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MTColl XXVII/4 Questa lettera può essere datata in modo approssimativo sia sulla base del fatto che Mill partì per la Cornovaglia (dove trascorse la seconda parte delle sue vacanze) giovedì 20 settembre, che secondo quanto riportato dal “Gentlemen’s Magazine” nel sett 1832, p.

283 [nella sezione “Necrologi”, N. d. C.]: «5 settembre. Ventinove anni. Francis Edward Crawley di Dorset Place». Fu probabilmente lo stesso Crawley che nel luglio del 1828, insieme a Horace Grant e a Edwin Chadwick, accompagnò Mill durante il viaggio nel Berkshire, Buckinghamshire e Surrey (si veda il diario del viaggio presso la Yale University Library e il diario del viaggio in Cornovaglia nella MTColl.). 18 Il riconoscimento degli articoli nel “Monthly Repository” è stato basato sul codice del manoscritto nel fascicolo della rivista che originariamente

apparteneva a un membro della famiglia Fox ed è ora conservato nella Library of Conway Hall di Londra. L’identificazione in Life of W. J. Fox di Richard Garnett e nella copia del “Monthly Repository” presso il British Museum studiata da Francis E. Mineka, The Dissidence of Dissent, the Monthly Repository, 1806-1838, è basata su questa fonte. Eccetto la breve recensione di un volume sull’Australia (Robert Dawson, The Present State of Australia…, il cui autore fu probabilmente un parente della signora Taylor) pubblicata già nel gen. 1831 (vol. V, n. 49, pp. 58-59) e i contributi menzionati nel testo ed elencati completamente da Mineka, quel codice attribuisce alla signora Taylor, con un punto di domanda, due articoli firmati “Theta” nel vol. VIII del 1834, ossia uno On Female Education and Occupation (gen. 1833, vol. VII pp. 489-498) e l’altro On Tithes (ago. 1833, vol. VII, n. 80, pp. 525-529) [in realtà i due articoli citati da Hayek furono pubblicati nel 1833. Del gen. 1834, vol. VIII, n. 85, pp. 103-109, è quello intitolato The Taxes on Knowledge, N. d. C.]. Queste attribuzioni sono tuttavia molto discutibili e la nota sulle tasse decimali è quasi sicuramente di Mill, anche se in una lettera inviata a Fox, nel febbraio del 1834, (King’s College, Cambridge) scrisse, in riferimento a un precedente appunto sul medesimo argomento «Riceverai oggi da parte sua l’appunto sulle tasse decimali».

Pückler-MaskauXX, in cui la Taylor trova qualcosa da elogiare, poiché «in questo paese di caste egli ammette la sua simpatia per i reietti»19 XXI. In giugno fu pubblicata un’analisi un po’ più ambiziosa del Domestic Manners of the Americans della TrollopeXXII che criticò severamente:

«Si dà il caso che sfortunatamente, tranne rare eccezioni, le descrizioni degli Stati Uniti sono state elaborate da persone poco intelligenti e, nonostante i loro migliori tentativi, incapaci di distinguere l’essenziale dal superfluo, come il caso di Basil HallXXIII; o, peggio, da chi fa dei pregiudizi i propri princìpi e le cui abitudini consolidate di subordinazione, gli fanno desiderare una raffinatezza servile e una volgarità giustificata; a quest’ultima classe appartiene l’autrice che ci troviamo di fronte»20 XXIV.

Tre ulteriori recensioni della Taylor, come le altre ben scritte e dal forte sentimento radicale, risalgono a luglio e settembre21; in novembre ne seguì un’altra su una traduzione22 di Bernard SarransXXV Lafayette, Louis Philippe and the Revolution of 1830, in cui si è portati a individuare tracce dell’aiuto di Mill, anche se forse semplicemente i suoi scritti sull’argomento servirono come modello. La recensione termina così:

«Senza dubbio la situazione francese sta scivolando di nuovo verso una grande rivoluzione morale e fisica. Che la prima sia sufficiente, dovrebbero desiderarlo tutti gli amici dell’umanità; ma qualora quella forza da sola non bastasse a stabilire un accordo tra lo spirito del governo e lo spirito del tempo, non saranno amici veri dell’umanità coloro che non accoglieranno un potere in grado, pur attraverso qualche malvagità, di rigenerare il popolo che capeggiò la rinascita dell’Europa intera. Per questa ragione è davvero necessario convincere tanto le nazioni, quanto i singoli individui che Aide toi, le ciel t’aidera23».

