organico un sufficiente numero di specialisti, quali educatori, formatori, consulenti, operatori sociali, psichiatri e psicologi. Allo stesso modo, occorrerebbe che anche gli agenti di polizia fossero altamente formati ed adottassero, nello svolgimento dei loro compiti e nei contatti con i minori, un com-portamento ed un’attitudine non discriminatoria.

Il Comitato dei diritti dei minori ha messo in luce in varie occasioni l’importanza del livello di specializzazione degli operatori del sistema di giustizia minorile in consid-erazione, tra l’altro, della vulnerabilità dei minori in conflitto con la legge dovuta ai bisogni specifici della personalità degli adolescenti ed agli altri fattori di rischio quali, ad esempio, la condizione di straniero, di minore non accompagnato e di minori di seconda generazione.

Sommario

Sessione 1: Attività di formazione a favore dei professionisti che lavorano con minori in conflitto con la legge

Scopo del metodo

Il metodo mira a garantire un elevato livello di professionalità di tutto il personale coinvolto ed in contatto con i minori in conflitto con la legge.

Concetti chiave

Il fenomeno dei minori in conflitto con la legge riguarda, spesso, minori provenienti da condizioni di vita complesse e disagiate. Le cause del comportamento criminale sono molte e dipendono da diversi fattori (povertà, condizioni familiari critiche, as-senza di un gruppo di riferimento – genitori, amici, figure adulte, etc. – disagio sociale, assunzioni di droghe, etc.). Esso potrebbe rappresentare un evento isolato nella vita del minore oppure un comportamento ripetuto. La finalità del sistema penale è di creare condizioni ottimali e concrete per permettere la reintegrazione e la riedu-cazione dell’autore del reato. Per questo scopo il personale coinvolto con i minori in conflitto con la legge dovrebbe essere altamente preparato nelle specifiche aree di competenza quali: la giustizia minorile, i diritti umani, la legislazione immigratoria e dovrà riguardare, in particolare, i seguenti argomenti:

◗ l’uso di un attitudine non-discriminatoria;

l’uso di un attitudine child friendly incluse le capacità di ascoltare e di comprendere i bisogni ed il punto di vista del minore;

◗ la conoscenza della legge sull’immigrazione incluse le questioni riguardanti la

re-SESSIONE I Attività di formazione a favore dei

professionisti che