L’ultimo contributo conosciuto della Taylor al “Monthly Repository”, in dicembre, è un saggio breve e piacevole sulle attrattive discordanti del The Seasons, in cui l’unico passaggio degno di nota è forse la clamorosa affermazione per cui: «Nel senso più ampio gli unitariani sono come dei fiori. La loro vita personale è basata sull’amministrare la vita di altri, produttori e distributori, ma consumatori soltanto di ciò che, inutilizzato, potrebbe essere nocivo»24.

I contributi di Mill sono più interessanti, anche dal nostro specifico punto di vista. Quando già nel 1832 Fox gli chiese per la prima volta di collaborare, non si spinse oltre una cauta mezza- promessa per cui, qualora avesse avuto qualcosa di adatto, sarebbe stato felice di trasmetterlo a Fox per il “Monthly Repository”25 XXVI. Il primo risultato fu il saggio “On Genius” sotto forma di una

19 “Monthly Repository”, sett. 1832, vol. VI, n. 65, p. 354. 20 “Monthly Repository”, giu. 1832, vol. VI, n. 66, p. 402.

21 Hampden [Some Memorials of John Hampden, his Party and his Times, by Lord Nugent, N. d. C.], “Monthly Repository”, lug. 1832, vol. VI, n. 67, pp. 443-450; Mirabeau’s Letters during his Residence in England, “Monthly Repository”, sett. 1832, vol. VI, n. 69, pp. 604-608 e The Mysticism of Plato or Sincerity rested upon Reality, Ivi, pp. 645-646.

22 Erroneamente attribuita dalla signora Taylor a Sarah Austin. [“Monthly Repository”, nov. 1832, vol. VI, n. 71, p. 756. N. d. C.]. 23 Ivi, p. 762.

24“Monthly Repository”, dic. 1832, vol. VI, n. 72, p. 827.

25 Si veda la lettera di J. S. M. a W. J. Fox del 3 aprile 1832, presso la Library of King’s College, Cambridge, ristampata in Richard Garnett, Life of W. J. Fox , cit., p. 100.

Lettera all’editore nel settembre del 183226. Tuttavia la sua collaborazione regolare iniziò solo con l’articolo “What is poetry?” pubblicato nel gennaio dell’anno successivo27.

Probabilmente questo forte e nuovo interesse di Mill era dovuto all’influenza della Taylor, anche se non lo confermò mai personalmente. Prima di questo periodo, i suoi amici lo ritenevano decisamente poco poetico28 e nella sua affermazione sulla scoperta di WordsworthXXVII chiarì che l’interesse per quest’ultimo dipendeva dal fatto che fosse «il poeta delle nature non poetiche»29. In un altro passaggio disponibile della prima stesura dell’Autobiography già citata Mill disse: «I primi anni della nostra amicizia furono, per quanto riguarda la mia crescita personale, soprattutto anni di cultura poetica… Coltivai questa passione e anche la pittura e la scultura e lessi con entusiasmo i suoi poeti preferiti specialmente quello più amato, Shelley»30.

Da una fonte di gran lunga successiva sappiamo che fra tutti i poemi di Shelley, ammirarono soprattutto Hymn to Intellectual Beauty e la stessa fonte riporta che la loro forte preferenza per Shelley fu accompagnata da un’avversione altrettanto forte per Byron, di cui Mill lamentava la debolezza degli ideali, mentre la signora Mill descrisse il diffuso entusiasmo per lui come «una mera illusione popolare»31 XXVIII.

Dei due saggi sulla poesia, tra i primi frutti del nuovo interesse di Mill, è stato detto a ragione che: «Sebbene precisi e intensi, come gran parte del suo pensiero, essi non sono scientificamente accurati, né contengono una qualche idea nuova non espressa in precedenza da Coleridge, ad eccezione forse di quella che le emozioni costituiscono l’anello di congiunzione principale della mente poetica. È interessante anche il suo tentativo di definizione della poesia e dell’eloquenza, in quanto mette in luce la sua personale sensibilità poetica. Sostiene che la poesia sia «l’espressione del lavorio più profondo e segreto delle emozioni umane»32 XXIX.

Nelle analisi successive di Mill sulla critica poetica è evidente che la Taylor vi prese parte direttamente. Sebbene pubblicate solo di recente, esse sarebbero state destinate a giocare un ruolo nella formazione di un grandissimo poeta. Robert BrowningXXX qualche anno prima, ancora ragazzo, aveva conosciuto W.J. Fox e le signorine Flower. Eliza Flower è addirittura considerata l’ispiratrice sia del primo poema perduto di Browning Incondita, sia di Pauline, il primo pubblicato. Quando questo uscì nel marzo del 1833 Browning si rivolse a Fox perché lo aiutasse a diffonderlo e Fox non solo lo recensì sul “Monthly Repository”, ma fornì una copia a Mill perché lo recensisse altrove.

26 “Monthly Repository”, (II s.), ott. 1832, vol. VI, n. 70, pp. 649-659. Ristampato in Ruth Borchardt (ed. by), Four Dialogues of Plato: including the “Apology of Socrates”, London, Watts & Co., 1946, pp. 28-40.

27 “Monthly Repository” (II s.), gen. 1833, vol. VII, n. 73, pp. 262-270, ristampato in D.D., vol. I, p. 63 e in J. W. M. Gibbs (ed. by), Early Essays by John Stuart Mill, London, George Bell & Sons, 1897, pp. 201-220.

28 Thomas Carlyle, dopo aver incontrato Mill per la seconda volta il 12 settembre 1831, lo descrisse così: «Un grande entusiasta. Un giorno giungerà a qualcosa, niente di poetico, però, non credo abbia molta fantasia» (James Anthony Froude, Thomas Carlyle: a History of the First Forty Years of his Life, cit.

Robert Eadon Leader (ed. by), Life and Letters of John Arthur Roebuck, cit., p

, vol. II, p. 200). Anche J. A. Roebuck scrisse che «Mill non ebbe mai emozioni poetiche e gli insegnamenti della sua prima infanzia gli congelarono il cuore e resero insensibile la sua anima alle influenze meravigliose della poesia».

. 38. 29 Autobiography, p. 126. [Trad. it. p. 118].

30 Tale passaggio inedito, tratto dalla prima bozza dell’Autobiography che si trova nella biblioteca del professor Jacob Hollander, fu presentato da alcune lettere, tratte qualche anno prima dal signore A. W. Levi, quando il manoscritto era ancora accessibile. Sono particolarmente grato al signor Levi di averle messe a mia disposizione.

31 Theodor Gomperz, John Stuart Mill: Ein Nachruf, Wien, Konegen, 1889, p. 44.

32 William Minto, His Miscellaneous Criticism, in Henry Richard Fox Bourne, John Stuart Mill: Notices of his Life and Work, London, E. Dallow, 1873, p. 33.

Un breve articolo di Mill sul poema per l’“Examiner”XXXI non poté essere pubblicato33 e anche il tentativo di modificarlo e ampliarlo per l’“Edinburgh Magazine”34 XXXII non incontrò sorte migliore. Il testo è andato perdutoXXXIII.

Tuttavia Mill annotò liberamente le sue osservazioni al margine, sottolineando «tutti i passaggi poco chiari, tanto da rendere difficile la loro comprensione» e appuntò le proprie opinioni sul retro della pagina35. Alcune di queste annotazioni sono di mano diversa, quasi certamente di Harriet Taylor, e anche se quelle note quasi sicuramente sue non andarono al di là di brevi esclamazioni come «molto bello» e «sicuramente esatto», non ci sono dubbi che lei e Mill abbiano discusso per intero il poema, prima che Mill riconsegnasse la sua copia a Fox con il commento: «Nel complesso le osservazioni non sono lusinghiere per l’autore; sono forse eccessivamente forti per mostrargliele»36 XXXIV. Ciò nonostante la copia tornò a Browning quasi subito e il giovane poeta rimase talmente mortificato dalle critiche che decise di non pubblicare mai più tanto in anticipo, per poi essere sottoposto a una simile disapprovazione. Sebbene la critica di Mill fu stampata nella conosciuta Life of Robert Browning, non fu mai inclusa in una pubblicazione riguardante Mill e di conseguenza merita qui un giusto spazio37:

«Dotato di considerevoli capacità poetiche, lo scrittore mi sembra posseduto dalla più intensa e morbosa coscienza di sé che io abbia mai visto in un essere umano sano di mente. Potrei ritenerla una confessione sincera, sebbene di una situazione molto spiacevole, se “Pauline” non fosse stata evidentemente un mero fantasma. Ciò che la riguarda è pieno di contraddizioni: non la ama, né immagina di amarla, eppure insiste a parlarle del suo amore. Se sia esistita e lo abbia amato, egli la tratta in modo assolutamente ingeneroso e insensibile. Tutte le sue aspirazioni, i desideri e i rimpianti sono per altre questioni, mai per lei; infine la liquida con la stupidaggine della richiesta modesta che debba amarlo, vivere con lui e dargli tutta se stessa, senza niente in cambio. Per questo egli penserà a lei e la riterrà qualcosa di fantastico, promettendole di trovarlo molto piacevole. Poi la lascia dicendo di sapere che avrebbe cambiato opinione dall’oggi al domani “malgrado queste intenzioni fossero così giuste”, ma che essendo stata colpita una volta, senza dubbio lo sarebbe stata ancora, ed è quindi “in perfetta gioia” che la cattiva sorte sia con te! come dicono gli Irlandesi. Si potrebbe trarre da questo poema un centinaio fra i passaggi più belli. Anche il suo percorso psicologico è denso di significato e veritiero- quasi veritiero- tutto, tranne la fine. A quella evidentemente non è ancora arrivato. Lo stato di ricerca di sé e di autocelebrazione è ben descritto. Oltre a quello, penso che lo scrittore finora abbia fatto solo un altro passo ossia disprezzare la propria condizione. Mi domando anche se quel disprezzo di sé sia stato ostentato. È chiaramente insoddisfatto e in parte avverte l’infelicità della propria situazione, ma non scrive come se l’avesse superata. Se per una volta avesse davvero odiato il suo egoismo, potrebbe anche andare: così com’è avverte solo la mancanza del bene e non il male vero e proprio. Non prova alcun rimorso ma solo disapprovazione. Una mente in questo stato può essere rigenerata solo da qualche nuova passione e io non so augurargli altro che incontrare una vera Pauline. Nel frattempo non

33 Si veda la lettera di J. S. M. a W. J. Fox del 19 maggio 1833, presso la biblioteca del King’s College di Cambridge. 34 Si veda la lettera di J. S. M. a W. J. Fox del giugno 1833, nella stessa raccolta.

35 La copia di Pauline, contenente le note di Mill, entrò in possesso di John Forster e la sua biblioteca fu poi acquistata dal Victoria and Albert Museum, Londra, dove è conservata nella Forster and Dyce Collection (Pressmark, 48. D. 46).

36 J. S. M. a W. J. Fox , 10 ottobre 1833, presso la biblioteca del King’s College di Cambridge.

37 William Hall Griffin & Harry Christopher Montague Minchin, The Life of Robert Browning, with Notices of his Writings, his Family, & his Friends, London, Methuen & Co., 1938, p. 59.

dovrebbe compiere alcun tentativo di mostrare come una persona possa superare questo stato morboso, dal momento che egli stesso è a malapena un convalescente e “dovremmo parlare solo di quello che conosciamo”».

Mill nutrì un interesse più profondo per un altro poeta in ascesa dell’epoca: Alfred TennysonXXXV. Anche se la recensione del secondo volume dei poemi di Tennyson, su cui Mill lavorò nello stesso periodo in cui scrisse su Browning, inizialmente non andò oltre un’introduzione, divenne poi il suo secondo articolo sulla poesia per il “Monthly Repository”38 che, quando alla fine fu pubblicato due anni dopo39,costituiva ancora il primo pieno riconoscimento di un grande poeta.

Che a quel tempo gli interessi di Mill fossero ispirati e condivisi con la Taylor si deduce anche dai numerosi contatti fra i due. Almeno dalla primavera del 1833 sembra che Mill abbia trascorso gran parte del suo tempo libero nella nuova casa dei Taylor al n. 17 di Kent Terrace, Park Road, nella zona ovest di Regent Park dove si erano trasferiti dalla City qualche tempo prima dell’inverno precedenteXXXVI. Per risposta a Fox, che aveva menzionato di sperare di incontrarlo lì in un preciso mercoledì, Mill spiegò:

J. S. M. a W.J. Fox, 19 marzo 183340: Raramente mi reco lì in quel giorno della settimana senza un motivo preciso, per le attuali circostanze non sarebbe giusto essere lì ogni sera, niente mi pesa di più che avere troppo poco tempo e di trascorrerlo in presenza di altri. Se avessi saputo del tuo arrivo, sarei andato.

In un’altra lettera a Fox, soltanto una o due settimane dopo, Mill dice «oggi sto andando a Kent Terrace, nonostante sia mercoledì»41.

L’estate successiva Mill pare abbia continuato a frequentare qualche posto nelle vicinanze di Londra, dove si trovava la signora Taylor ed esiste qualche sua breve lettera a lui che potremmo inserire in questo periodo.

H. T. a J.S. M., estate 1833(?)42: Nella splendida tranquillità di questo bel paese, con un nuovo stato d’animo, grazie a tutto il piacere che mi ha procurato, nonostante sia stata solo una piacevole fase di passaggio, forse ancora provi ciò che mi dissi una volta, ovvero che tanto “meno ero umana, tanto più ero adorabile”. Ricordi questo amore mio? Io sì, perché sapevo che qualsiasi sentimento fosse non era amore- dal momento che l’hai negato perfettamente- o se non fosse stato davvero amore, ma solo la tua vecchia “vanità delle vanità”, potrebbe forse tornare? Né l’una, né l’altra mi addolorerebbe, ma per il tuo bene (per quanto mi riguarda io sono stato amata come desideravo) cuore e anima hanno trovato pace dopo quanto [?]- Anche un’attenzione di questo tipo almeno è passata per sempre o questa sicurezza di un affetto spirituale eterno è essa stessa la

38 The Two Kinds of Poetry in “Monthly Repository”, nov. 1833 [in realtà, ago. 1833, N. d. C.], vol. VII, n. 80, pp. 714-724 ristampato in D. D., vol. I, p. 77 e in J. W. M. Gibbs (ed. by), Early Essays by John Stuart Mill, cit., pp. 221-236.

39 Tennyson’s Poem in “London Review”, lug. 1835, vol. I, n. 2, pp. 402-424, ristampato in , pp. 239-267.

J. W. M. Gibbs (ed. by), Early Essays by John Stuart Mill, cit.

40 King’s College, Cambridge.

41 King’s College, Cambridge, senza data, probabilmente risale al giugno del 1833.

42 MTColl. II/324, filigranato “1831”. Quando le lettere datate della signora Taylor sono scritte su dei fogli filigranati, solitamente gli anni coincidono o per lo meno se ne discostano di non più di un anno. Sebbene sia poco possibile che questa lettera risalga al 1831, potrebbe essere del 1832.

benedizione dei beati, cui si è aggiunta o forse ne è derivata, la perfetta bellezza, qual è e qual è stata ogni istante da allora e pare come se, senza nessun alimento fresco possa bastare per un piacere lungo tutta una vita. Oh mio amore, qualsiasi cosa possa o non possa essere per te, non dovrai rammaricarti neanche per un momento per ciò che ha già procurato una simile gioia e che non può generare in alcun modo alcuna situazione spiacevole. Se cambiare la “più piccola probabilità” in una “lontana certezza” è giusto, ciò mostra nondimeno più mancanza di intelletto che l’uso di questo per [si interrompe prima della fine della pagina].

H. T. a J.S. M., estate 1833(?)43: Ben lungi dall’essere infelice o anche depressa questa mattina, sento che non mi hai mai amata come la notte scorsa e io ne sono felicissima, sto

abbastanza, abbastanza bene, anche per la piacevole vista di questa mattina.

Mi prendo cura del tuo pettirosso come fossi tu. Se non riuscirò a tenerlo in vita, penserò che sia impossibile addomesticare qualcosa di completamente adulto.

Sta molto bene, ma anche l’altro era stato così per due giorni....

Addio mio caro. Quanto sarà bello il prossimo mese. Sono molto impaziente che arrivi. Queste lettere potrebbero o meno risalire all’estate del 1833, quando la relazione stava evidentemente entrando in un nuovo periodo di crisi. Possiamo seguirne alcuni sviluppi nelle lettere di Mill a Carlyle, al quale aveva promesso di far visita a Craigenputtock durante il suo mese di vacanza a settembreXXXVII. In una lettera del due agosto per la prima volta, misteriosamente, accennò al fatto che il suo viaggio sarebbe dovuto rimanere incerto «poiché l’unica circostanza che lo impedirebbe, potrebbe presentarsi in ogni momento e fino all’ultimo»44. Un mese dopo scrisse che il piano era saltato definitivamente:

J. S. M. a T. Carlyle, 5 settembre 183345: C’erano circa venti probabilità su una che ti potessi vedere in autunno, ma è stata quest’ultima ad avere la meglio. Avevo sbagliato anche nel dirti che, se non fossi andato a Craigenputtock, non sarei andato da nessuna parte. Mi sto recando a Parigi; lo stesso motivo che allora avevo pensato che, se si fosse verificato, mi avrebbe tenuto qui ora mi manda lì. È esclusivamente un viaggio di dovere. Mi darai l’onore di credere che nient’altro mi avrebbe tenuto lontano da Craigenputtock dopo quello che ho detto e scritto così spesso. È un dovere, un dovere nei confronti di una persona verso la quale, fra tutte quelle in vita, mi sento in assoluto più riconoscente.

Sembra che proprio il giorno in cui stese questa lettera, Mill parlò o scrisse a Harriet Taylor più francamente di primaXXXVIII. Tutto ciò che possediamo, sono i seguenti appunti di lei a lui, spediti il giorno successivo.

H. T. a J.S. M., 6 settembre 183346: Sono felice che tu l’abbia detto, sono felice che lo abbia fatto, nessuno dall’animo tanto nobile e bello deve omettere di dire tutto a chi ama davvero anzi,

43 MTColl. II/316. Il secondo foglio è strappato e la conclusione, data dopo i punti, segue al margine dopo alcune parole che terminano una frase dalla parte mancante.

44 Hugh Elliot, The letters of John Stuart Mill, cit., vol. I, p. 61. 45 Ivi, pp. 62-63.

con qualsiasi costante riserva, l’amore non esiste. Laddove qualche riserva permane, anche se minima, l’amore è così tanto imperfetto. Finora non siamo mai entrati tanto in confidenza. La differenza tra te e me al riguardo è che io ho sempre sperato ardentemente di ottenerla con un’intensità di desiderio tale che spesso- per un po’ di tempo- ho tenuto nascosto il sentimento più ovvio e forte: l’affetto stesso. Tu non me l’hai dimostrato, non perché desiderassi trattenerti, ma